Da me, l'ultimo inchino,
poi finisce, l'ignoranza,
anche il Santo, più meschino,
lascia libera, ogni stanza;
tocca a me, l'ultima farsa,
segni e lividi, di frusta,
già scontata, la comparsa,
ecco il nome, del demonio,
sulla busta.
Non bastava, il mio germoglio,
inghiottito, dall'ignoto,
anche dita, che non voglio,
li a puntare, la mia foto;
animale, quell'istinto,
ad invadere, il mio campo,
un bastardo, non respinto,
tanto lesto, da lasciarmi,
senza scampo.
Ma un sorriso, sa aspettare,
se la giostra, cambia il vento,
e il domani, può mostrare,
la mia pace, in un momento;
ma un sorriso, non ha prezzo,
se colpisce, e vi fa male,
come il tunnel, del disprezzo,
fomentato, trascinato,
fino a me, innocenza finale.