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Autore: LobaTheNerd    01/04/2016    0 recensioni
Stiles Stilinski é un orfano che,dopo la morte dei suoi genitori,si ritrova costretto a servire la sua matrigna e i suoi fratellastri,che fanno di tutto per rendergli la vita un inferno.
Derek Hale é un principe che non vuole sposarsi e che preferisce passare le sue giornate a cavallo,piuttosto che stare agli obblighi reali.
Ma quando il destino deciderà di farli incontrare,nulla sarà più come prima.
Specialmente dopo un ballo a palazzo,quando i due sono determinati a ritrovarsi a tutti i costi.
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Sterek Cenerentola!AU #No lupi mannari / Tutti umani (o quasi)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                             Capitolo 1





Stiles dormiva sonoramente.

Stava facendo un bel sogno.

Difficilmente qualcosa lo faceva sorridere, ormai, ma quel sogno era davvero bello.

Tuttavia non avrebbe osato parlarne con nessuno,perché sua madre gli diceva sempre che se raccontavi un sogno,questo non

 si sarebbe più avverato.

Ma ciò era molto tempo fa,quando i suoi genitori erano ancora entrambi vivi,e lui non doveva preoccuparsi della sua terribile matrigna

e dei suoi fratellastri che lo facevano lavorare quasi a morte da quando suo padre era morto.

Per cui voleva godersi ancora ogni secondo di quel fantastico sogno.

Ma poi l'orologio del castello scelse proprio quel momento per rintoccare le sei.

"Mhm...guastafeste" gemette Stiles contro il suo cuscino,quando il suo bel sogno svanì,portatogli via da quel suono che ogni mattina lo

riportava alla dura realtà.

Perfino l'orologio lo comandava a bacchetta,proprio come facevano i suoi orribili fratellastri Jackson e Matt e la sua matrigna,Jennifer.

Erano ormai due anni che il povero ragazzo era diventato un servo nella sua stessa casa,costretto a obbedire ad ogni loro

capriccio,eseguire le loro numerose faccende,essere nutrito a malapena ed essere umiliato ogni giorno.

Tuttavia,non aveva intenzione di fuggire da quella villa in rovina,che oramai era diventata la sua prigione.

Non che non avesse dove andare.

Più di una volta,infatti,Melissa,la madre del suo migliore amico Scott,e stimata dottoressa del regno,si era offerta di accoglierlo in casa
 
sua una volta scoperto della crudeltà della nuova famiglia del ragazzo,ma questi aveva rifiutato.

Per lui quella villa aveva un significato.  

Nonostante ora fosse la sua prigione,quello era il luogo dove era cresciuto e dove lui e la sua famiglia erano stati felici.

E Stiles non se la sentiva di abbandonare la sua casa.

Il castano si stiracchiò e si alzò dal letto ancora assonnato,non potendo permettersi di dormire fino a tardi, o sarebbe finito nei guai.

Dopo essersi rifatto il  letto ormai trasandato,restò qualche attimo a guardare fuorì dalla finestra,inspirando la fresca aria mattutina.

La finestra dava una bellissima visuale del castello e di tutto il villaggio che lo circondava.

Stiles sospirò e,toltosi il pigiama logoro,andò a fersi un bagno veloce.

Non c'era pericolo che qualcuno lo vedesse,visto che la sua stanza-che in realtà altri non era che la soffitta di casa Stilinski (che ora si

chiamava Villa Blake)- si trovava nella torre più alta della villa.

Da quando era stato cacciato dalla sua stanza,Jennifer lo aveva fatto dormire lassù in modo che il ragazzo non potesse sgaiattolare via

e fuggire.

Ma Stiles non aveva intenzione di farlo.

"Bene,Stiles" si disse tra sé,una volta infilatosi la sua divisa da lavoro,che consisteva in una camicia a quadri rossa con sopra un

giubbetto trasandato senza maniche e marrone chiaro,un paio di pantaloni marrone scuro,sciatte scarpe nere,e un grembiule bianco e

stracciato. "Ora di mettersi al lavoro!"

Aprì la porta della soffitta e scese giù per le scale,dirigendosi in cucina a preparare la colazione per la sua matrigna e i suoi fratellastri.

Come ogni mattina,la prima cosa che Stiles doveva fare era servire loro la colazione a letto.

Al castano,tuttavia,non era neanche concesso il lusso di fare colazione.

Quando ebbe messo tutto sul fuoco,il ragazzo mise dieci manciate di granturco nel suo grembiule,e lo portò come fosse una

sacca,incamminandosi verso le stalle e gridando: "Ehi,ragazzi! Ora di colazione!"

Immediatamente polli,cavalli,gatti,cani e oche si precipitarono da lui per essere serviti per primi.

Stiles prese un po' di granturco dal suo grembiule e ne sparse un po' ovunque,così che ogni animale della fattoria potesse avere la sua

colazione.

