Robert
Pattinson non si era mai innamorato.
Robert Pattinson non aveva mai creduto nell’amore.
Robert Pattinson era vuoto, solo, triste, prima di incontrare
lei.
Lei che con la forza di un uragano aveva stravolto la sua vita, lei che
aveva
travolto la sua anima come mai nessuno riuscì mai a fare.
Si impossessò avidamente del suo cuore, un cuore custodito
da tempo, in quel
petto. Un cuore che forse, in fondo, attendeva solo lei.
Era possibile amare così tanto una persona? Era possibile
amare come Hana amava
Robert? Era possibile amare come Robert amava Hana?
Le risposte erano scritte nei loro cuori, nel loro futuro, nel loro
passato, ma
soprattutto nel loro presente.
Un presente che, forse, mai poteva essere più dolce,
più leggiadro… più
perfetto.
E Robert ben lo sapeva.
Con la consapevolezza di stringere fra le braccia la creatura
più fragile del
mondo, fece un passo in avanti e poi uno indietro. Stringendo
l’affusolata mano
di Hana, facendola girare su stessa, sulle dolci note di una canzone
che dalle
casse dell’automobile si diffondeva.
Si, lì, su quel molo, lui la fece danzare, stretta a lui.
Lei rise poggiando, dopo una piccola giravolta, il viso sul petto di
lui,
ascoltando il battito regolare del cuore, che, oramai, batteva solo per
lei.
Ancora ricordava quando la conobbe. Lei, nata a Pechino, lei ginnasta
divenuta
modella. Figlia d’arte, nata da un pittore ed una ballerina,
trasferitasi in
America per lavoro.
Si erano conosciuti in un bar, nella periferia di Los Angeles.
Non era stato amore a prima vista il loro, oh no. La magia di scoprirsi
piano
l’un l’altro, attraverso lunghe conversazioni,
lunghe nottate fatte di sorrisi
e risate. Dolci e languidi sguardi. Poi qualcosa che forse, in cuor
loro,
avevano sempre sperato, un bacio, arrivato inaspettatamente, sotto la
pioggia
del tardo inverno.
Robert sorrise, ripensando ai dolci momenti condivisi con lei, pensando
a
quanto il destino fosse strano a volte.
Hana alzò il capo, fissando dal suo metro e sessantaquattro
il viso di Robert,
illuminato dalla luna piena che si ergeva sopra le loro teste.
-Perché ridi?- chiese lei alzando l’angolo delle
bocca verso l’altro, in uno
strano sorriso che solo lei sembrava poter riuscire avere, un sorriso
che
provocava insolite vertigini a Robert.
Lui la guardò, scuotendo il capo e accarezzandole i lunghi e
lisci capelli
scuri.
Robert sentì il respiro di lei sul collo, solleticargli la
pelle della mascella
sbarbata.
-Dai. – mugugnò lei pizzicandogli con le dita il
fianco destro.
-Mi fai male, così. – disse lui in un risolino,
poggiando ancora le mani sui
suoi fianchi stretti, dopo essersi allontanato leggermente.
Hana inclinò di lato il capo, scrutando con
caparbietà gli occhi azzurro cielo
di Robert.
Quanto lo amava? Potava essere quantificato?
Un sentimento che andava al di là di ogni cosa, di qualsiasi
altro affetto.
L’amore che speri possa durare una vita, anche se in
realtà non ci credi.
Era strano per Hana, eterna cinica romantica.
Forse sarà una storia scontata la sua, potete pensare
ciò che volete, miei cari
amici, ma è la realtà.
Una ragazza dal corpo fragile che fu costretta ad anni di duro lavoro
da
ginnasta. Lei amata dolcemente per poi essere abbandonata brutalmente.
Per cosa? Per nulla, senza un reale motivo.
Poi la carriera da modella, una voce che la rassicurava, che la faceva
sentir
bene, a chi confidare le più intime sue paure. Una voce che
le diceva di
sorridere, una voce simili ad una calda melodia, la sua
voce. La voce
del giovane Robert Pattinson che non credeva nell’amore.
