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Autore: _Akimi    30/03/2016    1 recensioni
[RinAi]
"«Scusami, non so...»
Il più piccolo sentì il respiro mancargli, la gola a stringersi una morsa che faceva perire qualsiasi parola lì, tra quelle labbra socchiuse in cerca di un coraggio che Aiichirou era certo di avere, ma che ora sembrava semplicemente nascondersi perché la figura di Rin lo metteva un po' in imbarazzo e temeva una reazione improvvisa da parte sua.
«Non so come dirtelo.»
A quell'affermazione il volto di Matsuoka si fece serio, i lineamenti del suo viso si irrigidirono e lasciò lentamente la presa, osservando Aiichirou allontanarsi di qualche passo, stringendo le braccia al petto come a volersi proteggere da ciò che lui stesso stava per rivelare."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nitori Aiichirou, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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VI.
 
Aiichirou abbassò lo sguardo, nascondendo un'espressione dispiaciuta per ciò che era appena successo e, sebbene si fosse rivelato solamente un falso allarme, il suo cuore non aveva smesso di palpitare incontrollato nel petto e l'unico modo che aveva per rilassarsi era farsi sempre più piccolo sul proprio letto, una mano appoggiata sul ventre per sentire il cuore di sua figlia che seguiva i suoi stessi battiti, creando un'armonia che Nitori aveva apprezzato sin dai primi giorni in cui la bambina aveva cominciato a farsi sentire animatamente.
Non era ancora avvezzo ai calcetti della piccola e qualche volta, alla notte, si svegliava per timore che tutto ciò che stesse accadendo si trattasse di un sogno; temeva per quello che sarebbe accaduto dopo, si domandava se sarebbe stato capace di esser un buon genitore e se il rapporto con Rin sarebbe rimasto lo stesso, senza rinunciare ad essere le stesse persone che si erano incontrate anni prima, ancora da ragazzini.
Aiichirou ci ripensava spesso, forse perché ricordava Rin – nel bene e nel male – da sempre: l'aveva visto per la prima volta da bambino, in piscina, e quel giorno non aveva provato nulla d'importante, un po' di ammirazione per quel ragazzino sorridente, ma nulla di più, perché il loro incontro era stato così casuale ed erano stati così piccoli, che Nitori non aveva più ripensato a quel nuotatore formidabile.
Un ricordo era rimasto sino ai tempi del Liceo: Aiichirou si era fatto un po' più grande, i lineamenti del viso erano cambiati, ma non erano poi così marcati come quelli di alcuni suoi compagni e gli anni dell'adolescenza non erano stati i più facili per lui, perché il suo aspetto fragile e femmineo l'aveva reso un bersaglio facile, ma non si era mai pentito di aver scelto la scuola Samezuka e nonostante le forti emozioni provate appena giunto all'istituto, Nitori aveva imparato a superare poco a poco le proprie insicurezze e ad essere più certo delle proprie abilità; qualcosa era cambiato, però, quando aveva rivisto quel Rin Matsuoka in camera, la loro camera, e il mondo che entrambi avevano creato dentro a quelle quattro mura era ciò che Aiichirou aveva iniziato ad apprezzare di più di tutta la scuola, e aveva imparato a conoscere tutto del Rosso: aveva bisogno del suo cuscino per dormire, non amava i dolci, parlava un inglese perfetto ed era anche malinconico, ma Nitori non aveva mai fatto domande a riguardo, gli stava solo accanto e quando lo vedeva arrabbiato non poteva fare altro che rattristirsi perché una parte di sé era consapevole di non poter fare nulla e i sentimenti che avevano ormai fatto breccia nel suo cuore lo facevano sentire inadeguato, quando parlava con Rin, e così molto spesso non incontrava neppure il suo sguardo o arrossiva tanto dall'essere visto dagli altri compagni che, a differenza di Matsuoka, avevano compreso ciò che quel piccolo nuotatore provava per il suo senpai.

A ripensarci , Aiichirou trovava gli anni delle superiori quelli più difficili della sua vita, forse perché era stato un periodo di rivelazioni e non era stato semplice accettare molte cose di sé, di come gli altri lo vedevano e capire quali fossero i propri limiti e i propri punti di forza; sì, non era stato per nulla facile accettare di essere solo un compagno per Rin, a quei tempi, perché l'essersi innamorato di lui non significava solamente essere infatuato di una persona, i forti sentimenti che provava per il Rosso l'avevano aiutato a comprendersi e, nonostante fossero passati degli anni, l'averlo incontrato una volta finiti gli studi era stato un avvenimento importante per Aiichirou perché finalmente Rin aveva capito che cosa avesse perso precedentemente e i suoi strambi modi per esplicitare i propri sentimenti avevano fatto spesso ridere Nitori, non perché lo volesse schernire, ma perché, finalmente, era felice che Rin provasse la sua stessa agitazione, dimostrata con sorrisi imbarazzati e parole traboccanti di sentimentalismo che lo rendevano, agli occhi Aiichirou, speciale seppur imperfetto.

