Ehilààà!
Questa
è la mia prima one-shot sui
Jonas ed è un mezzo esperimento, indiragionpercui
sono più che ben accetti commenti di qualsiasi tipo :D
La
canzone che corre lungo tutta la storiella è I Don’t Need a Man delle PussyCat Dolls ed è una di quelle
che a me piacciono di più in assoluto, forse da un certo punto in poi si stacca
un po’ dalla storia ma è stata quella che mi ha ispirato e che ancora oggi mi
fa ripensare a questa shot.
Hope you like it J
Trix
PS:
ovviamente tengo a precisare che i Jonas Brothers non mi appartengono (non ancora per lo meno) e
tutto quello che segue è frutto della mia fervidissima
immaginazione.
Moments
change your life.
Stufa
delle loro stupide regole, stufa della loro stupida vita.
Poco
abituata a dover fare la brava da sempre, non ne poteva più.
Troppo
estrosa, era stata redenta.
Troppo
libertina, era stata trasformata in una santa di facciata.
Troppo
originale, meglio rientrare negli schemi.
E
si era persa.
Non
pensava sarebbero arrivati a quel punto, quando tutto era cominciato, quando
nella sua vita era entrato un morettino niente male che sembrava essere la
porta per il paradiso. Quello che non era calcolato era che tutto fosse
dannatamente perfetto.
Che
a 21 anni si sarebbe trovata un diamante sotto il naso.
I see you looking at me
Like I got something for you
And the way that you stare
Don't you dare
La vita era diventata semplice da quando lo
conosceva, ma ora, nonostante quegli occhi in cui si era troppe volte persa la
fissavano attendendo una risposta, ora non voleva più una vita facile. Non
voleva nulla di prestabilito, nulla che rispondesse alla normalità.
Voleva di nuovo lo sballo, voleva di nuovo poter
spiccare il volo senza sentire gli occhi del mondo fissi su di lei a cercare un
passo falso che magari sarebbe arrivato, e non sarebbe
andato bene per quella vita semplice ma perfetta.
Voleva sbagliare, eppure si rese conto che essere
arrivata fin lì era il vero errore.
'Cause I'm not about to
Just give it on up to you
'Cause there are some things I won't do
Lei che nel matrimonio non ci aveva mai creduto
fino in fondo, da quando aveva cominciato a capire come giravano le cose, da
quando aveva visto i suoi genitori divorziare, da quando aveva accantonato le
bambole con i vestiti da sposa.
E dire che pensava di essere stata brava, ad
evitare le situazioni drammatiche.
Invece no, aveva completamente sbagliato le sue
previsioni.
Sentiva gli occhi di tutti i presenti fissi su di
sé, le aspettative che avevano nei suoi confronti, gli occhi di lui che la
fissavano seri, che le stavano leggendo dentro, perché lo smacco sarebbe stato
troppo da affrontare, perché non avrebbe fatto affatto bene a nessuno.
Soprattutto a una certa persona che li fissava in modo terribilmente serio.
And I'm not afraid to tell
you
I don't ever want to leave you confused
Meglio mettere in chiaro le cose.
Aveva conosciuto Joseph Adam Jonas per caso,
facendo jogging una mattina d’inverno a Central Park, New York City, dove
lavorava ormai da qualche mese, dopo essersi trasferita lì dalla caldissima
Miami, dove era nata e cresciuta.
Rebecca Stansted era sempre stata la più carina
della classe, la reginetta della scuola, la capo
cheerleader, miss maglietta bagnata al college, la più richiesta tra le amiche.
Non troppo alta, ben proporzionata, lunghi capelli ramati e grandi occhi blu,
una bambola formato umano che aveva capito fin da subito come sfruttare il suo
corpo a suo vantaggio. Laureata da poco in pubbliche relazioni, lavorava ora
per un’agenzia di moda e se la cavava bene, lì nella grande mela, e fare
jogging di mattina la rilassava parecchio.
Era stato proprio il famoso Jonas ad avvicinarla,
con la scusa più banale del mondo “ehi sai dirmi che ore sono?” e un sorriso da
spot pubblicitario. Lei aveva risposto sorridendo cordiale, facendo finta di
non vedere il modernissimo iPhone nella tasca del
ragazzo, a cui c’era voluto molto poco per attaccare bottone, chiedendole chi
era, cosa faceva, perché era lì a quell’ora insolita per una ragazza.
Avevano passato una settimana a vedersi soltanto la
mattina per correre, mentre parlavano di tutto e di niente, trovando punti in
comune e punti in disaccordo ma Bec non ci aveva messo molto ad affezionarsi a
quella testa bacata di Joe, la divertiva moltissimo e pensava che sarebbero
stati certamente dei buoni amici, nulla più.
La svolta però era arrivata al nono giorno, quando
lui le aveva inaspettatamente offerto una colazione e strappandole il numero di
cellulare. Poi era seguito un pranzo, il giorno seguente, finchè un paio di
giorni dopo non l’aveva invitata a cena.
