There will be no dawn.








Termina taceva.

Cos'altro poteva fare, se non tacere?

La Torre dell'Orologio era caduta, insieme alle alte montagne dei Goron.

La Palude del Sud era sparita, dell'oceano e della baia non v'era più traccia alcuna.

Persino la Valle di Ikana era collassata su sé stessa, e la Torre di Pietra, quella! Di essa non rimaneva che un mucchietto di cenere sparsa nel vento.

Skull Kid osservò la distruzione lievitando in aria.

I Deku erano morti, gli Zora e i Goron erano morti.

Dampé era morto, e con lui le piratesse, e gli abitanti di Ikana, se abitanti si potevano definire.

La Grande Fata era morta, insieme ai quattro Giganti.

Chi viveva nella Città dell'Orologio era morto.

Il bambino vestito di verde era morto.

Il suo stupido cavallo era morto.

Tael e Tatl erano morti.

Eppure non gli importava nulla.

La Luna si era schiantata poco prima. La Torre era stata schiacciata, Termina invasa dal fuoco.

Ora era una desolata landa grigia di cenere.

Non avrebbe mai assistito ad una nuova alba.

Lo spirito si appoggiò a terra, affondando le bizzarre calzature nella polvere.

Majora rise allegramente:-Ben gli sta', non trovi?-.

Skull Kid abbassò gli occhi. Si osservò le mani, in silenzio.

-Posso fare... grandi cose...-mormorò.

Chiuse le dita a pugno e le riaprì due volte.

-Queste piccole mani...-continuò, come in trance, -Queste piccole, stupide, inutili mani... Possono decidere tutto... Possono distruggere un mondo...-.

-Sì, sì è così!-esclamò Majora. Il suo burattino si era comportato bene. Aveva eseguito gli ordini senza la minima esitazione.

E come non avrebbe potuto? Così disperato per amicizia...

Così solo e odiato. Abbandonato da tutti...

Aveva accettato senza il minimo indugio.

Non si era mai ribellato, neanche nei momenti più critici.

E allora, perché non lodarlo?

-Sei grande, molto grande, più grande di tutti quegli adulti.- sussurrò melliflua la maschera, -Sei tu che calpesti le loro ceneri, le ceneri di chi ti voleva bruciato a quel palo perché eri un mostro, un orrendo spaventapasseri animato, e li spaventavi... Sei sempre stato così grande, ma volevano incenerirti, ridurti in poltiglia, ucciderti! E invece sei tu che cammini sui loro resti!-.

Majora rise, sprezzante. Si sentiva così potente, sul volto della sua stupida marionetta incosciente, che ora stava...

La maschera smise di ridere, agitandosi all'improvviso:-Ehi, ehi, che diamine – Che diavolo stai facendo?!?-.

Lo spirito l'aveva staccata dal proprio viso. I suoi piccoli occhi arancioni fissavano quelli di legno dell'oggetto infernale davanti a lui.

-Io sono grande.-ripeté, piano.

Majora sentì qualcosa pervadere la sua superficie.

Paura.

Per la prima volta, aveva paura del suo indossatore.

-Rimettimi sul tuo viso! Solo così sarai grande!-.

-No.-.

Il tono di Skull Kid era gelido:-Le mani che ti tengono... sono mie.-.

-Lo so, lo so, ma io devo stare sul viso, ricordi? Eh?- Majora cominciava davvero a preoccuparsi, -Avanti, fai il bravo, rimettimi sul tuo volto... non ero una bella identità? Non pensi che tutti avrebbero invidiato avere una faccia come quella che ti dono io?- aggiunse, facendo leva sul desiderio dello spiritello di possedere un viso vero.

-Non serve una faccia... A chi può distruggere tutto...-.

La morsa di Skull Kid ai bordi della maschera si fece più forte:-Le deboli, affilate mani che ti stringono... Sono le mie...- continuò, -Queste insignificanti, minuscole mani gracili... Ti stanno per uccidere.-.

-SMETTILA!- gridò Majora, dibattendosi in preda a puro terrore, -Sono IO il potere tra noi due! IO ho creato la Luna! IO l'ho fatta cadere! IO e solo IO ho distrutto Termina! Tu sei solo la sciocca, IMPOTENTE MARIONETTA di cui mi sono servito per raggiungere i miei scopi!-.

Il bambino non batté ciglio:-Non dovresti dire questo... Come tue ultime parole...-.

Un colpo secco risuonò per la valle di cenere.

Con una leggera pressione, Skull Kid aveva spaccato Majora a metà.

La maschera si accartocciò su sé stessa, tramutandosi rapidamente in polvere.

Skull Kid osservò quel mondo così grigio e solitario.

Lanciò un urlo lungo, straziante.

Nessuno poté sentirlo.

Lo spirito attese che qualcuno, chiunque, venisse a vederlo, a prenderlo, a portarlo via da lì.

Ma non c'era più nulla di vivo eccetto lui.

Lentamente, Skull Kid cominciò ad arrancare per la distesa di cenere. La solitudine era tornata all'improvviso, più forte di prima. E non riusciva a capire, pazzo di dolore, che era rimasto veramente solo, questa volta.

Continuò a camminare, trascinando a fatica i piedi, con le braccia ciondoloni e lo sguardo vuoto, finché la sua figura si amalgamò con la nebbia cinerea che aleggiava sulla distrutta Termina.

È ancora laggiù.

È ancora laggiù, ad arrancare senza posa, a ripetersi di poter fare grandi cose con le sue piccole mani, a urlare fino a spezzare il cuore nella vana speranza che qualcuno lo trovi e lo porti con sé.

È ancora laggiù, completamente solo, che aspetta di essere preso e trascinato via.

Non verrà mai il giorno in cui, stremato, cadrà a terra, e non troverà le forze per rialzarsi.

Non potrà mai ritrovare tutti i cari che ha perso.

Sta aspettando.

Perché non ti sbrighi?

Perché non vai da lui?

Credevo fossimo amici...