Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Ricorda la storia  |      
Autore: Sora_91    28/03/2016    2 recensioni
Sora è sempre stata vista come la ragazza perfetta, litigata e contesa da Yamato e Taichi, fulcro dei litigi tra i due nelle infinite storie scritte fino ad adesso.
Ma se in realtà non fosse così? Chi è Sora oltre che ad essere a piacere l'angolo più importante del triangolo amoroso più gettonato di Digimon di sempre? Se non esistesse questo triangolo? Cosa prova?
Una versione unilaterale di chi è Sora, senza litigi e senza triangoli.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LEI
 

La sveglia suona, interrompendo bruscamente i suoi sogni.
Si rigira nel letto, e mentre apre definitivamente gli occhi, nella mente le si prospetta chiaramente già ciò che la attenderà  quella giornata, come quel raggio di sole che passa dalla tapparella e la disturba puntualmente ogni mattina. Non è sicura effettivamente di volerla cominciare, ma dalla vita ha imparato che quando ti fermi è la fine, devi sempre andare avanti, o rischi di perdere l'equilibrio.
Magari, una volta in corsa, proverà eventualmente a cambiare direzione.
Anche se esiste un destino, la scelta sulla strada da intraprendere spetta sempre a noi.
Si alza dal letto, fa un respiro profondo e comincia anche quel giorno la sua maratona no-stop.
Controlla le numerose mail, o meglio, ne cerca una qualsiasi tra quelle tante che le faccia provare qualcosa. Già, qualcosa. Non riesce a definire né quale mail possa essere, né cosa sia quel qualcosa.
Le legge svogliatamente ancora assonnata, assicurandosi non ci sia nulla di grave poi butta il telefono sul letto e va in bagno a prepararsi.
Nel corridoio l'odore del caffè ancora caldo che sua madre ha preparato prima di uscire la desta del tutto.
Mentre lo beve ascoltando distrattamente la tv accesa sul primo canale che le è capitato controlla gli orari in un appunto che si è scritta sul cellulare, orari con cui dovrà fare i conti quando sarà il momento di studiare, poi prende la giacca, la borsa ed esce di casa diretta all'università.
Ha 21 anni, adesso, non è più un'adolescente, la sua fantasia continua a spaziare, ma non più come prima, ha scelto il suo percorso, escludendo quindi a priori tante altre strade. Non che volesse intraprenderle, ma eliminarle dalla sua lista la fa sentire diversa, più adulta e responsabile.
Mentre percorre come ogni giorno il viale, tutto intorno a lei di quella città le è familiare e conosciuto. Cammina sul marciapiede evitando prontamente tutte le buche presenti e le radici sporgenti degli alberi dal terreno, incastrando ad occhi chiusi i piedi fra le linee di fuga delle mattonelle come quando faceva da bambina, spostandosi sul ciglio per non prendere paura di quel cane che ogni volta arriva al recinto e abbaia all'improvviso. Nulla di quel percorso è lasciato al caso, tutti i passi che lo delineano sono stati studiati e calcolati.
Si accorge che è in anticipo e rallenta, approfittandone per rispondere a tutte le mail.
 
Da: Mimi
Ciao Sora! Quando sei libera dimmi qualcosa che dobbiamo assolutamente uscire! Ti devo raccontare del ragazzo dell'altro giorno! Mi sta attaccato in una maniera impressionante! A me non piace lui però! Come faccio a evitarlo?!
Mimi, proprio non si rende conto che il suo modo di fare è così esuberante e fresco che fa innamorare tutti i ragazzi di lei, per poi trovarsi ogni volta in queste situazioni imbarazzanti e difficili. Peccato, quel ragazzo le piaceva, ma ormai è innamorato perso. Preso e archiviato nella collezione dell'amica.
 
Da: Miyako
Aiuto! Cosa devo fare?! Ho ancora litigato con Ken.... Quando hai un attimo ho assolutamente bisogno della tua consulenza! Ieri sera...
Ed eccola, la onnipresente problematica, che ogni giorno ha bisogno di una conferma, dal colore dei calzini da indossare fino ai fiori da mettere nei centro tavola per il ricevimento del suo matrimonio. Sora non ha assolutamente idea di come facciano a stare insieme, ogni giorno litigano per un nonnulla, per poi far pace ed ingelosirsi ancora, ricominciando il circolo vizioso. Con lei come ostaggio indifeso in mezzo, dispensatore di consigli gratuiti. Il messaggi prosegue, è lunghissimo, e non ha intenzione di leggerlo. Non ora.
 
