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Autore: Elle Douglas    12/02/2016    1 recensioni
Yvonne Lloyd è una ragazza normale, non è mai stata totalmente speciale.
Vive a Londra, va all’università e ha un fidanzato meraviglioso che si prende cura di lei e la ama come non mai, tutto è decisamente anche troppo normale almeno fin quando non incontra il Dottore che le rivelerà una verità sconcertante sulla sua vita e sul suo ruolo nell’universo.
Ora deve solo trarsi in salvo e deve solo fidarsi di lui, di un totale sconosciuto.
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«Il punto: tu non sei normale, tu sei speciale e non dovresti essere qui. In quest’epoca almeno. Tu sei la chiave a cui loro ambiscono.»
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 10, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando quella mattina Yvonne Lloyd si svegliò nella sua camera, in una piccola casa che condivideva con altre due ragazze, le sembrò una giornata priva di qualsiasi novità. Fuori il tempo era grigio, e qualche enorme nuvola padroneggiava il cielo rendendo tutto cupo e se si fosse affacciata dall’ampia finestra situata al lato destro del suo letto, di sicuro ad accogliere i suoi occhi ancora assonnati ci sarebbe stata la nebbia, ma dopotutto cosa c’era di strano? Eravamo a Londra! E Londra era nebbia!
«Yvonne! » si sentì chiamare da infondo alle scale. «Yvonne, sbrigati o faremo tardi! » esclamò Jasmine invitandola a tirarsi giù dal letto.
Yvonne sbuffò in previsione della giornata che l’attendeva fuori da quelle calde e accoglienti coperte. Perché doveva abbandonare quel suo unico amore per addentrarsi in una fredda e ancora buia Londra?
L’orologio imperterrito segnava le 6.30 come una condanna. Che strazio!
Con la stessa pigrizia si convinse ad alzarsi, e ad apprestarsi a darsi vita. Prese la vestaglia in pile che metteva ogni sera ai piedi del letto e in gran silenzio e ad occhi ancora mezzi chiusi si recò in bagno, chiudendo la porta dietro di sé con altrettanta assenza. Azionò l’acqua calda e dopo aver atteso qualche minuto s’immerse sotto il caldo e rigenerante getto della doccia.
Se esistevano due cose che riportavano al mondo Yvonne Lloyd quelle erano proprio una doccia caldissima e un caffè altrettanto bollente appena si univa alle altre coinquiline che già pronte l’attendevano al piano inferiore.
C’era Carla, l’attenta e minuta Carla che nell’attesa non faceva che stare sui libri. E ogni giorno era un libro diverso, come faceva a divorarli in un giorno ancora non lo comprendeva. Certo anche lei amava i libri e ne aveva a centinaia, tant’è che molti aveva dovuto lasciarli nella sua città natale, ma ai suoi record non c’era mai arrivata.
Carla divorava di tutto senza esitazione, ed era in assoluto la miglior consigliera che potesse esistere e non solo in libri. E poi Jasmine, considerata in casa la mamma perché totalmente premurosa e attenta che non mancasse mai niente alle due. Era lei che faceva e voleva far tutto in casa, sempre.
Mi rilassa. Disse una volta, e allora perché non fargliele fare? Anche se ogni tanto anche loro si cimentavano in casa, e Yvonne era bravissima in cucina. Sbalordiva sempre tutti con i suoi manicaretti sublimi con cui deliziava e viziava ogni suo amico.
Tutte e tre insieme erano perfette per convivere insieme, e ogni giorno Yvonne e Carla ringraziavano il cielo di aver trovato quell’annuncio in bacheca.
«Buongiorno care!» esordì la ragazza con un sorriso enorme piena di entusiasmo, sembrando quasi un'altra persona. «Quasi terminato il libro, Carla?» chiese vedendole tutta presa. Quella non rispose mentre Yvonne si avvicinò a Jasmine che le porgeva un enorme tazza di caffè fumante con un sorriso.
«E’ su un altro pianeta. Non può sentirti! » sussurrò Jasmine mentre si apprestava a riporre le ultime stoviglie al proprio posto. Yvonne, appoggiata allo stipite rise con lei di quella visione. Era sicura che sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa: Poteva cadere un asteroide, i pianeti potevano spostarsi, potevano entrare in casa dei ladri o poteva passarle davanti l’uomo della sua vita ma Carla non se ne sarebbe nemmeno resa conto se avesse avuto un libro in mano. Tutto le sarebbe passato inosservato. Anche nel caos più insostenibile lei se ne sarebbe stata lì, tranquilla, al suo posto. Adorava osservarla in quei momenti.
