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Autore: alaskha    04/02/2016    3 recensioni
“Cosa ci fai qui?”
“Non lo so, volevo solo salutarti, ma è un brutto momento, mi pare”
Malia boccheggia, senza sapere cosa dire.
“Tolgo il disturbo - così Zayn la precede - comunque fai i complimenti al tuo ragazzo, anche io tifo Celtics”
“Louis non è il mio ragazzo” ribatte Malia.
“Lo so, ma evidentemente avete risolto quella questione di Barcellona”
“Te lo ricordi?”
“Ma cosa credi, Malia? Che fossi lì con te ad una cazzo di festa di liceali solo per portarti a letto?”
La mora non sa cosa dire, è senza parole.
“Non lo so”
E avrebbe voluto dirgli tantissime cose diverse, forse chiedergli anche scusa ma le esce solo quello.
“Non ho bisogno di rimorchiare ragazzine, per scopare”
“E allora perché eri lì con me?”
Zayn la guarda, adesso sembra lui quello senza parole, finalmente Malia lo vede senza risposta pronta.
“Senti, non lo so neanche io, facciamo come se non ci fossimo mai incontrati, tu alla tua vita ed io alla mia, okay?”
Malia non lo sa se è okay, Zayn è l’unica cosa del suo presente che non le mette paura riguardo al futuro. È così ignoto, ma comunque solo la sua presenza le infonde una calma quasi sorprendente.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, in realtà non è troppo okay, perchè non so cosa io stia facendo.
sto continuando a pubblicare storie su storie senza un reale motivo, ma giuro e lo giuro, che pictures of you mi ha preso anima e corpo e Giulia ve lo può confermare. stiamo impazzendo, su questa storia, ci stiamo piangendo, ridendo sclerando e beh sì, ci stiamo fottendo il cervello.
mi sto legando tanto a questi personaggi e questa trama, quindi spero piacerà anche a voi.
non dico molto per il primo capitolo, diciamo che preferisco lasciare le parole a voi, solo se ne avete voglia però.
un bacio grande, sempre Alaskha


 




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A Giulia
non smettere di sognare insieme a me



 
Pictures of you
capitolo uno – astro nascente

 