Da: Hikari
Sora! Domani pomeriggio sei libera? Avrei bisogno di compagnia per andare a prendere dei libri in biblioteca, e se per te non è un disturbo potresti spiegarmi quegli argomenti dell'altro giorno che non mi sono chiari? Te ne se sarei enormemente grata!!
Come potrebbe dirle di no? Si sente un po' come se fosse la sua sorella maggiore. Avrebbe voluto tenere il pomeriggio per sè, ma un po' si sente in colpa. È da tanto, effettivamente, che non passa del tempo con lei.
 
Da: Taichi
Carissima Sora.... Non è che potresti informarti da Meiko su cosa ne pensa del nostro appuntamento dell'altro giorno?!? Sono super teso! Ho paura di non piacerle, non si è ancora espressa! Ti prego aiutami! So che tu riuscirai ad ottenere informazioni in maniera discreta! Grazie mille in anticipo!
Taichi... Già...
 
Il vento la disturba, spinge una foglia contro al suo viso, per un attimo si impiglia nei capelli, costringendola a fermarsi ed ad alzare lo sguardo. Il destino oggi si vuol proprio divertire. Davanti a lei quel parco, dove anni prima lei e Taichi erano andati a sedersi dopo il loro appuntamento. Non uno qualsiasi, quello perfetto, quello ogni secondo sempre più bello e magico, il miglior amico che si rivela essere anche la tua perfetta anima gemella.
La foglia continua a volare in modo impacciato e disordinato intorno a lei, fino ad allontarsi e appoggiarsi su una panchina, dove una coppia culla il loro bambino nella carrozzina.
 
Quell'uscita che lei gli aveva proposto, prendendo il coraggio a due mani, e che finì tristemente proprio lì, dove quella foglia marrone, secca e malata si era appena appoggiata.
Un bacio timido, impacciato, il primo per entrambi, confuso e sincero.
 
"Mi dispiace Sora, ma io ti vedo solo come un'amica... Mi dispiace di averti illusa con quest'uscita e questo bacio. Per me sei una carissima amica, ma non di più, non riesco a provare altro..."
 
La frase che uscì dalla bocca di Taichi subito dopo fu una coltellata al cuore. La sua cotta storica, il suo primo amore sincero, il suo appuntamento perfetto. Solo lei ci aveva visto tutte le belle cose, la magia di certi momenti, i sorrisi di intesa che sembravano trapelare interesse. Solo lei ci aveva visto amore.
Una folata di vento più fredda delle altre la ridesta da quel flashback, facendole scappare un sorriso malinconico.
 
Tutto sommato va bene così.
 
Sono riusciti a rimanere buoni amici, grazie al cielo. Senza di lui, lei non saprebbe come fare e, viceversa, senza i consigli di lei, lui non riuscirebbe a captare un nonnulla dai comportamenti di una ragazza.
La sua indole amorevole, protettiva e desiderosa d'amore, l'avevano spinta nel tempo ad avere tanti amici affezionati a lei, che lei difende con estrema gelosia dalle intemperie della vita, dalle persone nocive, dalle paranoie interiori. Allo stesso tempo, a causa della sua paura di rimanere sola, della voglia d'amare e di sentirsi amata, era finita troppo spesso insieme a ragazzi superficiali o che non tenevano veramente a lei. Taichi l'aveva segnata nell'animo e, nonostante tutte le parole di conforto ricevute, solo le numerose batoste, l'indifferenza di alcuni ed i rifiuti di altri, l'avevano fortificata e insegnato ad andare avanti.
 
Riprende la sua strada verso l'università, verso la sua vita, verso le decisioni prese che hanno decretato ciò che è adesso. Ancora non capisce se da sola o con le persone che ha a fianco tutti i giorni e che chiama amici.
La sua giornata passa frenetica senza pause, perché lei non ne vuole fare, non vuole avere il tempo di fermarsi e realizzare ciò che sta succedendo intorno a lei.
Riempie il tempo bevendo un caffè con Mimi per aiutarla a mollare il ragazzo (che sarebbe piaciuto a lei), dicendo a Miyako che in realtà quello tra lei e Ken è amore sincero (si sa, l'amore non è bello se non è litigarello), incontra per caso Meiko dalla quale scopre che è innamorata persa di Taichi, infine va a fare le fotocopie che sua madre le ha chiesto il giorno prima e che deve assolutamente avere quella sera per motivi di lavoro, e compra la cena dopo aver finito il turno di lavoro al bar.
 
