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Autore: NotFreddie    17/04/2016    1 recensioni
"[...]E ora mi ritrovo nel bel mezzo della notte
a pensare a tutte queste cose che so di te,
quando tremavi di freddo sui binari in attesa di un treno sempre troppo in ritardo
quando scherzavamo senza ancora conoscerci
quando mi prendeva la tristezza e tu facevi di tutto per farmi ridere
ed eri ancora solo ‘un ragazzo carino che ogni volta che mi vede triste mi fa ridere’
quando per caso ti sedevi vicino a me e mi batteva fortissimo il cuore.[...]"
Genere: Poesia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Poetry.

A S.
A M., senza cui questa cosa non esisterebbe. 
 
 
“There was a time that we’d stay up all night
best friends talking ‘til the daylight,
took the joys alongside the pain with not much to lose
but so much to gain.”
 
 
 

«Ho imparato a memoria i dettagli del tuo corpo
quelle volte in cui mi abbracciavi senza motivo, perché ti andava e basta.
Ho imparato a memoria il tuo viso
quando ce ne stavamo così vicini che i nostri nasi si sfioravano
e respiravamo l'uno il respiro dell'altra.
Ho imparato a riconoscere il rumore dei tuoi passi
quando non ci siamo parlati per un po'
e avevo un bisogno disperato di sapere che esistevi ancora.
E ora mi ritrovo nel bel mezzo della notte
a pensare a tutte queste cose che so di te,
quando tremavi di freddo sui binari in attesa di un treno sempre troppo in ritardo
quando scherzavamo senza ancora conoscerci
quando mi prendeva la tristezza e tu facevi di tutto per farmi ridere
ed eri ancora solo ‘un ragazzo carino che ogni volta che mi vede triste mi fa ridere’
quando per caso ti sedevi vicino a me e mi batteva fortissimo il cuore.
Ho imparato a memoria le storie che raccontavi,
i tuoi punti deboli,
i tuoi punti forti.
Ho conosciuto il tuo dolore,
ci ho fatto amicizia perché ha un bel viso e un carattere di merda,
ho provato a guarirti,
a darti sollievo
senza riuscirci
dannandomi
perché sei fottutamente importante e invece ti distruggi senza dire niente.
Ho imparato a memoria le tue cicatrici
quando ti sei fatto male e mi hai chiesto di curarti
e poi mi hai mostrato i segni che ti porti appresso un po’ come trofei e un po’ come testimonianze.
Ho imparato a memoria i tuoi occhi
per potermeli ricordare bene quando ero debole e tu non c’eri
come quella volta che eri tu ad essere debole
e io chissà dov’ero.
Non mi perdonerò mai di averti lasciato solo col tuo dolore,
il suo bel viso che ti ammaliava ancora
che ti portava alla deriva
dove io non posso più raggiungerti, non come avrei voluto.
Ho imparato a memoria i tuoi fianchi stretti eppure morbidi,
la tua schiena piccola eppure muscolosa,
gli addominali piatti con un filo di pancia in basso
quando una notte più alcolica delle altre
mi trattavi male ordinandomi di andare via
e un secondo dopo m’imploravi di restare
quando ti sei tolto la maglietta dopo aver rimesso anche l’anima
quando avevo le mani gelide e te le ho messe sulla fronte per darti sollievo
quando mi hai abbracciata e hai poggiato la testa sulla mia clavicola
e mi dicevi ‘non lasciarmi’.
Quando tremavo così forte da non riuscire neppure ad accendermi una sigaretta
e tu mi hai detto ‘tranquilla, io sto bene’
come se sapessi tutto
ma comunque parlandomi da lontano
cosicché non potessi vedere i tuoi occhi spenti e tristi.
Ho imparato a volerti bene
quando mi hai chiesto scusa
per avere accidentalmente offeso lui
e io avevo preso a non parlarti senza nemmeno dirti perché.
E tu sei venuto da me, seduta da sola su un banco,
mi hai detto ‘scusa, io non avevo capito’
e
quando ti ho accolto tra le mie braccia tu ti ci sei incastrato dentro
e mi hai detto di preferire un pugno in faccia al mio silenzio.
Ho imparato ad odiarti
quando guardi lei e sembra che tu abbia visto Gesù
quando ti consumi a pensare cosa stia facendo e con chi sia mentre non è con te
quando sei felice mentre t’illude
quando eri triste e incazzato perché aveva baciato un altro.
Ho imparato
ad amarti, forse, se l’amore esiste
quando hai voluto solo me per raccogliere i tuoi pezzi
quando siamo stati una notte intera io e te sul tuo letto
tu con la schiena poggiata sul mio petto
io che ti facevo i grattini
e le carezze
e ti lasciavo piccoli baci tra i capelli;
quando prendi le mie difese
se qualcuno mi offende
o si permette troppa confidenza nei miei confronti;
quando ti ho chiesto se fosse ancora tutto a posto tra noi
perché ti vedevo lontano
e tu mi hai abbracciata di slancio
e hai mormorato ‘no’
allungando la ‘o’ come se stessi cercando di calmare un neonato piangente
e mi hai cullata un po’
e poi hai ripreso ad abbracciarmi
a cercarmi e
a scherzare con me.
Ho imparato a memoria il colore dei tuoi occhi
perché mi ricordava il mare
quello che si vede dalle terre che entrambi amiamo
quando un giorno
il Destino decise
che le nostre vite si sarebbero incrociate.
»








N.d.A.

Piccola cosetta che ho scritto nel bel mezzo della notte solo per tenere attivo l'account durante questo periodo di crisi, dato che non riesco più a scrivere nulla per colpa dell'università.
Il lui a cui mi riferisco è una persona deceduta molto cara alla protagonista.
Spero vi piaccia,
F.
  
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