La
porta si spalancò sul salotto dell’appartamento di Leonard e
Sheldon. Rajesh si richiuse l’ingresso alle spalle con così
tanta foga, che il bersaglio appeso sull’uscio rischiò di
staccarsi. Leonard
lo guardò preoccupato. “Raj, che succede?” Il
viso di Rajesh si illuminò di un sorriso fanciullesco.
“Vorreste diventare betatester di Pokémon Go?” chiese entusiasta. Sheldon
si fece interessato e si avvicinò all’amico. “Hai scoperto
qualcosa? La Nintendo è blindata e non si riesce ad avere
nessuna data di uscita!”
lamentò con tono infastidito. Rajesh
si rabbuiò, annuendo. “Esatto. La gara è un’iniziativa della
Kodansha per dare nuovo slancio al merchandising dopo Sailor
Moon Crystal. Si vocifera che la Nintendo farà un nuovo
videogioco dedicato alle guerriere in marinaretta, per
questo la competizione di cosplay è dedicata proprio alle
sailor senshi” raccontò. “Ha ragione” commentò Rajesh, “Sailor Neptune è la più bassa.” Leonard lo guardò malissimo, per nulla contento di quella soluzione. “Sheldon!” urlò, “dove stai andando?” Il coinquilino aprì la porta del bagno. “A depilarmi le gambe, è ovvio” informò con tono saccente, prima di chiudersi nella toilette. Rajesh schiuse le labbra e sgranò gli occhi, fissando atterrito l’amico. “Cos’ha detto?” Leonard si grattò la testa nervosamente. “Hai capito benissimo. E stai pur certo che costringerà anche noi a depilarci…” L’indiano
annuì e sospirò sollevato. “Nessun problema, già lo faccio!” “A Emily piacciono le gambe lisce” spiegò l’astrofisico.
La convention era gremita da una variopinta ed eterogenea fauna di gamer. Davanti ai bagni, Sheldon/Uranus e Rajesh/Pluto aspettavano che Leonard finisse di cambiarsi. Sheldon sbuffò infastidito, spostandosi per l’ennesima volta un ciuffo della parrucca bionda che gli cadeva fastidiosamente davanti agli occhi. “Perché Leonard non è venuto vestito come noi? Stiamo perdendo un sacco di tempo, dovremmo ripassare la nostra scenetta.” “Se vuoi posso risponderti io” commentò Howard che li aveva accompagnati ed era intento a riprenderli con una telecamera. “Ho miliardi di validi motivi che Leonard potrebbe addurre a sua difesa” aggiunse, sorridendo divertito. Sheldon stese le labbra in un’espressione dura. “Non capisco perché tu sia qui, Wolowitz” disse tagliente. Il
sorriso sulle labbra di Howard si allargò ulteriormente e
l’ebreo infilò il pollice della mano libera dalla telecamera
in uno dei passanti dei pantaloni, di fianco alla vistosa
fibbia ispirata al videogioco di PacMan. “Perché vi ho
creato gli accessori e voi mi dovete un favore.” Leonard, con espressione truce, li raggiunse poi, a una passo da loro, scosse il capo, allargò le braccia e sbottò: “Sentite, ragazzi, non ce la faccio!” “Leonard, non dire stupidaggini!” lo rimproverò Sheldon. “Ma
non mi trovo a mio agio con questo costume!” obiettò
l’amico, che poi si rivolse a Howard. “Ti prego, non mi
inquadrare.” “Ah sì?” disse Leonard, sbuffando. “Però io non mi sto divertendo. Anzi, sapete che vi dico? Torno a vestirmi e al diavolo la gara.” Rajesh lo afferrò per le spalle. “No, amico, non puoi farlo. Leonard, riflettici bene. Ci sono centinaia di pokémon là fuori che aspettano un allenatore e tu potresti essere la persona che stanno aspettando!” Leonard sorrise, ridendo sommessamente. “Sì, è vero… ma questo costume è così imbarazzante!” “Come
se questo cosplay fosse la cosa più imbarazzante che hai
fatto” commentò Sheldon con noncuranza, prendendo alcuni
fogli da una carpetta, prima di passarli ai compagni
d’avventura. “Andiamo, iniziano le selezioni. Qui c’è la
scaletta per il nostro intervento. Mi raccomando,
immedesimatevi e pensate ai pokémon!” Leonard alzò il pugno senza troppa convinzione. “Sì, per i pokémon” borbottò. “Che diavolo sto facendo? Non sono mai riuscito a far evolvere il mio pikachu!” soffiò a fil di labbra, guardando il foglio, ma senza occhiali non riusciva a leggere molto. “Sheldon, cos’ha c’è scritto nell’epilogo?” chiese, lanciandosi dietro gli amici, seguito da Howard. “Tranquillo, Leonard, ho fatto un’accurata ricerca sui personaggi per poter scrivere questa scenetta in modo da rimanere completamente In Character.”
Le ragazze si erano radunate a casa di Bernadette e, armate di snack e di alcolici, erano sedute sul divano davanti alla televisione. “Tuo marito ha collegato il televisore alla telecamera?” chiese Emily alla padrona di casa. “Già,
così possiamo assistere in diretta allo…” Penny
scoppiò a ridere. “Sono buffissimi!” Penny trangugiò il martini tutto d’un fiato, a disagio di fronte a quanto suo marito fosse disposto a mettersi in ridicolo per una stupida applicazione per cellulare. “Devo
dire che le gambe migliori sono quelle di Sheldon” commentò
Emily, “ha una pelle quasi perfetta.” “Tranquilla” rispose la dermatologa, distogliendo lo sguardo. “Allora, mi spiegate chi stanno interpretando?” domandò, per distrarre la neurobiologa. Amy sorrise, sistemandosi gli occhiali sul volto. “Sono le guerriere del sistema solare esterno. La peculiarità più importante è che Neptune e Uranus sono una coppia omosessuale.” “Sono lesbiche?” chiese Penny; quella notizia aveva risvegliato la sua vena gossip. Amy annuì. “Allora i ragazzi devono tenerci davvero tanto visto che Sheldon sta baciando Leonard sul palco…” commentò Bernadette, guardando lo schermo del televisore con un’espressione che era un misto di disgusto e divertimento. Tutte si voltarono verso il televisore, urlando in coro: “Cosa?!” Amy si imbronciò. “Sheldon e Leonard sono coppia da meno di una settimana e già si baciano, mentre io ho impiegato anni per farmi baciare da Sheldon!”
Questa storiella è ispirata a un prompt del contest Il
Club dei 50, non vi ho partecipato perché realizzerò i
banner, ma quando ho letto di questo prompt non ho proprio
resistito. Visto che la ragazza che si era aggiudicata il
pacchetto si è ritirata, allora ho deciso di postare questo
svarione.
Grazie a tutti i lettori. Se la storia vi piace, per cortesia, mettetela nei preferiti/seguiti/ricordati per darle visibilità. Se trovate errori, orrori o semplicemente volete farmi sapere la vostra opinione, mandatemi un pm o potete lasciare una recensione: non mordo! Daniela
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