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Autore: aoimotion    05/03/2016    7 recensioni
«Ragazzi, per l'ennesima volta: non c'è nulla tra me e l'agente Hobbs. Avete finito di rompere le scatole, tutti quanti?»
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La caduta di un eroe, dalla rovina a una rovina ancora più grande.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
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I big laughter at the vending machine
 
«Ragazzi, per l'ennesima volta: non c'è nulla tra me e l'agente Hopps. Avete finito di rompere le scatole, tutti quanti?»*
«Ma, Wilde!» esclamò Clawhauser. «Si vede lontano un miglio che voi due…»
«Noi due cosa?» ringhiò Nick. «Siamo solo partners. Nulla di più, nulla di meno.»
L’intero corpo di polizia scoppiò a ridere ancora più fragorosamente.
«Ehi Wilde, guarda che non ti stiamo mica prendendo in giro!» Francine gli poggiò la proboscide sulla spalla. «Noi pensiamo che voi due siate perfetti l’uno per l’altra.»
Nick alzò gli occhi al cielo e si scrollò di dosso l’appendice dell’elefante. «Sì, va bene, grazie per aver condiviso con me la vostra opinione. Posso tornare al lavoro, adesso?»
I suoi colleghi si scambiarono occhiate divertite. «Ma certo» rispose l’orso polare – non aveva ancora imparato il suo nome né ci teneva a farlo, «la tua coniglietta ti aspetta.»
Dannata Judy, pensò Nick allontanandosi, coda bassa e voglia irrefrenabile di cacciare la testa sotto un cumulo di neve. Anzi, dannato me.
 
 
 
 
II nothing to talk about
 
«Agente Wilde~♪» cantò una vocina a lui familiare. «Ce ne hai messo di tempo per prendere quel caffè.»
«Sono stato trattenuto» rispose Nick, mentre rientrava in ufficio. «Ma niente di grave, Carotina» aggiunse, vedendo la collega squadrarlo con sospetto.
Judy ridusse gli occhietti viola a due fessure. «C’è qualcosa che devo sapere, Nick?»
«Assolutamente no.» La volpe le regalò un sorriso soffice come un plum-cake. «Beh, a parte che ti amo. Ma questo già lo sai.»
La coniglietta alzò gli occhi al cielo. «Certo, certo. Quando avrai voglia di parlarmi seriamente, sai dove trovarmi.»
«Ma non c’è niente di cui–» Nick non riuscì a terminare la frase, perché un dossier del peso di svariati chili atterrò improvvisamente sulla sua scrivania con un tonfo. «… E questo?»
«Il caso Primula» gli rammendò Judy.
«È parecchio ingrassato, questo caso Primula» commentò Nick, aggrottando la fronte. «Non rende affatto giustizia al suo nome.»
«Il crimine abbonda a tavola» replicò Judy, scrollando le spalle. «E noi dobbiamo darci da fare.»
La volpe sorrise, grata che la sua collega avesse lasciato cadere l’argomento. Tuttavia, Nick aveva il sentore che non sarebbe finita lì.
 
 