 
“Malia, cazzo! Dove hai messo quel foglio che era sul tavolo?”
Malia si sta ancora lavando i denti, quando la voce potente del suo fratello maggiore arriva alle sue orecchie.
“E io che ne so?” urla di rimando, sputando il dentifricio nel lavandino del suo bagno.
Si sta asciugando la bocca con un asciugamano, quando sente i passi pesanti di Yago sulle scale. Sbuffa, preparandosi alla solita menata di due ore che, è sicura, sta per ricevere da quello che potrebbe tranquillamente chiamare “padre in incognito”.
“Erano proprio lì, fino a ieri sera, quando tu sei tornata con Bethany!” marca la parola tu e, ovviamente, Bethany.
“Stai per caso cercando di darmi la colpa, Yago?” gli chiede, con un sopracciglio inarcato.
“È possibile, sì”
Yago e Malia hanno un solo anno di differenza, lei è all’ultimo anno di liceo e lui frequenta il college. Fanno finta di odiarsi 24 ore su 24, ma in realtà sono molto uniti e venderebbero l’anima, l’uno per l’altro ma, ovviamente, non lo ammetteranno mai.
“Che avete da urlare?”
Bethany Hines fa così il suo ingresso nell’ampio corridoio del piano superiore di casa Fitzgerald. Indossa una maglietta extra large di Yago, il tatuaggio sulla coscia destra è scoperto ed ha i capelli ancora scompigliati dalla notte. Malia glielo dice sempre: “Com’è che sei figa anche appena sveglia? Bastarda!”.
“Beth? – fa Yago, deglutendo rumorosamente, davanti al mezzo sorriso della ragazza – ciao” dice poi, flebilmente.
Yago Fitzgerald non sopporta fare quelle tipiche figure da coglione per colpa dell’amica di sua sorella minore.
“Ho preso una delle tue magliette, spero non ti dispiaccia..” continua lasciva Bethany, spostandosi verso il bagno.
“No, figurati, mi armadio es tu armadio”
Beth ride, sussurrando un “Grazie” a mezza bocca, quasi sensualmente, per poi sparire nella doccia dei Fitzgerald, chiudendo a chiave la porta del bagno.
Malia, che ha osservato tutta la scena con un sopracciglio inarcato e con fare scettico, rotea gli occhi al cielo e: “Patetico”, dice in direzione di suo fratello, già sulle scale.
“Ehi! – urla Yago seguendola, finalmente tornato in sé – dove credi di andare?”
“Lontano da te e dal tuo essere così irrimediabilmente ridicolo – lo informa Malia, entrando in cucina – e a fare colazione”
Apre l’anta del frigorifero, estraendone il cartone del latte, ma quando si muove verso il terzo scaffale per raggiungere i cereali, va a sbattere contro il corpo di suo fratello.
“Yago, non sei bello e nemmeno trasparente, ti sposti?”
Il maggiore sbuffa, indossando lo snapback abbandonato sul piano della cucina, per quale motivo non si sa.
“Mi serve quel foglio”
“E da me che vuoi? – chiede Malia, mettendosi in punta di piedi per raggiungere i suoi corn-flakes al miele – di certo non ho come hobby rubare i tuoi fogli dell’università, Yago” lo mette al corrente.
Il ragazzo, afferrando i cereali al posto della sorella, si appoggia al frigorifero, in una posa da fotomodello. Perché Yago Fitzgerald sarà pure sensibile al fascino di Bethany Hines ed estremamente dedito allo studio, ma di certo non gli si può togliere il titolo di “più figo del secondo anno della Florida State University”.
“Allora considerami pure morto – fa, infilandosi la giacca di pelle e mettendosi lo zaino nero sulle spalle – avrei dovuto consegnarlo oggi, per quel progetto del documentario”
Malia sgrana gli occhi, girando il cucchiaio nei suoi cereali.
“Dici davvero?”
“Già”
“E non potrai partecipare?”
“A quanto pare no – Yago sorride, arreso – avevo anche un’ottima idea”
“Ehi ragazzi!”
Bethany sembra tornata nuova, quando entra in cucina raggiante, con i capelli biondi e mossi legati in una coda alta ed i jeans stretti a vita alta a risaltarle le belle gambe lunghe.
“Beth, abbiamo appena perso una potenziale futura stella del cinema” dice Malia, ad una delle sue migliori amiche.
“Regista Malia, regista” la corregge Yago.
“Ed io che ho detto?” si lamenta sua sorella.
Il ragazzo rotea gli occhi al cielo, mentre Bethany aggrotta le sopracciglia, confusa.
“Regista? – chiede, estraendo un foglio dalla tasca posteriore dei suoi jeans – hai per caso bisogno di questo, forse?”
A Yago gli si illuminano gli occhi, quando afferra quel pezzo di carta ormai tutto stropicciato e: “Ma che diavolo ci hai scritto, sopra”?, chiede, quasi scandalizzato.
“Non pensavo fosse importante, l’ho trovato qui sul tavolo e allora l’ho usato per appuntare i rossetti della Mac che voglio comprare” fa Beth, stringendosi nelle spalle, mentre Malia sta cercando di trattenere le risate.
Quest’ultima è quasi certamente sicura di vedere del fumo, provenire dalle orecchie di suo fratello, allora cerca di distrarlo.
“E quale sarebbe quest’ottima idea per il documentario?”
“Come si costruisce una stella del basket, sorellina”.
 
