Alphabet - Part I
Arthur. Arthur Pendragon.
Era quello
il nome del proprio destino?
No, che non lo era. Il drago gli aveva mentito,
ne era certo.
Merlin non credeva nel destino, tanto per cominciare.
Nell'idea di una strada prestabilita, di passi già tracciati da chissà quale
entità superiore.
E sospettava che quella entità superiore, nel suo caso,
fosse proprio il drago.
Istintivamente, non riusciva a fidarsi di una
creatura magica dai poteri sconosciuti confinata in una caverna. Da
anni.
'Grazie tante, ma no, non voglio essere l'altra faccia di una
medaglia del genere.', avrebbe voluto dirgli.
Ma
quello se n'era già volato
via.
Bell'idea, Merlin, quella di salvare la
vita dell'idiota.
È il tuo primo giorno come servitore personale di Arthur
Pendragon, e ti ha già affidato talmente tanti compiti da sbrigare entro il
tramonto, che inizi a dubitare di aver anche tempo per respirare.
Le tue
mansioni vanno da lucidare le sue armi a pulire le stalle, passando per
sistemare le sue stanze e assisterlo durante i duelli, e una quantità
spropositata di altre incombenze che fai fatica persino a tenere a
mente.
Se è vero che siete due facce della stessa moneta, non hai dubbi su quale ti spetti: la
croce.
«Che... che cosa stai facendo?»
Arthur sbuffa
contro il suo collo, si ritrae di malavoglia e alza gli occhi al cielo.
«Cosa
ti sembra che io stia facendo?»
E glielo chiede come se la risposta fosse
ovvia.
Per Merlin, invece, non è poi così ovvia. È palese che il principe lo abbia baciato, ma non
ovvio.
È palese che abbia intenzioni che vanno oltre
al semplice baciarsi, ma non ovvio.
Vedendolo in difficoltà, Arthur
decide di dargli un indizio, e riprende da dove si era interrotto.
Merlin
accetta di capirci sempre di meno, e smette di badare a sottigliezze
semantiche.
Dove
diavolo erano finiti?
Merlin si guardò
intorno. Alberi alla sua destra, alberi alla sua sinistra, alberi alle sue
spalle... neanche a dirlo, alberi pure davanti.
E osservando con particolare
attenzione l'albero #219 di fianco a lui, ebbe una spiacevole sensazione di deja
vù.
Che stessero girando in tondo? Anche l'albero #547 gli era familiare, a
guardarlo bene.
E il muschio dell'albero #491? E quel particolare ramo
lievemente piegato dell'albero #163? E-
Oh, all'inferno.
«Ci siamo
persi.» constatò.
«Più di quanto tu creda.» sibilò una voce vicinissima
al suo collo.
Merlin riformulò mentalmente la domanda. Dove diavolo andremo a
finire?
Emrys.
Questo era il nome con cui
il piccolo druido gli si rivolgeva. Emrys.
A Merlin non piaceva per niente.
Sentiva che solo come Merlin sarebbe riuscito a rimanere accanto al
principe, e a proteggerlo.
Emrys era il suo lato oscuro e magico, il
terribile segreto che tentava di celare ogni giorno più faticosamente.
Emrys
era il potere che Arthur non avrebbe mai accettato, Emrys era l'uomo che Arthur
avrebbe giustiziato come traditore.
Emrys non era stato capace di
fare la scelta giusta.
Ma sarebbe stato Merlin, in un futuro che
sperava il più lontano possibile, a pagarne il
prezzo.
***
Note!
Questa fanfiction partecipa
alla Alphabet Challenge - 26 lettere per dire "ti amo" lanciata da PucchykoGirl. In breve, 26 lettere per 26 drabble da 100 parole esatte. Ogni
drabble deve iniziare con la lettera dell'alfabeto a cui si ispira e trattare
d'amore, o comunque di un pairing.
Be', io ci provo. xD
Ho deciso di
dividere la fanfiction in capitoli di cinque drabble ognuno (a parte uno di
sei), perché così facendo spero di superare la mia incostanza. E di portare
a termine la sfida, per una volta tanto.
Quindi, i capitoli saranno così
divisi:
- dalla A alla E;
- dalla F alla L;
- dalla M alla Q;
-
dalla R alla Z;
- J, K, W, X e Y.
Queste le ho tenute per ultime perché
probabilmente saranno legate da un filo conduttore comune.
Non ho idea dei tempi di
aggiornamento, dipende tutto dall'ispirazione.
Il titolo è una canzone degli
Steelers Wheel, direttamente dalla colonna sonora di Reservoir Dogs, Le Iene. Non so neanche
perché l'ho scelto. Però mi piace.
È tutto.
<3
Val