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Autore: aoimotion    28/02/2016    9 recensioni
1 - Più la guardava, più Nick si stupiva di quanto Judy Hopps fosse piccola.
5 - Nick tirò indietro le orecchie, leggermente offeso. «Le tue insinuazioni mi feriscono, Judy. Quale agente di polizia darebbe la colpa agli altri per la propria malasorte?»
11 - Nel buio, una voce a lei terribilmente nota sussurrò parole divertite ad un soffio dal suo orecchio. Judy si voltò di scatto e tentò di acciuffare le tenebre, ma ottenne solo di sbilanciarsi e finire col muso per terra.
«Nick!» gridò, al colmo della misura. «Vuoi darci un taglio, sì o no?»

13 - «Tu mi farai morire» le disse, sorridendo appena. «Sei una minaccia per la mia sanità mentale, Carotina.»
16 - Ma intanto le sue zampe erano già corse al telefono con l’urgenza di chi, annegando nell’oscurità, cerca disperatamente l’interruttore della luce.
20 - «È proprio questo il punto» le disse. «Che tu non capisci. Fino all’ultimo secondo, fino all’ultimo istante, tu non capisci.»
[Post-film] [I'm nothing but furry trash]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: Raccolta | Avvertimenti: Furry
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~Volpe~
2 - 60W


 
 



Se Nicholas Wilde fosse stato innamorato di Judy Hopps, probabilmente non avrebbe esitato a definire il sorriso di lei come “la luce più splendente di Zootropolis”.
Ma, giacché Nicholas Wilde non era innamorato di Judy Hopps, quel sorriso era semplicemente… un bel sorriso. Se avesse dovuto paragonarlo alla potenza di una lampadina, probabilmente ne avrebbe scelta una da 60W.
O magari 70W – quello dipendeva molto dalla giornata.
Dunque, si disse Nick, non c'era alcuna ragione per cui lui avrebbe dovuto essere geloso di quel sorriso. Sarebbe stato come affermare di essere gelosi del lampadario della sala da pranzo, o qualcosa del genere. E cosa è mai un semplice lampadario in confronto, per esempio, alla luce emanata da un faro?
Perciò, pensò lui, se proprio doveva essere geloso di qualche fonte di luce, tanto valeva sceglierne una per cui valesse la pena arrabattarsi nel fango.
«Lei è una lampada per interni» continuò a ripetersi la volpe, mentre osservava la sua partner. «Una semplice lampada per interni. Comprata da Furronics con il 50% di sconto. Installata gratuitamente. E che fatica pure ad accendersi.»
Intanto, la lampada per interni che rispondeva al nome di Judy Hopps sorrideva, irradiando luce a destra e a manca. Un raggio di fotoni colpì accidentalmente Nick, che avvertì un vago senso di dolore all'altezza del cuore.
Forse avrebbe fatto meglio a tornare in ufficio. Se Judy avesse scoperto che l'aveva pedinata… non voleva neanche pensare alla reazione che avrebbe avuto la sua partner.
Tuttavia, quel briciolo di buonsenso che stava miseramente tentando di venire a galla dal turpe mare dei suoi pensieri venne prontamente ignorato. Se Nick Wilde aveva deciso di comportarsi da idiota quel giorno, allora niente lo avrebbe fatto desistere dal suo proposito.
La volpe scosse bruscamente il capo e si avvicinò ancora di più a Judy e al suo interlocutore, finché non fu a una distanza tale da poter sentire la loro conversazione.
«Sono davvero felice di vederti, Judy. Ti sei fatta proprio carina in questi anni, sai?»
«Ma smettila» rispose lei, imbarazzata. «Se qui c’è qualcuno che ha messo su una bella figura, quello sei proprio tu, Steve!»
Steve. Sembrava il nome di qualche antagonista imbecille preso direttamente da un qualche film di terza categoria.
«Gne gne gne» mugugnò Nick. «“Sei così bella!”, “No, tu sei più bello!”, “No, tu!”, “Tu!”, “Tu!”»
Il coniglio che rispondeva al nome di Steve rise, imbarazzato almeno quanto lei. «Che dire, ammetto che non sei la prima a dirmelo, ma di solito non mi fa mai chissà qualche effetto. Però se a dirmelo è una coniglietta graziosa come te… wow, ragazzi. Ricordatemi come si respira.»
Nick roteò gli occhi, semplicemente disgustato. 
Judy ridacchiò e cominciò a dondolarsi da una zampa all’altra. «Non sei cambiato per niente, sempre il solito adulatore.»
«Ehi» rispose il coniglio, «non penserai che sia così galante con tutte le conigliette che incontro, spero!» Steve il Casanova simulò un’espressione imbronciata che Nick trovò ancora più disgustosa della battuta precedente.
Judy ammutolì di colpo; il suo sorriso da 60W era improvvisamente scomparso.
«Dai Carotina» la incitò Nick, a bassa voce. «Vedi oltre l'inganno, arresta quel cretino per oltraggio a pubblico ufficiale!»
Purtroppo, non avvenne proprio ciò che sperava. 
Vide la sua partner sollevare le zampe e nascondervi il viso, mormorando versi che non fu in grado di captare. «Dai, Steve» brontolò infine Judy, «smettila di dire queste cose, mi fai…»
Vomitare? Nick era troppo sconvolto persino per dirlo ad alta voce, ma si riebbe immediatamente dal suo stato semi-comatoso quando i suoi occhi captarono un accenno di movimento da parte delle zampe dell’altro coniglio.
‘Oh, no. Non pensarci nemmeno, Steve.’
«Ehi, Hopps» la chiamò, mentre abbandonava il proprio nascondiglio e fingeva di essere casualmente arrivato sul posto.
Judy si voltò di scatto e lo osservò come se il fantasma di qualche zio defunto fosse appena comparso a farle visita. «Nick? Cosa ci fai tu qui
La volpe scrollò le spalle con una sapiente dose di finta noncuranza. «Il capo mi ha mandato a cercarti» mentì, «ha detto che ha assolutamente bisogno che tu risolva il caso dei dromedari scomparsi… o forse erano stambecchi?»
«Ma…» protestò lei,  «mi sono allontanata da appena dieci minuti!»
«Ha detto che è urgente. Oh» esclamò poi, fingendo di aver appena notato la presenza del molesto coniglio, «ma vedo che sei con un civile! Mi perdoni, non l’avevo proprio notata.» Nick si voltò verso Steve il Casanova e li elargì un sorriso tagliente come un rasoio. «Che piacere conoscerla, signor…»
«Marrots» rispose il coniglio, ricambiando il sorriso con uno ancora più affilato del suo. «Steve Marrots, molto piacere. Mi perdoni, non era assolutamente mia intenzione rubare la preziosa coniglietta della polizia di Zootropolis, agente…»
«Wilde. Nicholas Wilde.» Nick sorrise ancora più ampiamente. «Oh, e le assicuro che non ha rubato proprio niente.»
«Ehm… Nick?»
«Sì, Hopps?»
Judy sembrava sul punto di tirargli un pugno, e sembrava anche che il non farlo le stesse costando un’enorme fatica.
«Forse è meglio se torniamo in centrale» esordì infine lei, mentre sul suo volto stava transitando una processione di sentimenti dei quali Nick non poté  far altro che ridere in silenzio. «Scusaci Steve, ma dobbiamo proprio andare!» Judy gli afferrò la cravatta e lo tirò via da lì, mentre con l’altra zampa salutava il quanto mai sconcertato coniglio.

