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Autore: Giuly Frost    24/03/2016    6 recensioni
-Mi avete chiamata ''La Maga Malvagia'', e detto che i pony usavo mangiare...
-Zecora...?-mugolò Octavia iniziando a tremare.
-Chi avrebbe creduto che in fondo, sareste stati così svelti a indovinare?
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Zecora
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Mosse le ali bianche tendendo le orecchie, vigile.
La Nightmare Night era il momento che preferiva nell'intero anno.
Poteva passeggiare tra i pony senza che nessuno sospettasse minimamente che ciò che lui era non rappresentava un semplice costume.
Il cielo iniziava ad imbrunirsi ed i puledrini ad uscire dalle loro case per il classico dolcetto e scherzetto; a notte fonda, molto probabilmente, sarebbe giunta anche la Principessa Luna.
Il pegaso dal manto di neve planò lentamente giù dall'albero sul quale si era appostato l'intera giornata, facendo attenzione a non far cadere il cappuccio della felpa vermiglia dal volto.
Un ciuffo della criniera era caduto davanti all'occhio sano, e il pony la spostò con un movimento seccato, per poi iniziare a trotterellare verso il centro di Ponyville.
Il falcetto che teneva nella cintura sarebbe stato considerato solo uno delle tante inquietanti decorazioni che i pony si trascinavano dietro per spaventare il prossimo in quella notte ''di paura''.
L'occhio verde spiritato del pegaso si muoveva tra la folla, scorgendo tutto anche quando egli teneva la testa china. 
L'altro occhio era cieco, privato della vista da quattro profonde cicatrici... Graffi...?
O tagli?
Fatto sta che le ferite erano marcate e gli oltrepassavano metà del volto, sfigurandolo quasi completamente e rendendo l'occhio leso completamente bianco; fissandolo, non si poteva vedere pupilla o iride, solo sangue rappresso che egli non aveva mai voluto lavare.
Intanto, la festa a Ponyiville si era animata, e pony di ogni specie correvano in qua e là tra le attrazioni, chiaccherando tra loro e tentando di piluccare dolcetti ogni volta che era possibile; tra i più particolari spiccava una pony di terra dal manto confetto travestita da Babbo Natale che saltellava ovunque seguita da uno stuolo di puledri.
Il pegaso dall'occhio cieco la conosceva fin troppo bene, e andò oltre, sena considerarla nemmeno.
Stava cercando qualcuno in particolare...
Dopo aver girato per quasi mezza festa a vuoto, ricevendo spesso occhiate malevole, il pony trovò il soggetto della sua ricerca.
Zecora era in un angolo, con il mantello a coprirla interamente; erano visibili solo i due grandi occhi luminosi come la luna.
Il pegaso si avvicinò elegantemente e con estrema nonchalanche; la zebra non lo notò, o forse semplicemente finse di non vederlo, ma non gli rivolse a parola finchè lui non le andò a fianco:-Hai trovato Quella Pony?
-Le ho dato appuntamento e dovrebbe arrivare, non è pony solita a tardare...-rispose Zecora facendo fluire il suo sguardo sulla folla.
I due non dovettero attendere più di pochi minuti; una pony dal manto cenere e la criniera come piume di corvo, gli occhi violetti vestita da musicista d'orchestra venne loro incontro camminando con passo felpato ed elegante:-Eccomi Zecora, come mai tanta urgenz... Chi è lui?
LO stallone fece un passo avanti a le tese lo zoccolo, con il cappuccio che lasciava intravedere solo l'occhio smeraldino:-Sono, uhm, un carissimo amico dell'amabile zebra qua presente. Mi chiami pure Robert, signorina Melody.
-... Come fai a sapere il mio cognome?-domandò Octavia Melody senza porgere a sua volta lo zoccolo.
-Oh, la sua fama è grande, e inoltre Zecora mi parla spesso di lei.-il pegaso ritirò lo zoccolo facendo finta di niente.
-Capisco... Allora, perchè siamo qui? Dovrei tornare da Vinyl in fretta...-accennò la pony cinerina voltando lo sguardo dall'uno all'altro interlocutore.
-Se il signor Robert ha il piacere di lasciarci sole...-borbottò Zecora lanciando un'occhiataccia allo stallone, che la fissò e scrollò le spalle:-Va bene, non sono benvoluto, me ne vado.-e, detto ciò, spiccò il volo sparendo tra i tetti.
-...Era inquietante. E non in senso simpatico.-rabbrividì la giumenta dagli occhi lavanda.