Bec non voleva una storia con Joe Jonas, non le
interessava finire su giornali di gossip, siti e copertine, sebbene per anni
fosse stata al centro dell’attenzione, ne aveva veramente abbastanza di essere
la ragazza popolare.
Solo che improvvisamente ci si era ritrovata
dentro, senza nessuna via di scampo, senza vie di fuga o scorciatoie, solo un
paio di occhi scuri e delle labbra decisamente troppo vicine alle sue,
decisamente morbide e un bacio troppo bello per essere vero.
E ci era finita dentro, si era trovata a mettersi
un bel vestito e presentarsi a pranzo alla domenica in casa Jonas, per
conoscere i fratelli e i genitori, si era trovata a dover andare con loro dallo
stylist, per presenziare a feste mondane, si era trovata a essere squadrata
dalle ragazzine per strada. Foto ovunque, vita privata in frantumi, sempre
qualcuno a seguirti come un’ombra, la vita da quel punto di vista non era
diventata facile.
Era passato un anno e mezzo da allora, un periodo
dove si era trovata a finire in un mondo talmente diverso dal suo che neanche
l’avrebbe mai immaginato, dove non c’erano alcool e sesso, cose che aveva sempre
dato per scontate e ovvie e di cui si era dovuta privare, dove c’erano regole
che non aveva mai approvato fino in fondo.
E ora, ad una cena di famiglia, le stava chiedendo
di sposarlo.
The more you try
The less I buy it
And I don't have to think it through
You know if I'm into you
E no, non voleva sposarsi.
Non voleva sposarsi ora, con Denise Jonas che la
fissava male dal primo giorno in cui le era stata presentata, non con 300
paparazzi pronti a cercare di fotografare l’evento e scriverci sopra per mesi.
Perché un matrimonio normale aveva anche
difficoltà, quello sarebbe dovuto essere semplicemente perfetto, senza litigi e
senza discussioni, solo una pace perpetua.
E poi una proposta di matrimonio era qualcosa di
privato, non da fare davanti a tutti, qualcosa che doveva essere speciale, e
restare sempre quel ricordo fantastico nella memoria di una donna, perché era
un passo dannatamente importante.
I don't need a man to make it happen
I get off being free
Si, se la cavava bene quando era libera.
Libera di uscire con le amiche di sempre e
fischiare dietro ai ragazzi.
Libera di dimenticarsi del mondo, libera di
vestirsi come meglio le andava, libera di uscire di casa struccata e in
disordine.
Conosceva bene Joseph, sapeva che quella proposta
arrivava per tanti motivi diversi, l’aveva visto cambiare in quell’anno e mezzo
insieme.
Sapeva che era un modo per scaricarsi la coscienza,
perché qualche giorno prima avevano allegramente detto addio ad ogni pudore mal
celato per mesi e mesi, perché la tensione sessuale tra loro due era sempre
stata alle stelle e in una lussuosa camera d’hotel di Miami avevano perso la
testa dopo l’ennesima serata a farsi fotografare, perdendo ogni freno inibitore
e finendo a rotolarsi tra pregiate lenzuola di seta.
Sapeva che era per levarsi di torno sua madre,
perché da quando Kevin aveva mollato la prediletta Danielle una volta per
sempre facendola andare su tutte le furie, si era messa a bersagliarli come
carne da macello con le sue imposizioni e le sue restrizioni, a voler
trasformare Bec in una suocera modello, a volerle inculcare nella testa le sue
idee.
I don't need a man to make me feel good
I get off doing my thing
I don't need a ring around my finger
To make me feel complete
So let me break it down
I can get off when you ain't around
Non era stanca di Joe, forse però non ne era
neanche così sicura al cento per cento di esserne innamorata, c’era qualcosa di
speciale tra loro, ma non sapeva fino a che punto.
Non era per cattiveria, ma quello che c’era tra
loro non era affatto sicura sarebbe potuto durare per sempre, perchè ancora
avevano tanto da dover condividere, prima di fare un passo del genere, e lei
era sempre stata troppo fragile sulle questioni di cuore.
E aveva paura di dire no, perché non sarebbe finita
bene.
Ma non voleva dire si,
perché non era quello che voleva. Non aveva bisogno di un anello di diamanti di
chissà quanti carati al dito per stare bene con lui, per sorridere al pensiero
di vederlo, per sentire il cuore battere quando le sorrideva e la fissava perso.
Voleva tornare alla sua vita, quello si.
You know I got my own life
And I bought everything that's in it
So if you want to be with me
It ain't all about the bling
you bringing
Joe la conosceva, sapeva che non era quello che
contava per lei, non un anello, non un matrimonio, non la celebrità o la fama,
ma solo l’amore vero ed incondizionato.
Bec sorrideva nervosa, non sapeva cosa fare, dire
che era nel panico era poco. Non c’era una botola pronta a farla scomparire?
