Leon e Ashley erano arrivati a un vicolo cieco e stavano per essere raggiunti da un gruppo di commandos: l’agente aveva rapidamente sparato a un barile infiammabile uccidendone alcuni. I due scapparono subito lontano da lì verso dove erano venuti, ma un ganado ancora vivo si rialzò e sparò tre colpi di mitragliatore alla gamba dell’agente.

Leon cadde a terra ma riuscì a estrarre la sua Red 9 e a sparare al braccio del commando, disarmandolo: il ganado corse verso l’agente, gli strappò di mano la pistola e cominciò a strangolarlo mentre Leon era a terra inerme. Improvvisamente Ashley raccolse la Red 9 e, dopo un attimo di esitazione, sparò alle gambe del commando e si avvicinò alla sua guardia ferita.
 
“Leon, resta con me” diceva mentre prendeva uno spray medico
Dopo averglielo applicato, bendò le ferite sulla gamba e aiutò l’agente ad alzarsi.



“Sei stata coraggiosa” mormorava l’agente con le ultime forze che gli rimanevano. La ragazza gli rispose con un timido “grazie”.
I due avevano poi trovato una casupola nella quale ripararsi durante la notte, il probabile alloggio di qualche commando. La stanza prevedeva uno scarno arredamento e un letto, peraltro sporco.
 
 
“Dovresti riposarti, è stata una giornata dura” disse Leon ad Ashley “Stenditi, io farò la guardia davanti alla porta” Ashley si distese sul materasso opportunamente girato da Leon in modo che la parte sporca fosse rivolta sotto.
“Anche tu dovresti riposarti” disse Ashley vedendo Leon sfinito accasciarsi a terra. “Non sono pagato per riposarmi” rispose l’agente. La ragazza insisteva affinché si distendesse anche lui. “Senza di te non sarei qui, non posso vederti in questo stato” insistette Ashley.



Allora Leon si distese sul letto a fianco alla ragazza, che si discostò per fare spazio alla sua guardia. I due erano stanchissimi, ma non riuscivano a dormire per il timore dell’arrivo di qualche commando, così si girarono l’uno davanti all’altra in modo da guardarsi negli occhi e parlarsi un po’.
Non erano mai stati così vicini: Leon era abituato a tenersi a una certa distanza da Ashley, sapendo che non avrebbe dovuto nemmeno toccarla altrimenti avrebbe rischiato il posto di lavoro.
 
“Leon…” disse timidamente la ragazza “perché fai questo lavoro?”
“Quando avevo la tua età facevo il poliziotto, il mio primo giorno di servizio avrei dovuto svolgerlo a Raccoon City”
“Raccoon City? La città infettata dal virus G?”
“Sì, è passato molto tempo, ma lo ricordo perfettamente. Era il mio primo giorno, e invece di essere accolto dai miei futuri colleghi mi ritrovai nel panico e la disperazione di una città vittima di un virus creato dall’Umbrella.”

Leon si ricordò di Sherry, la figlia di William Birkin, e di Manuela, la ragazza che aveva incontrato in Sud America con Krauser, che, ironia della sorte, rapirà poi Ashley. Le raccontò com’era diventato agente governativo del padre, e come si ritrovò a doverla salvare.


 
“Io non sarei mai potuta sopravvivere all’inferno di Raccoon City, sono brava solo a cacciarmi nei guai dopotutto…” Leon le mise una mano sul fianco e la guardò profondamente nei suoi meravigliosi occhi nocciola “Non è per nulla vero… ogni giorno mi dai la prova che sei molto coraggiosa, come pensi di essere riuscita a fermare quel ganado? So che non faresti del male a una mosca, e hai preferito persino non uccidere quel commando, ma non significa che sei una codarda. A volte risparmiare la vita di qualcuno è un atto molto più coraggioso di uccidere”


La ragazza lo guardava negli occhi e sentiva il calore del suo corpo così vicino, si spinse in avanti e lo abbracciò. L’agente ricambiava l’abbraccio e accarezzava le ciocche bionde che scendevano lungo le guance della ragazza.
 
In realtà Leon aveva un debole per Ada, ma Ashley lo mandava in totale confusione: lui non voleva una donna d’azione, voleva una ragazza in grado di fargli apprezzare le cose belle di questa vita, e Ashley nella sua timida innocenza riusciva perfettamente in ciò.
 
D’altra parte Ashley non voleva un ragazzo semplicemente forte, ma anche empatico e sensibile, in grado di comprendere i suoi sentimenti che a causa del suo carattere introverso non riusciva sempre ad esternare. In questo Leon e Ashley erano molto simili: entrambi provavano qualcosa per l’altro, ma a causa della timidezza non riuscivano a dirlo apertamente.
 
La ragazza cadde in un sonno profondo. Leon non poteva fare a meno di ammirare la bellezza naturale di Ashley che seppur sottoposta a situazioni di tale disagio conservava un grande fascino. Leon temeva sempre che se si fosse addormentata non si sarebbe più risvegliata, dopotutto non sapeva nulla sugli effetti delle plagas sui loro corpi, dai quali doveva ancora rimuoverle. Ashley si svegliò di colpo ansimando e guardandosi subito attorno.
 
“Ash, che succede?” chiese preoccupato
“Ho fatto un brutto sogno, dei ganados ci inseguivano e poi…”
“Va tutto bene ora, sai che non permetterei mai una cosa del genere. Ti prometto che a costo della mia vita ti riporterò sana e salva a Washington. Qualsiasi cosa accada, non ti abbandonerò, puoi contare su questo”
 “… Grazie…”


La ragazza arrossì ferocemente, ma fortunatamente Leon non poteva vederla nel buio della notte: “E’ tutto quello che sai dire dopo che qualcuno ti dice che si getterebbe nel fuoco per te?” Dopo un silenzio interminabile decise di parlare “Ti voglio bene, Leon”.

“Anch’io ti voglio bene” rispose l’agente. I due si protesero in avanti e si scambiarono un bacio a stampo sulla bocca.
 
“Buonanotte, Leon” disse la ragazza.
“Buonanotte, Ashley”.


Ciao! Questa è la mia prima fanfic su Resident Evil, ho scelto Leon e Ashley come protagonisti perché ritengo che siano molto simili caratterialmente anche se molti preferiscono Leon x Ada. Spero vi sia piaciuta