Paga ed esce dal supermercato, diretta verso casa. Passa davanti a quella vetrina con quei vestiti adorabili che tanto vorrebbe, ma che alla fine non avrebbe mai occasione d'indossare, ma sui quali le piace tanto fantasticare ogni volta.
Si immagina con uno di quelli, ad un'uscita con un ragazzo fantastico in un ristorante elegante, come una principessa, come ogni ragazza alla fine sogna.
 
Lei però non è ogni ragazza, lei non è una principessa, le ha sempre odiate, costantemente dipendenti dal principe, così altezzose, senza sapere cosa sia davvero la vita. No, non è una principessa, è una guerriera, questo la vita le ha riservato nelle mille sfide che ha passato, dall'assenza del padre alle avventure avute per salvare la terra.
 
E allora si immagina di nuovo, sempre con quel vestito, sempre con quel bel ragazzo, sempre a cena in quel fantastico ristorante, ma con la variante che all'arrivo del dolce lei non lo tocca neanche, lascia i soldi sul tavolo, prende lui per mano e lo porta fuori correndo, in quel parco con la fontana, dove si sfila le scarpe, si scompiglia i capelli e, sbarazzina, non le importa di rovinare il vestito.
 
Ride felice.
Perché forse ha bevuto un bicchiere di vino di troppo a tavola.
Perché quel ragazzo davvero le piace.
Perché l'ha assecondata in questa pazzia.
Perché sono in due a fare quella pazzia.
Perché è lui che la sorregge dopo che è caduta nel prato.
Perché le chiede come sta la sua caviglia.
Perché la porta a casa sulle spalle.
Perché le chiede come sta lei.
Perché per la prima volta da tanto sembra che possa smettere di fare la guerriera anche se solo per poche ore.
 
Il suono del cellulare che squilla la desta. Scaccia via quei pensieri, riprende in mano scudo e spada e risponde a sua madre al telefono.
 
"Sora dove sei? Dovevi essere a casa mezz'ora fa con le fotocopie che ti ho chiesto. Possibile che non sai organizzarti? È da ieri che devi farmele e come al solito hai aspettato fino all'ultimo minuto."
 
"Scusa, ma ho dovuto studiare per il parziale che ho tra qualche giorno."
 
"Ma non l'avevi già dato?"
 
"Non l'ho passato mamma...", sospira rassegnata.
 
"E perché non me l'hai detto? Come mai? Lo sai che devi studiare e non devi perderti troppo in cose inutili, è come un lavoro e come tale devi dedicarci il giusto tempo e le giuste energie, lo sai benissimo. Dai ti aspetto a casa con la cena!"
 
Ed eccola, la perenne sensazione di non fare mai abbastanza.
Il sole al tramonto le illumina la strada del ritorno, come a dirle "tranquilla, la giornata è finita" , come a volerla aiutare, come a dimostrarle quanto in realtà vale facendole vedere la sua ombra lunga proiettata per terra. Sembra volerle mostrare quanto, in realtà, è grande dentro.
Due ragazzi in bicicletta la sorpassano spensierati, facendo grasse risate tra loro, e inevitabilmente si domanda quali siano le loro preoccupazioni, come ci si senta a non avere problemi come la responsabilità di essere una digiprescelta o di essere una figlia cresciuta precocemente per necessità.
Arrivata a casa sua madre è più nervosa del solito, a lavoro ha grossi problemi e con grosse responsabilità, che sfoga involontariamente addosso a Sora, prendendosela con lei.
 
Perché è così che funziona.
 
Se la si la prende sempre con chi si ha più vicino, nel modo più ingiusto possibile. Svogliatamente cuoce la cena cercando di non strinarla, mentre sua madre la sgrida nuovamente perché quelle fotocopie non sono fronte retro come voleva, facendola grande come un affare di stato.
Capisce che si è arrabbiata eccessivamente, ma non dice niente, non controbatte. Depone la spada e si nasconde. A volte lo scudo dobbiamo usarlo per proteggerci dalle persone a noi più vicine, perché è l'unico modo per aiutarle farle sfogare all'inverosimile, anche per un semplice fronte retro mancato, perché è un modo indiretto di dimostrare l'affetto che proviamo, la nostra vicinanza e la nostra comprensione.
Sistema distrattamente i vestiti per il giorno dopo con la musica di sottofondo a farle compagnia, sempre meglio del canale del notiziario che sua mamma tiene sempre sintonizzato in casa ogni sera.
Finalmente si prende un momento solo per lei nel vapore del bagno caldo, l'unico vizio che si concede o a cui non può rinunciare, dipende dai punti di vista.
Ancora accaldata dalla doccia si butta sul letto solo in intimo per un quarto d'ora , le piace sentire sulla sua pelle il contrasto del vapore del bagno con l'aria fresca della camera.
Prende il telefono e legge le mail in completa libertà e tranquillità, l'aria sa di quei silenzi inviolabili e pacifici.
Adora la notte, il mondo si ferma e lei coglie l'occasione per mettersi in pari con lui.
 
