Ros strinse le labbra, giurando a se stessa che non avrebbe urlato.
Che pleonastica e patetica vita aveva vissuto, così puerile, così solitaria.
Joffrey alzò un’altra volta la balestra, un ghigno osceno a deformargli il volto. Chissà come aveva fatto a finire – meritare – in una situazione del genere…
Per un attimo lacrime di dolore le offuscarono la vista quando l’ennesima freccia la trafisse, lacerandole le carni in profondità, fino ad arrivare all’anima.
Disperata, puntò gli occhi in quelli di Joffrey nella vana speranza di scorgervi un barlume, per quanto fievole, di umanità; ma in essi, Ros non vide niente più che pastosa indifferenza. Urlò.
NdA: drabble partecipante al contest "Drabbleggiamo?" di grazianaarena. Il titolo è una citazione di Pascoli.