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Autore: cin75    01/05/2016    5 recensioni
E se da un momento all'altro i Winchester si ritrovassero ad essere estranei? Niente legame. Nemmeno quello di sangue ?
Lo accetterebbero?
Il titolo della storia è palesemente "rubato" alla serie TV "Being Human" (molto bello)
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Signore, abbiamo individuato il manufatto, ma i Winchester ci sono altrettanto vicini. Lo raggiungeranno fra qualche giorno. Cosa facciamo?!” chiese in attesa di ordini, il giovane demone, guardando con referenza e timore il suo re.
“Il solito.” rispose l’altro non indifferenza.
“….” Nessuna idea. Il demone lo guardò come se Crowley gli avesse chiesto di recitare il rosario.
“Teneteli alla larga!?” fece fissandolo, in attesa che il demone scattasse ed eseguisse l’ordine.
“…” niente!
“ Depistateli!?!”propose con esasperato incoraggiamento.
“…” ancora niente. Forse, solo un po’ più di disagio.

“Che show hai guardato fin’ora??!” fece alla fine , Crowley, scocciato da una tale minima fantasia.

“Io non…” provò a scusarsi il servitore.
“Vuoi sbarazzarti dei Winchester? Mandane uno all’ospedale e l’altro lo seguirà come la Veronica seguiva la Croce!” suggerì come se avesse rivelato il luogo del Sacro Graal. “ Ma…” lo fermò, un attimo prima che il demone andasse via.
“Ma, cosa?!”
“Però…colpite il minore. Ho un idea davvero stuzzicante e divertente per tenerli fuori dal nostro progetto giusto il tempo che ci serve.” rivelò il Re, carezzandosi la barba e il mento e ghignando soddisfatto dell’idea che aveva avuto.
“Sarà fatto.” e andò via pronto ad eseguire gli ordini.
 
 

Sam e Dean sapevano che dovevano trovare un altro manufatto divino e quando credettero di averne individuato uno, si concentrarono per mettere insieme alcune prove e anche se con poca convinzione, si costrinsero a seguire un caso che sembrava avesse a che fare con uno dei pezzi del Bastone di Mosè, che anni addietro Balthazar aveva seminato in giro per accaparrarsi anime da portare in Paradiso.
L’unica cosa che avevano era: strane morti di soggetti usciti “indenni” da un accusa di omicidio.
Ciò che non avevano messo in conto era l’attacco inaspettato di quei demoni che pareva puntassero allo stesso manufatto. Naturalmente i due cacciatori ebbero la meglio, ma la vittoria non evitò a Sam di essere ferito seriamente ad una gamba. Il giovane perdeva molto sangue.

“Quel bastardo deve avermi reciso una vena!” fece dolorante e palesemente sofferente.
“Stai invecchiando fratellino!” lo provocò Dean anche se era visibile la sua preoccupazione.
“Idiota!”
“Ok!, ma adesso questo idiota ti porta in ospedale. Credo che ci vorrà qualcosa di più dei ricamini che ti faccio io!” fece mentre sosteneva il minore e lo portava alla macchina.
“No..andiamo!!! In Ospedale?!” esclamò incredulo, Sam.
“D’accordo, ascoltami. Stai perdendo parecchio sangue. Hai bisogno di un dottore, uno vero!!! E dato che adesso mi sporcherai i sedili della mia piccola, come minimo devi obbedirmi per parare il conto, intesi?!” fece con tono paternale.
“Ok….idiota!”
“Stronzo!”
 
Quando i due arrivarono in ospedale, Sam venne subito soccorso e dopo alcuni controlli venne portato via con un codice rosso.
“Codice rosso?...Perchè…perché codice rosso?!” si allarmò il maggiore.
“Si tratta dell’aorta femorale. Ma tranquillo, suo fratello se la caverà. Tamponando la ferita in quel modo gli ha salvato la vita!” e corse via.
Un paio di ore dopo, il medico che aveva preso in cura Sam raggiunse Dean all’accettazione.
“Winchester?!”
“Come sta mio fratello!?” chiese prima di ogni cosa.
“Si riprenderà, ma andrebbe meglio se potessimo fargli una trasfusione.” Rispose con un tono remissivo il medico.
“Ok! E perché non gliela fate?!”
“Purtroppo la nostra banca sangue non ha a disposizione il gruppo sanguigno di suo fratello e quindi non possiamo..”
“Io ho il suo stesso sangue. Prendete il mio!” asserì senza ombra di dubbio il maggiore.
“Sul….serio?!” fece incoraggiato da quel gesto.
“E’ mio fratello. Prendete il mio!” disse ancora e senza esitare si sfilò la giacca.
“Va bene. Segua l’infermiera Sanders. Le farà prima un prelievo di controllo…”
“Controllo?” chiese perplesso.
“E’ la prassi, non possiamo non farlo. Ma non ci saranno problemi. E’ suo fratello, no?... e così , poi, procederemo con la donazione regolare.”
“Ok!” rispose tranquillamente Dean e seguì la ragazza in camice verde.