Con la coda dell'occhio,vide quattro topolini in un angolo a guardare e,sorridendo,gettò un po' di granturco anche per loro. "Ecco

qui,piccolini e buon appetito!"

I topolini si tuffarono letteralmente sulla loro colazione e il castano ridacchiò,prima di andare a mungere le mucche per ricavare il

latte necessario,riempire le varie mangiatoie e cambiare l'acqua.

Dopodiché tornò in cucina per finire il lavoro,iniziando a preparare i tre vassoi - uno per Jennifer,uno per Jackson e uno per Matt.

Fece appena in tempo,perchè quando ebbe terminato le tre campanelle poste all'ingresso della cucina iniziarono a suonare.

La sua matrigna e i suoi fratellastri,nelle loro camere, avevano ciascuno una cordicella al lato del letto che,appena svegli,tiravano.

 E questa,essendo connessa alla cucina,faceva suonare una campanella per avvertire Stiles che il malefico trio era sveglio e che

doveva sbrigarsi a portare su la colazione.

Il ragazzo gemette.

Non aveva tempo da perdere.

"Arrivo!" gridò verso le scale,mentre si affrettava a portare tutti e tre i vassoi insieme. Uno con la mano destra,uno con la

sinistra,mentre un altro lo portava in equilibrio sulla testa.

Era un'abilità che era stato costretto a sviluppare,o si sarebbe messo nei pasticci per non aver consegnato in tempo la colazione.

Stiles si ricordava bene la prima volta che ci aveva provato,quando era finito col cadere rovinosamente a terra e far andare la

colazione in mille pezzi,scatenando l'iralità dei suoi fratellastri.

Jennifer,invece,era furibonda e gliel'aveva fatta pagare molto cara.

Da quell'incidente,Stiles aveva fatto molta pratica e,alla fine,era riuscito a non combinare disastri,cosa alquanto difficile per lui data la

sua iperattività.

Il castano si diresse alla svelta su per le scale,entrando subito nella prima stanza,quella di Jackson.

"Ciao,Jackson!" lo salutò appena entrato.

Per tutta risposta il biondo gli lanciò un'occhiata truce. "Spero che la mia colazione sia calda,Stiles,o la prossima volta ti-"

"Tranquillo,è bella calda" lo interruppe Stiles,alzando gli occhi al cielo e porgendogli il vassio che teneva con la sinistra.

I suoi fratellastri erano entrambi arroganti ed egocntrici,specialmente Jackson,il quale era più vanitoso ed un maniaco del suo aspetto.

Non che non fosse un bel ragazzo,certo,era biondo e con i capelli sempre perfettamente in ordine,gli occhi azzurri ma freddi come il

ghiaccio. Tuttavia il suo atteggiamento arrogante, presuntuoso e superficiale lo rendeva antipatico agli occhi della gente e odioso a

quelli di Stiles.

"Vedi di rammendare quei vestiti!" gli ordinò Jackson,indicando con un dito la pila di vestiario sulla scrivania.

"Si,Jackson" sospirò il castano,prendendoli con la mano libera.

Poi fu il turno del secondo fratellastro.

"Buongiorno,Matt!"

In confronto a quest'ultimo,Jackson era dolce e gentile.

Matt era un ragazzo dai capelli ricci e castani,e stessi occhi gelidi di suo fratello,anche se più folli.

A differenza di Jackson,però,provava del divertimento nel maltrattare Stiles e a trovare nuovi modi per umiliarlo. Era molto più

crudele del biondo.

"Ah,alla buon'ora!" sibilò questi "Sto morendo di fame!"

"E infatti ecco qui la tua colazione,Matt" gli rispose con ovvietà Stiles,passandogli il vassoio che teneva con la mano destra.

Matt glielo strappò letteralmente via di mano.

"Ascolta bene,sguattero,perchè non lo ripeterò una seconda volta. La mia biancheria deve essere lavata e stirata. La rivoglio qui tra

un'ora. Tra un'ora,capito?" gli chiese Matt con fare intimidatorio.

Il ragazzo dovette fare un respiro profondo per non arrabbiarsi col suo fratellastro.

"Non dovevi dirlo solo una volta?" gli chiese Stiles,sarcastico.

Era più forte di lui.  Non poteva fare a meno del sarcasmo.

L'altro lo guardò in cagnesco e Stiles deglutì. "Si,Matt. Ho capito".

Con un sospiro,il ragazzo prese il cesto della biancheria con l'altra mano e uscì,richiudendo la porta con un piede.

Si diresse poi verso la camera di Jennifer,quella che una volta apparteneva a suo padre e a sua madre.

Il ragazzo si morse il labbro e prese un bel respiro profondo prima di entrare.

"Ah,Stiles! Finalmente!" lo accolse lei con un sorriso più finto di una moneta falsa.