 
 
 
“È l’ultimo anno, piccola!”
“Niall!”
Malia non ci mette troppo a riconoscere il suono di quella voce candida e cristallina, e gli salta in braccio, noncurante assolutamente di nulla. Come al solito, quando si parla di Niall.
“Sì, l’ultimo anno del cazzo”
“Bethany Hines, il tuo entusiasmo nei confronti della vita mi stupisce ogni giorno di più, sai?”
Malia ride, dei suoi due amici, mentre Beth mostra un sorriso falso allo straniero del gruppo. Perché sì, Niall Horan, con i capelli biondi, gli occhi azzurri e la risata da folletto, è nato a Dublino e cresciuto rigorosamente a Tallahassee, insieme a tutti loro. La sua Irlanda a cui è comunque molto legato, la vede nelle vacanze di Natale e qualche volta in agosto. Malia ha sempre desiderato visitarla, ma il suo carattere indeciso l’ha sempre portata a rimandare all’anno prossimo.
“Niall, tu hai così tanto entusiasmo da permettere a tutti noi altri abitanti della Florida di farne volentieri a meno”
L’irlandese rotea gli occhi al cielo, prendendo sotto braccio la sua ragazza preferita, come è solito chiamarla lui.
“Allora Mali, com’è andata l’estate?”
“Un vero schifo – comincia la mora –la Florida State University ha una squadra maschile di basket, ma se non li convincerò a farmi entrare, pare che dovrò accontentarmi di quella femminile”
“Malia Fitz in una squadra femminile di basket? Ma per favore, quale altra peggiore stronzata potranno sentire le mie orecchie nel resto della giornata?”
“Probabilmente nessuna, Liam”
I due si abbracciano stretti, ‘che Liam Payne e Malia Fitzgerald sono i due migliori attaccanti degli Sharks, la squadra di calcio maschile della Tallahassee High School. La scuola ci ha messo un po’ ad accettare la presenza di una ragazza all’interno di una squadra composta da venti maschi adolescenti con gli ormoni in subbuglio più riserve, ma il coach Anderson una volta visto il suo talento non aveva nessuna intenzione di lasciarsi scappare una giocatrice come lei, e quindi era andata più o meno così: “Amalia Fitzgerald, considerati pure la regina degli Sharks, sei dentro!”. Malia aveva inarcato un sopracciglio e, con una mano sul fianco, aveva ribattuto: “Le sono davvero molto grata coach ma, la prego, non mi chiami mai più Amalia Fitzgerald o giuro, e giuro davvero, che alla prima partita di campionato farò punto nel nostro canestro contro quelli di Gainesville”. E non c’era rivale peggiore di Gainesville, per Tallahassee.
Malia odia il suo nome, l’ha sempre fatto e per essere più precisi odia quella “A” iniziale, la “A” di Amalia, il suo vero nome di battesimo. E sì per non farsi mancare nulla odia anche il suo cognome, quindi lei non è Amalia Fitzgerald, lei è molto più semplicemente: Malia Fitz, la regina degli Sharks.
