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Autore: Jeo 95    25/03/2016    6 recensioni
[MariChat] [One Shot AU]
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-A-Appuntamento?-
-Ma certo Princess, come altro lo vorresti chiamare?-
Marinette boccheggiò per alcuni istanti in cerca d'aria, balbettando sillabe sconnesse ed incomprensibili che per Chat Noir erano pura musica.
-Ah... e-ecco... cioè i-io non.... è che...-
-Marinette...- e allora non resistette. Scoppiò in una fragorosa risata che si spanse per tutto il giardino, sotto gli occhi azzurri e perplessi di una Marinette ancora troppo giovane per poterlo accogliere a pieno nella propria vita.-Stavo scherzando, meaw!- e si allontanò sghignazzando.
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Sbarco anche in questo meraviglioso fandom con una shot che potrebbe trasformarsi in una long, vediamo quale sarà il giudizio del gentile pubblico u.u
Enjoy the reading!
Jeo 95 =3
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A- Si, sono sbarcata anche qui, per vostra sfortuna xD
Che dire di questa fic? Mi è venuta l'ispirazione da un'immagini di facebook che vi posto qui sotto u.u
Potrei farne una long, ma soltanto se la storia piacerà u.u
Grazie in anticipo a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di leggere!

Jeo 95 =3

 
*-*-*-*-*-*

 

Love for Life

 

<< Chat Noir! Chat Noir!>>

Il giovane biondo si voltò ad osservare la dolce bambina che correva verso di lui con un raggiante sorriso sul volto. Le codine in cui aveva racchiuso i suoi bellissimi capelli scuri svolazzavano in ogni direzione ad ogni passo che faceva, accompagnati dal piacevole venticello che quel giorno spirava tra le vie tranquille di Parigi.

Il vestito bianco seguiva i movimenti dei suoi passi, che sicuri si avvicinavano a lui senza paura alcuna, vogliosi di raggiungerlo al più presto.

Si abbassò sulle ginocchia, accogliendo la bambina in un abbraccio nella quale lei si fiondò con un salto, avvolgendo le sue esili braccia attorno al collo del ragazzo.

<< È successo forse qualcosa, Marinette?>>

La bambina si staccò, fissando i suoi occhi azzurri come il mare in quelli di Chat Noir, verdi come i prati in estate, ammaliata da quello sguardo sempre nascosto dietro una maschera nera oltre la quale nemmeno lei aveva mai visto. Scosse con veemenza il capo, senza mai perdere il sorriso radioso che, inconsapevolmente, illuminava le giornate del ragazzo.

<< Il nonno ha detto che posso andare al parco, mi accompagni!>> le scintillava lo sguardo, e anche se avesse voluto rifiutare, Chat sapeva che non avrebbe mai saputo dire di no a quello sguardo così dolce.

<< Tutto quello che la mia Princess desidera.>> con un lieve inchinò baciò la mano della bambina, ammirando la felicità che dilagò sul suo viso nel momento in cui realizzò che aveva accettato di accompagnarla al parco.

Marinette saltellò per qualche secondo, euforica, afferrando poi la mano guantata di Chat Noir e trascinandola verso l'uscita del giardino che circondava l'enorme maniero di villa Dupain-Cheng, impaziente. Non riusciva a pensare a nulla di più bello che poter andare al parco in compagnia del suo adorato gatto nero.

<< Miss Marinette.>> poco prima che riuscisse a trascinarlo di fuori, Marinette di trovò la strada bloccata da Nathalie, la seria segretaria del nonno, che la fissava impassibile. La vide sistemarsi gli occhiali, prima di indurire lo sguardo e fissarlo sulla figura di Chat.

<< Prima che andiate, il signor Dupain-Cheng desidera conferire con lei, Démon.>>

Marinette corrugò la fronte, infastidita da quel soprannome maligno con cui spesso le persone si rivolgevano a Chat. A lei non piaceva che lo chiamassero Demone, perché un demone era una creatura malvagia e spaventosa che faceva del male alle persone, e Chat Noir non era per nulla cattivo.

Il ragazzo non badò al modo in cui Nathalie si rivolse a lui, né fece caso allo sguardo disgustato che la segretaria del padrone, così come la maggior parte delle persone che lo conoscevano, gli rivolgeva ogni volta. Per lui gli unici giudizi che avevano una qualche rilevanza erano quelli di Marinette e suo nonno, il resto del mondo poteva anche odiarlo, a lui non interessava.

