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Autore: Angels4ever    07/03/2016    0 recensioni
(Spoiler 5x12)
Emma boccheggiò appena, sussultò, si girò di scatto verso il sedile posteriore della sua automobile.
Frasi scomposte, scoordinate, le attanagliarono la mente. Un brivido la trapassò da parte a parte, emozioni contrastanti albergavano nella sua anima ma, tra le tante, una era di gran lunga più intensa: felicità.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy/Baelfire
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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LIAR

 

<< Ciao Emma... >>
Quest'ultima boccheggiò appena, sussultò, si girò di scatto verso il sedile posteriore della sua automobile.
Frasi scomposte, scoordinate, le attanagliarono la mente. Un brivido la trapassò da parte a parte, emozioni contrastanti albergavano nella sua anima ma, tra le tante, una era di gran lunga più intensa: felicità.
Felicità di vedere il suo primo amore, il padre di suo figlio, lì accanto, a pochi centimetri dal suo viso.
<< Neal... >> un sussurro appena percettibile le uscì dalle  labbra leggermente dischiuse; aggrottò la fronte, sentendo il cuore cominciare a battere talmente forte da mozzarle il respiro.
<< Sto sognando? >> doveva assolutamente trattarsi di un sogno; lui non poteva essere lì. 
Neal non era lì.
La loro macchina non era parcheggiata vicino al Luna Park che aveva assistito allo sbocciare del loro amore, così giovane e vivace. 
Il suo maggiolino era rimasto a Storybrooke, e di certo non li stava contenendo in quel momento.
Si, doveva trattarsi per forza di un sogno: era l'unica spiegazione razionale che le venisse in mente.
Logica...perché si ostinava ancora a cercare la logica in tutto quel bordello?
<< No..se fosse un sogno ci sarebbero ciambelle parlanti. E altre cose strane. >>
Neal si posiziò accanto ad Emma, ed ella gli lanciò una lunga occhiata penetrante.
Era sempre lui, sempre uguale.
Indossava lo stesso giubbino rosso, di pelle, che aveva quando stavano insieme.
Probabilmente anche quello era rubato, ma non gliel'aveva mai chiesto? Perché?
Tante cose, tra loro, erano rimaste in sospeso. Quella era solo un piccolo quesito di blando interesse.
<< Come sta nostro figlio? >> Neal incurvò le labbra in un sorriso a trentadue denti;  due fossette timide fecero capolino agli angoli della bocca.
Emma si mise più comoda sul sedile, sentendo le gambe tremare sotto il suo peso. << Benissimo. >> rispose prontamente. Riflettè un attimo: perché mentire? << Gli manca il suo papà. >> si corresse, sorridendo a sua volta.
Gli occhi azzurro-verdi le si riempirono di lacrime; cercò di ricacciarle indietro ma fu tutto inutile.
Neal se ne accorse, ma non disse nulla. Sapeva quanto Emma, la sua Emma, fosse orgogliosa, e farle notare la sua fragilità l'avrebbe umiliata, spezzata; mai più le avrebbe fatto del male. Adesso il suo unico compito era proteggerla, totalmente. 
<< Dove siamo? Nell'Oltretomba? Stavo andando lì... >> 
Emma guardò fuori dal finestrino, cercando di scorgere una qualche indicazione. O almeno di ricordare come e quando fosse finita in balia dei suoi desideri più nascosti.
<< So dove eri diretta...ma ti prego, non andare. >> 
Neal si incupì, diventò serio di colpo, e la donna rivide nei suoi occhi il ragazzo sperduto che era stato un tempo. 
Ella sembrò valutare l'ipotesi, tremò al pensiero di aver messo la sua intera famiglia in pericolo: per cosa poi? Per un amore in cui non credeva del tutto? 
 << Se avessi saputo che vi era un'altra possibilità...avrei salvato anche te. >> la voce di Emma uscì come un rantolo soffocato, tremante.
Era la verità, non stava mentendo, e lui lo sapeva. Gli bastò un veloce sguardo per leggerle l'anima, insieme al senso di colpa che la stava facendo crogiolare nel dolore.
Non avrebbe dovuto arrendersi.
"Riportare in vita i morti è vietato". Che sciocchezza! 
Avrebbe dovuto tentare, e invece aveva lasciato che la paura di perdere, di non riuscre, le impedisse anche lontanamente di tentare il tutto per tutto.
<< Non avresti potuto. Io nono sono nel Limbo. >> 
<< Significa...che Hook è lì? Posso raggiungerlo? >> 
Neal la fissò come se la vedesse per la prima volta. << Si, è lì. >> rispose amareggiato.
Lei doveva andare avanti, lo sapeva benissimo. Meritava un lieto fine, più di tutti.
Dopo anni di solitudine aveva bisogno di qualcuno che le restasse accanto, sempre e per sempre.
