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Autore: SomeoneNew    17/04/2016    0 recensioni
"Paul?" Si volta sorridendo nel buio.
"Si, miss Golightly?"
"Credi che io ti appartenga?"
"Esattamente, proprio cosi." Sospiro.
"Lo so, lo credono sempre tutti, ma il guaio è che tutti si sbagliano."
Silenzio.
"Buonanotte, Rosy."
"Buonanotte, Zayn."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13.

This is us


29/05/15 (Presente ...)

Imbarazzo. Ecco cosa provo quando varcando la porta di casa lo rivedo per la prima volta dopo il nostro ultimo incontro. Sono passati due giorni dalla sua visita a casa mia, due giorni da quando so tutta la verità, o almeno spero sia tutta, due giorni dal principio di un qualcosa di ancora abbastanza indefinito,e forse è meglio così. Sono passati due giorni da quando Lora si è praticamente scaraventata nella mia stanza con un tempismo invidiabile ad un orologio svizzero, interrompendo una delle poche conversazioni importanti mai avute con un ragazzo in tutta la mia esistenza.

Ed ora eccolo, nei suoi skinny-jeans blu con le mani nascoste nelle tasche della sua solita felpa. Sorride appena si accorge della mia presenza e inizia a fare vagare lo sguardo sulla mia figura quasi come a volere prendere atto del fatto che io possa essere davvero qui, presente, e soprattutto che io possa avere accettato il suo invito ad andare al cinema. Cosa che devo dire sorprende anche me, e non poco. Ero molto scettica riguardo al 'si' che avrei potuto dargli. Troppi fattori in gioco, troppe paure, troppe paranoie. Insomma, si trattava di un 'si' per il cinema non per una proposta di matrimonio, ma allo stesso tempo questa cosa mi spaventava a morte. Forse perché una proposta del genere assomigliava tanto ad un appuntamento, e noi non ne abbiamo mai avuto uno. Non che non ce ne sia stata occasione, ma semplicemente non ne abbiamo mai sentito il bisogno. O almeno io. Ora che ci penso, forse a lui sarebbe piaciuto avere un classico appuntamento, cena, passeggiata mano nella mano e tutto il resto, come nelle commedie romantiche, in compagnia della luna e dei grilli che cantano. Proprio un bel quadretto romantico. Eppure non ho mai sentito la necessità di vivere una scena del genere, di rendere tutto così ufficiale. Ammettere l'esistenza di un qualcosa significa anche accettare la costante paura che quella cosa possa frantumarsi sotto i tuoi stessi occhi. Divertente come nonostante la nostra non-ufficialità ogni cosa si sia disintegrata in così poco tempo, come noi siamo diventati polvere in balia del vento e schiuma in balia della corrente.

Poi mi sono fermata a riflettere. Cinema, significa film, che significa buio, ovvero nessuna esigenza di parlarsi o guardarsi negli occhi per almeno un'ora e mezza. E mi sono detta 'okay Rosy, può andare bene'. Allora perché le mani stanno iniziando a tremarmi sempre di più ad ogni passo che compio verso di lui? Forse avrei dovuto pensarci meglio. Avrei potuto affidarmi alla solita vecchia saggia monetina. E ora non ricordo neanche il preciso motivo perché io mi trovi qui davanti a lui, che continua a sorridere come se tutto scorresse nel modo più naturale possibile. Come diamine fa a mantenere la calma in ogni santissima situazione?

Iniziamo a camminare l'uno di fianco all'altra senza proferire parola per i primi due minuti finché lui non interrompe il silenzio chiedendomi dell'ultimo esame che ho tenuto proprio ieri. Tento di mantenere il più possibile l'interesse vivo su questo argomento, per evitare di ricadere nell'imbarazzante silenzio, ma dopo il mio 'bene, spero.' Mi ritrovo a non sapere più cosa aggiungere. Wow Rosy, le tue capacità di eloquenza mi sorprendono ogni giorno di più, complimenti.

