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Autore: Haley_V    01/03/2016    2 recensioni
"Non fraintendetemi," soffiò Emma, sempre calma, "Ma... non potete proteggermi da tutto. Non sono una bambina."
Entrambi sbatterono le palpebre. La verità li aveva colpiti dritti in faccia.
Era vero. Non era più una bambina.
La loro occasione l'avevano persa.
Genere: Angst, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1.  Cheron
 


L'acqua scura avvolgeva placida la piccola imbarcazione di legno che viaggiava da minuti, forse già da ore, verso l'entrata dell'Oltremondo. Emma Swan fissava quello che sembrava essere un punto indefinito nell'orizzonte opaco davanti a lei. Sembrava pensierosa, in un mare di pensieri confuso a cui non riusciva a dare un minimo di ordine. Tutto quello che riusciva a leggere, nella sua mente, erano parole alla rinfusa.

Hook, trovarlo,   Excalibur, Inferno.


Killian.

Scandiva nella sua memoria ogni lettera del suo nome, quasi per paura di dimenticarlo. Alzava di poco lo sguardo sull'acqua nera del lago, lo riabbassava e sospirava a tratti cercando di trovare il coraggio. Il coraggio di ritrovare il suo vero amore, e di guardarlo negli occhi dopo averlo ucciso con le sue stesse mani. Le alzò, mosse di poco le dita come a voler imitare il gesto di un incantesimo, chiuse gli occhi e volse la testa dal lato opposto. Cercò, invano, di reprimere quel piccolo sentimento di odio che cresceva dentro di lei.

Gli sguardi dei suoi genitori, su di lei, furono inevitabili. Quella strana barca non era molto grande ed evitare di osservare la loro figlia era praticamente impossibile, soprattutto dopo tutto quello che era successo. Avevano rischiato di perderla un'altra volta, perchè, nonostante tutto, la previsione dalla quale avevano cercato di fuggire da prima della sua nascita non aveva lasciato scampo, trascinandola nel lato oscuro. Dell'Oscuro.

Mary Margaret sospirò, triste, un velo di malinconia negli occhi; guardò sua figlia sospirare sull'acqua  del lago, e si ritrovò a pensare cosa avrebbe potuto fare di più. Se solo avesse avuto il modo. Se solo le cose fossero andate diversamente, e lei non fosse stata costretta ad abbandonarla, tanti anni fa.


Quasi come se condividere un cuore rendesse ogni cosa divisa a metà, David le mise le mani sulle spalle e sospirò. Non c'era bisogno di farle domande per capire che era preoccupata per Emma. Lui stesso, che fino a quel momento aveva sempre cercato di non obbiettare ne mettere parola su ciò che vedeva, si sentiva tremendamente impotente. Nella sua vita tutto quello che aveva desiderato era essere un buon padre, un padre migliore di quello che aveva avuto lui, e più guardava sua figlia, che non aveva mai avuto occasione di crescere con loro ed avere una famiglia, più una vocina nella sua testa lo convinceva di aver fallito. E si chiese cosa sarebbe successo se non fosse stato costretto a metterla in quell'armadio, tanto tempo fa.

Le onde tranquille li cullavano verso una meta che sembrava non arrivare mai.

Regina aveva un punto fisso da quando era salita su quella dannata zattera: Gold. Aveva odiato quell'essere dal momento in cui il sortilegio aveva fatto effetto sulla Foresta Incantata, ma se c'era una cosa sulla quale non riusciva a passare sopra era il suo continuo giocare sporco. Vero, lei non era uno stinco di santo, ma sapere cosa aveva fatto a discapito di Hook, quando aveva avuto una fortuna così grande da trovare l'amore di Belle, un amore che chiaramente dimostrava di non meritare, ogni volta, faceva crescere dentro di lei una terribile voglia di farlo affondare sul fondo del lago con un gesto della mano. Se solo non fosse servito loro da vivo.
L'unica sua consolazione, era avere Robin accanto a sè. Dopo tutto il tempo che aveva impiegato nel trovare il suo lieto fine, e dopo quello che aveva visto accadere ad Emma, finalmente poteva guardare negli occhi l'uomo che amava e sospirare, felice di poter chiamare qualcuno "Amore".

