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Autore: fourfiveseconds    18/02/2016    1 recensioni
Blair ha 18 anni, ragazza impulsiva e alle volte irritante, vive a New York insieme ai suoi genitori e suo fratello Ryan.
I genitori di Blair decidono di partire per l’Europa nel periodo natalizio e, a causa di uno sgarro commesso dalla figlia, decidono di darle una punizione inusuale: mandarla in vacanza con suo fratello e i suoi amici.
Justin ha 20 anni, vive da poco a Los Angeles, ragazzo molto orgoglioso nonché uno dei migliori amici del fratello maggiore di Blair.
Un rapporto di amore/odio contrastato dalla distanza e dal senso di colpa di Justin e Blair nei confronti di Ryan: per questo motivo verranno a crearsi situazioni sempre più intriganti tra i due.
Tratto dalla storia:
"Non possiamo andare avanti così, Justin... mio fratello non si merita tutte queste bugie. Non voglio più andare avanti." sospirai cercando nei suoi occhi un cenno di comprensione.
In realtà speravo con tutto il cuore che mi chiedesse di continuare.
"Non dovresti mentire a te stessa. Ad ogni modo-" disse alzandosi "-come preferisci. Buonaserata."
Spense la sigaretta e sparì nella fitta nebbia invernale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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18 Dicembre, ore: 08.00

Sento il fastidio del rumore della sveglia che rimbomba nella mia testa ma sono così stanca che non riesco nemmeno ad aprire gli occhi.

Improvvisamente qualcuno spalanca violentemente la porta della mia camera per poi dire con un tono di voce troppo alta rispetto all’orario: “Alzati Blair, dobbiamo partire!”

Riconosco la voce di mio fratello maggiore Ryan e nella mia mente maledico ancora mia madre per la punizione che ha deciso di darmi. Mi alzo a fatica e mi trascino in bagno, mi do una rinfrescata e passo un filo di mascara sulle ciglia per poi andare a vestirmi.

Mi infilo un paio di jeans chiari strappati, una maglia nera lunga e le superstar, afferro la valigia e scendo al piano di sotto.

“Blair cazzo, stiamo andando in una baita in montagna, ti sembra il caso di vestirti così?”

Mio fratello è sempre troppo oppressivo quando si tratta di me, dovrebbe lasciarmi vivere la mia vita dal momento che ormai ho 18 anni.

“Ryan già sono costretta a partire con te e i tuoi amici, non pensi che sia già una punizione abbastanza grande? Non mi servono consigli sull’abbigliamento, grazie.”

Carico la valigia in macchina e salgo sbattendo la portiera.

“D’accordo, quando ti si rovineranno le scarpe e ti entrerà la neve nei pantaloni non voglio cazzi, io ti avviso” dice mentre carica i nostri snowboard.

Mio fratello accende l’auto e parte. Non ci voglio credere che sto per andare a passare il natale con tutti questi idioti che non ho mai visto in vita mia. Con tutti i mesi che ci sono nel corso dell’anno i miei dovevano partire per l’Europa proprio ora? Se fossero rimasti a casa mi avrebbero dato una punizione normale come “non esci” o “dacci il telefono”, invece no.
Tutto questo solo per aver alzato un po’ troppo il gomito ad una festa. Ok forse decisamente troppo. “Non rimarrai a casa da sola Blair, hai dimostrato di non essere ancora matura” e gnegnegne. Sapete cosa? Fanculo.

“Dal momento che dovrò sopportarti per 20 fottuti giorni posso almeno mettere la musica durante il viaggio?”

“Non esiste.”

“Oh andiamo non mi dire! Vai a quel paese Ryan, io dormo. Non sentirti obbligato a svegliarmi quando arriviamo, preferirei dormire tutta la vita.”

Chiudo gli occhi e dopo qualche minuto sono già nel mondo dei sogni.