Così Nitori ci ripensava e accarezzare il proprio grembo lo riportava ad una realtà che lo spaventava, ma che al contempo lo faceva stare bene perché non c'era nulla che mancava nella propria vita ed era così contento di quel casuale conseguirsi di eventi che, senza accorgersene, frequentemente, i suoi occhi diventavano lucidi e tratteneva quelle lacrime colme di ansie, aspettative, ma anche di allegrezza e soddisfazione.

«Rin mi ha detto che arriverà tra dieci minuti.»
La porta della sua camera si aprì e Sousuke entrò lentamente, appoggiando vicino al comodino un bicchiere riempito con una spremuta fresca, nella speranza che Aiichirou potesse sentirsi meglio.
Mancava ormai poco al parto e il nervosismo spesso lo portava a perdere le forze, ricercando un po' di riposo anche quando diventava troppo difficile dormire perché i dolori divenivano più frequenti e chiudere gli occhi per pochi attimi risultava impossibile.
Quel giorno era stato difficile per Nitori, sapeva che chiamare qualcuno avrebbe solo causato un po' di scompiglio tra amici e parenti, proprio per questo aveva digitato il numero di Sousuke, perché quest'ultimo era una delle persone più pacate che Aiichirou conoscesse e, sebbene avessero stretto amicizia solo grazie a Rin, Yamazaki non si era rifiutato dall'aiutarlo nei momenti del bisogno, sopratutto perché consapevole che Nitori non fosse così avvezzo al domandare aiuto senza un motivo valido.
In effetti, vedere il suo nome illuminare il proprio cellulare l'aveva allarmato, Rin era stato piuttosto chiaro sulla faccenda perché, in casi di estrema urgenza, aveva chiesto a Sousuke di rimanere disponibile, nel caso in cui il lavoro tenesse occupato il Rosso, e così in mattinata Aiichirou era rimasto in compagnia dell'amico, avvisandolo di essersi sentito poco bene nelle prime ore del giorno.

«Mi spiace averti disturbato.»
Rispose accennando un sorriso stanco, facendo un po' di spazio all'altro in modo da sedersi sul letto accanto a lui.
Sousuke non era una persona di molte parole, ma era inevitabile per lui mostrare un po' di interesse nei confronti di Aiichirou; ne sapeva ben poco di gravidanza e bambini, ma Nitori aveva chiesto il suo aiuto perché si fidava e questa era l'unica cosa che bastava per lui.
«Figurati. Rin non sarebbe stato d'aiuto, probabilmente avrebbe chiamato l'ambulanza se fosse stato al posto mio.»
Accennò un sorriso divertito e Nitori fece lo stesso, pensando che l'aver chiamato Sousuke si fosse rivelata la scelta migliore; le parole di Yamazaki erano del tutto vere, Aiichirou tendeva raramente ad ingigantire le cose e, sebbene avesse rischiato di svenire nel salotto di casa propria, era certo che avvisando Rin, la situazione sarebbe degenerata velocemente.
«Non mi è mai capitato prima, forse ho mangiato troppo poco.» Iniziò a parlare, portandosi alle labbra il bicchiere che Sousuke gli porse gentilmente. «Sono un po' agitato.» Bisbigliò infine a bassa voce, imbarazzato dall'averlo ammesso apertamente e perché, in fondo, tra lui e Sousuke non c'era mai stata una grande confidenza e parlare delle proprie paure ad una persona composta e silenziosa come Yamazaki lo faceva sentire piccolo, estremamente piccolo.

