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Autore: KamiNoYume    25/02/2016    0 recensioni
"Jhin...".Lei chiamò il suo nome, quasi imitando il tono del virtuoso. "Ho un obbiettivo, lasciato in sospeso da molto più tempo di quanto tempo di quanto pensi, Ahri”.Si piegò sulle ginocchia, o ciò che parevano gambe ricoperte da una spessa armatura bronzea. Puntò la sua Whispers, fidata pistola e compagna di ogni suo omicidio, alla tempia destra di Ahri, ancora scossa dalla corsa di prima.
“Come hai fatto a trovarmi?”.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Uno".
Un sussuro ruppe il silenzio dell'antica foresta di Ionia, seguito da un fragoso rombo, molto simile ad uno scoppio proveniente da una canna di fucile, seguito da una cantilena, canticchiata da una voce profonda.
"Due".
La piccola volpe correva a passi svelti, evitando anche la seconda pallottola che avrebbe portato alla morte del suo esile corpo, frantumando un ceppo non poco lontano da una delle sue code.
"Tre".
Prese di striscio la gamba destra, incastrando il proiettile tra un albero e una piccola serie di massi, facendo cadere sul muschio la Kitsune centenaria. Ormai rialzarsi non le avrebbe permesso di aver salva la vita, fece solo in tempo a voltari e asentire le amare parole dell'uomo, coperto in volto da una maschera bianca, che permetteva solo a gli occhi di penetrare la mente della vittima disignata.
"Quattro".
Ahri chiuse gli occhi, preparandosi alla fine. Il rumore fu più assordante dei mille pensieri che ormai la tenevano bloccata al suolo, inerme, come cacciatore e preda, quasi svenne. Passarono una manciata di secondi prima che la giovane si accorse di essere ancora in vita e appena ne fu consapevole, portò tutte le nove code intorno a lei, osservando l'umo assalita da una soffocante paura, scattando ad ogni suo gesto.
"Jhin...".Lei chiamò il suo nome, quasi imitando il tono del virtuoso. "Ho un obbiettivo, lasciato in sospeso da molto più tempo di quanto tempo di quanto pensi, Ahri”.Si piegò sulle ginocchia, o ciò che parevano gambe ricoperte da una spessa armatura bronzea. Puntò la sua Whispers, fidata pistola e compagna di ogni suo omicidio, alla tempia destra di Ahri, ancora scossa dalla corsa di prima.
“Come hai fatto a trovarmi?”.
Lui rise, quasi come si aspettasse una domanda del genere. “Cosa ti spaventa di me? Forse questa maschera? O solo la mia presenza fa tremare il tuo cuore ammaliatore?”.
Si creò ancora più confusione in lei, quel killer spietato conosceva la sua vera natura, la sua abilità più potente, ma tutto questo non la turbò, anzi, stimolò la sua curiosità. “Non mi avrai cercato solo per dirmi questo”.
“No, è vero”.Tra i due ci fu una piccola pausa, in cui Ahri ne approfittò per rialzarsi e fare una capriola, distanziandosi leggermente da lui.
“Tu mi condurrai da quel ninja, non si potrà nascondere anche alla vista di un avversario come te”.
“Intendi Zed, il maestro delle ombre?”. Lui si rialzò, con la stessa scioltezza con cui caricava i proiettili dentro il tamburo della sua pistola, per poi puntare la pesante arma nella sua direzione. “So che mi aiuterai”.
“E se non lo facessi?”.
Partì un colpo, che forò la gamba della giovane, trapassando la carne e danneggiando lievemente l'osso. Un dolore lancinante la investì, portandola istantaneamente a coprirsi la ferita, che non smetteva di sanguinare copiosamente, sporcando sia i suoi stivali blu che i guanti del medesimo colore.
“Ti ucciderò, senza alcuna pietà, diventerai parte della mia arte”.
Ahri tentennò, svenendo al suolo per il troppo dolore e l'estrema perdita di sangue.
Al suo risveglio si ritrovò su un letto, con una leggera coperta di lino a coprire il suo corpo nudo e dolorante. In un attimo si ricordò tutto, dell'incontro con l'assassino di Ionia, il demone dorato e quel proiettile che, con poco, lacerò la sua carne e la rese debole, tanto da perdere i sensi. 
I suoi vestiti erano lì, su una sedia poco lontano dal letto in cui giaceva, accostata ad un tavolino di legno di legno scuro e nodoso, mentre la finestra filtrava dei lievi raggi solari, di un sole ormai in procinto di tramontare. 
La porta si aprì lentamente, accentuando il cigolio dei portanti ormai consumati dal tempo. “Sei sveglia”.
Ahri non si sarebbe mai aspettata di vedere lui lì, l'uomo che aveva sparato, adesso le dava un posto dove dormire.
”Ho estratto il colpo”. Incominciò lui.”Si era fermato a metà,credo”.
La giovane rabbrividì, toccandosi la fasciatura che sicuramente era stata stretta da Jhin mentre lei dormiva. “Sono passati due giorni”. “Due!?”.
Ahri non credeva di aver dormito così tanto ma, per qualche motivo, cercò di credere nelle sue parole.”Appena caleranno le tenebre, quello stolto verrà attratto da te, vestiti. Il mio pubblico non può attendere”. 
Detto questo uscì, a passi svelti, con il suo solito portamento altezzoso.
Appena udì la porta chiudersi, si rannicchiò su se stessa, cingendo le gambe in un lieve abbraccio. Se solo sapesse come si fosse cacciata in un guaio così grande, senza via d'uscita, forse avrebbe potuto anche trovare una soluzione , ma ogni idea che le passava per la testa, veniva brutalmente da fitte di dolore.
“Maledetto, prega che non mangi la tua anima”.
Sussurrò lei, in preda alla frustrazione.
   
 
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