-Ti ho mai detto che sei bellissima?- sussurrò lui ammaliato
dai grandi occhi
neri della ragazza, dalla pelle diafana, dai capelli spostati dal caldo
vento
estivo, che come seta su pelle accarezzava morbidamente ogni loro lembo
di
pelle scoperta.
-Mah, forse. Una volta o due. Forse novecentonovantasei. –
rispose alzando gli
occhi al cielo e incrociando, ancora, le braccia al suo collo e
giocherellando
con i capelli ribelli di lui.
-Devo proprio andare via?- . Robert la guardò sospirando.
-Si. -
-No, non andare. – mugugnò lei fermandosi, mentre
la musica cessava.
-Devo. Sei avessi un clone che recitasse al posto mio, ci manderei lui
in
Irlanda. - .
Quanto costava a Robert girare quel film? Quanto costava strale
lontano?
Molto, troppo forse.
-Ma sono sei mesi. – e al sol pensiero, nel solo pronunciare
quelle parole il
cuore di Hana perse un battito.
Robert si fermò, bloccandosi ed irrigidendosi.
Puntò i suoi occhi chiari negli
occhi color della notte dei Hana.
Incatenò i loro sguardi, fondendoli. E per la dolce Hana
tutto perse di
significato, nulla più contava e nulla più
esisteva intorno a lei.
Robert poggiò entrambe le mani sul viso di lei,
accarezzandole le gote con i
pollici, poi piano e delicatamente le baciò le labbra rosse,
morbide e piene.
Hana tenne le mani inerte lungo i fianchi, incapace ci muovere un solo
muscolo.
Il cervello sembrava essersi scollegato dal resto del corpo, una
reazione che
molte volte Robert le provocava.
Poi con dolcezza allontanò il suo viso, sfiorandole appena
le labbra,
baciandole poi il profilo del mente, finendo sul suo collo,
inebriandosi del
profumo della pelle del suo collo.
-Stai cercando di persuadermi Pattinson?-
-Ci riuscirei?-
-Si. -. Lui si stacco da lei, guardandola ancora negli occhi. Hana
cerco invano
di regolarizzare il so respiro, accelerato.
-Vieni con me. – la voce di Robert era pari ad un sussurro,
un sussurro perso
nel caldo vento che accarezzava i loro visi. Hana spalancò
gli occhi spiazzata
da quelle tre semplici parole.
-Cosa?- la voce le risultò un suono acuto strozzato mentre
lui piano faceva
ricadere la mani lungo le sue braccia.
-Vieni con me, Hana. Vieni con me in Irlanda. – e in quel
momento lei non
riuscì a staccare i suoi occhi da quelli di Robert, mentre
in lei si faceva
sempre più chiara la visione del futuro.
Chiuse gli occhi, lasciandosi baciare la fonte.
Una solo era l’immagine dipinta nella sua mente, il viso che
in quel momento
era dinanzi a se.
Che fosse la cosa giusta? Che fosse un errore?
Questo lei non poteva dirlo o prevederlo. Si lasciò andare
alle braccia di
Robert sussurrando due semplici lettere: -Si. -
Lui sorrise, affondando il viso nei suoi capelli neri, stringendola
forte a se.
Dicendole che l’amava, l’amava più di
tutti i pesci nel mare e alto fino alla
luna.
Amore?
No… la parola amore non poteva racchiudere il sentimento che
li avrebbe uniti
per tutta la vita.
avevano ripreso a sognare.
Eccomi
gente, eccomi qui per voi.
Una one che forse non ha molto senso, ma pazienza.
Ultimamente sento il bisogno di scrivere e lo farei con le long fic ma
il cavo
del mio computer è deceduto e questa settimana dovrebbe
tornarmi.
E ringrazio di cuore
la dolce Eri (mille volt grazie,)
Dod,
Juliette,
Grè.
A voi,
con immenso affetto,
Panda.