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Autore: Little_Lotte    07/02/2016    3 recensioni
Anakin socchiuse gli occhi, ripercorrendo mentalmente ogni momento ed ogni persona importante della sua sfortunata vita: ripensò a sua madre, Shmi, colei che da sola lo aveva messo al mondo e cresciuto (... ) Ripensò al Maestro Qui Gon, il suo salvatore e praticamente la prima persona ad aver creduto in lui, e poi al Maestro Obi Wan, che per lui era stato come un secondo padre o un fratello maggiore (...)
Infine, ripensò a lei: Padmé.
[Gli ultimi istanti della vita di Darth Vader ed i suoi ultimi pensieri.
Una vita votata all'amore, prima ancora che al Lato Oscuro.]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Padmè Amidala
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Chosen One'
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Anakin non aveva mai avuto paura della morte.

Non della sua, almeno.

Non aveva mai pensato al momento in cui la vita lo avrebbe abbandonato, perché era troppo impegnato a viverla e ad assaporarne ogni singolo sorso, fino all'ultima goccia. Persino quando l'oscurità si era impossessata di lui ed il troppo potere aveva avvelenato il suo cuore e la sua mente, Anakin non aveva mai concretamente pensato al giorno della sua morte.

Perciò, adesso che le forze erano sul punto di abbandonarlo ed il suo corpo esalava a fatica l' ultimo respiro, non si sentiva poi così dispiaciuto all'idea di dover abbandonare questo mondo; sapeva, in fin dei conti, di andarsene da eroe, con il cuore e l'animo finalmente in pace.

Lo sguardo di suo figlio Luke era cupo e spaventato, le sue iridi azzurre non smettevano di fissarlo con aria inquieta e addolorata. Ed Anakin era semplicemente felice di averlo guardato almeno una volta con i suoi veri occhi, prima di morire.

<< Padre. >> gemette il giovane Skywalker, in tono lacrimoso.

Gli sembrava così ingiusto, aver ritrovato suo padre e dovergli dire addio nuovamente, con la consapevolezza che questa volta sarebbe stato per sempre. Eppure, Anakin sembrava non aver alcuna paura di morire; il placido sorriso sul suo volto aveva un aspetto sereno e rassicurante, quasi a voler dimostrare che la sua dipartita rappresentava più una nuova rinascita, che la morte stessa.

Anakin socchiuse gli occhi, ripercorrendo mentalmente ogni momento ed ogni persona importante della sua sfortunata vita: ripensò a sua madre, Shmi, colei che da sola lo aveva messo al mondo e cresciuto, alla quale da piccolo era stato così legato e per la quale aveva sofferto così tanto, quando da solo e spaventato aveva affrontato con fatica i primi addestramenti Jedi; non era stato in grado proteggerla e ancora, dopo tanti anni, non riusciva a liberarsi completamente da quel doloroso rimorso. Ripensò al Maestro Qui Gon, il suo salvatore e praticamente la prima persona ad aver creduto in lui, e poi al Maestro Obi Wan, che per lui era stato come un secondo padre o un fratello maggiore, prima che le sue infauste e sfortunate scelte li mettessero l'uno contro l'altro.

Infine, ripensò a lei: Padmé.

In cuor suo, Anakin sapeva di non aver mai smesso di pensare a lei, neanche quando il suo buon cuore era stato schiacciato dal peso opprimente dell'odio e della rabbia di Darth Vader. Probabilmente era stato proprio il pensiero di Padmé a tenerlo in vita per tutto questo tempo, a non lasciare che quel poco che di Anakin era ancora rimasto venisse completamente distrutto dalla malvagità del Lato Oscuro.

Era sempre stata Padmé a mantenere viva dentro di lui la speranza di riuscire, un giorno, a rivedere la luce.

Anakin socchiuse gli occhi e sospirò flebilmente.

Padmé...

Presto sarebbe tornato da lei, l'avrebbe stretta fra le proprie braccia e, questa volta, non avrebbe permesso a niente e nessuno di separarli. Non avrebbe commesso nuovamente lo stesso errore, non avrebbe permesso al suo folle amore di ardere senza sosta fino a bruciare ogni cosa, lasciando attorno a sé nient'altro che cenere e silenzio.