"Buongiorno,Madame! la vostra colazione" disse,piegandosi in giù in modo che la donna potesse prendergli il vassoio dalla testa.

Poi,alzatosi,restò in attesa.

Jennifer bevve un sorso dalla sua tazza. "Molto bene,Stiles,vedo che stavolta hai fatto una colazione come si deve" commentò

freddamente lei,per poi far incrociare il suo sguardo con quello di lui.

Gli occhi gelidi della donna sembravano perforarlo da ogni parte,provocandogli un brivido lungo la schiena e facendogli contorcere

fastidiosamente lo stomaco.

"Oggi ho bisogno che tu vada al villaggio a comprare del pane,del pesce,e delle verdure. E quando sarai tornato preparerai il

pranzo,strofinerai i drappeggi,laverai i pavimenti fino a che non riesca a vedere il mio riflesso,rammenderai i miei vestiti e poi laverai

tutte le finestre,una per una. Sono stata chiara?"

"Chiarissima" annuì Stiles,cercando di nascondere un sorriso.

Andare al villaggio,per lui,oltre che fare la spesa per Jennifer,voleva dire anche avere occasione di passare del tempo con i suoi amici.

La sua matrigna gli porse una manciata di monete. "Queste dovrebbero bastare. Ora va' a continuare le tue faccende e a fare ciò che ti

ho detto" ordinò in un tono che non ammetteva repliche.

"Si,Madame" rispose Stiles,prima di uscire dalla stanza e richiudersi la porta alle spalle.



                                       

                                                              *                                                                                  *                                                                           *




"Tu hai fatto COSA?"

La voce di Derek ,dalla sala del trono,riecheggiò per tutto il castello,facendo spaventare qualche domestico.

"Rilassati,nipote" rispose pacatamente suo zio Peter,il Re. "L'ho fatto per te"

"Per me? PER ME!? Hai organizzato uno stupido ballo ,invitando tutte le ragazze e i ragazzi in età da marito dove io dovrò scegliere

chi sposare! E questo per ME?"

"Si. Per te" rispose Peter drizzandosi sul suo trono.

Derek lo guardò furente.  "Non parteciperò"

"Oh,si che lo farai" ribattè il Re.

"No"

"Derek,eseguo solo le ultime volontà di tua madre. tu sei l'erede al trono e,per diventare Re,hai bisogno di qualcuno al tuo fianco che

ti guidi. Hai bisogno di prendere moglie. O marito"

Non era un segreto il fatto che il principe fosse bisessuale,e inoltre i matrimoni tra persone dello stesso sesso erano consentiti e

legalizzati da molti anni.

"Io non voglio sposarmi" dichiarò il più giovane degli Hale.

"Devi,invece. E' la legge." spiegò Peter.

"Tu sei Re e non sei sposato!" Gli fece notare Derek.

Suo zio alzò gli occhi al cielo. "Nipote,sai benissimo che la mia è solo una carica temporanea. Presto dovrò cedere a te la mia corona.

In realtà sarebbe dovuto toccare a Laura,ma..."

Non dovette aggiungere altro. Tutti sapevano cos'era successo.

"Fallo per tua madre,Derek! Magari troverai qualcuno che ti piace,chissà" aggiunse con un sorrisetto.

"D'accordo!" Scattò questi. "D'accordo! Come vuoi tu!"

E uscì,sbattendo la porta.

Peter sospirò,prima di correre dietro a suo nipote. "Derek,aspetta!"

Ma l'altro non lo ascoltò,anzi accellerò il passo lungo i numerosi corridoi che conducevano fuori dal castello.

Il maggiore degli Hale lo inseguì per tutto il tragitto fino alle scuderie del palazzo. "Derek!"

Ma fu tutto inutile,perchè non appena uscito,fece appena in tempo a vedere suo nipote montare sul suo stallone nero e partire al

galoppo verso il villaggio.

Peter emise un sospiro esasperato.  "Non cambierà mai".


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Note dell'Autrice:

Ma salve,ragazzuoli,come state?
Eccomi tornata con il primo vero capitolo di A Dream Is A Wish Your Heart Makes!
Vi piace? Lo spero tanto,perchè ci sto mettendo tutta me stessa e allo stesso tempo mi sto divertendo un mondo a scrivere questa fic,insieme a tutte le altre. Temo di essere sfociata troppo nell'OOC.
Chiedo scusa a tutti quelli a cui piace Jackson,ma mi serviva un personaggio abbastanza "stronzo" per il ruolo di uno dei due fratellastri (perchè avevo già deciso che Matt sarebbe stato un fratellastro "perfetto"),perciò I'm sorry.
Nel prossimo capitolo avrete una presentazione degli altri personaggi,seguito da un incontro...inaspettato. ;)
Fatemi sapere la vostra. Che ne pensate? (Ovviamente le recensioni sono ben gradite)
Alla prossima!
Baci,baci :*


  
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