Voglio vivere
Le mie dita corrono sui tasti,
in un'elegante e veloce danza
con la grazia delle zampe di un ragno che cammina,
a ritmo del volere del cuore.
Scrivo, con un misto di felicità e di amarezza di cui esso è colmo;
scrivo di ciò che non posso avere,
di persone che non esistono,
di mondi che comando io
e che in una riga posso distruggere.
È questo il potere di uno scrittore,
a capo di un regno così sconfinato che non ne si vede l'orizzonte,
il suo regno,
il regno immenso dove può rifugiarsi.
Perciò attento quando parli a uno scrittore
o solo lo incroci per strada:
sembra innocuo e si confonde con la massa,
ma non saprai mai
se ha preso in prestito il tuo volto
o le sfaccettature che ti caratterizzano.
Può fare di te un cattivo, un amico, una comparsa…
O un protagonista, addirittura.
Perché uno scrittore si appiglia a frammenti di realtà,
mischiandoli con le emozioni e i desideri.
Dopo aver scritto così tanto che non ricordi di aver mai fatto altro
l'anima però comincia a gridare a pieni polmoni, a contorcersi dal dolore.
Voglio vivere!
Ecco cosa urla e, se potesse, lo direbbe al mondo intero.
Con il cuore punto dal dolore
e una malinconia troppo grande per esprimerla.
Voglio vivere…
Si riduce a un sussurro, fino a tacere
e il male si attenua lentamente.
Perché ci sono scrittori che vogliono vivere,
lo vogliono con tutto se stessi,
ma a volte non sanno come farlo
e si rifugiano in una realtà, un piccolo angolo,
dove possono emozionarsi e sentirsi liberi,
esprimendo ciò che davvero sono.