Poi lui si mosse, le sorrideva dolce e le prese la mano, intrecciando le dita
con le sue, preso da chissà quale idea. Se la strinse addosso e su piacevole
ritrovarsi tra le braccia di lui, confortante anche se non aveva idea di cosa
avrebbe fatto, intimo anche davanti a tutta quella gente di cui a malapena
ricordava i nomi e che la fissavano quasi fosse un mostro.
Lo vide rialzarsi e voltarsi verso Denise, che li
squadrava entrambi come fossero colpevoli del peggior reato del mondo, come se
ci fosse un modo per incenerirli con uno sguardo.
I want a love that's for real
And without that then no deal
And baby I don't need a hand
If it only wants to grab one thing
Denise cercava in lei qualcosa che non ci sarebbe
mai stato e qualcosa che non poteva certo darle, né ora né mai.
Joe vedeva in lei quella con cui provare a
costruire un rapporto che stava evolvendo, dopo la nottata di Miami, dove aveva
scoperto che anche il sesso vuole la sua parte in una relazione ed era una
parte importante e non trascurabile, come gli avevano insegnato da quando aveva
14 anni.
Bec voleva solo che finisse, perché non ce la
faceva davvero più.
“Non ci sposiamo, mamma.
Non lo faremo prima di aver convissuto e vissuto le nostre esperienze. Ti posso tranquillamente ridare il mio anello perché non credo mi
serva più” con poche parole ed un sorriso Joe aveva distrutto la sua vita per
lei.
Per una che non era nei suoi canoni, che si era
sentita dire che non era “abbastanza bella per un
Jonas”, che con lui “non centrava niente un’impiegata”, che tra loro “certo non
sarebbe andata oltre il paio di mesi”, che ovviamente “bastava poco e sarebbe
ritornato l’amore con la bella e perfetta Taylor”.
Per una che però gli aveva stravolto la vita, che
non si era mai gloriata della loro relazione, per una che avrebbe preferito
cento volte una vita nell’anonimato, per una che però piaceva a Kevin, Nick e
Frankie, per motivi diversi e disparati, ma che avevano sempre detto la ragazza
giusta per lui. Per quella che l’aveva convinto a non piastrarsi di continuo i
capelli, che lo preferiva vestito con una tuta e gli occhiali da vista, quella
che gli aveva permesso di essere se stesso fino in fondo.
I don't have to think it through
You know if I'm feeling you
Si forse non c’era bisogno di anelli e matrimoni,
forse era presto per pensare a qualunque altra cosa, però quel Joe Jonas era un
tipo a posto, davvero a posto.
Bec lo baciò allegramente, dando il colpo di grazia
alla povera Denise, che aveva perso un figlio per lasciarlo andare con una che,
secondo lei, non valeva niente. Bec pensava che si,
forse Denise aveva ragione, lei non era all’altezza di uno come Joseph e mai lo
sarebbe stata, ma poteva provarci ad essere migliore. Ci avrebbero provato
insieme.
Cercarono un appartamento a New York, anche se la
famiglia Jonas si era ritrasferita a Los Angeles, dove si erano conosciuti e
dove lei ancora lavorava, dirigente delle relazioni pubbliche di quello
stilista da cui era stata assunta appena laureata, per cui casualmente Joe
aveva appena accettato di firmare una linea di abbigliamento.
I Jonas Brothers si erano presi un po’ di pausa, e ci volle poco perché i
paparazzi li lasciassero perdere, troppo presi da altri gossip per stare dietro
alla loro vita banale.
Dopo un altro anno e mezzo, dopo notti passate a
scoprire nuovi modi di amarsi, dopo tanti concerti visti insieme, dopo serate
al cinema, un Natale sotto la neve e un Capodanno con fratelli e nuove fiamme,
dopo aver fatto pace con Denise che vedendo il figlio così felice non poteva
che esserlo a sua volta, decisero che potevano anche trasferirsi a Los Angeles,
così che il gruppo potesse tornare a lavorare.
Comprarono una villa a Malibu Beach, che dava
direttamente sulla spiaggia e fu il giorno del trasloco, con la casa vuota e
scatoloni ovunque per una seconda volta che Joe le rifece la proposta di
matrimonio.
Bec lo strinse forte e piangendo emozionata accettò
quel piccolo anellino d’argento con un altrettanto minuscolo brillantino al
centro.
Fu un matrimonio per pochi intimi, giusto i
familiari e gli amici più stretti e una grande festa nella nuova casa sulla
spiaggia, con un grande falò e una stellata magnifica.
Rebecca Stansted, nel suo vestito leggero che
svolazzava al vento notturno, non sapeva cosa le riservava il futuro, e quando
le braccia del suo neomarito la strinsero da dietro e un bacio leggero le si
posò sulla clavicola nuda, sorrise solamente.
Qualunque cosa sarebbe successa, l’avrebbero
affrontata insieme.
~ The End ~
Tadaaaaaan!
Una recensione sarebbe più che gradita, il pulsantino magico qui sotto lo conoscete
J
Bye byeeeee.