“E quanti goal pensa di segnare la queen, quest’anno?”
“Più del numero di ragazze che riuscirai a portarti a letto entro la fine del semestre, questo è poco ma sicuro, Payne!”
Harry Styles cambia ogni anno, c’è sempre qualcosa di diverso in lui. La prima volta in vita loro che i ragazzi videro Harry Styles, aveva un casco di ricci così fitto e disordinato che fu lo zimbello di tutto il liceo. Fino al secondo anno, quando il suo fisico prese forma e le magliette bianche con scollo a V le portava decisamente con più disinvoltura. Per il terzo anno arrivarono i tatuaggi sul petto e sulle braccia, e fu lì che Bethany Hines s’innamorò perdutamente di lui. Come quando al quarto anno i suoi capelli erano decisamente troppo lunghi e l’unica che non gli ripeteva otto volte al giorno di tagliarli, era proprio la sua fidanzata, che fece diventare cheerleader degli Sharks, in quanto capitano della squadra. Ed eccoci arrivati all’ultimo anno: i suoi capelli sono ancora troppo lunghi, Bethany è ancora sua, i suoi amici sono ancora svitati e di nuovo c’è il suo gilè di pelliccia bianco, che comunque porta con una tale naturalezza da farselo invidiare addirittura dal quarterback della squadra di football.
“Styles, inopportuno come tuo solito, eh?”
“Credevi che potessi cambiare nel giro di tre mesi, Liam? – chiede, prendendo sotto braccio la sua bella fidanzata bionda – non l’ho fatto in quattro anni, di certo non mi deciderò ora”
“Questo è lo spirito giusto, Harry!”
Malia scambia un cinque con quello che è irrimediabilmente il suo migliore amico storico dall’inizio del liceo. Lei era stata la prima, ad avvicinarsi a lui nonostante il casco che tutt’oggi continua a spacciare come capelli.
“Io non voglio che cambi, capitano, per me sei perfetto così”
Le labbra di Harry si curvano in un sorriso che se a Tallahassee non facesse già così dannatamente caldo, avrebbe potuto illuminare l’intera città.
“Lo so, Beth”
Malia ha sempre pensato che il rapporto tra Harry Styles e Bethany Hines fosse esattamente quel tipo di rapporto che tutti sognano, a cui tutti anelano nella propria vita. Loro hanno quel tipo di armonia che potrebbe succedere qualsiasi cosa, ma comunque non si volterebbero mai le spalle. È per questo che rimane incantata a guardarli, prima che qualcuno di inaspettato se la carichi sulle spalle.
“Ma che diavolo..” farfuglia Malia, prima di riconoscerlo.
Adesso sì che sono davvero al completo, con Louis Tomlinson la squadra è riunita.
“Forza raggio di sole, che quest’anno la scuola è nostra!”.
 