La zebra fissò per qualche attimo il punto dove Robert si era dileguato, poi rivolse nuovamente la sua attenzione ad Octavia:-Mia cara, ho un grave problema da risolvere, e temo che solo con il tuo aiuto si possa in bene evolvere...
-Uh? Di che si tratta?-domandò la musicista con un pelo di preoccupazione.
-Seguimi, dobbiamo arrivare a destinazione, o sarà tardi per trovare una soluzione!-imprecò quasi Zecora voltandosi di scatto e iniziando a correre nei vicoli.
Octavia, ora spaventata dalla situazione, la seguì a ruota urlandole di aspettarla ma, non appena svoltò l'angolo, la giumenta a strisce era svanita:-Z... Zecora?
-Quando guardi nello specchio...-una voce rimbombò intorno a lei creando un eco sinistro.
Ma non era Zecora.
Era una voce maschile, profonda e roca.
... Robert?
-L'unica pony...
Octavia si guardò intorno, le orecchie basse, spaventata, pensando che fosse solo un bruttissimo scherzo che i due amiconi avessero voluto giocarle.
-Che non vedrai mai...
Un dolore lancinante alla testa.
La musicista cadde a terra, appena in tempo per vedere Robert piombarle di fronte con un manganello tra i denti, e Zecora che si avvicinava con gli occhi che brillavano e delle corde.
-... Sei tu stessa.
Buio.



Octavia sbattè lentamente le palpebre.
Con delicatezza, ed una punta di stanchezza velata dalla grazia che la contraddistingueva.
Pensò di aver solo avuto un incubo.
Di aver bevuto qualche sidro di troppo alla Nightmare Night con Vinyl e Lyra, o di essersi strafogata di dolcetti con Bon Bon e Derpy, e poi essere crollata e trasportata a casa dalla sua migliore amica.
Ma non fu così.
Nemmeno pochi secondi dopo dal risveglio, la musicista sentì un bruciore fortissimo poco sopra gli zoccoli anteriori; spaventata, scosse ripetutamente la vista per riacquistare completamente i sensi e tentare di capire dove si trovasse.
Era nella capanna di Zecora.
Candele accese in ogni angolo rischiavano l'atmosfera, ma creando inquietanti giochi di ombre con le maschere e le pozioni, che apparivano improvvisamente più minacciose ed ostili.
Solo in quel momento, Octavia si accorse di essere appesa.
Sì, appesa.
Delle ruvide corde la intrappolavano, chiudendole gli zoccoli superiori, lasciandola in sospensione sopra...
...
La musicista si rese conto di non sapere se sotto di lei ci fosse il terreno o qualsiasi altra cosa, così inclinò lentamente lo sguardo sotto di se.
Un calderone.
Sotto di lei, un enorme pentolone contente un liquido denso e vermiglio, riscaldato da un fuocherello scoppiettante, le cui scintille sembravano quasi danzare attorno alla mistura.
Octavia sentì un conato di vomito salire, ma lo ricacciò subito indietro.
Gli zoccoli facevano sempre più male, e non sapeva come liberarsi.
-Sai.
...
La voce maschile...
Quella di poco prima...
-ROBERT!!-strillò la musicista dondolandosi appena-DOVE SEI?! ESCI E LIBERAMI!!
-Quello sotto di te...
-...Uh?
-E' sangue.
Octavia sentì la nausea che le impregnava il cervello, ma non si fidava di quel pegaso. Poteva benissimo essere qualsiasi altro liquido, come... Come...
Alla pony cinerina non venne in mente nulla sul momento, ma non era quello di cui doveva preoccuparsi.
-Sai.
...
Questa invece era Zecora.
La sua voce era amplificata dall'eco, e si stagliava nell'oscurità, avvolgendo l'ambiente circostante.
-Mi avete chiamata ''La Maga Malvagia'', e detto che i pony usavo mangiare...
-Zecora...?-mugolò Octavia iniziando a tremare.
-Chi avrebbe creduto che in fondo, sareste stati così svelti a indovinare?

Robert uscì a passo felpato dall'ombra, avvicinandosi lentamente alla vittima, con le ali spiegate, che sbatteva piano, come se si stesse avvicinando ad una reliquia.
-Io e Zecora mangiamo pony.-dichiarò il pegaso con voce apatica-E non storcere il naso. Dovresti provare la carne... Sentire lo scricchiolio delle ossa sotto i tuoi denti, lo scorrere del sangue caldo nella gola, sul mento, sul collo, il piacere nel divorare qualcosa che viveva, e magari respirava ancora, e dopo, Solo Dopo, potrai capire come ci sentiamo...
