~ It’s only half
past the point of no return
Adoro parlargli di lui.
"Hai delle belle mani", glielo dico senza pensarci troppo. Sono una persona spontanea, e le sue mani sono belle.
Le ricordo quando ancora erano le mani di un ragazzino, mi ricordo che furono la
prima parte che toccai di lui e, davvero, non so perchè lo ricordo.
Ora ha le mani grandi, non sono esattamente aggraziate o delicate, ma sono
pallide e magre e mi piacciono.
Lui stacca la mano dal mio braccio sorridendo appena, poi la apre e la chiude,
ispezionandola assorto. Pensa sempre troppo a quello che gli dico, però non mi
sono mai lamentato. E' bello che qualcuno mi prenda sul serio, e chi, se non
Bill, poteva prendermi sul serio quando sono effettivamente serio? Ormai mi capisce in un
attimo e neanche mi dispiace più che sia l'unico a riuscirci. All'inizio mi
dispiaceva. Capirmi era una cosa in cui nessun riusciva e ne ero fiero.
Una persona strana è una persona strana finché qualcuno -ogni persona
strana ha il suo qualcuno- non capisce quel
qualcosa che fa sembrare tutto logico. Io la logica l'ho sempre odiata,
ma fortunatamente anche lui, che quel qualcuno lo è diventato solo perchè è
strano quanto me, anche se in modo diverso.
"Ho detto che sono belle, non che sono blu, smettila di guardarle così"
E le usa per tentare di spingermi giù dal divano. Ridiamo, e ridiamo anche mentre gli prendo la mano tirandola per
l'indice e il medio in modo quasi gentile. Quasi, perchè non si può pretendere
troppo da me. O da lui, insomma.
Pallida, soprattutto tra le mie. Non che le mie siano propriamente
scure, ma ho il colorito di un umano che ha passato almeno tre minuti della sua
vita sotto il sole; quelle di William sono sempre bianche, o al massimo
arrossate sulle nocche, quando è freddo.
Beh, William è tutto pallido in effetti, e l'ho visto anche in piena estate. E'
pallido o rosso. Rosso a chiazze.
Questo non glielo dirò mai, anche se io lo trovo adorabile.
"Bella", e riprende a respirare, arrossendo vagamente.
Il punto è che ne sono ancora del tutto ignaro.
Hai dei begli occhi. Un
bel collo. Delle belle labbra. Dei bei capelli. Delle
belle orecchie. Dei
begli occhiali. Una bella maglia. Delle belle gambe. Una
bella voce. Delle belle idee.
Ma io ancora non lo so capisco.
(Have you
ever felt this way?)
~
It’s only half past
the point of oblivion
Forse perchè adoro pensare a lui.
"Sei bello", e neanche questa volta ci penso granché. E' un po' troppo vicino perchè io riesca a pensare, prima di parlare.
Lo penso da quando si è presentato
sulla soglia di casa mia sul finire del pomeriggio, con tutta quella luce
arancione nell'aria e via dicendo. Da quando è entrato in casa con
un'espressione un po' titubante e la scusa più stupida del mondo. Non si passa
per il New Jersey tornando dal Cile. In particolare se è a Chicago che torni.
Ha la mia chitarra in mano, quando realizzo concretamente che quello che dovrei
dirgli è che è bello, e che, diamine, mi piace.
E' pallido, magro, non è aggraziato né delicato, ma mi piace.
Quindi gli tolgo la mia chitarra dalle mani - dalle sue mani - e lo
osservo da quella distanza così breve. Ha le gote rosse, in quella maniera un
po' irregolare che mi fa venire i mente quegli stupidi quadri di schizzi fatti a
caso che non capirò mai.
William era una persona strana per me, finché non ho capito qual è la sua logica. E' un
po' come capire quei rossori sul suo viso, o il modo in cui si muovono i suoi
occhi.
Stasera vogliono che glielo dica.
Lui si ritrae di alcuni centimetri, e se non fosse seduto sul mio pavimento con le gambe
incrociate probabilmente si sarebbe allontanato di più. Io
rido, ma lui mi prende sul serio. Sono serio, ma vorrei che non fosse così
sorpreso da indietreggiare.
Non era ovvio che fosse bello? Non era ovvio che io lo pensassi?
"Ho detto che sei bello, smettila di guardarmi così"
Ed è come se lo avessi tirato di nuovo vicino, più di prima, perchè me lo
ritrovo improvvisamente troppo vicino, che mi guarda come se avesse smesso di
capirmi da quando ho aperto bocca. Ho eluso qualche schema che aveva in testa,
di sicuro, o più probabilmente ho anticipato qualcosa per cui non era ancora
sicuro di essere pronto, solo perchè lui non è mai convinto di essere pronto.
Anche quando lo è.
Mi fa tacere prima ancora che ricominci a parlare, avvicinandomi l'indice alle
labbra e avvicinandosi lui. Con la mano gli sfioro la guancia, spostandogli i
capelli con le dita, e me lo tiro contro. Neanche il tempo di accorgermi di un
sospiro sulle labbra.
"Bello", mi dice prendendo la mano che ho appoggiato sulla sua
guancia e sfiorandola con riguardo, quasi avesse paura di toccarla veramente. Sorride di sottecchi, evitando di
guardarmi.
"Belle anche le mani"
Ridiamo, e ridiamo anche quando lo bacio. E poi lo bacio ancora.
(Have you
ever felt this way?)
*
Non scrivo da secoli '_'
E non ho idea di che cosa ho scritto esattamente e sono anche sicura di non
averla finita. Ma l'ho riletta a qualche giorno di distanza, decisa a sistemarla
e finirla...e ho scoperto di non ricordare più cosa dovevo scrivere. Questo
perchè ha senso così com'è, per cui lascio stare e posto sta roba. Per
altro non sapete i dubbi che ho avuto sulla parola 'bello'. E' che è una
parola brutta, sinceramente xD Non mi piace per niente xD Ma per beautiful
non trovavo davvero niente che si addicesse meglio senza essere troppo
ç_ç
Per il resto William è davvero stato in Cile con la band anche se
ovviamente per tornare a casa non è passato per casa di Gabe, anche perchè non
so dove sia Gabe al momento xD Non sono neanche sicura di dove abiti. Fingete
che sia come dico io è.é
Le frasi inglesi in corsivo e anche qualche vago riferimento che
probabilmente vedo solo io sono di Pink, da Glitter In The Air,
che è una canzone che mi ispira tanto Gabilliam (oltre che tanto Caspian/Edmund,
ma vabbè xD).
Quindi okay, ciao <3