L'unico che proprio non sembrava voler mantenere il silenzio era Henry. Aveva insistito così tanto nel voler partecipare a quell'operazione di salvataggio portato avanti dalla madre, che Regina aveva preferito di granlunga saperlo con loro, con lei, che poteva proteggerlo, che da solo a Storybrooke. Dall'inizio dell'Odissea che li aveva portati dov'erano ora, se c'era una cosa che aveva imparato, era che ogni persona che ami va tenuta al sicuro. O almeno vale la pena tentare di farlo.

Il giovane Mills si guardava attorno con trepidazione. Aveva mille pensieri che gli frullavano nella testa, dalla più ingenua curiosità alla preoccupazione. Una parte di lui lo faceva sentire davvero troppo piccolo per quello che stava per fare, un'altra gli diceva di essere il figlio della Salvatrice, dannazione!
La stessa Salvatrice che ora si guardava le mani e tremava, alzando lo sguardo verso l'acqua del Lago.

Avrebbe tanto voluto aiutare sua madre.

Sembrò che quasi nessuno avesse ancora fatto caso a come effettivametne si stessero muovendo. Fu di nuovo Henry a porre l'attenzione sul problema, quando alzò lo sguardo verso la figura incappucciata che guidava il timone della barca.

"Chi pensi che sia?" le sussurrò Regina, dietro di lui
"Non lo so, mamma" rispose piano, "ma deve esserci un modo per scoprirlo"
Si mise a pensare, sperando di trovare qualche ricordo nella sua memoria che potesse aiutarlo a ricordare.
Poi gli venne un'idea.
"Forse so chi ci sta portando nell'Oltremondo"
"Davvero?"
"Mi sono ricordato di una lezione fatta a scuola sulla Mitologia Antica. Se mi ricordo correttamente, l'Oltremondo è il mondo dei morti così come veniva chiamato dagli antichi Greci"
"Quindi...?"
"Quindi, a rigor di logica, quello che ci sta traghettando dovrebbe essere ... Caronte!"
Robin stava per entrare nella conversazione, confuso, quando una voce calma e cupa si fece strada tra loro dal fondo della nave.
"Ragazzo intelligente."
Tutti annasparono. Regina, per niente intimorita, si avvicinò: "Tu saresti Caronte, quindi?"

"Sono il traghettatore delle anime dal Mondo dei vivi all'Oltremondo, anche detto Ade, o Inferno.
Mi chiamano in molti modi diversi. Caronte è uno di questi."
"E dov'è che stiamo andando, per l'esattezza?" continuò Henry, ormai totalmente interessato al nuovo personaggio della storia.
"Sei pieno di quesiti, per essere così giovane. Si vede che non sono abituato ad anime vive: di solito quelle morte non fanno domande."
"Quindi non hai intenzione di rispondere, Traghettatore?" reagì subito Regina.

"L'oltremondo non è niente di più e niente di meno di quello che vi ho detto prima: esso, tuttavia, è anche molto di più di quanto potete immaginare."
"Ecco, ci mancava l'amante degli indovinelli" sospirò ironica la Regina.

"Quello che vi accingete a voler compiere è un viaggio decisamente arduo. Non è solito vedere anime vive che arrivano qui per propria volontà."
"Non mi interessa sapere quello che so già, che rischieremo la vita e via dicendo, non mi è una sensazione nuova. Voglio notizie concrete, barcaiolo" Sentiva davvero che avrebbe perso la pazienza, se non fosse stato per Robin che prontamente le si era messo accanto, prendendo la parola:

"Vorremmo soltanto essere pronti a cosa ci aspetta... dall'altra parte."
"Nemmeno per le anime dei defunti è facile accedere fino a qui." Rispose solenne. " Prima di arrivare alle porte dell'Oltremondo, è d'obbligo affrontare delle prove: quelle in cui viaggiamo non sono acque tranquille come vi lasciano credere, e ben pochi riescono a superarle." e a testimoniare le parole del Traghettatore, echi di lamenti lontani si espansero agghiaccianti proprio dal fondo del Lago.
Nonostante l'insistenza di Regina, Caronte dopo quelle parole non parlò più. Piuttosto continuò a guidare la barca, placido, come lo sembrò di nuovo il Lago sotto di loro.