Probabilmente avrà notato il mio pessimo tentativo di mantenere vivo un normale dialogo, quando inizia a chiedere di come stiano i miei coinquilini.

"E Lora? Sai, non credo di starle molto simpatico." Effettivamente Lora prova un irrefrenabile e anche oserei dire ingiustificato odio nei confronti di Zayn da ... beh direi da quando ci siamo trasferite in Inghilterra. La parte peggiore è che, a quanto pare, non fa nulla per nasconderlo anche in sua presenza, l'ultima volta lo ha praticamente cacciato di casa solo con quel suo sguardo terrificante che mostra solo in casi eccezionali. E a quanto pare Zayn fa parte di questi. Così in tutta risposta alzo le spalle e liquido il discorso con un 'meglio se non le rivolgi la parola ed eviti di incrociare il suo sguardo'. E l'atmosfera sembra un po' alleggerirsi al suono della sua risata.

Arrivati davanti al cinema ci fermiamo ad osservare la grande bacheca con i volantini di tutti i film trasmessi attualmente nelle sale. Alla fine optiamo per Wild. E' la storia di una giovane donna che dopo avere perso ogni speranza, con la fine del suo matrimonio e la morte della madre, e dopo anni di sconsiderato comportamento autodistruttivo prende l'avventata decisione di imbarcarsi in un'impresa più grande di lei: percorrere da sola le oltre mille miglia di montagne del Pacific Crest Trail.

Al termine della proiezione del film usciamo dalla sala cinematografica in silenzio. Durante il film tutto sembra essere filato liscio. Nessuno scontro di mani o occhiate di sfuggita, nessun contatto di qualsiasi genere. Arrivati all'esterno mi accorgo che la sera è ormai calata e la temperatura si è abbassata di qualche grado, rispetto ad un paio di ore fa. Iniziamo a camminare dirigendoci verso casa mia.

Strano come ogni cosa sembri trovarsi in una diversa prospettiva, dall'ultima volta che ci siamo visti. Due giorni fa sembrava tutto così diverso, restavano un sacco di dubbi ma, alla fine non ci importava. Quasi come se andassimo a due velocità, la massima o la minima, nessuna via di mezzo, nessuna terza opzione. Bianco o nero, sole o tempesta, e credo che ciò che più ci manchi al momento sia un equilibrio. E' strano mettere la parola 'equilibrio' fra noi due, che un equilibrio non ce l'abbiamo mai avuto. E' sempre stato un eccesso di parole non dette, un ammasso di sentimenti repressi, e noi ai due poli opposti ma in costante contatto.

Alzo lo sguardo verso il cielo. Sembra essere una di quelle poche sere in cui le nuvole si sono dissolte a brandelli, e tra uno spiraglio ed un altro si intravede la luce della luna. Se potessi scatterei una foto, ma probabilmente sembrerei troppo matta. E mi stupisco nuovamente di come io mi preoccupi così tanto di sembrare strana ai suoi occhi. Eppure è sempre lui. Ci conosciamo dalla terza elementare, da quando mi ha starnutito in faccia il terzo giorno di scuola, da quando la prima firma a comparire sul gesso del suo braccio rotto è stata la mia. Non può andare in questo modo.

Sei tu, sono io.

"Io lo farei." Dico continuando a guardare la strada davanti a noi.

"Cosa?" E forse è il più stupito tra i due, perché ... insomma nessuno si sarebbe aspettato che io sarei stata la prima ad aprire bocca, neanche la vecchietta dall'aria impicciona che sembra essere appollaiata sul suo balcone come una civetta nel suo nido.

"Partire, andare via ..."

"Non credi di averlo già fatto?" mi volto verso di lui con sguardo interrogativo. "Voglio dire, sei qui ora, in Inghilterra ..."

"Non intendevo questo tipo di viaggio." Dico voltandomi di nuovo, "Partire senza una meta, o meglio non una sola. Partirei come ha fatto la ragazza del film, attraverserei valli e colline, scalerei montagne. E' un po' come una continua rinascita. E non c'è nessuno a metterti in gabbia, solo tu e i cielo, perché quello è sempre lo stesso."