«A che ora sei tornata a casa, ieri?» chiese l’amica tra un piatto e un altro. Yvonne ruotò gli occhi e sorrise divertita.
«Sei un tesoro quando ti preoccupi così per me, ma quante volte dovrò ricordarti che ho 21 anni e non sei mia madre? »
«Mi preoccupo per te. Non ti ho sentito rientrare!». Per quanto ci provasse proprio non ci riusciva a non preoccuparsi, e Yvonne sapeva che non era per impicciarsi era proprio un insana e pura preoccupazione la sua. Le schioccò un bacio sulla guancia abbracciandola forte.
«Giuro che la prossima volta che esco con Jaylen e non torno presto, ti chiamo mamy!» disse, imitando la vocina di una bambina piccola.
Quella si lasciò andare in una risata, una di quelle che non faceva da tanto.
«Sei davvero ridicola!» esclamò.
«Lo so!» fece con una certa modestia. «Ma almeno ti ho fatta ridere un po’.»
Il sorriso dalle labbra di Jasmine si spense di colpo appena se ne rese conto. «Già…» e s’incupì di nuovo. Jasmine aveva perso il suo ragazzo da poco meno di un mese e da allora sentiva di dover esser triste costantemente, come se ridendo non portasse rispetto a John o l’amasse di meno. Come le sue risate glielo facessero dimenticare.
Lo trovava irrispettoso nei suoi confronti, e ogni volta che accadeva Yvonne si sentiva impotente e incapace di fare qualcosa.
«Ma dimmi di te!» continuò riprendendosi da quel momento. «Che avete fatto ieri sera?»
«Oh, niente di veramente interessante. Siamo andati in quel nuovo pub in centro con alcuni suoi amici e siamo stati un po’ in giro. Le solite serate, insomma.» e si strinse nelle spalle come se non ci fosse più nient’altro da aggiungere. Non c’era nulla di così speciale in quella serata appena terminata, né tantomeno nella sua relazione con Jaylen con cui stava da tre anni ormai.
L’aveva conosciuto nel campus dell’università e ne era stata subito attratta. Era il suo tipo, perché sì insomma, tutti hanno un tipo e Jaylen sembrava essere la descrizione spiaccicata del suo: Biondo, occhi azzurri e con un sorriso capace di stendere chiunque. Era così che l’aveva conquistata la prima volta, con il suo sorriso e nel tempo si era rivelato sempre più ciò che a lei mancava, quasi quella parte mancante di sé che cercava nella sua anima gemella, perché sì Yvonne era una romantica smisurata. Con le sue premure e il suo essergli sempre accanto in qualsiasi momento si era rivelato essere l’uomo ideale con cui far coppia fissa. E il modo in cui la faceva ridere? Oh, amava quella parte di lui pronta a salvarla da ogni principio di tristezza, amava quella scintilla che le percorreva lo stomaco ogni volta alla sua vista per tutte quelle ragioni e perché era una ragazzo davvero da copertina, e mentre prima non faceva altro che chiedersi perché avesse scelto lei tra tutte quelle che gli andavano dietro con una certa emozione, ora si ritrovava a chiederselo meno spesso del dovuto, con un certo rammarico.
«Non sono le solite serate se sei con la persona che ami!» decretò l’amica.
Già l’uomo che ami, pensò Yvonne incrociando le braccia al petto e accigliandosi.
«Oh mio Dio!» fece Carla con aria sognante portandosi il libro al petto. «Questo libro è stupendo!» Carla era appena fuoriuscita da quel mondo. Le ragazze presenti risero in quella visione che si ripeteva quasi ogni volta quando un libro la prendeva abbastanza.
«Tornata? » fece Yvonne continuando a sogghignare.
«Yvo! Devi assolutamente leggerlo, è uno di quei generi che a te piacciono tanto e ti permettono di sognare ad occhi aperti.» fece Carla alzandosi e dirigendosi verso di lei per passarglielo.
«Mi ci vorrebbe proprio, in questo periodo.» Disse la ragazza afferrandolo e rigirandoselo nelle mani per leggere la trama. «Di cosa parla?»
«Di cosa parla, ragazze, lo scopriremo solo strada facendo perché siamo in un fottutissimo ritardo e tra un po’ passa il nostro tram!» chiarì Jasmine spingendole fuori dalla porta di casa.
 