*********

Dean fece il prelievo di controllo e attese nella piccola sala per circa venti minuti, prima che il medico e l’infermiera vi facessero ingresso.
Le loro espressioni però non dicevano niente di buono. E quando l’infermiera chiuse la porta alle sue spalle, qualcosa si allarmò, per istinto, nella mente del cacciatore.
“Che succede?!” chiese issandosi appena sul lettino reclinabile.
“Non mi piace essere preso in giro, sig. Winchester!” fu il prologo severo.
“Come scusi?!” replicò stranito, Dean.
“Siamo una piccola città, ma mi creda siamo di mente molto aperta!” parve rimproverarlo.
“Come scusi…ancora?!” replicò ironico.
“Non c’era bisogno di mentire sul suo legame con …Sam. Se non avessimo fatto il prelievo di controllo e avessimo eseguito direttamente la trasfusione, lo avremmo ucciso. Lei lo avrebbe ucciso!” fu l’insensato rimprovero.
“Ma di che diavolo sta parlando? Legame?...mentire….uccidere Sam? Io?” ed era sinceramente sbalordito da quella piazzata.
“Non ci saremmo scandalizzati se ci avesse detto che Sam è il suo compagno invece che suo fratello!” fece infine , il medico piazzandosi di fronte a Dean.

COSA!!???, scoppiò nella mente di Dean.

“Ma lei è fuori di testa!!” e a questo punto  Dean saltò giù dal lettino medico per fronteggiare l’assurdità che stava sputando fuori il medico. “Sam è mio fratello!! Quale legame?…quale compagno?... E’ impazzito!”
“Non menta. Sam non è suo fratello, abbiamo fatto gli esami e i vostri geni non corrispondono.” fece tirando fuori dalla cartella che l’infermiera gli porse, alcuni fogli. “Da come era preoccupato quando siete arrivati…di certo non siete semplici amici!” azzardò sarcastico , il giovane medico.
“Ma cosa….ma che sta dicendo!?!”
“Dean…”
“Dean, un cazzo!!”, sbottò decisamente infuriato.

D’accordo sopportare gli sguardi dei receptionist di quegli squallidi motel ogni volta che chiedevano una stanza. Ma qui si rasentava l’assurdo!!!

“Ora mi ascolti…” ringhiò puntando il dito verso il dottore. “Ero in camera mia quando mia madre e mio padre mi dissero che sarebbe arrivato Sam. Ero dietro il vetro della nursery in braccio a mio padre quando l’infermiera mise Sam nella sua culletta appena dopo che venne al mondo. Io l’ho portato fuori da una casa in fiamme, l’ho cresciuto, gli ho insegnato perfino dove mettere le mani quando è con una ragazza…” disse ancora con una punta di orgoglio. “Gli sono stato accanto quando nessuno lo faceva. E se lei adesso dice ancora una volta che Sam non è mio fratello io la prendo a pugni.”
“Ma come..” si intromise l’infermiera che stava temendo il peggio da quella reazione.
“E prendo a pugni anche lei!” disse rivolto alla ragazza che stava per intervenire. “E mi creda, sorella, non è la prima donna con cui mi azzufferei e non nel senso erotico del termine!” la minacciò.

Per un attimo medico e infermiera tentennarono. C’era una ferma decisione nelle parole che erano state rivolte loro. C’era perfino panico. Forse qualcosa era sfuggito, ma dovevano comunque chiarire la situazione che si era creata.
“Ok! Allora facciamo una cosa. Controlliamo il DNA!” suggerì con semplicità il medico.
“Cosa? No!! Voi non controllerete un bel niente!”, ma che assurdità era quella??
“Che cosa le costa? Se è vero, come lei dice, che Sam è suo fratello, non le costerà niente provarcelo. Almeno che, quello che dice non è la verità?!” lo provocò porgendogli un bastoncino sterilizzato.
Dean non disse altro. Afferrò con un gesto stizzito il bastoncino e se lo passò all’interno della bocca. Avevano recitato talmente tante volte la parte dei federali che sapeva esattamente cosa fare. Richiuse la punta cotonata nel cappuccetto di plastica e passò tutto all’infermiera.
“Vi state sbagliando e ve lo dimostrerò!” disse uscendo dalla stanza.
“Dove va?!”
“Da mio fratello!” e andò verso la stanza di Sam.