 
III that’s not the point
 
Per qualche giorno, Nick tentò in tutti i modi di dimenticare lo spiacevole incidente avvenuto di fronte alla macchinetta del caffè.
Sicché non voleva assolutamente parlarne con Judy, si limitò a sperare che la faccenda finisse nel dimenticatoio e che nessuno tirasse nuovamente fuori l’argomento Wilde-Hopps.
Purtroppo per lui, le sue speranze erano destinate alla distruzione più totale.
«Nick» disse Judy, correndo verso di lui e sfoggiando un sorriso assolutamente adorabile. «Scusa, ho dimenticato di restituirti i soldi del cappuccino.»
Una piccola zampina grigia si tese verso di lui. Nicholas Wilde la fissò, sudando freddo. Con la coda dell’occhio scorse Clawhauser intento a sogghignare.
«Hobbs…»
«Ah!» un’esclamazione di gioia si propagò attraverso l’etere. «Ma hanno aggiunto il succo di carota tra le bevande disponibili!» Judy appoggiò la faccia al vetro della macchinetta, in estasi. «Non sai quanto è buono, Nick. Devi assolutamente provarlo.»
«Hobbs…» ripeté Nick, la gola completamente secca. «Per favore…»
«Lo pago io, spilorcio» rispose Judy, tirando fuori alcune monete dalla tasca. «Oh, fantastico, ne ho abbastanza per prenderne esattamente due.»
«Non è questo il punto» mormorò la volpe tra i denti.
Clawhauser si voltò verso di loro, sorridendo vistosamente. «Ma, agente Wilde! L’agente Hopps vuole offrirti un succo di carota, e tu che fai? Lo rifiuti?»
Nick rizzò le orecchie, mentre un cupo ringhio cominciò a vibrargli dentro la gabbia toracica. «Agente Clawhauser, potresti pensare agli affari tuoi?»
«Nick!» lo riprese Judy, battendo una zampa sul pavimento. «Ti sembra il modo di rispondere a un tuo collega?»
«Oh, non fa niente» rispose Clawhauser, con accondiscendenza. «Ha solo paura che tu lo offra a me e non a lui.»
Io ti sbrano, Clawhauser.
Judy inclinò la testolina. «Davvero?»
«No!» gridò Nick.
Judy si strinse nelle spalle, sembrando mortificata. «Mi dispiace, ma non ho abbastanza soldi per comprarlo a tutti e tre… a meno che!»
«No» disse di nuovo Nick. «Non so a cosa tu stia pensando, ma smettila subito.»
Ma era già troppo tardi. Judy riempì due bicchieri di succo di carota e ne offrì uno a lui e uno a Benjamin Clawhauser.
La volpe e il ghepardo si scambiarono un’occhiata interdetta, ma poi Clawhauser scoppiò in una risata muta e se ne tornò alla sua postazione, con la ciccia trasbordante che vibrava ad ogni passo.
«Non lo bevi?» chiese Judy, avvicinandoglisi. «Non preoccuparti per me, più tardi tornerò qui a prenderne un bel bicchiere.»
Non è questo il punto… Ma a che sarebbe servito dirlo? Nick sospirò e scrutò la misteriosa bevanda arancione, desiderando solo di poterci annegare dentro.
 
 
 