Biancaneve e il Principe si guardarono negli occhi.
Emma aveva osservato tutta la scena senza intervenire, senza muoversi da dov'era. Poco distante da lei, a distanza debita da sorvegliarlo, il Signore Oscuro osservava con la stessa calma la figura grigia che fino a poco prima aveva parlato loro. Sapeva che conosceva più di quanto desse a vedere. A differenza di tutti loro, era come se sapesse di cosa avere paura.

Tuttavia, non aveva voglia di fare domande, non aveva voglia di parlare, ne di litigare con lui. Tutto quello che voleva era trovare Killian, e riportarlo da lei, a casa.
Sospirò di nuovo.

"Emma..." voltò di scatto lo sguardo incontrando gli occhi verdi e preoccupati di sua madre.
"Noi volevamo..."
"Ci dispiace per come abbiamo reagito, Emma." continuò David.
"Come ho reagito." Aggiunse risoluta, e pentita, Mary Margaret. "Credimi, l'ultima cosa che voglio è darti l'impressione di non essere dalla tua parte, è solo che... "
"Non possiamo fare a meno di preoccuparci per te. E devi ammettere che tutto questo" gesticolò il Principe Azzurro, riferendosi alla barca,  "non aiuta."
Emma non rispose.

Era sempre stato così, dai pochi anni che erano riusciti ad essere davvero una famiglia. Emma era cresciuta per anni senza di loro, e aprirsi anche per le cose più semplici le risultava estremamente difficile. Un po' per paura, un po' per sano orgoglio che, dopotutto, aveva decisamente preso da sua madre.
Sapeva che le intenzioni dei suoi genitori erano più che buone e che l'amavano davvero, davvero tanto, ma... non era affatto una cosa semplice da gestire. E al momento aveva altro a cui pensare.

"Emma, ti prego..."
Inalò più aria che potè:

"So che cercate di proteggermi, ma non potete sempre riuscirci. Ormai siamo qui, se continuate a non essere d'accordo con quello che voglio fare, io non posso farci niente, non eravate obbligati a seguirmi."
E il suo viso non esprimeva rabbia per le parole ricevute, quanto risentimento. Tristezza. Disperata determinzazione. Ed uno sguardo raggelante. Quasi vuoto, o come concentrato sull'unico obbiettivo che l'aveva portata a navigare verso l'Inferno su una bagnarola di legno.

"Non fraintendetemi," soffiò Emma, sempre calma, "ma... non potete proteggermi da tutto. Non sono una bambina."
Entrambi sbatterono le palpebre. La verità li aveva colpiti dritti in faccia.
Era vero. Non era più una bambina.
La loro occasione l'avevano persa.




" In cosa consistono?"
Caronte continuava a navigare, silezioso verso l'orizzonte.

"Le prove... di cosa si tratta, Caronte?"
"La pazienza è la virtù dei forti, Emma Swan." rispose. "E credimi, renderti cosciente di cosa dovrai affrontare non ti renderà pronta, per affrontarlo. L'Oltremondo è a giocare d'anticipo, qui, non il contrario."
Emma gonfiò il petto, testarda: "Beh, si vede che tu mi sottovaluti, vecchio. Non permetterò che niente, e Nessuno, mi impedisca di compiere la mia missione."
"Non sono io il nemico da combattere, giovane mortale" rispose placido il traghettatore, senza scomporsi dalla sua posizione. "Se solo impiegassimo il tempo che abbiamo a disposizione fermandoci a guardare dentro di noi, piuttosto che a cercare mostri da combattere al di fuori, risparmieremmo molte domande."