Quando Yvonne entrò in aula, in università, quella mattina era piena delle informazioni dategli da Carla riguardo il libro. Per tutto il viaggio da casa all’università non aveva fatto altro che parlarne e parlarne e parlarne ancora. Yvonne rise tra sé, ecco il problema di Carla: una volta che tornava dai suoi libri ricompensava tutto il tempo passato ad estraniarsi e ti riempiva la testa di parole riguardo le sue considerazioni, emozioni, critiche e chi più ne ha più ne metta lasciandoti esausta.
Come avrebbe potuto ora seguire quella lezione con quel gran mal di testa? Si massaggiò le membra e chiuse gli occhi un attimo per riprendersi.
«Fammi indovinare… è stata Carla a ridurti così stamattina? Anche perché credo che la sbornia di ieri ti sia passata.» Nicole, la sua compagna di corso, nonché compagna di uscite pazze si era appena seduta accanto a lei.
«Ormai conoscono tutti Carla e ciò che riesce a farmi di prima mattina.» sentenziò Yvonne ancora ad occhi chiusi, completamente fusa dalle troppe parole. Senti solo una risata provenire dalla sua sinistra riconoscendola come quella della sua amica. Fu quando riaprì gli occhi che ne restò alquanto sorpresa.
Un uomo, abbastanza giovane e mai visto prima, sedeva al suo fianco con i piedi sui sedili di fronte a loro con fare spavaldo. Aveva i capelli castani con basette abbastanza lunghe, e da come poteva vedere indossava un completo casual marrone scuro, un soprabito marrone e delle converse bianche a finire il tutto. Yvonne si chiese seriamente chi fosse quell’uomo, che sembrava anche alquanto strano a dirla tutta, e che ci facesse lì.
Con una mano quello la salutò, mentre Yvonne era ancora intenta ad esaminarlo. Restò sorpresa anche del suo saluto. Si mise dritta sulla poltrona appena si senti osservata da quello sconosciuto. «Ci conosciamo?» azzardò la ragazza non perdendolo di vista.
«Non ancora, ma stiamo per conoscerci.» Fece quello con aria sicura. Yvonne si ritirò squadrandolo meglio e incrociando le braccia al petto. «Hai messo in conto che magari io non voglio conoscerti?» Quello sembrò restarne deluso.
«Perché no? Insomma non sono male.» Yvonne scosse la testa divertita dalla sua sicurezza.
«E’ così che abbordi tutte le ragazze?»
«Abbordare?» chiese confuso. «Non sono qui per abbordare, se è ciò che pensi, non che tu non sia degna di essere abbordata ma…» continuò per tirarsi fuori da guai imminenti. «… sono qui perché devi venire con me.»
Quella spalancò gli occhi. «Venire con te? Nemmeno ti conosco! Non verrei mai con te, per quanto mi riguarda potresti essere anche un maniaco, cioè guardati!» gli fece osservare.
Quello si rimirò confuso da quell’incitazione. «Perché dovrei guardarmi? Io sono a posto.»
«A posto come uno che ha qualcosa che non va.» rincarò la dose la fanciulla.
«Oh, insomma io non sono stato mica così scortese.» le fece osservare con sguardo accigliato.
Una voce in lontananza li richiamò all’ordine: «Insomma, lassù, che succede?» era il professor Stein attirato da quel continuo parlottare. «Se la mia lezione non vi interessa siete liberi di uscire.» Tuonò irritato rimettendoli in riga.
«Oh, professor Stein! Io e la signorina Lloyd le chiediamo perdono per il disturbo arrecatogli, e non affatto per la sua lezione.»  Precisò. «Ma ce ne dobbiamo andare.»
«Chi è questo tizio, Yvy?» sussurrò Nicole avvicinandosi all’amica.
«Non ne ho la più pallida idea.»
«Ma ha detto che state andando via.» La guardò stranita. Che ci fosse una relazione alle spalle di Jay? pensò Nicole. E con quel tipo poi. Che ci vedeva? Era troppo smilzo e mingherlino e un tipo del genere non era assolutamente il suo genere.
«Non è assolutamente vero.» precisò Yvonne voltandosi verso l’amica.
«Invece sì.» Disse l’uomo afferrandole la mano e costringendola a seguirlo.
«Assolutamente no!» ribadì la ragazza non capendo il perché di tanto accanimento nei suoi confronti da parte di quello sconosciuto.
«Ascoltami!» le disse serio l’uomo. «Devi fidarti di me, anche se non mi conosci, anche se non mi hai mai visto, anche se non sai chi sono. Ora devi fidarti di me. Tra poco tutto ti sarà più chiaro, ma ora sei in pericolo e manca poco prima che tutto avvenga e non posso permetterlo.»
Yvonne non riuscì a connettere a tutte quelle parole, a tutti quegli avvertimenti che l’uomo le aveva fatto. Chi era e che voleva da lei?
«In pericolo? In pericolo da cosa? Perché?» stava quasi urlando in modo isterico.
«Manca poco. Devi venire via con me. Ora!»