Si abbassò all'altezza della bambina, voltandola verso di se e sorridendole dolcemente.

<< Marinette, aspettami qui con Nathalie, io torno subito.>> controvoglia, la bambina annuì.

Chat si alzò e le diede le spalle, fece giusto un passo, prima che la mano delicata di Marinette lo fermasse per un istante.

<< Fai presto, ok?>>

Chat le sorrise, riprendendo a camminare verso l'interno della villa.<< Ogni tuo desiderio è per me un ordine, My Princess.>> e con un semplice salto, sparì.

 

***

 

Aveva un solo scopo nella vita Chat Noir, saldare il suo debito con l'uomo che aveva ridato un senso alla sua vita. Dopo secoli di buio, finalmente qualcuno aveva riportato la luce nella vita di uno sfortunato gatto nero.

E proteggere Marinette faceva parte di quel tacito patto cui il suo salvatore l'aveva legato, quel giorno di tanto tempo fa, e per il quale Chat Noir avrebbe dato la vita senza esitazione, soltanto per non venire meno alle promesse del patto che gli aveva ridato la vita. O almeno così era stato all'inizio.

Era bastato che riconoscesse in Marinette la stessa bambina che l'aveva accudito per giorni interi dopo la sua “cattura”, era bastato il suo sorriso e la sua dolcezza per conquistarlo, per far capire a Chat Noir che proteggere quella fragile creature e tenerla vicina a se era l'unico modo per poter raggiungere un briciolo della felicità che tanto gli mancava.

<< Chat Noir!>>

Ancora una volta le sorrise, mentre correva da lui come ogni giorno dopo la scuola. Passavano tanto tempo insieme, eppure era sempre dura lasciarla andare in quel luogo oltre le mura del maniero che lui non poteva raggiungere. Perché senza il consenso del padrone, i confini della residenza erano tutto ciò che il giovane poteva vedere.

Ora aveva tredici anni Marinette, eppure legava ancora i capelli in quei due buffi codini, e la luce nei suoi occhi era la stessa di quando era bambina. Quella luce che Chat aveva imparato ad amare.

<< Com'è andata la scuola, Princess?>> le guance di Marinette si imporporano ogni volta che la chiama in quel modo, adora vederle gonfiare le guance e protestare con borbottii nervosi sul modo di rivolgersi a lei, ed è anche per vedere questi suoi semplici gesti che non smette di chiamarla principessa.

<< Ho preso dieci nel compito di matematica!>> tutta orgogliosa mostra il foglio al suo fedele gatto nero, a cui vanno molti meriti di quell'inatteso risultato. Chat non era solo la sua guardia del corpo, era il suo migliore amico, che occasionalmente si trasformava in un maestro severo ma giusto che l'aiutava in quelle materie dove non riusciva ad eccellere.

<< E prrrrrava la mia Princess.>>

Le strusciò il viso contro il proprio, facendo le fusa proprio come avrebbe fatto un qualsiasi altro gatto, beandosi delle carezze che Marinette gli depositava sul capo, con una delicatezza che le apparteneva da sempre.

Si soffermò sulle soffici orecchie nere che spuntavano tra i ciuffi biondi dei capelli di Chat, morbide e calde proprio come l'ultima volta che le aveva accarezzate.

<< Senti Chat...>>

Il ragazzo restò in ascolto, lanciando di tanto in tanto un'occhiata al viso di Marinette, rosso come una fragola. Proprio come una di quelle che d'estate adoravano mangiare in giardino, con tanta di quella panna da nascondere quasi completamente la frutta nel bicchiere.

<< Ricordi la promessa?>>

Un sorriso ferino gli illuminò il viso, e fu in quel momento che si alzò, guardando Marinette più maliziosamente di quanto non avesse mai fatto.

<< Certamente.>> s'inchinò, baciandole delicatamente il dorso di una mano.<< Il qui presente Chat Noir porterà la qui presente Marinette a prendere il miglior gelato di tutta Parigi, proprio come d'accordi. Sarà un onore avere un appuntamento con te, Princess.>>

Il sorriso di Marinette sparì appena il ragazzo finì di parlare, sostituito da un'espressione esterrefatta, attonita, tinta di un rosso vivido che non credeva di poter scorgere su di un volto umano.

