I know you can hear me
Open up the door
I only want to play a little
Mary chiuse di scatto la porta. Si appoggiò di schiena ad essa, ansando pesantemente.
Quella strana ragazza l’aveva seguita fino a casa? Si augurava di no.
Si era intrattenuta con le sue amiche fino a tardi, poi una di loro aveva ricevuto una chiamata, dicendo che doveva andar via. Allora tutte avevano deciso di tornare a casa. Mary sorrideva ancora, cinque minuti dopo, finchè non avvertì dei passi che si muovevano con la stessa regolarità dei suoi. Si fermò, e altrettanto fece chiunque la stesse seguendo. Nervosa, Mary riprese a camminare come se niente fosse. Arrivata in fondo al marciapede, approfittò della curva per guardare dietro di sé. Una ragazza pallida, con capelli bianchi e occhi azzurri, le sorrise. Indossava una felpa bianca con su scritto smile a lettere colorate, dei jeans scuri e dei lunghi stivali neri.
Mary sbarrò gli occhi. La sconosciuta si trovava sotto un lampione, ma sembrava che la luce le passasse attraverso. L’albina si incamminò verso di lei. L’effetto scomparve, donando solidità alla ragazza, che ghignò, alzando una mano. Confusa com’era, Mary pensò che la stesse salutando. Forse aveva bevuto troppo e non riusciva a riconoscere un’amica che si era tinta i capelli. Ma la ragazza prese qualcosa che era fissato dietro di sé. Un bastone. Il suo sorriso si ampliò.
Quel sorriso non le piaceva, e ancor meno le piaceva il bastone. Mary riprese a camminare, senza distogliere lo sguardo dalla sconosciuta. La ragazza scattò improvvisamente verso di lei. Mary cominciò a correre, senza perdere tempo o fiato per urlare, come se si fosse aspettata dall’altra una reazione del genere.
You can't keep me waiting
It's already too late
For you to try and run away
Becky rallentò, vedendo la sua vittima fermarsi davanti ad una casa. Si nascose dietro un albero. La donna cercò spasmodicamente le chiavi nella borsetta, le estrasse e tentò di infilarle nella serratura con mani che non volevano saperne di star ferme. Finalmente aprì la porta e la chiuse velocemente.
Becky si avvicinò lentamente all’abitazione, ghignando sadicamente. Non aveva più scampo, ormai. Nessuno avrebbe potuto aiutarla. La situazione le permetteva di prolungare un po’ il suo gioco.
Tamburellò sulla porta con il bastone, per poi spostarsi di lato.
Our eyes are locked together
I can sense your horror
Though I'd like to see it closer
Mary si scostò bruscamente dalla porta. La fissò terrorizzata per parecchi secondi. I colpi non si ripeterono. Si domandò se fosse stata la ragazza di prima a farli. Si accostò alla finestra. I suoi occhi incontrarono quelli dell’albina. Stavolta urlò. La ragazza non si lasciò impressionare dal grido. Anzi, avanzò, con tutta l’intenzione di infrangere il vetro della finestra con la sua arma.
Here I come to find you
Hurry up and run
Let's play a little game and have fun
Becky calò il bastone sulla vetrata. Il rumore che ne seguì non la preoccupò più di tanto. Che i vicini chiamassero pure la polizia, lei avrebbe finito molto prima del suo arrivo. Finì di staccare il vetro rimasto attaccato al telaio e scavalcò il davanzale, entrando nella casa della sua vittima.
Com’era stata veloce a scappare! Come se servisse a qualcosa …
Where is it you've gone to?
Do you think you've won?
Our game of hide and seek has just begun
Mary attraversò il soggiorno, precipitandosi in cucina. Avrebbe voluto aprire un cassetto e prendere un coltello, ma aveva paura di rivelare la sua posizione facendo rumore. L’unica alternativa che le restava era cercare un posto sicuro e chiamare aiuto da lì.
Thumping loudly through the hallways
I can hear your sharp breaths
You're not very good at hiding
Becky si immobilizzò. Qualcuno correva su per le scale. Arrivò al centro della stanza e fissò il soffitto. In quel silenzio le sembrava di udire i respiri affannosi della donna, non solo i suoi passi al piano superiore. Sogghignò nuovamente, pregustando il momento in cui sarebbe stata fra le sue grinfie.
(I'm coming)
Mary udì degli oggetti cadere nel soggiorno. Qualcosa si infranse. Si guardò freneticamente intorno: doveva decidere dove nascondersi, e in fretta.
(I'm coming)
Becky buttò giù dalle mensole altri vasi. Salì le scale, colpendo i quadri presenti sul suo tragitto.
(I'm coming)
La sconosciuta saliva le scale. In preda al panico, Mary si rinchiuse nella propria camera.
Appena mise piede al piano superiore, una porta si chiuse. Becky continuò a far cadere oggetti, dirigendosi verso la porta chiusa.
I am at your door now
I am coming in
No need for me to ask permission
La ragazza bussò. Mary si premette le mani sulle labbra. Se scopriva il suo nascondiglio, era spacciata.
I'm inside your room, now
Where is it you've hid?
Our game of hide and seek's about to end
Becky entrò nella camera da letto. La stanza era completamente buia, dalla finestra non penetrava nemmeno un debole raggio di luna. Becky mise all’erta i suoi sensi, pronta a captare qualsiasi suono o movimento.
Looking underneath your bed but
You're not here, I wonder
Could you be inside the closet?
Mary spiò l’altra dal suo rifugio. La vide piegarsi per guardare sotto il letto. Sperò che se ne andasse, invece la ragazza rivolse la sua attenzione all’armadio. Mary indietreggiò più che potè, pregando che i vestiti la nascondesserò, altrimenti …
I have found you
Becky aprì l’anta del mobile, piegò la testa e sorrise alla vista della donna impaurita.
You were hiding here
(Now you're it)
Mary alzò lo sgurdo su di lei, tremante. Voleva supplicarla, chedere pietà, ma riuscì solo a singhiozzare disperata.
Finally found you, dear
(Now you're it)
Becky continuò a fissarla. Voleva assaporare fino in fondo quel momento.
Looks like I have won
(Now you're it)
Nonostante le copiose lacrime, Mary si accorse che la ragazza aveva alzato il suo bastone, pronta a colpire.
Pay the consequence
La donna urlò solo una volta. Becky infierì più e più volte sulla sua vittima. Il sangue schizzò sui muri, sui vestiti, sul suo volto. Soddisfatta, Becky rimise il bastone nella sua fodera e uscì dalla casa sghignazzando.
Looks like I have won
Now you're it
Ding Dong
Pay the consequence)
“Serata proficua?” domandò Offenderman.
La Proxy annuì.
“Ho dato una bella lezione a una puttana.”
“Bene …”
Lo Slender seguì con lo sguardo l’albina, che entrò in camera sua. La ragazza aveva imparato in fretta …