Da: Taichi
Grazie Sora!! Sei fantastica! Non ci credo che Meiko è innamorata, davvero sono felicissimo, felicissimo di avere un'amica come te! Domani ti dovrò offrire qualcosa per ricompensarti. Sul serio sei unica! Non so cosa ho fatto per averti come migliore amica! Buonanotte!
Sorride, non le fa più male ormai, è contenta per lui e la fa star bene sentire la sua riconoscenza, la convinzione di averlo aiutato davvero, di essere unica.
 
Da: Miyako
Avevi ragione, alla fine litighiamo sempre io e lui, ma il nostro amore è vero ed è questo quello che importa, digipietra più adatta non poteva esserci per te.. Non so come farei senza i tuoi consigli! Sarà fortunato chi avrà il tuo amore, sei speciale!
 
Da: Mimi
Sora! Stupida! Perché non me l'hai detto che ti piaceva e lui non ti filava?! L'avrei lasciato in modo più brusco e non come mi hai detto tu... Sei sempre troppo buona con gli altri! Michael finalmente torna e viene a trovarmi! Non vedo l'ora! Vuoi che gli dico di portare un amico per te? Ehehehe
Il buonumore dei suoi amici è sempre un toccasana per lei e non può che farla stare bene, anche oggi ha vinto la sua battaglia giornaliera, i suoi amici sono felici, aiutandoli dove loro non riuscivano ad arrivare.
 
Le piace essere una guerriera, la fa sentire utile e partecipe nella vita di tutti, per non dire che come riesce a lei a nessuno riesce! La rende indipendente e forte contro la vita, inoltre riesce a coprire quel buco, quel punto debole, quella crepa piccolissima ma fragilissima dentro di sé, quel punto di fuga proveniente da quel vaso situato nel suo più profondo stato d'animo.
 
"Prima o poi arriverà.." "Sarà fortunato chi ti trova.." "Ti meriti di meglio" "Vuoi che porti un amico?" "È uno stronzo" "Vedrai che passerà" "Meglio saperlo da subito che non gli interessi così non soffri" bla bla bla..
 
Ha deciso che non ci crede più, non ci vuole credere.
Ha sepolto lì dentro, come un vaso di pandora, tutto il suo amore insieme alla speranza e alla sofferenza delle delusioni accumulate, non ne vuole più sapere di amici di amici, di appuntamenti combinati, di dover piacere, di provarci, del cos'hai da perdere.
Non hanno più effetto quelle frasi-cerotto che i suoi amici le dispensavano ad ogni delusione, col tempo si sono scollati e non attaccano più.
La digiprescelta dell'amore, colei capace di percepire meglio di tutti i sentimenti altrui, in grado di aiutare tutti con consigli, con la forza necessaria a placare qualsiasi litigio o incomprensione, pronta a schierarsi sempre in battaglia in prima linea ma col cuore in mano, rimanendo se stessa.
Lei, passa altre due ore sveglia a logorarsi sul perché si senta così sola nonostante l'affetto che la circonda, perché per lei l'amore non c'è ancora.
 
Dov'è il suo fottuto cavaliere che corre con lei nel parco e che la sorregge.
Dov'è il suo "Come stai?".
 
Non può cadere, non può farsi male alla caviglia, deve continuare. Non ha altra alternativa.
 
Per quanto la possa appagare e soddisfare aiutare e prendersi cura degli altri a volte ha anche un disperato, folle e insano bisogno di sentire che qualcuno si prenda cura di lei.
Si addormenta così, a luce accesa, nel silenzio delle sue lacrime che raramente lascia trapelare, nuda sul letto sia fisicamente che interiormente, esternando quel po' di emozioni che sono scappate da quel maledetto vaso.
 
Il suono confuso della sveglia la distoglie dall'intorpidimento che le offusca la mente, è ancora in intimo sul letto col cellulare per terra, caduto durante la notte probabilmente mentre si girava. Non si è ancora ripresa, i pensieri sono ancora forti e dirompenti nella sua testa e la rendono cupa e grigia proprio come quella giornata, neanche il sole coi suoi raggi le scalda il viso, coperto da nuvoloni promettenti pioggia.
Non si sente bene, le gira la testa, si sente gli occhi lucidi e i muscoli sono inesistenti.
 