*********

“Ehi!?”
“Ehi??” rispose Sam sistemandosi meglio sul lettino su cui lo avevano sistemato. “Perché siamo ancora qui?!”
“Perché quel bastardo di demone ti ha quasi tranciato l’aorta femorale…” gli disse sbirciando nella sua cartella clinica.
“Wow!! Come siamo tecnici!” lo stuzzicò Sam. Ma vedeva che il fratello era decisamente turbato. O la sua spiegazione sarebbe stata “Ho puntato la tua infermiera e volevo vedere se …!
“Sono un uomo di lettere, no?!” replicò il maggiore sedendosi accanto al letto il maggiore.
“Ok! Che c’è che non va?!” lo stuzzicò ancora , Sam.
“Niente, tranquillo. Stanno solo facendo gli ultimi controlli e poi ce la filiamo. Non ho davvero voglia di raccoglierti svenuto da qualche parte.” lo provocò Dean.
“Dean, tu..” provò ancora , il giovane, puntando lo sguardo sul fratello.
Sam non aveva idea di quello che stava succedendo. Del panico che iniziava a mangiare i pensieri del fratello maggiore. Ma il pacato nervosismo con cui Dean evitava di guardarlo negli occhi era come un neon acceso puntato sulla scritta “Qualcosa non va!
“Andiamo, Sam. Voglio solo stare tranquillo, ok?...Hai perso parecchio sangue…fammi contento.”chiese mostrando una per niente convincente aria tranquilla, credendo di aver messo a tacere i dubbi del minore.
Sam annuì anche se qualcosa dentro di lui ancora non lo convinceva. “D’accordo. Ma domani mattina prendiamo il volo!” disse serio.
“Sveglia presto, colazione e via col vento!” rispose Dean con la mano destra sul cuore sul cuore e la sinistra alzata.
Sam lo fissò esasperato. “Idiota…si giura con la destra alzata!”
“Oh…beh!!” alzandosi e andando verso l’uscita.
“Ma che stai combinando?!” gli chiese preoccupato.
“Sarah….” fece ammiccando. “Si chiama Sarah, ok?!” mentì e andò via per non dover dare altre risposte.
Per non dover mentire ancora!

*******

Quelle ore di attesa, in cui Dean evitò di tornare da Sam, le passò in sala d’aspetto, fin quando il medico non lo invitò a seguirlo nel suo ufficio.
“Allora, dott.  Reardon, pronto a chiedermi scusa?!” fece con tono sprezzante.
“Si sieda , Dean!” fu invece la risposta.
“Ma per favore!!!….ancora???!” replicò esasperato.
Dio!! quanto voleva che quella storia assurda finisse!!
 
“La prego, si sieda.”
“Ma cosa…”
“Abbiamo effettuato il controllo su di lei e su suo…. fratello. Ho appena ricevuto i risultati.” gli disse mostrando i vari incartamenti.
“Così presto?!” asserì ironico, il cacciatore.
Il medico colse in pieno la frecciatina, ma diplomaticamente la ignorò.
“Avevo dato al laboratorio massima priorità. E poi qui non siamo in CSI, quanti controlli di DNA crede che facciamo!!”
“Ok! E quindi? Possiamo finirla con questa pagliacciata! Posso prendere mio fratello e andarmene?!” disse Dean. Sperando con tutto sé stesso in un “Sì” come risposta. La sua mente nemmeno l’accettava un altro tipo di risposta.
“Dopo, se vuole. Per adesso vorrei che lei desse un occhiata a questi risultati.” porgendogli alcuni fogli.
“Io non sono un medico, non ci capirei molto!”
“Quelli a destra sono i suoi marker genetici..” e Dean si sporse per fissare una serie di linee colorate su una sorta di griglia. “..e questi a sinistra sono i marker di suo frat….di Sam.” sembrò correggersi. Anzi, volle correggersi.
Dean deglutì ansia a causa di quella correzione e si ritrovò a fissare un disegno completamente diverso.
“Ok! Bei colori. E cosa dovrei capire da questi…schemi?!” ma non si rese conto che la sua voce aveva perso quella strafottenza con cui fin ora si era rivolto al medico che gli stava davanti.
“Se lei e Sam foste stati fratelli , lo schema che vede su questi due fogli dovrebbe avere la maggior parte dei marcatori in comune.” spiegò con calma.
Dean tornò a fissare i fogli. In modo frenetico i suoi occhi cercavamo quel “marcatore in comune” che avrebbe messo a tacere quella sottospecie di dottore. Niente. Nessuna linea combaciava. Nessun colore. Nemmeno un dannatissimo quadratino colorato.
“Ma questi sono completamente diversi?!” fece confuso.
“Esatto.” Asserì atono, il medico. “Completamente diversi. Non c’è un solo gene o un solo marcatore che fa di lei …il fratello di Sam o di Sam…suo fratello.”