 
IV maybe we should talk about this, after all
 
«Carotina, io e te dobbiamo fare due chiacchiere.»
«Proprio adesso?» Judy sbuffò, senza staccare gli occhi dal grazioso abito rosa dall’altra parte della vetrina. «Non vedi che sono impegnata?»
«Tanto non ti donerebbe.»
«Ehi!» La partner lo fulminò con lo sguardo. «Non è vero.»
«Non sei tipa da vestiti pomposi» replicò quietamente Nick. «A te stanno meglio i grembiulini da prima elementare.»
Judy grugnì, chiaramente offesa da quell’affermazione. «Agente Wilde, ti dichiaro in arresto.»
«Per oltraggio alla sensibilità?» Nick le accarezzò la testa. «Sto scherzando, Carotina. Sono certa che ti starebbe d’incanto.»
Le pupille di Judy sembrarono illuminarsi. «Davvero?»
«No.»
«Ma–! Oh, insomma!» protestò Judy, mentre Nick si allontanava ridendo. «Non sei divertente, Nick!»
«Io mi trovo divertente» rispose la volpe, sorridendo.
Judy si arrese e allontanò il muso dalla vetrina. «Va bene, sentiamo: di cosa vuoi parlarmi?»
Nick fece per aprire la bocca, ma si interruppe bruscamente. «Ripensandoci, forse è meglio discuterne dopo. Il nostro gatto potrebbe apparire da un momento all’altro.»
Codardo, sussurrò una voce nella tua testa.
Oh, fa’ silenzio, inutile subconscio.
«La visuale è perfetta» replicò Judy. «Se viene fuori da quel pub, lo vedremmo all’istante. Perciò parla pure.»
«Ma no» insistette Nick. «Non è professionale parlare di certe cose durante un pedinamento…»
La coniglietta ridacchiò. «“Certe cose”? Cos’è, vuoi forse dichiararti?»
Nick roteò gli occhi. «Non dire scemenze, Carotina.» E poi aggiunse, con un sorriso mellifluo: «Non potrei mai rovinare la nostra splendida amicizia.»
«E allora cosa?» insistette Judy. «C’entra qualcosa con l’altra volta?»
La volpe si rese conto che non aveva senso continuare a tergiversare. Prima o poi avrebbe dovuto dirglielo, altrimenti avrebbero finito col diventare gli zimbelli dell’intera centrale.
Se già non lo siamo.
«Beh…» Nick allungò le zampe e si stiracchiò. «Per farla breve, Carotina… ecco, tu sai che io ti voglio tanto bene, ma vedi… diciamo che all’esterno la nostra relazione non sembra esattamente convenzionale
Judy annuì. «Certo, tu sei una volpe e io un coniglio.»
«No, non intendevo questo.» Nick si passò una zampa sul volto. È persino più difficile di come l’avevo l’immaginato. «Ok, sarò più preciso: potresti, se ti è possibile… essere meno “intima” con me, quando ci sono altri agenti nelle vicinanze?»
Judy Hopps lo fissò, ma non c’era traccia di comprensione nei suoi occhi. Era come fissare due buchi neri – viola, e splendidi – e cadere nel vuoto infinito che doveva essere in quel momento la sua mente.  
«Non credo di aver capito» ammise la sua partner. «Pensi che io sia… troppo appiccicosa?»
«No! No, no, no, assolutamente no!» Nick si sporse verso di lei con un slancio. «Io sono ben lieto di essere il bersaglio preferito delle tue effusioni d’affetto, ma–»
La volpe si interruppe, a corto di parole.
E lui non era mai a corto di parole.
Judy mosse una zampa verso di lui, invitandolo a completare la frase. «Ma…?»
Gli sembrava di star camminando sopra una sottilissima lastra di ghiaccio. «Ma, come dire… non gradisco che si venga a sapere.»
«Che si venga a sapere cosa?» Ora era Judy a sporgersi verso di lui. «Cos’è che ti preoccupa, Nick? Qualcuno ti ha detto qualcosa?»
«No!» Il no gli uscì dalla bocca stridulo come il gracchiare di un corvo. «Ma sai come si dice, Judy… “prevenire è meglio che curare”.»
«Oh, per l’amor del cielo.» Judy si stropicciò la faccia, sospirando. «Ma ti viene così difficile dire le cose chiare e tonde, senza girarci intorno come un idiota?»
«Beh!» ribatté Nick, risentito. «Se magari tu imparassi a leggere tra le righe…»
«Ah, quindi adesso sarebbe colpa mia.»
«Non ho detto che… ehi, aspetta un momento. È lui!» esclamò la volpe, indicando la figura che era appena uscita dal pub. «Il nostro uomo!»
Judy rizzò le orecchie e si voltò di scatto. «Sei sicuro?»
«Al 100%. Andiamo.»
Mai come quella volta, Nicholas Wilde fu lieto di dover fare il proprio dovere… anche se poteva ancora sentire su di sé lo sguardo di Judy Hopps, penetrante come una trivella.
 
 
 