38.8 °C
Vaffanculo.
 
Insieme alla tristezza le sale anche una rabbia di tutto rispetto.
Non ha di certo migliorato il suo umore già segnato, la febbre.
L'odore del caffè la disgusta, le fa pensare al "che cosa deve fare", e non ne ha voglia, non ce la  fa proprio, oggi.
Latte caldo, aspirina e letto.
Neanche vuole leggere le mail che tutti i suoi amici le avranno mandato.
Non vuole sapere delle loro vicende amorose, dei loro litigi.
Non vuole aiutare nessuno.
Non vuole sapere dei corteggiamenti.
Non vuole mandare alle sue compagne le fotocopie dell'esercizio del giorno prima venuto solo a lei.
Non vuole fare da scarica tensione a sua madre e leggere il biglietto delle cose da fare in giornata.
Vuole essere  una normale ragazza ammalata.
Vaffanculo.
 
Torna a letto e si gira lasciando il telefono sul mobile vicino, sentendolo di tanto in tanto vibrare senza degnarlo della minima attenzione se non per pensare ad ancora più insulti di ripudio a riguardo.
 
Che vadano tutti a quel paese.
 
Il rumore violento della pioggia che comincia a scendere fuori sembra quasi voglia farsi sentire per non lasciarla sola nella sua malinconia.
Torna a piangere, per i pensieri di odio verso i suoi amici, per il rifiuto di aiuto verso gli altri che ha provato poco fa, e spariscono tutte le lodi guadagnate dopo una giornata intera che si era fatta la sera prima. Vengono annientate da quei trenta minuti di odio egoistico che ogni tanto la assale, da umana quale che è.
 
Si riaddormenta così.
Col buio di quella giornata uggiosa.
Col senso di solitudine della sera prima.
Con la vergogna dell'esser egoista della mattina stessa.
 
Ore 14.30
La pioggia continua incessante a scendere e a riempire le grondaie che violentemente sgorgano il flusso d'acqua nelle canaline.
 
DRIIN DRIIN
...
DRIIIIN
...
....DRIIN DRIIN
 
"Chi è che disturba..."
 
DRIIIIIIIIIIIN
 
Si trascina giù dal letto, sforzandosi, e va ad aprire la porta.
Spalanca gli occhi non credendo a ciò che vede.
 
"Ehm. Ciao. Ti ho portato del ramen caldo per pranzo, ho saputo dalle tue compagne di corso che oggi non sei andata in facoltà e non hai avvisato neanche la signora del bar che non ti saresti presentata. Mi son-... Ci siamo preoccupati del fatto che sei sparita e non rispondevi stamattina."
 
Davanti a lei Yamato, bagnato da capo a piedi nonostante avesse un ombrello e gli stivali, con la sportina della rosticceria avvolta in almeno tre sacchetti perchè non vi entrasse acqua.
Lo sguardo orgoglioso come sempre, vago, basso o laterale, che evita volontariamente quello di lei, con un lieve rossore in volto e un tono che fa trapelare chiaramente imbarazzo.
Non era sicura che tutto fosse vero, la febbre la faceva sentire ancora molto debole e stava in piedi a malapena.
Forse per lo stupore o la stanchezza, o semplicemente per entrambi, le gambe cedono, facendola cadere.
Quasi.
Le braccia di Yamato la sorreggono prima che sia troppo tardi, inzuppandole tutto il pigiama d'acqua e facendo cadere il ramen.
I loro sguardi si incrociano, scoprendo che si erano cercati da sempre.
 
"Come stai?"
 
 
 
 *Angolo Autrice*
Dopo un lungo periodo di assenza sono tornata! Ho avuto l'ispirazione e in due giorni ho scritto al volo questa one-shot a caldo senza elaborarla troppo. Ho voluto dare spazio a Sora, il mio personaggio preferito, spesso trascurato o dimenticato se non abbinato a Taichi e Yamato o ad altri collegamenti con altri personaggi. Ho voluto provare a descrivere cosa secondo me sente e vive ogni giorno, quali sono i suoi veri pensieri, come sta lei. Dopo la visione di "Determinazione" ho cominciato già a pensare quale potesse essere per Sora "l'oscurità", trovando infine questa ispirazione. 
Ringrazio tutti coloro che la leggeranno, a prescindere che l'apprezzeranno o meno, e ringrazio ancora di più coloro che la recensiranno dedicandomi quindi un po' del loro tempo. 
Non manco come ogni volta di ringraziare la mia adorata cugina, sempre presente come
un raggio di sole nella mia vita di tutti i giorni.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: Sora_91