<< A-Appuntamento?>>

<< Ma certo Princess, come altro lo vorresti chiamare?>>

Marinette boccheggiò per alcuni istanti in cerca d'aria, balbettando sillabe sconnesse ed incomprensibili che per Chat Noir erano pura musica.

<< Ah... e-ecco... cioè i-io non.... è che...>>

<< Marinette...>> e allora non resistette. Scoppiò in una fragorosa risata che si spanse per tutto il giardino, sotto gli occhi azzurri e perplessi di una Marinette ancora troppo giovane per poterlo accogliere a pieno nella propria vita.<< Stavo scherzando, meaw!>> e si allontanò sghignazzando.

La ragazzina restò ferma alcuni istanti, mentre la sua mente realizzava quel che era effettivamente appena successo. Quando finalmente capì, un grido irritato fuoriuscì dalle sue labbra, mentre rincorreva il ragazzo per fargliela pagare.<< Dannato gattaccio!>>

 

***

 

Marinette si stava preparando al meglio per la serata che l'attendeva, ed era ansiosa più che mai di iniziare quel party che l'avrebbe ufficialmente inserita nel mondo degli adulti.

Aveva diciotto anni finalmente, ed era convinta che dopo quella serata nessuno le avrebbe più impartito ordini, niente più obblighi e doveri, niente più fidanzamenti combinati dei quali non voleva sapere nulla. Forse era un po' improbabile per chi era nato in una famiglia benestante come la sua, ma non desiderava sposare qualcuno di cui non era innamorata, e forse, adesso che era adulta, suo nonno avrebbe preso in considerazione anche la sua opinione.

<< Miss Marinette, è pronta?>> Nathalie la chiamò da dietro la porta della sua stanza. Era arrivata l'ora finalmente.

Si guardò un'ultima volta allo specchio, rimanendo soddisfatta del vestito che lei stessa aveva disegnato e cucito. Senza maniche e dalla scollatura a cuore, le fasciava la vita ed esplodeva in una gonna ampia e pomposa come quella di un tutu da balletto, arrivando sino a metà coscia. Era rosso a pois neri, proprio come una coccinella, sperava così di avere più fortuna del solito, e di non cadere per colpa dei sandali rossi dal tacco decisamente troppo alto per lei. Si era lasciata sciolta i capelli, mossi ma non troppo ricci, bloccati soltanto da un cerchietto rosso con fiocco incorporato. Orecchini e collana erano in stile coccinelloso proprio come la mascherina che le avrebbe nascosto il viso per il resto della serata. Era un ballo in maschera dopotutto.

Il bussare insistente di Nathalie la richiamò alla realtà. Si schiaffeggiò un paio di volte le guance, come a volersi preparare ad un'imminente battaglia, dopo di che si mise la mascherina ed uscì.

Era la sua serata speciale, e c'era solo una persona con cui voleva condividerla.

 

Il salone centrale brillava come non l'aveva mai visto. Ospiti da tutta la Francia gremivano la sala come tante piccole macchie nere su di un foglio bianco. Tra tutte quelle macchie mascherate che quella sera la fermavano ogni momento, Marinette cercava di scorgere l'unica che avrebbe davvero voluto trovare, ma che sembrava sparita nel nulla, come se non volesse farsi trovare da lei.

Nel pieno della serata, la giovane aveva già concesso balli a sei ragazzi diversi, chi più chi meno bravo, quattro su sei le avevano pestato i piedi, e con quegli orribili trampoli faticava a muoversi liberamente come avrebbe voluto. La serata più importante della sua vita si stava trasformando nel massacro dei suoi poveri piedi, e non era così sicura che ne valesse la pena.

Aveva caldo, la sala troppo affollata le impediva di respirare come avrebbe voluto, così fece l'unica cosa che avrebbe potuto rilassarla in quel momento: si isolò sul balcone. Forse non era educato nei confronti degli ospiti che la festeggiata sparisse, ma aveva bisogno di riprendere fiato, e li certo non poteva.

Quando finalmente fu fuori e l'aria della sera le sferzò il viso con una carezza delicata, Marinette si sentì di nuovo bene. Ci voleva proprio una boccata d'aria pura per staccare da una serata che non stava andando esattamente come aveva programmato.