 
 
 
“La scuola sarà pure nostra – comincia Malia, sedendosi al secondo banco della fila centrale, affianco ad Harry – ma miss Martinez mi odia ancora, ultimo anno oppure no”
“Tomlinson parla tanto per parlare, e tu lo sai meglio di tutti noi, giusto?”
Malia vorrebbe quasi prendere a schiaffi il bel viso di Harry, che forse a volte neanche si rende conto di quello che lo dice, lo fa e basta. Può essere tanto gratificante quanto irritante, alle volte.
“Già, ti ringrazio Styles, menomale che ci sei tu a ricordarmi che la mia relazione è finita”
Harry ride, spostando gli occhi alla porta dell’aula di spagnolo, che miss Martinez ha appena chiuso.
“Finita? – domanda aggrottando le sopracciglia, sottovoce, tornando al contatto visivo con la sua migliore amica – Malia, lo sappiamo tutti come funziona tra te e Louis, tra meno di una settimana sarete già tornati insieme”
“Non credo” si affretta lei a contraddirlo.
Miss Martinez sta facendo una parentesi introduttiva su quanto sia importane l’ultimo anno, quando Harry si toglie il suo pellicciotto bianco, appoggiandolo allo schienale della sedia, facendo morire qualche ragazza dietro di lui.
“E cosa sarebbe cambiato? Tu e Tomlinson siete un po’ come la panna e le fragole, puoi immaginare l’uno senza l’altro?”
“I ciccioni come te di certo non possono farlo” scherza Malia, provocando le risate false di Harry.
“Prendimi pure in giro quanto ti pare, ma quando tu e Lou sarete a farvi gli occhi dolci in campo, non venire a piangere da me se ti arriverà di nuovo una pallonata in faccia”
“Sei uno stronzo – sentenzia la Fitz – è successo solo una volta e per lo più l’hai fatto apposta, capitano”
“Biasimami se vuoi, ma resto convinto di quello che ti ho detto – ripete – tu e Louis tornerete insieme, è questione di tempo, probabilmente t’inviterà al ballo d’inizio semestre”
“Che gioia! – ironizza Malia, che quegli eventi mondani proprio li odia – e tu inviterai Beth? Hai già affittato quartetto di violini e cavallo per la proposta?”
Harry ride, il più sottovoce possibile.
“Sei solo invidiosa, e comunque ci sono cose più importanti di cui preoccuparsi, al momento”
“Tipo? I tuoi capelli?”
Il ragazzo la guarda male, ‘che guai a toccargli i suoi preziosi boccoli.
“I miei capelli sono perfetti e no, non si tratta di questo – si affretta a contrariarla – dobbiamo trovare una ragazza ad Horan, o finirà per presentarsi ancora con sua cugina, c’è qualcosa di più imbarazzante?”
“Sì, il tuo completo Gucci dell’ultimo ballo – lo prende in giro Malia – ti prego, noleggia uno smoking normale, questa volta”
Harry rotea gli occhi al cielo, prendendo poi a mordicchiare il tappo della sua penna.
“E tu cerca d’indossare un vestito, questa volta” la canzona.
Malia sembra colpita nel profondo, perché tutti, soprattutto il suo migliore amico, sanno che la regina degli Sharks odia i vestiti lunghi e con lo strascico, lei è più da shorts e canottiera, perfino ai balli scolastici.
“Ho una specie di avversione, lo sai, non posso farne a meno”
“D’accordo, tanto sei splendida comunque”
Harry le scocca un occhiolino, a cui Malia risponde con un mezzo sorriso: non è abituata nemmeno ai complimenti.
“Qualche idea per Niall?” gli chiede poi lei.
Styles si stringe nelle spalle, dissimulando attenzione verso la lezione di spagnolo, la prima dell’anno.
“Per ora solo una – la mette al corrente – ci sarebbe il capitano delle cheerleaders, ha una cotta per lui dai tempi del secondo anno”
“Beh è perfetto, no? Bethany è nella squadra”
“Già, ma conosci Beth – fa Harry, con un mezzo sorriso sulle labbra – non c’è donna che sopporti, all’infuori di te, odia persino sua madre!”
“La migliore amica più inutile del pianeta – ragiona Malia – e comunque, siamo al punto di partenza”
“Potresti farci amicizia tu” butta lì, Harry.
“Sei impazzito, per caso?”
Malia sbotta, urlando un po’ troppo forse, ed attirando di conseguenza l’attenzione di Miss Martinez su di sé.
“Signorina Fitzgerald – tuona la professoressa – la vedo particolarmente su di giri per la lezione, la prego, venga a condividere il suo entusiasmo alla lavagna con i suoi compagni”
Malia si alza, sbuffando, ma prima di allontanarsi verso la cattedra si volta verso Harry per l’ultima volta.
“Piuttosto che fare amicizia con il capitano delle cheerleaders mi faccio tatuare il mio nome completo sulla fronte”.
 
 
 
