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Autore: Relie Diadamat    19/02/2016    6 recensioni
Forse sarebbe stato più semplice amare Arthur, per poi vederlo fallire e farti soffrire, aggiungendo una ragione in più al tuo odio nei suoi confronti e al desiderio di vederlo spirare davanti al tuo sguardo soddisfatto e appagato. E invece avevi scelto lui. Avevi creduto in lui. Ti eri fidata di lui.
[Morgana PoV // Ispirata alla 5x13 // Dolorosamente Mergana]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgana | Coppie: Merlino/Morgana
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Nda: Buon salve!
Da dove cominciare? Il Venerdì è senza ombra di dubbio il giorno dedicato all'ispirazione... in questo caso TRISTE.
Ascoltavo una musichetta 'da lacrimuccia' e...PUFF! Ho pensato alla mia dolce e incompresa Morgana. Inizialmente, questa shot era dedicata solo ed esclusivamente a lei, ma ciò che l'ha tenuta legata a Merlin ha preso il sopravvento. Sorry.
Spero solo che il risultato sia decente. 
Aspetto i vostri pareri! 
Prima di lasciarvi, però, vorrei segnalarvi la mia pagina fb (click) dove potrete trovare tutti i miei aggiornamenti, spoiler ecc..
Vi lascio a questa shot, augurandomi di non aver scritto assurdità. (Ascoltate la musica che vi ho linkato accompagnandola con la lettura, perché secondo me rende di più).
Buona, spero, lettura!
 

HYMN TO THE DUST
Soundtrack: clic
k
 





Possiede il sapore della ruggine, nel tuo palato.
Il tuo fianco, il tuo alito e le sue labbra diventano ruggine. Ruggine che vorresti soffocare con le mani che invece si aggrappano al suo braccio, mani che cercano il sostegno a tutto quel grigio che invade il tuo corpo, a mano a mano che le parole di Merlin ti strozzano. Man mano che lui continua ad ucciderti, spingendo la spada in profondità. Spada grigia che si bagna del tuo rosso. Lui, l’unico uomo in cui hai riposto realmente la tua fiducia, continua a spezzarti. Per la seconda volta.
E allora capisci molte cose, mentre abbassi il capo, serrando con tutta la forza di cui sei ancora capace i tuoi occhi verde non più smeraldo.
Forse sarebbe stato meglio innamorarsi di Arthur, come quella ragazza dalle labbra piene e il sorriso pungente ti aveva detto una volta a Camelot, fronteggiandoti in cima alla rampa di scale che aveva salito prima di vederti.
Confidare a lui i tuoi più oscuri e intimi segreti, donando tutta te stessa nelle sue mani per poi essere pugnalata alle spalle, avvelenata senza ripensamento e distrutta senza scuse. Sarebbe stato più semplice affrontare i suoi occhi azzurri e non vacillare nell’indecisione di spegnerli per sempre, attaccando con rabbia calcolata. Rabbia giusta. Rabbia motivata.
Forse sarebbe stato più semplice amare Arthur, per poi vederlo fallire e farti soffrire, aggiungendo una ragione in più al tuo odio nei suoi confronti e al desiderio di vederlo spirare davanti al tuo sguardo soddisfatto e appagato.  E invece avevi scelto lui. Avevi creduto in lui. Ti eri fidata di lui.
Gli hai aperto la porta ogniqualvolta si fosse presentato nelle tue stanze, a qualsiasi ora del giorno e della notte, nascondendo a tutti – persino a te stessa – di averlo aspettato. Di averci sperato.
Gli hai raccontato tutti i tuoi segreti, lasciandogli il privilegio di conoscerti per quella che sei realmente. Per quella che nessuno aveva mai visto.
Ti sei spogliata davanti ai suoi occhi confessandogli le tue paure, elemosinando in quegli occhi chiari quanto il cielo di prima mattina il sostegno che desideravi.
«Sogni d’oro», gli auguravi la notte, quando ti capitava d’incrociarlo tra i corridoi freddi del castello. E gli sorridevi, aspettando un suo segnale, un’ancora alla quale appoggiarti per non annegare.
Merlin, invece, comprimeva le labbra in un sorriso strano. Molto largo.
Non ti augurava mai nulla; ma ti regalava dei fiori. Non sempre, non spesso, ma lo faceva quando meno te l’aspettavi.  «Come un gesto di cortesia», avevi sentito borbottare da Arthur mentre si lagnava da solo, slacciandosi la cintura scura nelle sue stanze.
Non hai mai voluto ucciderlo. Non l’hai mai desiderato.
E adesso che lui è lì, che ti trafigge con l’unica spada in grado di ucciderti, nemmeno vorresti farlo: vorresti stringergli le mani intorno al collo, con forza, per zittirlo. Perché lui continua a parlarti. Continua a spiegarti cosa porrà fine alla tua breve e tormentata esistenza, mentre tu, come una stupida ingenua, non avevi fatto altro che imprigionarlo tremante nel buio di una grotta.
Non riesci a respirare. L’aria scappa via dalla tua bocca proprio come tutti i sogni di vendetta, di lotta per il diritto di essere ciò che sei, diventano polvere grigia. Ruggine di fumo. Vita ridotta in cenere.
Fa male, la consapevolezza di aver perso. Più male della morte. Più male di quella dannata spada impugnata da quel traditore di Emrys. Più male di te stessa.
Non vorresti lasciarti andare e mai te ne convinci, neanche quando avverti impercettibilmente la presa di Merlin dietro la tua schiena. Lui ti stringe mentre stai per morire, una seconda volta.
Ma quando tutto diventa ruggine insignificante, l’unica cosa che ti sorregge, accompagnandoti verso la fine è lo sguardo vuoto di Arthur che senti sulla tua pelle come una cicatrice, poi l’erba umida sulla quale l’ennesimo uomo sbagliato della tua vita ti ha adagiata. 
   
 
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