Ma non potè impedire alla gelosia di scendere su di lui e avvolgerlo, stringendolo come se volesse soffocarlo: era una brutta sensazione, stretta e dolorosa. Talmente tanto che si dimenticò di respirare per lunghi attimi, per fortuna era già morto.
<< Aiutami. Posso dargli metà del mio cuore. Può funzionare. >> 
<< L'Oltretomba è per persone che hanno degli "affari in sospeso". E non è il mio caso. >>
La voce della sua coscienza gli urlò nell'orecchio.
Bugiardo.
Cercò di scacciare la vocina nella sua testa, concentrandosi solo sulla donna davanti a sè.
La bugia "innocente" gli attraversò le iridi verdi striate di marrone, ed Emma ne lesse tutta la tristezza ed il peso opprimente di quelle parole. 
Era tutta colpa sua.
Avrebbe dovuto insistere.
<< Dove sei? >> 
<< In un altro posto. Un posto in cui essere felice. >> 
<< Tengo molto a te Emma, sono qui per questo. >> continuò imperterrito << Fermati, prima che sia troppo tardi. >> 
Emma deglutì, senza distogliere lo sguardo dalla sua figura possente.
<< Non posso... >> mormorò. 
Neal rise. 
Si era aspettato una risposta del genere. 
<< Lo immaginavo. >> 
L'uomo le si avvicinò dolcemente e l'afferrò di colpo per le guance. Si sporse, lasciandole un bacio dolce ma al contempo deciso sulla fronte.
Lei chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto. Una lacrima, dispettosa e sfuggente prese a colarle lungo la guancia.
Emma, tuttavia, sorrise, avvicinandosi ancora di più a Neal. 
Con una mano iniziò a disegnargli il contorno del viso, accarezzandolo come se fosse la prima volta, facendolo sorridere e arrossire appena. 
Indugiò lungo il mento appuntito, coperto da una leggera barba incolta,la quale le graffiò appena i polpastrelli della dita.
Si sorrisero. Ancora, ancora e ancora.
Arrossirono timidi, a vicenda.
Un pesante silenzio scese su di loro, carico di cose non dette e di voglia di restare insieme.
Ma non potevano.
Ormai appartenevano a due mondi distanti.
<< Ti amo Emma. >> il silenzio fu riempito con queste semplici quanto banali parole. << Ti ho sempre amato e lo farò per sempre. >>
Si allontanò da lei di scatto, sfuggendo alla presa insicura della sua mano; uscì dalla macchina,camminò a passo svelto senza voltarsi indietro, ricacciando anch'egli indietro le lacrime, con la consapevolezza di averla persa di nuovo. 
<< Neal? >> Emma lo chiamò, urlò il suo nome più forte. 
Poteva sentirla, ma allora perché non accorreva?
Ci mise cinque secondi a compiere una scelta.
Ci mise quattro secondi a capire che aveva acora mille domande da rivolgergli.
Ci mise tre secondi a giungere alla conclusione che lei ed Henry erano i suoi "affari in sospeso".
Ci mise due secondi a capire che lui non era felice, e che le sue parole erano un grido disperato d'aiuto.
Ci mise un secondo soltanto a capire che lo amava ancora, e che sarebbe sempre stato così, per tutto il resto della sua vita.
Uscì dal maggiolino, all'aria aperta.
Urlò il suo nome al cielo coperto di nuvole, guardando in alto.
Rabbrividì per un vento anormale che sembrò aver intenzione di sballonzolarla a destra e sinistra, come se fosse una piuma d'oca.
Si accasciò al suolo, toccando terra con entrambe le ginocchia. 
Le sue stesse mani, intorpidite dal freddo, andarono ad avvolgerla in un abbraccio di conforto. 
Lacrime copiose, represse, sgusciarono tutte insieme, rigandole il volto pallido e donandole un leggero colore alle guance.
Chiuse gli occhi, cercando di attutire il dolore che aveva cercato di nascondere a sè stessa e al mondo. 
Si sentì scuotere con forza da un paio di mani, e fu costretta a riaprirli.
<< Emma...stai bene? Sei svenuta. >>
I suoi genitori la fissavano dall'alto, al suo fianco, dentro la barca che Caronte stava conducendo verso l'Oltretomba.
<< S-sto bene... >> borbottò poco convinta.
Nessuno ci credette: vi erano, come testimoni, un paio di occhi arrossati, cupi, e le guancie ancora bagnate. 
Bugiarda.
Perchè sorprendersi? Tra le tante cose, Neal le aveva insegnato anche a mentire.






Angolo Autrice:

Non so chi di voi abbia già visto la puntata, io si. 
In particolare so a memoria l'unica piccola scena Swanfire (qui è un po' censurata o sarei risultata pesante.)
Onestamente non credevo che mi sarebbero continuati a piacere così tanto, invece li amo come se fosse il primo giorno. 
E adesso sto in una valle di lacrime: ogni volta che rivedo Neal inizio a singhiozzare; preferirei a questo punto non vederlo più in scena, fa troppo male.
Spero che abbiate apprezzato la mia piccola ff. 
Dovevo per forza scrivere qualcosa. Assolutamente.
 Lasciate un commento se vi va :3 
Alla prossima ^^

Angels4ever

  
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