“Non lo so Liam, credo che il 4-4-2 sia perfetto per la prima partita – dice Malia, mentre Liam accosta affianco alla Floria State University – dobbiamo dirlo ad Harry ed al coach Anderson”
“La vittoria è nostra Mali, me lo sento”
Malia ride, slacciandosi la cintura, ancora sul sedile del passeggero dell’audi argentata del suo inseparabile amico Liam Payne.
“Sicura di non voler venire a mangiare qualcosa con me, Niall e Louis al Casablanca?” le chiede.
“Gli hamburger di Diego sono i miei preferiti ma, passo, grazie – declina lei l’offerta, con un sorriso – pranzo con mio fratello, lo prendo un po’ in giro e gli faccio fare qualche brutta figura con le senior”
Liam ride della sua amica un po’ strana e, aggrottando le sopracciglia, assume un’espressione curiosa che si trasforma subito in una domanda.
“Va tutto bene tra te e Louis, vero?”
“Certo che sì! – Malia ha risposto troppo velocemente e con decisamente troppo entusiasmo perché Liam non possa accorgersi di niente, così si affretta a scendere dalla macchina – grazie per il passaggio, ci vediamo più tardi, eh? Ciao Liam!”
Si precipita fuori dall’Audi e raggiunge in fretta il campus della Florida State University quella che spera un giorno di frequentare anche lei. E mentre manda un sms a Yago, si ritrova a pensare a quanto siano appiccicosi ed invadenti i suoi amici, con quella storia di Louis. Il fatto è che si erano messi insieme dopo le vacanze di primavera dell’anno scorso e la loro era stata davvero una bella storia, Malia credeva addirittura di essersi finalmente innamorata, fino all’arrivo dell’estate. Louis sarebbe partito per Barcellona, e le aveva chiesto di andare con lui, di passare le vacanze insieme, sul Mediterraneo, solo loro due, ma Malia non se l’era sentita e aveva mandato tutto al diavolo, come sempre.
“Mali?”
La voce di Yago la fa tornare al presente, così si obbliga a sorridere e raggiungerlo al tavolo al quale è seduto.
“Stavi pensando ad una nuova legge della fisica quantistica? – le chiede lui, porgendole un sacchetto misterioso – magari per merito tuo riusciranno ad andare oltre la teoria delle stringhe”
“Piantala di fare lo stronzo – lo ammonisce subito lei – che c’è nel sacchetto?” chiede curiosa, sbirciando all’interno.
“Sushi” risponde Yago sbrigativo, addentando il suo trancio di pizza.
“E sei andato a comprarlo apposta per me?” domanda Malia, estraendo felice il suo cibo preferito dal sacchetto, per poi posizionarlo sul tavolo davanti a lei.
“Layla stava uscendo, così le ho chiesto di farmi questo favore – minimizza lui – nulla di che”
Malia annuisce, chi meglio di lei sa come funzionano le cose tra di loro?
“E come va con Layla?” chiede con fare malizioso.
“Mangia i tuoi nighiri, ragazzina”
“Ah già, dimenticavo, tu preferisci le liceali” lo provoca lei, afferrando con le bacchette un pezzo di salmone, decisamente il suo preferito.
Yago la guarda con un sopracciglio inarcato, sorseggiando la sua Coca Cola direttamente dalla lattina.
“E come stanno i tuoi amici?”
“Tutti bene, soprattutto Harry, lui e Bethany stanno ancora insieme, sai?”
Yago rotea gli occhi al cielo, sotto le risate di sua sorella.
“Hai finito? – le chiede lui, esasperato – piuttosto, hai chiesto al coach Anderson se posso fare quel documentario?”
Malia è grata di passare del tempo con Yago, l’unico che non le chiederà mai di Louis: primo, perché suo fratello è tremendamente geloso di lei, anche se non lo ammetterà mai e secondo, perché l’ha vista stare troppo male, a causa sua.
“No, Yago, e sai perché? – comincia, sotto lo sguardo curioso di suo fratello – perché non ho intenzione di prestarmi ad una cosa così ridicola”
“Ridicola? – domanda lui, indignato – hai appena definito l’ascesa alla mia carriera una cosa ridicola? Credevo fossi mia sorella Malia ed in quanto tale, dovresti appoggiarmi, sempre”
“I parenti non si scelgono” gli fa presente lei, addentando un altro pezzo di pesce.