Ma stiamo scherzando!!?, fece la mente di Dean.

Il cacciatore guardò stralunato il medico e poi di nuovo le carte e poi ancora l’infermiera alle sue spalle. Il respiro cominciò a farsi ansioso, ma il ragazzo si costrinse a non smettere di essere lucido.
Era un errore. Uno assurdo stupido errore.
“No…no…avete sbagliato. Vi state sbagliando. È una grandissima stronzata quella che avete combinato. Voi non….” Fece fissando ancora quei fogli.
“Dean mi ascolti…”
“No!!! Lo ha detto lei….prima….quanti esami di DNA avete fatto fin ora?!....avrete fatto un qualche casino e ora…” tentò di darsi una spiegazione.
“L’esame è stato fatto dal patologo della polizia e lui non può aver sbagliato. E’ il suo lavoro fare certi esami.”provò a fargli capire.
“Ok! Allora avete dei macchinari di merda!” lo accusò furente.
“No, non è…”
“SAM E’ MIO FRATELLO!!!” gridò gettando all’aria i fogli che aveva dinnanzi. “Sam è mio fratello e non c’è niente….niente
che …” ma fu talmente tanta la furia che aveva messo in quelle parole e in quel gesto che ad un tratto gli mancò il fiato.
“Mi ascolti, Dean. Mi ascolti.”, intervenne il medico. “Ora so che lei non ne era a conoscenza. La sua reazione, ciò che le leggo in viso adesso. I suoi occhi. So che lei fino ad oggi era fermamente convinto che Sam fosse suo fratello.”
“Sam è mio fratello…Sam è mio fratello…lui..” rispose il biondo, quasi come stesse pregando.
“Mi ascolti! Dean…”
“Lui…lui  è Sammy…lui…deve esserlo!” sembrò quasi supplicare.
“Ma non lo è , Dean.” insistette ancora, ignorando gli occhi spaesati e lucidi di disperazione che lo stavano guardando in quel momento. “Mi dispiace. Io non so cosa sia successo. Quale sia il passato della sua famiglia. Ma Sam non è assolutamente suo fratello. Ed è solo in quel passato che lei potrà trovare la risposta che merita!”

Dean cadde letteralmente sulla sedia alle sue spalle.
Altro che Inferno o Purgatorio o leviatani o Caino con annessi Marchio e Amara stessa. Questo era dolore. Quello che stava provando in questo momento era dolore puro. Il dolore più grande che avesse mai provato.
Sam non era suo fratello e Dean si sentì come se gli avessero appena strappato l’anima, accartocciata e poi gettata via.
 
“Dean…si sente bene?!” fu la domanda del medico che lo riportò alla realtà di quella stanza chiusa. Si passò le mani sul viso come per riprendere il controllo. Si guardò per un attimo in giro e poi fissò lo sguardo sull’uomo che aveva di fronte.
“Lui…insomma…lo avete detto anche a…”
“No. Volevamo prima i risultati dei test. Ora, se vuole, possiamo dirglielo insieme.”
Ma il cacciatore scattò in piedi. Sembrava terrorizzato. “No! La prego, no!”
“Ma Dean..”
“Ha parlato di passato. Mi faccia capire….mi faccia scoprire che cosa è successo e poi sarò io stesso a dirlo a Sam.” sembrò promettere solennemente.
“Dean dovrà dirglielo per il suo e per il vostro bene. Se un incidente simile dovesse accadere a lei e in caso di emergenza , il controllo che abbiamo eseguito noi, non venisse  fatto, una trasfusione tra di voi, potrebbe essere fatale.” lo ammonì, avvertendolo.

Dean, mestamente, raccolse le carte ancora sparse ovunque dove la sua rabbia le aveva gettate. L’infermiera che aveva assistito  a tutto gli consegnò gli ultimi fogli.
“Le direi “Grazie di tutto!”…ma può capire quanto io la stia odiando in questo momento!” e uscì dall’ufficio.


Il medico e l’infermiera , una volta soli, si guardarono soddisfatti per come, almeno per il momento, si era risolta la situazione
.



N.d.A.: Per adesso mi limito a dire che tutte le spiegazioni arriveranno nelle note della seconda e ultima parte che posterò non più tardi di martedì, perchè già immagino che dovrò cominciare a scavarmi la fossa.
Baci, baci!!
Cin.
   
 
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