Ore 15.00:

Sento delle voci che mi svegliano e apro gli occhi. Non sento più il corpo dal freddo! Quel bastardo di mio fratello non mi ha svegliata sul serio, avrei potuto morire congelata in macchina.

Ancora assonnata scendo dall’auto e volo a terra con la faccia nella neve a causa della mia ibernazione degli arti inferiori.

Mi alzo innervosita e cerco di pulirmi il più possibile per non farmi sfottere da tutti quegli idioti. Prendo la valigia e mi dirigo all’interno della baita. Apro la porta ma non trovo nessuno, così salgo al piano di sopra e mi scelgo una stanza a mio piacere, poco conta se c’è già qualcuno.

Sento delle voci provenire dall’altro lato della casa così mi affaccio alla finestra della baita (che non è niente male se devo dirlo tutta) e vedo un’enorme piscina riscaldata piena di gente. Per quanto voglia andare a tuffarmi mi schifa solo l’idea di condividere una casa con tutti questi maschi, figuriamoci una piscina.

Sento la porta di casa sbattere così corro al piano di sotto pronta a chiamare la polizia e mi ritrovo un ragazzo davvero eccessivamente sexy con la valigia in mano.

“Ah, non sapevo avessimo una cameriera sexy. La mia roba è vicino all’entrata, prendila e portala in una stanza con un letto libero.”

Quando mai un ragazzo bello è anche intelligente? Dovevo aspettarmela questa risposta.

“Testa di cazzo vedi di fare attenzione a come ti rivolgi alle persone perché non sei per niente educato! Non sono la cameriera ma se lo fossi stata avrei sicuramente gettato tutti i tuoi vestiti nella neve.”

Rimane allibito per qualche secondo, confuso. Non riuscii a fare a meno di notare il colore dei suoi occhi: non erano né azzurri, né di qualche altro colore particolare; semplicemente marroni come quelli della maggior parte della popolazione. Solo che i suoi erano diversi, erano belli. Ad ogni modo tornai alla realtà distogliendo lo sguardo.

“Si è svegliata coraggiosa la ragazza… peccato, mi sarebbe piaciuto farmi una cameriera.”

Afferra la valigia e si reca al piano di sopra. Decido di salire anche io per mettermi il costume così entro in stanza e mi spoglio. Mi metto il pezzo sotto e quando afferro il reggiseno entra quell’idiota che mi ha scambiata per la cameriera.

“Cazzo fai?! Esci!”

Rimane a fissarmi mentre cerco di coprire il mio seno con le mani e fa un espressione maliziosa.

“Lo vedi il letto di fianco al tuo? È dove starò io, tutti gli altri sono occupati.”

Non esiste al mondo. Non lo conosco e non dormirò con qualcuno che non ho mai visto.
Entra e sbatte la porta alle sue spalle per poi appoggiare la valigia sul letto vicino al mio. Si toglie la maglietta e si sdraia. Non riesco a fare a meno di guardarlo, è veramente troppo bello.

“Perché mi fissi?”

Beccata. Distolgo subito lo sguardo e gli chiedo cortesemente di uscire per farmi mettere il pezzo sopra del costume ma nulla, impassibile.

“Ho detto di uscire.”

Questa volta si alza di scatto e tiro un sospiro di sollievo. Noto però che non si sta dirigendo verso l’uscita ma verso di me. “Che stai facen-“ mi afferra per i fianchi e mi fa ruotare come se fossi una specie di trottola per poi fare il nodo al mio reggiseno.

“Fatto.” Rimane al mio fianco ancora per qualche secondo e poi si allontana.

“Grazie”, sussurro.

“Ad ogni modo mi chiamo Justin.”

“Blair.”

Dal piano sotto sento una voce che mi chiama.
 




Ciaaao a tutti, questa è una delle prime storie che scrivo e niente, spero non vi dispiaccia.
Se per caso avete dei consigli da darmi scrivete pure un commento, lo leggerò sicuramente!
Fatemi sapere come trovate questa storiella se avete qualche minuto.

   
 
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