Quando ebbero girato l'angolo, Judy lasciò la presa dalla cravatta e si voltò verso la volpe con un’espressione imbronciata. «Nick, dimmi la verità: ti ha davvero mandato il capitano Bogo?»
Nick distolse leggermente lo sguardo e si concentrò ad osservare il grazioso nasino rosa della sua partner. «In effetti» rispose, mentre si perdeva in quel piccolo spettacolo, «potrei essermi sbagliato.»
«Lo sapevo.» Judy si appoggiò una zampa alla fronte e sospirò. «Si può sapere cosa c’è? Non riesci a stare senza di me per cinque minuti?»
Quella domanda lo colpì come un pugno allo stomaco. «Ovvio che sì, Carotina» Forse. «Non montarti troppo la testa, ora. È che quel tizio aveva intenzioni poco raccomandabili nei tuoi confronti, quindi mi sono sentito in dovere di intervenire.»
«Tanto per cominciare, si chiama Steve. E secondo poi… intenzioni poco raccomandabili? Sei serio, Nick?»
Perché Judy lo stava facendo sentire un perfetto idiota? Ok, magari lui era un perfetto idiota, ma nessuno doveva saperlo. Soprattutto non lei.
«Carotina, sono una volpe. Un predatore, capisci? So riconoscere i miei simili quando li incontro.»
«Ma se Steve è un coniglio
Nick scosse il capo. «Non è nel DNA, mia ingenua coniglietta; è nell'atteggiamento. Puoi essere un predatore anche se sei un semplice coniglio. L'unica cosa che cambia è la preda di cui vai a caccia.»
Judy corrugò la fronte. «Sei sicuro di sentirti bene?»
Nick ci pensò su per qualche istante. «No, in effetti non ne sono così sicuro. Quindi, nel dubbio…» La volpe le cinse le spalle con un braccio. «Chiudiamo qui questa stupida discussione e torniamo in ufficio, prima che qualcuno dei nostri simpatici colleghi cominci a spargere in giro strane voci sul nostro conto.»
L’immagine di Clawhauser che rotolava per il commissariato, ridendo e masticando ciambelle contemporaneamente, gli infettò la mente come un virus mortale.
Judy inclinò la testa, perplessa. «Voci? Di quale voci stai…»
Nick la zittì rapidamente, ponendole la zampa sulla bocca. «Niente, Carotina, non pensarci. Una coniglietta ottusa come te non dovrebbe preoccuparsi di certe quisquilie, dopotutto.»
E, mentre lei protestava e tentava di divincolarsi, Nick ripensò alla scena a cui aveva assistito – e partecipato – prima, e una domanda spontanea affiorò alle sue labbra.
Non abbastanza spontanea, però, da trovare il coraggio di uscire allo scoperto, e così la volpe la mandò giù, limitandosi a ridere di quella coniglietta si agitava e lamentava proprio accanto a lui.
‘Sia ringraziato il cielo che sono una volpe.’
   
 
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