-Solo una divergenza separa me ed il mio amico; come vogliamo che il nostro pasto sia condito.
A quanto pareva, la zebra non era intenzionata a mostrarsi.
-C... Cosa...?-pigolò la pony in trappola, mentre i brividi la attraversavano.
-A Zecora piace bruciare vive le vittime. Piano piano, le caliamo sul sangue bollente lì sotto, e quando muoiono ustionate le trasformiamo in spezzatino.-spiegò tranquillissimo il pegaso arrivatole di fronte-A me, però, piace giocare con le mie vittime.
-Che vuoi farmi?!-strillò Octavia nel vano tentativo di dimenarsi.
-Più o meno questo.-con uno scatto, Robert afferrò il falcetto nella cintura, per poi recidere di netto le orecchie della pony cinerina.
Quella urlò, mentre il sangue colava agli angoli del volto e il dolore la faceva smuovere nell'animalesco tentativo di sopravvivere, liberarsi e correre via.
Le orecchie recise caddero nel pentolone, sotto il sorriso soddisfatto di Robert:-Antipasto in fase di cottura.
-SEI UN MOSTRO!-ruggì la musicista.
Lui le rispose qualcosa, ma lei non riuscì a sentire nulla, solo a vedere le sue labbra muoversi.
Octavia urlò più forte, insultandolo tra le lacrime che erano iniziate a scendere copiose.
Lui fece un broncio; evidentemente, non gradiva i suoi insulti, così aprì le ali e le sbattè, arrivando perfettamente davanti al volto della sua vittima:-Hai intenzione di fare silenzio o no?
Lei non capiva e si muoveva disperatamente, nel tentativo di tirargli un calcio o ferirlo in qualche modo, ma lui le afferrò il collo con uno zoccolo:-Allora?!-la musicista tentò ancora di muoversi, e continuò a urlare più forte di prima-Ok, basta strillare o qualcuno potrebbe addirittura sentirti.-Zecora sbucò improvvisamente fuori dall'ombra, paralizzando Octavia. Robert sorrise e bloccò la bocca di Octavia con uno zoccolo-E' in questi momenti che ci vorrebbe un unicorno ad aiutarci...-e, continuando a tenerla bloccata, fece due profondi tagli nelle guance, dalle labbra fino agli occhi, e Octavia fu costretta a smettere di gridare.
Sentiva troppo dolore, il sapore ferroso del sangue in bocca la tormentava, sentiva quel liquido vermiglio bagnarle tutto il corpo...
La zebra la lasciò andare e si acquattò nuovamente nell'ombra, rimanendo visibile solo ai due grandi occhi luminosi che brillavano vigili.
-Ora sì che stai zitta!-rise il pegaso neve divertito-Ma va beh, credo sia il momento di diventare seri.
La pony cinerina aveva rinunciato a qualsiasi movimento.
Si era semplicemente abbandonata al dolore, sperando che quello fosse solo un raccapricciante incubo, e che, in caso contrario, tutto quell'orrore finisse.
Non importava come, ma finisse.
Robert, canticchiando a voce bassissima, girò un paio di volte intorno ad Octavia, poi la colpì di scatto sulla schiena.
Lei avrebbe voluto gridare, ma aveva rinunciato. Era solo stanca.
La lama penetrò ripetutamente nella carne, a volte creando graffi profondi, e il sangue colava dentro il calderone scoppiettando.
Il pegaso tornò davanti a lei, iniziando a recidere la carne intorno agli zoccoli; brandelli cadevano a terra e nel pentolone, che ormai stava traboccando.
-Direi che basta. Dovresti aver sofferto abbastanza. Solo il mio marchio, cara, e poi potremo cenare.-sorrise tranquillo il pegaso; mosse il falcetto per l'ultima volta, disegnando quattro graffi sull'occhio e staccandolo di colpo-Perfetto.
Staccò la parte lesa e la buttò malamente a terra, quindi si voltò a fissare Octavia, dal volto ormai distrutto:-Ciao ciao.
La corda si spezzò con uno schiocco secco.


Da quella sera, le sparizioni si moltiplicarono.
Nessuno entrò più nella EverFree Forest o uscì dalla propria casa di notte, specialmente nella Nightmare Night.
Oscure leggende raccontavano che Nightmare Moon li rapisse in quella fatidica nottata, per divorarli con le sue zanne.
Ovviamente, le solite leggende; nessun vide mai i due grandi occhi gialli e l'occhio verde spiritato ridere e divorare sangue nell'oscurità.
  
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