Un frastuono. Un rumore metallico che sbatte contro il cemento e le urla che ne seguirono furono assordanti. Yvonne si spaurì, come tutto il resto dell’aula.
«Dannazione!» esclamò l’uomo che la teneva per mano. «Sono già qui!» e i suoi occhi erano fissi sulla porta così come tutto il resto delle persone presenti in aula. Ognuno era il volto della paura, ognuno sentiva quei rumori e quelle urla farsi sempre più vicine e i loro cuori, tutti insieme, parvero decelerare.
«Yvonne, andiamo!» le ordinò ora. Non era più una scelta, doveva seguirlo e basta. Senza domande. Senza più esitazione. Yvonne balzò in piedi lasciando l’intera aula nel caos più totale e con il fiato sospeso per ciò che stava per accadere da lì a poco. Volse il suo ultimo sguardo a Nicole, la sua buona amica, che la guardava chiedendole aiuto, quasi.
L’uomo accanto a lei tirò fuori dalla tasca un’aggeggio che sembrò essere una penna ma che azionandolo produssero una luce e un suono strano.
«Venite con me! Tutti fuori di qui!» urlò seminando ancora di più il panico e portando tutti fuori dall’uscita secondaria, in cima alle scale.
Yvonne correva con lui, che non le aveva lasciato la mano nemmeno per un secondo, mentre cercava di stargli dietro. Era dannatamente veloce! In tutto questo si ritrovò a pensare al fatto che stesse seguendo un uomo del tutto sconosciuto chissà dove perché diceva che era in pericolo, ma chi era? E se fosse stato lui ad orchestrare il tutto? No, non era possibile. Coinvolgere chissà quante persone per cosa poi? Per rapirla? In fondo a sé sapeva che quell’uomo la stava salvando da qualcosa, non sapeva cosa, ma sentiva di potersi fidare.
Poco più lontano e senza quel pericolo imminente che sembrava perseguitarli si fermarono. L’uomo si passò una mano nei capelli guardandosi intorno mentre Yvonne era piegata in due, intenta a riprender fiato. Avevano corso per quanti kilometri? Pensò guardandosi indietro. La folla di gente impaurita che avevano dietro sembrava essersi dissolta e tutt’intorno ora regnava il silenzio. Non c’era nessuno.
«Insomma cos’era quel rumore… e cosa… perché sono in pericolo? Cercavano me? Per quale motivo? Che succede?» Una raffica di domande senza riprender fiato. Yvonne aveva paura. L’aveva avuta per tutto il tempo, ma quando ti fai male e a caldo non lo senti e ora tutto le si stava riversando addosso come un mare in tempesta. Si portò una mano nei capelli per levarseli da davanti, e mentre cercava ancora di riprender fiato chiese: «Si può sapere tu chi sei?» chiese, quasi esasperata.
Quello che era di spalle si voltò a fissarla, poi le andò incontro.
‘Io sono il Dottore.’ Chiarii.
Il Dottore? Che Dottore? Dottore chi? Yvonne non sapeva se essere irritata o confusa da quel continuo mistero che aleggiava su di lui. «Che significa il Dottore? Non ti ho chiesto il tuo lavoro! Dimmi il tuo nome!»
«Te l’ho detto, sono il Dottore.» ribadì tranquillo quello mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
Lei lo squadrò, ora meglio, in un attimo di pace. La stava prendendo in giro o cosa? Che significava tutto quello? Le venne quasi da piangere.
«Senti, io non so chi tu sia e cosa vuoi da me… o cosa, qualsiasi cosa altri vogliono da me. Sono una ragazza normale, okay? E non so cosa stia succedendo adesso, so solo che ho paura.» e i suoi occhi si velarono di leggere lacrime mentre tutto ciò che era accaduto prese il sopravvento su di lei. Prese a tremare, e non era per quel tipo freddo londinese.
Il Dottore le si avvicinò comprendendo il suo disorientamento e cercò di calmarla.
«E questo il punto: tu non sei normale, tu sei speciale e non dovresti essere qui. In quest’epoca almeno. Tu sei la chiave a cui loro ambiscono.»
«Loro chi? La chiave di cosa? Perché rendi le cose ancora più difficili?»
«Lo capirai a tempo debito, ora devi solo seguirmi e vedremo di aggiustare le cose. Dobbiamo solo recuperare il TARDIS e tutto sarà più facile… almeno.»
Il TARDIS. Il Dottore. La chiave. Yvonne sembrava avere la testa in fumo. Sicura che non stesse sognando? Magari una trama di un libro di Carla? Doveva essere quello. Magari si trovava ancora a letto, sotto le sue calde coperte e quella mattina non si era alzata. Quella mattina era rimasta uguale a tutte uguale. Quella mattina non le avrebbe cambiato e rivelato la sua intera esistenza. Quella mattina non aveva davvero incontrato quello che si faceva chiamare il Dottore.
Doveva essere un sogno, lo desiderava, ma era la realtà. Una realtà che l’avrebbe travolta.
 