  
V let them laugh
 
«Ehi, Wilde.» Nick smise di camminare quando udì la voce del capitano Bogo pronunciare il suo nome. «Ti voglio nel mio ufficio tra cinque minuti.»
La volpe esalò un triste sospiro. «Sì, signore.»
Sapeva che sarebbe successo. Era inevitabile, si disse, mentre si dirigeva a passi stanchi verso l’ufficio del capitano. Sono un vero idiota.
Quando aprì la porta, la prima cosa ad accoglierlo fu l’espressione accigliata del bufalo suo superiore. «Siediti» gli disse, più un’intimazione che un invito.
Nick prese posto di fronte a lui e si costrinse a tenere la testa alta. «Mi dica, signore.»
Bogo si massaggiò la fronte. «Wilde, voglio sapere cosa sta succedendo.»
Vorrei saperlo anch’io, pensò Nick. «Niente, signore. Tutto nella norma.»
«Non prendermi per stupido, Wilde.» Il bufalo aprì il voluminoso fascicolo che teneva sulla scrivania e cominciò a sfogliarne le pagine. «Sai cos’è questo?»
«No» ammise la volpe. Ma posso immaginarlo.
«Bene, non è mio interesse che tu lo sappia. Ma vorrei che fossi cosciente, Wilde, che quello del poliziotto è un lavoro serio. Non qualcosa che fai quando ne hai voglia, o quando sei dell’umore giusto.»
Nick si strinse nelle spalle. «Sono consapevole di ciò, Capitan Bogo.»
«Ah sì? Perché, a giudicare dalla condotta delle ultime settimane, non si direbbe proprio. Hai idea di quanto lavoro tu abbia in arretrato, agente Wilde?»
Nick sapeva che Bogo aveva ragione. Nonostante questo, c’era ben poco che lui potesse fare in proposito.
Se magari quella coniglietta smettesse di evitarmi…
«La prego di darmi un’altra possibilità, capitano.»
«Sarebbe la cinquantesima che ti do» rispose seccamente il bufalo. «Bada, Wilde: la mia pazienza ha un limite.»
«Lo so, signore. Cercherò di non deluderla.»
«Lo spero per te» rispose Bogo, dopo qualche secondo di cupo silenzio. «Lo spero davvero per te.»
 
