Titolo: Feel the beat
Fandom: Tiger & Bunny
Personaggi: Kotetsu T. Kaburagi, Barnaby Brooks Jr
Pairing: Kotetsu/Barnaby (esistono degli shortening?)
Genere: che genere è? Boh? Io metto generale, perché se inserisco erotico devo mettere rating o rosso o arancio, e non succede niente onscreen. Indi...
Avvisi: un pochino OOC
Rating: giallo
Conteggio parole: 338
Note:
Allora.
È passato un annetto buono da che ho visto e completato l'anime. Avevo già provato a scrivere una cosa del genere, ma devo aver deciso che fosse troppo bleah per mostrarla in giro indi evidentemente ho provveduto a cestinarla, perché sul mio pc non c'è più.
Oggi pomeriggio per svagarmi ho deciso che avevo necessariamente bisogno di provare a scrivere su un fandom che non avevo ancora toccato, e mi è tornata in mente questa immagine, dell'appartamento di Barnaby soffuso dalle luci della città e la cintura di Kotetsu che cade e tintinna nella penombra. Personalmente ho un vago ricordo di una specie di poltrona/cosa reclinabile (e di Kotetsu mezzo nudo e ferito sdraiato alla meno peggio sopra), però magari mi sbaglio, non lo so. Correggetemi.
Eeeeee ho inserito l'avviso OOC perché Kotetsu m'è scappato di mano ma faccio finta che non sia vero (?).
Detto ciò. Scappo via. Scusate l'intrusione.
Feel the beat
Sotto i riflessi delle luci caleidoscopiche dei neon colorati che accendono le notti di Sternbild City e che filtrano dalle vetrate disegnando giochi sempre nuovi, sempre diversi, sul pavimento del suo appartamento, gli occhi di Kotetsu brillano, nella penombra, quando scorrono lungo il suo corpo dalla testa ai piedi e poi indietro. Barnaby ispira quasi bruscamente, il fiato che s’incastra nella trachea quando quel castano ambrato, che ora pare quasi oro liquido, si ferma a fissarlo, e si fa intenso, focalizzato su lui e lui soltanto.
Si sente quasi già nudo, inerme; e quando Kotetsu avanza, un passo dopo l’altro, le suole delle sue scarpe che spezzano il brusio frenetico della città che pulsa e vive attorno a loro e lo fagocitano trasformandolo in un ronzio distante e facilmente ignorabile, Barnaby non riesce ad impedirsi di deglutire quella boccata di saliva che pare essersi tramutata in sabbia.
-Ojisan?-
La sua voce s’incrina, a metà del suffisso, quando Kotetsu si piega su di lui, una mano che s’infila nei suoi capelli biondi a cercare il calore della nuca, l’altra che si attarda a slacciare i bottoni del gilet bianco. Lo guarda come se fosse il centro dell’universo, e Barnaby non respira, lasciandosi andare sulla poltrona reclinabile con un sospiro che si arriccia caldo tra i loro visi.
-Bunny-chan-
Kotetsu strascica il suo nome come se fosse il vezzeggiativo più erotico del mondo. Gli sorride, mentre l’indice della sua mano scivola lungo la stoffa che copre il suo petto e poi si arcua ad arpionare l’orlo superiore dei suoi pantaloni
-Giochiamo insieme, Bunny-chan-
Barnaby ispira di nuovo, perdendosi un attimo nella vena giocosa (e affettuosa, carica di quel sentimento che ha provato a lungo ad ignorare) che vede pulsare in tutto quell’oro, nei suoi occhi.
Annuisce.
Kotetsu sorride. Un sorriso sottile, appena accennato, ma che cambia l’espressione del suo viso e lo rende stupendo, irresistibile.
E il brusio del mondo esterno si zittisce, nel tonfo metallico di una cintura sul pavimento e nel gemito morbido che lo segue subito dopo.
Si sente quasi già nudo, inerme; e quando Kotetsu avanza, un passo dopo l’altro, le suole delle sue scarpe che spezzano il brusio frenetico della città che pulsa e vive attorno a loro e lo fagocitano trasformandolo in un ronzio distante e facilmente ignorabile, Barnaby non riesce ad impedirsi di deglutire quella boccata di saliva che pare essersi tramutata in sabbia.
-Ojisan?-
La sua voce s’incrina, a metà del suffisso, quando Kotetsu si piega su di lui, una mano che s’infila nei suoi capelli biondi a cercare il calore della nuca, l’altra che si attarda a slacciare i bottoni del gilet bianco. Lo guarda come se fosse il centro dell’universo, e Barnaby non respira, lasciandosi andare sulla poltrona reclinabile con un sospiro che si arriccia caldo tra i loro visi.
-Bunny-chan-
Kotetsu strascica il suo nome come se fosse il vezzeggiativo più erotico del mondo. Gli sorride, mentre l’indice della sua mano scivola lungo la stoffa che copre il suo petto e poi si arcua ad arpionare l’orlo superiore dei suoi pantaloni
-Giochiamo insieme, Bunny-chan-
Barnaby ispira di nuovo, perdendosi un attimo nella vena giocosa (e affettuosa, carica di quel sentimento che ha provato a lungo ad ignorare) che vede pulsare in tutto quell’oro, nei suoi occhi.
Annuisce.
Kotetsu sorride. Un sorriso sottile, appena accennato, ma che cambia l’espressione del suo viso e lo rende stupendo, irresistibile.
E il brusio del mondo esterno si zittisce, nel tonfo metallico di una cintura sul pavimento e nel gemito morbido che lo segue subito dopo.