La Salvatrice stava per controbbattere, quando qualcosa attirò la sua attenzione dall'altro lato della barca, qualcosa che faceva molto rumore.
"Cos'è stato?"
Un improvviso e assordante rumore di una tempesta le riempì le orecchie, facendola gemere per il fastidio. Un urlo richiamò la sua attenzione verso il bordo della barca, poi la vista di sua madre che veniva risucchiata via da una tromba d'aria.
"MARY MARGARET!" Urlò David, mentre tentava di tirararla di nuovo a bordo. Regina si parò d'istinto davanti Robin ed Henry, creando uno scudo con la sua magia. Tremotino si sbilanciò per qualche secondo, poi schioccò piano le dita e il suo equilibro tornò, come ancorandolo al pavimento della barca.

Emma si allarmò, abbassò lo sguardo e fissò le sua mani: avevano preso a brillare. Biancaneve urlò e il vento si fece sempre più forte.
In una frazione di secondo, si buttò di slancio verso i suoi genitori, afferrando una mano di sua madre e con l'altra attraendola verso di loro, con un gesto leggero delle dita. Una parte di lei le urlava di essere stata un'incosciente ad aver usato di nuovo la magia, ma almeno sua madre, che con un tonfo secco era riatterata sulle assi di legno, era salva. Non poteva permettersi di perdere qualcun'altro.

"Quindi è questa la prova? Un dannato TORNADO?!" Urlò sopraffatta dal vento, mentre coprendo anche suo padre creò come Regina uno scudo di protezione. Caronte continuò a guidare il timone della barca, impalato ed intoccabile, come se il vento non arrivasse nemmeno a lambirgli i bordi della tunica; senza un apparente sforzo della voce, sovrastò gli ululati del vento e sorrise. "Dai tempo al tempo, signorina Swan."
Finalmente il vento cessò, e le due donne abbassarono le mani, esauste. Regina accarezzò il viso di Henry per assicurarsi che stesse bene, poi abbracciò Robin; Emma guardò i suoi genitori.

"Cos'era quello?"
"Il potere dell'Oltremondo, signorina Swan." rispose Caronte. " Le anime devono aver capito che non appartenete a questo luogo. " "E pensano di fermarci con una tromba d'aria?"
"Oh, come ho già detto, dai tempo al tempo."
Henry alzò lo sguardo verso la prua. In lontananza, sul finire dell'orizzonte, riusciva ad intravedere quella che sembrava un'isola. Che fossero arrivati a destinazione? O era soltanto un miraggio?
"Vedo qualcosa laggiù," decise di dire comunque, "Ma cosa..."

Subito sopra di loro cominciò a formarsi una tetra e massiccia coltre di nubi blu. Sembrò qualcosa di maledettamente familiare; e quasi più impauriti dall'ipotesi che balenò nelle menti di tutti, (tranne che di Gold), ricordò loro la nube di un sortilegio.













Note dell'autrice: Buonasera. Vi do il benvenuto. Questa è un'idea che mi balenava nella mente da un po', e, un po' complici i mille video fanmade su youtube, un po' la mia mente malata in preda alla crisi da hiatus, mi sono lasciata convincere e ho cominciato a lavorarci, in quasi totale segreto visto che una delle mie bestie, non che praticamente beta ad honorem, non ne sapeva assolutamente niente e di questo sono molto divertita perchè probabilmente mi taglierà la gola appena mi vede. (Lol). In ogni caso, spero davvero davvero tanto che questo primo capitolo vi sia piaciuto, penso che ne uscirà fuori una Mini Long di circa 5 capitoli, ma chissà, nel frattempo potrei cambiare ancora idea. All'inizio doveva essere una One shot molto lunga, ma continuando a lavorarci si stava rivelando davvero troppo lunga, perciò... ecco cosa vi beccate. Non ho nient'altro da dire se non augurarmi di vedervi anche nei prossimi capitoli. Se volete, lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, sono benveuti suggerimenti! Buon appetito e buoni feels a tutti, see ya! xx
  
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