<< Troppa gente, Princess?>> sobbalzò quando le mani di Chat Noir, dagli artigli affilati e sempre coperte dai guanti in pelle nera, gli si posarono sulla spalle, ma si rilassò nel momento in cui realizzò che lui era lì, proprio accanto a lei.<< Buon compleanno, Princess.>>

Chat Noir le baciò la mano, e Marinette sorrise dolcemente, mentre le guance le si imporporavano di un dolce rossore che la resero, agli occhi del ragazzo, ancora più bella di quanto già non fosse.

<< Sei bellissima stasera.>> le sussurrò maliziosamente.<< Se non stai attenta, il gatto potrebbe intrufolarsi nel tuo letto stasera.>>
Marinette arrossì fin alla punta delle orecchie, imbarazzata dall'impertinenza che Chat mostrava ogni volta nei suoi confronti, ma se una volta l'avrebbe respinto e insultato, stavolta volle assecondare il suo gioco malizioso.

<< E-E se dicessi che v-va bene?>>

Chat Noir si paralizzò. Si allontanò da Marinette quel tanto che bastava per guardarla negli occhi, i muscoli rigidi, nervosi, mentre cercava di capire se l'avesse detto semplicemente per tenergli testa o se fosse serie.

Guardarla fu il più grande sbaglio che potesse commettere. Illuminata dai raggi della luna, con le guance imporporate di rosso e gli occhi azzurri accesi di una scintilla nuova, che non aveva mai visto sul viso della sua amata principessa.

Ciò che più gli seccò la gola però, quello che più lo stava attraendo in quel momento quasi fossero magneti opposti, furono le labbra di lei, lucidate con un delicato rossetto color pesca, che le rendevano invitanti agli occhi felini di Chat.

Era inutile negare l'effetto che Marinette aveva su di lui, inutile resistere all'attrazione fatale che da sempre lo legava inesorabilmente a lei. Perché lui l'amava, l'aveva sempre amata, e mai come in quel momento era così vicino a lei.

Lui non invecchiava, non poteva morire, mentre lei cresceva ogni giorno che passava, sempre più vicina a lui, ma allo stesso tempo più lontana, con un destino troppo diverso affinché si legasse al suo.

<< Marinette...>> ma non lo lasciò parlare.

Si gettò tra le sue braccia, impedendogli di allontanarsi ancora e tenendolo stretto a se, mentre alcune lacrime iniziavano a solcarle il volto.

<< Ti prego Chat... non andartene, resta con me...>>

<< Marinette io non...>> non sapeva cosa dire.

L'unico taboo che gli era stato imposto, ovvero non avvicinarsi più del dovuto alla vita di Marinette, di non lasciarsi coinvolgere da lei, ma più il tempo passava più si sentiva indissolubilmente legato a lei. E poco ci era voluto perché iniziasse ad amarla.

Ma poteva davvero permettersi di stare con lei? Poteva un maledetto come lui compiere un gesto egoista e legare a se una creatura pura e innocente come Marinette?

No, era evidente ce non poteva, eppure lo desiderava con tutto se stesso. E per una volta lasciò che il desiderio avesse la meglio sul giusto.

Le prese il viso tra le mani, asciugò le lacrime salate passando la lingua sul viso di lei, assaggiando l'amaro sapore del suo pianto, ed infine depositò le labbra su quelle di lei, in un bacio proibito che sfidava ogni regola ed ogni legge, ma che per loro era quanto di più bello potesse mai accadere.

Quando si staccarono avevano il fiato corto, le guance arrossate, ed una voglia intensa di ricominciare a baciarsi senza più staccarsi.

<< Ti amo Chat Noir.>> sussurrò Marinette, appoggiandosi al petto del ragazzo e lasciandosi cullare tra le sue braccia. Chat sogghignò.

<< Innamorarsi di un demone? Non è una cosa prudente, Princess.>> la strinse ancora di più, mentre borbottava frasi incomprensibili.<< Anche io ti amo, Marinette.>>

Smise di borbottare e affondò il viso nel petto di Chat Noir per nascondere l'imbarazzo, mentre il suo cuore scoppiava di una felicità che non avrebbe mai potuto immaginare. Per il suo diciottesimo compleanno, nessun regalo avrebbe potuto essere migliore dell'amore dell'unico uomo che avesse mai amato. 

 
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