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Autore: _grey    21/04/2016    2 recensioni
Riflessioni durante una notte come un'altra sulla Terra.
[Fanfic partecipante al Multifandom Contest – Oneshot (tema libero!) indetto da eos_92 sul Forum di EFP - 3° posto]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bellamy Blake, John Murphy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Multifandom Contest - Oneshot (Tema libero!)
*NB. Non ricavo alcun guadagno dalla pubblicazione di questa roba. I personaggi non mi appartengono, purtroppo.
 
Titolo: Sangue
Nickname forum e EFP: _grey
Fandom: The 100
Personaggi/Coppia: Bellamy Blake/John Murphy
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life
Avvertimenti: Missing Moments
Note autore (facoltativo): Io sul serio ci provo a non farmi coinvolgere in cose strane, poi mi appare un contest multifandom a tema libero e con la possibilità di scrivere su The 100 e su Murphamy e non posso resistere, non posso. Btw, queste non sono che riflessioni, un vero spaccato di vita quotidiana che potrebbe essere inserito un po’ in tutto il contesto della prima stagione. E’ un momento, solo un momento, in cui entrambi non hanno addosso il peso di essere chi sono. Un momento in cui sono in pace. Poi tornerà il giorno.
 
 
Sangue.

Aveva le mani sporche di sangue, Bellamy Blake.
Aveva le mani sporche del sangue di John Murphy che, per i primi giorni sulla Terra era stato suo complice e alleato e che adesso non era che un nemico da combattere, un traditore del quale diffidare.
Era stato cacciato ed era tornato, imbrattato del suo stesso sangue, preda sfuggita ai Grounders ai quali invece si era svenduto e aveva venduto tutti loro.
John Murphy era uno stronzo figlio di puttana che non meritava di vivere eppure ancora non era stato capace di ammazzarlo davvero.
Ci era andato tremendamente vicino una volta e aveva dovuto proseguire nella sua recita perché era questo che il gruppo voleva, ma dentro per poco non aveva rischiato di lacerarsi nel sentire i respiri strozzati che una corda stretta intorno al collo provocava.
Più lo odiava e più ne era attratto, più cercava di disfarsene e più desiderava non separarsene mai.
Erano state più le volte in cui le nocche di uno erano entrate in contatto con gli zigomi dell’altro, che quelle in cui erano state artefici di un gesto gentile, uno qualsiasi. Coltelli, pugni, lacci e cinghie intente a privare d’aria i polmoni; sguardi che contraddicevano totalmente ciò che solo all’apparenza stava accadendo.
Solo nel fugace momento sull’orlo di un crepaccio gli occhi di Bellamy Blake avevano incrociato quelli di John Murphy senza il peso di un intero popolo ad osservarli, senza le aspettative, le responsabilità.
Solo nel fugace momento postumo a una vita salvata le iridi chiare di John Murphy erano sprofondate nel nero pece di Bellamy Blake, perdendocisi, annegandoci.
E solo in quel fugace momento tutti i pezzi erano andati al proprio posto, senza che nemmeno entrambi se ne rendessero conto. Il passato era cosa chiusa, Bellamy Blake poteva fidarsi di John Murphy e John Murphy avrebbe dato la vita pur di salvare quella dell’unica persona al mondo che non lo guardava come se fosse un reietto.
Al buio di una tenda durante la notte i respiri diventavano urla e la pelle nuda che si sfiorava assomigliava tanto al caldo tepore troppo lontano nel tempo per poterlo ricordare.
John Murphy dormiva profondamente, come forse non accadeva da prima che i suoi piedi toccassero la fredda superficie terrestre e ciò era possibile solo perché sapeva (e dentro lo sapeva anche se la sua mente in questo momento era annientata dal sonno) che al suo fianco c’era Bellamy.
Avevano fatto l’amore come ogni sera da due settimane a quella parte, la mano di Bellamy sulla bocca di Murphy nel momento in cui quest’ultimo raggiungeva l’orgasmo; le labbra di Murphy su quelle di Bellamy per far diventare sordo ogni suo gemito quando era il suo turno. Carne alla carne.
Nemmeno si ricordavano come era cominciata, sapevano solo che non avrebbero più potuto farne a meno. Che quel paradiso, inferno o purgatorio sarebbe stato degno di essere vissuto solo per quei momenti in assoluto silenzio, per quei momenti di assoluta pace.
Nessuno sapeva di loro, come poter affrontare la questione d’altra parte? In una battaglia per la sopravvivenza vince chi si mostra più forte e soccombe chi, invece, appare più debole. E l’amore certo non era considerato un punto a favore.
L’amore…
Bellamy Blake spostò una ciocca di capelli dalla fronte di John Murphy scoprendo così una delle tante cicatrici che il ragazzo aveva in volto. Tempi passati quelli in cui la sua pelle era liscia come la superficie di un frutto vellutato di cui aveva solo sentito parlare. Conosceva l’origine di ogni singolo segno sul suo corpo, si era fatto raccontare come John se li era procurati mille volte e ancora chiedeva perdono e si malediceva mentalmente per tutti quelli di cui lui stesso era stato l’artefice. Erano parecchi. John rispondeva a parole inespresse a voce con un sorriso e inclinando la testa leggermente fino a raggiungere sempre gli occhi di Bell. Annuiva quando li trovava, sorrideva di nuovo e faceva sì che l’anima tormentata di Bellamy trovasse un briciolo di pace.
Era dura stare lontani durante il giorno, fingere disinteresse e non poter condividere la propria preoccupazione quando uno dei due partiva in missione o in avanscoperta e non tornava al calar della luce. Era dura non dare all’altro la propria razione di cibo quando lo vedevano affamato, stanco o deperito; era dura non pensare o provare a proteggerlo durante uno dei tanti attacchi.
Era dura prendere decisioni per Bellamy ed era dura continuare a recitare la parte dello stronzo per John, ma sapevano entrambi che era la loro unica chance di sopravvivenza.
Di stronzi veri pronti a giudicare e ad approfittarsene ce n’erano fin troppi.
Murphy sospirò e contraendo la bocca in una smorfia, si agitò leggermente nel sonno. Forse un brutto sogno, forse un ricordo, chissà.
Bellamy gli sussurrò un “Shhh” all’orecchio accarezzandogli appena i capelli e tutto sembrò tornare tranquillo.
Era giunta anche per lui l’ora di dormire, o l’indomani non avrebbe retto al peso della giornata che lo aspettava.
Si coricò supino, gli occhi aperti rivolti al soffitto della tenda e sentì John avvicinarsi nel sonno al suo petto ancora nudo. Un bacio lieve sullo sterno gli provocò una scarica di brividi lungo tutta la colonna vertebrale e un sorriso spontaneo sulle labbra.
«Dormi, Murphy.»
«Ti amo, Bell.»
Parole impastate dal sonno, provenienti sicuramente da un sogno, perché John Murphy mai si sarebbe aperto in manifestazioni del genere, ma per Bellamy Blake che non era mai stato amato e che non aveva amato mai, quella dichiarazione ebbe l’effetto miracoloso del miele su una ferita andando a guarire ogni sua lacerazione e spaccatura interna.
Bellamy Blake non aveva mai capito che il sangue di John Murphy che un tempo gli aveva sporcato le mani, era penetrato dentro di lui lentamente, iniziando a scorrergli nelle vene e trasformando entrambi in una cosa sola.
John Murphy aveva capito dalla prima volta che aveva visto Bellamy Blake che avrebbero potuto essere incompleti da soli.
O perfetti insieme.

 

  
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