Era stata tutta colpa sua e questo Anakin lo sapeva, sapeva che Padmé sarebbe ancora viva se solo lui non avesse permesso alla paura di insinuarsi nelle sue vene, fino a trasformarsi in rabbia ed, infine, in odio.

Eppure, come avrebbe potuto impedire tutto ciò? Come avrebbe potuto soffocare il suo dolore e la sua angoscia, come avrebbe potuto nascondere a tutti il suo grande terrore di perdere Padmè?

Lui non poteva perdere Padmè.

Sin dalla prima volta in cui i suoi occhi spaventati si erano posati su quella figura esile ed angelica, sin dal primo istante in cui l'aveva sentita ridere e parlare, Anakin capì che non sarebbe stato in alcun modo possibile dimenticare; aveva pensato a lei ogni notte a partire da quel loro primo incontro ed aveva continuato a farlo per molti anni, durante il periodo dell'addestramento e di ritorno da ogni missione affrontata con il Maestro Obi Wan.

Il suo cuore, che l'Ordine dei Jedi avrebbe voluto sgombro da ogni genere di emozione e forma di attaccamento, batteva ogni giorno solamente per lei.

Non desiderava altro che starle accanto, anche solo per pochi istanti: Padmé era la sua stella polare, la luce dei suoi occhi, l'acqua che beveva e l'aria che respirava. Non conosceva il pensiero di una vita senza di lei, perché nessuna vita sarebbe mai stata degna di essere chiamata tale se a lui fosse stata negata l'occasione di poter essere al suo fianco.

Per molti era sbagliato, si trattava di un desiderio nocivo e pericoloso, un istinto che un Cavaliere Jedi dovrebbe soffocare, per impedirsi di venire sopraffatto dall'avidità e dal Lato Oscuro.

L'attaccamento” diceva sempre il Maestro Yoda “E' la via per il Lato Oscuro”.

E per Anakin certamente lo era stato.

Era stato il suo amore profondo a condurlo in silenzio verso l'Oscurità, il terrore di perdere Padmé aveva fatto sì che il tormento dentro di lui si facesse sempre più forte, logorante e difficile da sopportare. Sembrava quasi difficile da credere, eppure era davvero così; tutto il dolore, tutto il male che Anakin aveva fatto a se stesso e agli altri nell'arco di tutti questi anni, erano riconducibili ad un'unica, ineluttabile causa: il suo disperato amore per Padmé.

Soltanto adesso si rendeva conto di quanto fosse egoistico e sbagliato, e se solo avesse potuto tornare indietro e cambiare il proprio destino, probabilmente avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedire a Padmé di morire in cambio della sua resa al Lato Oscuro.

Eppure, al tempo stesso, sapeva che il suo destino non poteva essere riscritto, neanche da lui stesso.

Il fato aveva imposto lui un futuro che non poteva essere mutato e adesso che la profezia, finalmente, era stata compiuta, non gli restava altro che abbandonare questo mondo in pace, senza più alcun rimorso o rancore per il passato. Il tempo per il dolore era finito, la sua anima era pronta per riposare ed il suo cuore era finalmente libero da ogni genere di oppressione.

Lentamente, Anakin chiuse gli occhi e riconsegnò la propria anima al cielo, senza provare alcun male. E mentre Luke, in silenzio, piangeva lacrime amare per un padre mai avuto, due braccia accoglienti ricevevano dolcemente il corpo di Anakin, stringendolo a sé con premura ed avvolgendolo con il proprio calore.

No, Anakin non aveva alcuna paura di morire.

Perché sapeva che il giorno della sua morte, sarebbe stato anche lo stesso della sua rinascita.







N.d.A: Piuttosto che dilungarmi inutilmente su quanto Anakin Skywalker sia il mio personaggio preferito e su quanto lo ami, mi limiterò a ringraziare di cuore Innominetuo, per avermi suggerito questo prompt - l'amore tormentato fra lui e Padmé - che ho deciso di rielaborare in questo modo. Spero tanto che il racconto ti sia piaciuto e, ovviamente, non posso fare a meno di dedicartelo. 

  
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