«Sai...»
Dopo lunghi attimi di silenzio, Sousuke cominciò a parlare, puntando gli occhi chiari sulla figura di Aiichirou sdraiato sul letto, poggiato ancora su tutti quei cuscini di cui Rin spesso gli aveva parlato sorridendo; anche se si trattava di un dettaglio minimo, il Rosso continuava a raccontare di come Nitori dormisse, di come gli stesse accanto e della gentilezza che leggeva spesso nel suo sguardo.
Aveva detto a Sousuke che era certo che fosse sempre stata lì, nel suo animo, eppure Matsuoka se n'era accorto poco a poco ed ora, ogni gesto che Nitori gli dedicava era speciale, per quanto semplice.
«Conosco Rin da una vita. E con questo intendo dire che siamo davvero cresciuti assieme, conosco tutto di lui e ci sono tante cose che ho capito solo dopo averlo rivisto al Liceo.»
Aiichirou si sistemò lentamente vicino alla spalliera del letto e abbozzò un sorriso, osservando l'espressione seria sul volto dell'altro divenire poco a poco più rilassata, perdendosi nei ricordi di quando si erano incontrati dopo anni.
«Quando ti ha visto davanti alla Centrale, i giorni seguenti non faceva altro che parlare di te e diamine, quanto mi annoiava.»
Le gote di Aiichirou si imporporarono e Sousuke si limitò ad increspare le labbra, sapendo che Nitori aveva aspettato per tanti anni Rin, che aveva sperato, ma ora era felice per lui, per entrambi, perché nulla era fuori posto quando entrava in casa loro e lo percepiva da quei sorrisi incorniciati e appesi sulle pareti, dalla grande libreria che occupava il salotto con i libri in inglese di Rin e quelli di scienze di Aiichirou, ma anche dall'atmosfera che lo avvolgeva perché la giovane coppia accoglieva sempre chiunque e anche se Rin borbottava un po' troppo, c'era sempre Aiichirou a rimproverarlo affettuosamente e a dire che il loro appartamento accettava anche qualche ospite in più.
«E ora lo fa ancora, parla di te, della bambina, e ha questo sorriso da idiota sulla faccia, ma niente, lui non se ne accorge e ci porta allo sfinimento tutti al lavoro, perché sa essere sempre competitivo e ha sempre così tante ambizioni che alle volte mi fa pensare che non sia cambiato nulla da quando siamo piccoli.»
Sousuke, a quel punto, abbassò lo sguardo, non sapendo più cosa aggiungere o come migliorare la situazione poiché, seppur consapevole che quegli occhi celesti – e ora così lucidi – fossero ancora su di lui, non era mai stato capace di consolare le persone, di dire qualcosa per non metterle in imbarazzo e inaspettatamente Aiichirou si avvicinò a lui, abbracciandolo delicatamente perché singhiozzava troppo per ringraziarlo a parole e l'unico modo per far sapere all'altro di essere grato delle sue parole era così, con un gesto d'affetto a cui Sousuke non era avvezzo, ma che apprezzò nella sua semplicità.
«Ti cerco un fazzoletto, altrimenti Rin inizierà a piangere come un bambino se ti vede così.»
La sua voce non tremò, ma il sorriso sincero di Nitori bastò per sciogliere un po' il suo carattere rigido e poco dopo, abbandonò la camera, lasciandosi alle spalle quell'Aiichirou divenuto più tranquillo, tanto dal socchiudere poco a poco gli occhi, mentre Sousuke prendeva qualcosa da bere per sé in cucina e cercava un fazzoletto per l'altro.



Passò un quarto d'ora prima di vedere la porta dell'appartamento aprirsi, Rin varcò la soglia trafelato, un'espressione preoccupata sul volto e la divisa stropicciata, abbandonando la pistola d'ordinanza sul piccolo mobiletto all'entrata solamente per poter raggiungere il prima possibile la camera da letto.
«Ohi.»
Un passo in avanti e poco dopo si fermò, voltandosi verso la direzione da cui quella voce familiare proveniva; accennò un sorriso stanco e Sousuke lo scrutò attentamente, trattenendosi dal dire qualcosa di troppo, sebbene l'aspetto dell'amico fosse davvero esilarante.
«Scusami, non ho potuto fare prima. Ai come sta? Hai chiamato qualcuno, vero?»
Rin parlava veloce, nascondendo vanamente il suo essere nervoso, ma non c'erano segreti per Yamazaki, ormai si era abituato anche a quello e non si stupiva nel vedere l'amico d'infanzia in quello stato.
«Sta dormendo,» iniziò a parlare, vedendo l'altro avvicinarsi a larghe falcate verso la porta della camera, aprendola solamente per sospirare alla vista di Nitori rannicchiato sotto le coperte e tra l'abituale fortezza di cuscini in cui solea scomparire. «riposati anche tu, ne avete bisogno entrambi.» concluse lui, salutandolo con una pacca amichevole sulla spalla per poi prendere il proprio giaccone all'entrata e indossare le scarpe poco distanti dalla porta.

«Sou.»
Rin bisbigliò, evitando di guardare l'amico, ma quel piccolo richiamo bastò all'altro per comprendere ciò che lo sguardo di Matsuoka gli volesse dire, sebbene i suoi occhi vermigli non incontrassero i suoi.
«Non ho fatto nulla, mi basta una colazione dai Mikoshiba.»
A quelle parole, senza sentire la necessità di dire altro, i due amici si salutarono e Rin ritornò a guardare Aiichirou, sdraiandosi al suo fianco attentamente, temendo di sciupare quell'espressione riposata dipinta ora sul suo viso.
 


 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve a tutti! Approfitto dopo 6 piccoli (piccolissimi) capitoli di scrivere un commento su ciò che ho scritto sino ad ora.
Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti/seguiti e se avete tempo/voglia, fatemi sapere che cosa pensate qualcosa a riguardo della storia.
Inizialmente avevo pensato di scrivere una fanfic mpreg con una RinAi divisa in fase precise e tecnicamente avrei dovuto finire il tutto in sei capitoli, ma alla fine mi sono fatta trasportare un po' troppo e ho aggiunto anche altri personaggi che volevo partecipassero alla vita della coppia (e della bambina ancora in pancia) così da far interagire Rin e Aiichirou anche con i loro amici o vecchi conoscenti.
Tendenzialmente non scrivo capitoli così brevi, credo che questo non sia uno dei miei lavori migliori, ma siccome non è una storia impegnativa, lo prendo come un "momento di relax" quando ho voglia di scrivere qualcosa sulla mia OTP e anche se rimango in parte un po' scettica sull'mpreg, immaginare Aiichirou alle prese con la propria bambina è qualcosa di dolcissimo.

Eeeee, niente, credo di aggiornare ancora, ma non so come e se concludere con il parto o proseguire oltre.
  
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