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ANGOLO AUTRICE:
 
Salve a tutti quelli che accidentalmente o volutamente sono entrati in questa mia storia.
Dopo tanto tempo ho provato a cimentarmi in qualcosa di diverso, in qualcosa di nuovo che sostanzialmente è nata da sola senza davvero che io me ne accorgessi. Tutto è nato in modo fluido senza che me ne rendessi davvero conto, così come i nomi e tutte le dinamiche. Ho iniziato Doctor Who da davvero pochissimo, e in altrettanto pochissimo tempo mi sono affezionata al Decimo Dottore in una maniera quasi surreale, tanto che dirgli addio – a tutt’oggi – è la prova più ardua che debba ancora affrontare. Sì, perché ancora sto rimandando la season finale della quarta stagione.
Ho amato lui e Rose, e a tutt’ora credo siano la mia OTP più grande nella serie, sto infatti cercando di creare qualcosa anche a tal proposito.
Intanto vi ringrazio per aver speso del vostro tempo per leggere questa mia fanfiction, e se vi piace fatemelo sapere, ve ne sarei davvero grata e sarebbe un gran monito per me!
 
Alla prossima.
 
-Elle.
 
-- [Prestavolti: Yvonne: Marie Avgeropoulos | Jasmine: Tena Desae | Carla: Christian Serratos | Nicole: Lucy Hale | Jaylen: Alex Pettyfer ]

 

Yvonne: Marie Avgeropoulos 
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Jasmine: Tena Desae 

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Carla: Christian Serratos
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Nicole: Lucy Hale
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Jaylen: Alex Pettyfer
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