“Come ti pare, grazie tante” bercia lui.
Yago torna a mangiare la sua pizza, in silenzio e a Malia il silenzio irrita, lei ha bisogno di parole e rumore, per coprire le circostanze di ogni situazione. Così sbuffa e si appoggia allo schienale della sua sedia, incrociando le braccia sotto il seno.
“D’accordo – fa poi, arresa – facciamo questa stronzata del documentario, cazzi tuoi se poi sono una vera frana, nelle riprese”
Il viso di Yago rischia di deformarsi, per quanto sta sorridendo.
“Non preoccuparti principessa, anzi, regina degli Sharks, sarai perfetta”
La mora si sforza di sorridergli, ‘che almeno finalmente è felice e può smetterla di tenere il broncio. Malia Fitz deve avere sempre avere tutto sotto controllo, odia che qualcuno sia triste o anche solo insoddisfatto, lei vuole che sia tutto al suo posto, tutto tranquillo, che tutti quelli che la circondando siano felici e contenti.
Ma forse allora ha sbagliato pianeta in cui abitare.
C’è sempre quella voce che la perseguita, nella sua testa, quindi Malia scuote la testa per far sì che esca dai suoi pensieri e mentre si volta, il suo sguardo viene catturata da un ragazzo, appena entrato nella mensa dell’università. Per attirare l’attenzione di Malia Fitz ce ne vuole, non è facilmente accontentabile, anzi, nemmeno lei sa ancora cosa vuole. Ma lui ci riesce, con quei suoi capelli disordinati, la canottiera nera a maniche larghe ed i tatuaggi sulle braccia. Malia non gli toglie gli occhi di dosso, non ne ha voglia e non ci riesce, fino a quando anche lui non guarda lei, così lei distoglie subito lo sguardo.
“Che hai visto? Satana che ti faceva l’occhiolino?” le chiede Yago, notando sua sorella particolarmente sconvolta.
Ma lei non gli risponde, si volta lentamente, ancora verso di lui. Ma quel ragazzo non la sta guardando più e proprio quando Malia si sta rilassando un po’ sulla sedia, sente una presenza dietro di lei e quei tatuaggi, sono gli stessi che stava fissando qualche istante prima sulle braccia dello sconosciuto misterioso.
“Ehi Yago, come va?”
La sua voce sembra accarezzare l’anima di Malia, perché lei la sente dentro, non solo attraverso le orecchie, ma attraverso tutta se stessa, le sembra quasi che in tutto quel tempo passato senza ascoltare il suono della sua voce, non stesse aspettando altro.
“Ciao Zayn – lo saluta di rimando suo fratello, quasi sorpreso – non c’è male, tu? Come vanno le cose?”
“Non potrebbero andare meglio – risponde, con un sorriso – ti sei iscritto a quel progetto per il documentario?” s’informa poi.
Malia non riesce a togliergli gli occhi di dosso, ancora, mentre lui sembra quasi ignorarla, quasi come se non esistesse, come se al tavolo con Yago non ci sia seduto nessuno.
“Sì, e hai l’onore di conoscere in anteprima la mia superstar – fa, indicando la mora di fronte a lui – lei è Malia, mia sorella, Malia, lui è Zayn” ultima le presentazioni.
Malia vorrebbe sotterrarsi, quando gli occhi liquidi di “Zayn” si spostano su di lei. La guarda così intensamente che si sente quasi violata, come messa a nudo e la cosa non le piace, affatto.
“Superstar?” fa, stupito.
“Malia gioca a calcio – continua Yago, mentre i due continuano a guardarsi – la seguirò durante il campionato degli Sharks, la squadra del liceo, spero verrà una cosa figa”
Malia vorrebbe dirgli che “una cosa figa” non si addice al linguaggio che dovrebbe utilizzare uno studente del college, ma Zayn la precede.
“Beh, buona fortuna allora, Yago – fa per andarsene, ma poi torna indietro – e buona fortuna anche a te, astro nascente”
Zayn se ne va, con il suo zaino in spalla ed i jeans calati sui fianchi. Malia lo segue con lo sguardo, mentre lui si ferma a parlare con quello che deve essere un suo amico o un semplice compagno di corso.
“Strano” dice poi Yago.
“Cosa è strano?”
“Che mi abbia rivolto parola così, totalmente a caso – la informa lui – di solito non lo fa mai”.

 
  
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