"Parli proprio come Miss Golightly ..." sorride cercando il mio sguardo complice, perché sa di aver toccato un tasto delicato per me, la mia fissazione per Colazione da Tiffany dall'età di dieci anni.

"Io e il mio gatto siamo due randagi senza nome, che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene: ecco qual è la verità."

"Ma tu non hai un gatto." afferma ridendo.

"Ogni Miss Golightly ha un gatto che si chiama Gatto. Forse lui non lo sa ancora, ma io sono certa che da qualche parte nel mondo c'è il mio Gatto."

Lui sembra pensarci su annuendo con poca convinzione, eppure il mio discorso non fa una piega.

"E Paul? Se ogni miss Golightly che si rispecchi ha un gatto di nome Gatto, allora avrà anche un Paul."

"Mi sto rendendo conto solo ora di quante volte io ti abbia costretto a guardare quel film." Scoppio a ridere ignorando volutamente la sua domanda.

"Già, dovresti sentirti in colpa." Che bel sorriso che ha.

Passiamo i cinque minuti successivi a parlare degli studi che svolgerà qui e di come si senta a riguardo, e improvvisiamo una conversazione in inglese per testare il suo effettivo livello per quanto riguarda la lingua. Devo ammettere che non è niente male, ha fatto un ottimo lavoro in questi mesi e anche se la sua pronuncia non è delle migliori sulla conoscenza è molto preparato.

"Eccoci qui." Dico quando ci ritroviamo di fronte ai tre scalini che separano la strada dalla porta blu di casa mia.

"Eccoci qui." Ripete lui meccanicamente.

Proprio in questo preciso momento mi sto rendendo conto di quanto io sia pessima nei saluti al termine di una serata del genere. Insomma cosa dovrei dire? 'Grazie per la serata'? 'Alla prossima'? 'Ci sentiamo presto'?

"E' stato bello." E' lui a parlare per primo.

"Anche per me." Annuisco "Okay magari gli ultimi quindici minuti, perché prima c'era talmente tanta tensione da poterla tagliare con un coltello." Dico prima ancora di collegare la bocca al cervello. Era andato tutto troppo bene fin'ora, giusto?

Lui scoppia in una fragorosa risata, ed è forse il momento più bello dell'intera serata. Stiamo ridendo in modo sincero e genuino, senza aspettarci nulla. Siamo semplicemente noi, come un tempo.

Il nostro momento di gloria viene però bruscamente interrotto dalla musica rock ad un volume che definire 'troppo alto' sminuirebbe la realtà. Louis, ti uccido.

"E' Louis. E la parte peggiore è che non posso neanche minacciare di sfrattarlo dal momento che non vive effettivamente qui." Ammetto in tono esasperato. "E' meglio che vada prima che i vicini si affaccino minacciando di chiamare le forze armate." Dico salendo i primi due gradini all'indietro.

"Allora, buonanotte miss Golightly." Di nuovo quel sorriso.

"Buonanotte." E si volta.

Salgo l'ultimo gradino e mi volto.

"Paul?" Si volta sorridendo nel buio.

"Si, miss Golightly?"

"Credi che io ti appartenga?"

"Esattamente, proprio cosi." Sospiro.

"Lo so, lo credono sempre tutti, ma il guaio è che tutti si sbagliano."

Silenzio.

"Buonanotte, Rosy."

"Buonanotte, Zayn."

 

LOOK AT ME

Sarò breve, prometto.

Come avrete già notato ho cambiato il titolo della storia da 'Petrichor' a 'Moon River' perché mi sembrava più adatto. Andando avanti nella stesura mi sono effettivamente resa conto che il primo titolo che avevo dato alla storia non la rispecchiava più davvero, mentre erano sempre più evidenti le analogie con il famoso film 'Colazione da Tiffany' che io adoro, e così ecco fatto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate un piccolo commento.

Felice weekend,

Daisy :)

  
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