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Autore: Hitsuki    24/02/2016    2 recensioni
I fiori erano, per i tre, il riflesso dei loro stessi pensieri: Reim e Sharon, rispecchiandosi in colori inimmaginabili se non in natura, non si rendevano conto che i fiori erano solo fantasmi. Si pensa ai fantasmi come invisibili, inodori, inesistenti: loro avrebbero voluto credere ai fantasmi solo per poter sperare di rivedere Break. Il punto è che i fantasmi esistono, ma non sono gli spiriti dei morti, bensì di coloro che – dopo tutto il dolore, dopo tutto il tempo che passa, dopotutto – sono in vita. ✿ spoiler! retrace xcii, break/sharon/reim (mostly brotp), sharon+reim!centric – introspettivo, angst, hurt/comfort
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CARE PAROLE
 
 
Caro Break, 
  un po' ci manchi.
 
Reim ha assunto il malinconico vizio di annusare i fiori ogni qualvolta si sentisse nervoso. Li appuntellava fra i capelli o fra i vestiti per stare al sicuro. Anche le margherite prive di profumo gli donavano energia: non era l'odore a destarlo magicamente, ma l'azione in sé. Portava i petali al naso e la sensazione pizzicava lievemente, ma aiutava a respirare perché era proprio il carattere vezzoso dei fiori a tirarlo su. Gli ricordava qualcosa: sapeva cosa, semplicemente lo dimenticava – non è che lo accartocciava mentalmente, ecco, piuttosto lo sovrapponeva al suo gesto di nervosismo.
 Reim e Sharon hanno assunto il malinconico vizio di catalogare i fiori in base al carattere. 
 Sharon ha assunto il malinconico vizio di parlare con i fiori. Conosceva il linguaggio dei fiori a memoria e ormai comunicare con loro era un'abitudine. Piegava le ginocchia abbastanza affinché il naso s'immergesse in deliziosi discorsi che le accarezzavano le guance; sentiva i petali malsanamente freddi e ricordava delle mani fin troppo calde. Le veniva spontaneo sfiorare i boccioli come una madre, annaffiandoli dolcemente e sussurrando ad essi che andava tutto bene.
 I fiori erano, per i tre, il riflesso dei loro stessi pensieri: Reim e Sharon, rispecchiandosi in colori inimmaginabili se non in natura, non si rendevano conto che i fiori erano solo fantasmi. Si pensa ai fantasmi come invisibili, inodori, inesistenti: loro avrebbero voluto credere ai fantasmi solo per poter sperare di rivedere Break. Il punto è che i fantasmi esistono, ma non sono gli spiriti dei morti, bensì di coloro che – dopo tutto il dolore, dopo tutto il tempo che passa, dopotutto – sono in vita.
 
Caro Break,
  è strano che tu non sia qui.
 
Era normalissimo avere Break al fianco, con quel suo vizio di punzecchiare e la personalità eccentrica, un palpito irrequieto; ora che c'era più silenzio fra le pareti opulente della mente di Sharon e in quelle più modeste di Reim, si poteva ancora udire un'eco passata che errava come un fantasma a chiedersi dove fosse Break. Era una creaturina pallida, eppure dalla carnagione lattea, un bambino o una bambina dal volto fanciullesco ma labile, che ancora sperava di giocare con qualcuno. Però le persone crescono, le persone muoiono, le persone vanno avanti: Break era andato troppo avanti – era morto. Loro l'avrebbero affiancato solo con il tempo.
 
Caro Break,
  chissà se un giorno ci incontreremo di nuovo?
 
È vero: certe volte lo vedono in sogno. No, non lo sognavano, lo vedevano in sogno. Compariva così, più pallido del solito ma sempre sorridente, quasi a prendere in giro i modi di fare di Sharon e Reim che nei sogni erano più irrequieti e pallidi che mai. Erano fiori in sé, tutti e tre, e vagavano in una possibile riunione – anche se fittizia, anche solo se per un attimo. Erano tre, non due, non uno, erano tre amici e mai si sarebbero separati. Se non si potevano vedere nella realtà, si potevano vedere in sogno. Anche il sapere che Break non c'era più li anima di una certa forza di volontà dalle nervature incredibilmente salde. L'affetto supera ogni barriera e concerne anche i mondi astratti.
 
Caro Break, 
  sei uno stupido.

(Ma è per questo che ti vogliamo bene.)

 
nda: i possibili cambi da passato a presente (come in È vero: certe volte lo vedono in sogno. No, non lo sognavano, lo vedevano in sogno.) non sono una svista!

 

salve! ricompaio nella sezione con una cosa scritta tempo fa e che oggi ho completato, attendendo pazientemente l'uscita dell'ultimo volume (ho fatto una scommessa stupida e dolorosa, ho scelto di non leggere le scan, ancora mi domando ??? perché). 
non so… se li ho resi al meglio. ho paura di aver creato qualche canon divergence senza farlo apposta ma oh, well. però su loro tre era d'obbligo scrivere: li amo troppo – anche se, parliamone, il mio preferito è e sempre sarà reim. volevo trattare di come loro tre a un certo punto non siano stati più /tre/ e di come sharon e reim vadano avanti inizialmente con amarezza ma, in seguito, maturando e giungendo alla conclusione che break sarà sempre nei loro cuori. è questo uno dei punti forti del loro rapporto: andare avanti, insieme. lo trovo davvero splendido e non smetterò mai di dirlo. poi, ah, la casa rainsworth è senza dubbio la mia preferita – e nei rainsworth includo anche break, reim e rufus perché loro ormai sono parte della famiglia, ok?
insomma, avevo bisogno di sfogarmi con jun mochizuki e parlare di loro. parlare di loro, semplicemente. non scrivere, ma parlare. spero dunque di aver fatto un buon lavoro! personalmente, non sarà quello di cui andrò più fiera ma mi piace. questo anche perché quei tre, lo ripeto ancora, li amo.
vedrò di scrivere ancora su questo manga dato che mi sta particolarmente a cuore! ma per ora vi saluto e spero che questa sia stata una buona lettura.
  
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