Mentre tornava nel suo ufficio, Nick vide Judy dirigersi verso il distributore di bevande.
«Agente Hobbs» la chiamò, cercando di attirare la sua attenzione. Lei lo notò, in effetti, e gli scoccò un’occhiata di sdegno. La volpe sentì un’orribile fitta al cuore.
Oh, al diavolo le formalità. «Judy!» esclamò Nick, correndo verso di lei.
La sua partner si fermò. «Che vuoi?» gli chiese, in tono gelido. «Non è bene che tu ti faccia vedere assieme a me, altrimenti chissà potrebbero pensare i nostri colleghi.»
«Judy… mi dispiace.» Nick chinò le orecchie, sinceramente avvilito. «Non era quello che intendevo quando ti ho detto…»
«Quando mi hai detto di non essere affettuosa con te in pubblico? Quando mi ha detto che prevenire è meglio che curare?» Judy riprese a camminare in direzione del distributore. «Sei orribile, Nick. Sei semplicemente… orribile.»
«Ascoltami!» La volpe la afferrò per la spalla e la costrinse a fermarsi. «Ti prego, ascoltami. Io ho ascoltato te, quando mi venisti a cercare al ponte. Non potresti tu, ora, ascoltare me
Judy si irrigidì, e per un attimo Nick temette che gli avrebbe assestato un pugno nello stomaco.
Ma, invece, la coniglietta si voltò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi. «D’accordo, ti ascolto» rispose, più triste che arrabbiata. «Ma vedi di essere convincente.»
«Grazie al cielo» sospirò Nick, prima di stringerla in un abbraccio. «Sono una volpe ottusa, Judy Hopps.»
Se qualcuno li avesse visti in quel momento, Nick sapeva che sarebbe stata la fine della loro reputazione. Ma, considerando che erano quasi le sette del pomeriggio e che la maggior parte degli agenti era ritornata a casa, era un rischio che poteva permettersi di correre.
E poi lui voleva abbracciarla, e che diamine.
«Lasciami» borbottò Judy, senza convinzione. «Sono molto arrabbiata con te, Nick.»
«Anche io sono molto arrabbiato con me, Carotina.» Nick si staccò leggermente da lei, in modo da poterla guardare negli occhi. «Certe volte, quando parlo con te, mi sembra di diventare un imbecille.»
«Implicando che tu non lo sia di base» replicò Judy. L’ombra di un sorriso stava ricomparendo sul suo volto – da quanti giorni non la vedeva sorridere con lui?
«Vedi» cominciò Nick, «tutto quello che volevo evitare era che i nostri colleghi si prendessero gioco di noi. Ricordi quella volta che ho ritardato prima di ritornare in ufficio? Ero stato fermato da alcuni di loro che, beh… avevano cominciato a fare battute.»
«Su cosa?»
«Su di noi. Sul fatto che stessimo sempre insieme, come se io e te fossimo… insomma, hai capito.»
«Una coppia?» propose Judy. Al suono di quella parola, Nick fu colto da un brivido che gli corse lungo tutta la schiena.
«Più o meno… sì.»
«E… quindi
Nick tacque per un momento. «Come sarebbe a dire “quindi?”, Carotina?»
«Mi dispiace, Nick, ma io continuo a non capire dove sia il problema. Non l’avevo capito dopo quel tuo confuso discorso durante l’appostamento e non lo capisco neppure adesso. Cosa c’è di male se i nostri colleghi spettegolano su di noi? Succede in ogni posto di lavoro, ma non per questo la gente si suicida.»
«Ma…» Nick Wilde arretrò, spaesato. «A te sta bene così?»
«Certo che mi sta bene così. Pensi forse che non mi sia mai chiesta cosa pensano gli altri quando ci vedono insieme?»
Ci pensò su. «In effetti, no.»
Judy scosse la testa. «Ovvio che sì, idiota. Ma, per citare il capitano Bogo… semplicemente, non mi interessa.» La coniglietta colmò la distanza che li separava e gli strinse le zampe tra le sue. «Non mi importa se sembriamo strani, pazzi o chissà che altro. Io sto con te perché mi piace. Perché mi diverto, perché mi sento davvero bene assieme a te, Nick. Perché so che tu mi capisci, mi conosci meglio di chiunque altro, e… ti fidi di me. E io mi fido di te, con tutto il cuore. Ti affiderei la mia vita senza pensarci su due volte, e proteggerei la tua se fosse necessario. Perciò… come puoi credere che possa importarmi di quello che pensano Francine, o Clawhauser, o Boris o chiunque altro? Se dall’esterno appariamo come un duo di idioti, a me sta bene così.
Perciò, una volta per tutte, piantala di porti problemi che non esistono e torna il Nick che conosco e a cui voglio bene, il Nick che adoro infastidire, a cui voglio far provare il succo di carota, con cui mi piace andare al cinema il sabato sera, al cui fianco voglio continuare a lavorare finché avrò questo distintivo sul petto… oppure lasciami in pace e non parlarmi mai più.»
Non seppe per quanto tempo rimase così, a fissarla negli occhi, incapace persino di pensare a una risposta che fosse degna di quel discorso. La sua unica certezza, in quel momento, era una e soltanto una.
Sono un perfetto imbecille.
Un fortunato, perfetto imbecille.
«Io non… credo di avere obiezioni» riuscì infine a dire, stringendo compulsivamente le zampe di Judy. «Se va bene a te, va bene anche a me.»
E finalmente, dopo un numero interminabile di giorni, la sua Carotina preferita tornò a sorridergli di cuore. «Magnifico!» esclamò la coniglietta. «Bene, dove eravamo rimasti…»
Nicholas Wilde restò impietrito ad osservarla, mentre lei parlava di casi ancora da risolvere, casi risolti che in realtà non erano risolti, casi che sembravano irrisolti ma che in realtà erano già stati risolti, e forse parlò pure di casi che in realtà non erano casi… o qualcosa del genere.
Tuttavia, lui non ascoltò una sola delle parole che uscivano dalla graziosa boccuccia di Judy; era troppo impegnato a guardarla, a mangiarsela con gli occhi, e a ringraziare il cielo di averla incontrata.
Sei la mia rovina, Judy Hopps. E, a quel pensiero, Nick non riuscì a trattenere un sorriso.
Che dolce sapore aveva, la rovina.









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Angolino dell'autrice: sorpresa! Attendendo che il mio cervello si metta in moto per la raccolta di one-shot, ecco a voi una piccola (non così piccola, in effetti) cosina per passare il tempo. Non ho idea di come sia venuta, sinceramente. Ogni parere è gradito, come sempre.
Grazie per aver letto <3

*Omaggio a una carissima amica, nonché bravissima scrittrice. Passate dal suo profilo, se vi va :3 ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=76290 )

 
   
 
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