Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: AlexiaKH    02/05/2016    6 recensioni
La quarta guerra mondiale ninja si era conclusa da mesi, ma ancora non si potevano chiamare tempi di pace. Vi erano ancora questioni e conflitti irrisoliti, riorganizzazioni e nuove minacce.
Niente di preoccupante, fino a quando un intero villaggio venne raso al suolo per mano di un nuovo gruppo di nukenin. Ciò che però tutti ignoravano, era l'esistenza della sola sopravvissuta di quella strage: una ragazza con un chakra e un potere molto particolare, che il suo villaggio si era assicurato di nascondere agli occhi del mondo.
Senza più un villaggio, una casa e una famiglia dove far ritorno, la ragazza si dedicherà anima e corpo nella vendetta. Ma riuscirà nel frattempo a ricostruirsi una vita?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1:  Rimane una cosa da fare.
 
“Questo è tutto, Ino non è riuscita scrutare altro nei ricordi del testimone.” Concluse il suo rapporto Shikamaru Nara, che si era recato al Villaggio della Sabbia appositamente per fare rapporto sull’ultimo incidente, avvenuto pochi giorni prima nei pressi del Villaggio della Foglia.
Il giovane Kazekage rimase in silenzio ad ascoltare il rapporto del suo coetaneo, dopo le sue imprese nella guerra nutriva una forte stima e fiducia nei suoi confronti. Rilesse con calma il rotolo contenente il rapporto, che gli era appena stato esposto verbalmente: un gruppo di mercanti, in viaggio per raggiungere il Villaggio della Foglia, era stato attaccato e saccheggiato. Venne ritrovato un unico sopravvissuto ma, dal momento che il testimone aveva perso ogni capacità motoria e comunicativa, furono costretti ad interrogarlo attraverso la lettura della mente. Il tentativo risultò però inutile, nella mente del sopravvissuto appariva solo la scritta Tsukiyo, mentre tutto il resto era stato cancellato. Secondo la ragazza del clan Yamanaka, che era la responsabile di quel delicato procedimento, probabilmente era stato utilizzato un genjustu proibito ma non era in grado di capire quale fosse, dal momento che non trovò tracce da analizzare.
“Tu cosa ne persi?” Chiese Gaara, mostrandosi calmo ma, in verità, era molto irritato: in quanto Kazekage aveva il dovere di proteggere la sua gente, ma in quel momento né lui, e nemmeno i Kage degli altri paesi erano riusciti a trovare un indizio che potesse avvicinarli a questo gruppo di assassini. Era passato un mese dalla distruzione del Villaggio degli Artigiani, e non avevano ancora in mano nulla di concreto.
“Penso che ci stiano in qualche modo lanciando una sfida, o almeno provocando.” Rispose il giovane Nara. “Dopo lo sterminio dello scorso mese, hanno cominciato ad attaccare con uno schema ben preciso, lasciandoci apposta dei testimoni in fin di vita.”
“Ma è ridicolo!” Commentò Kankuro, che fino in quel momento era rimasto in disparte ad ascoltare. “Così si scavano la fossa da soli!”
Lo shinobi della Foglia sbuffò di fronte all’arroganza del suo collega. Si era già pentito di aver fatto tutto quel viaggio, si era rivelato una vera seccatura, quando poteva benissimo solo spedirgli il rotolo. Si stava chiedendo che cosa lo avesse indotto a fare una cosa del genere.
“E’ quello che penso anch’io.” Rispose invece Gaara, facendo zittire il fratello maggiore con uno sguardo inespressivo ma intenso. “Dopo la distruzione del Villaggio degli Artigiani, hanno continuato a colpire solo persone legate a quel villaggio o mercanti che vendevano armi.”
“Già…” Continuò Shikamaru. “All’inizio pensai che forse stavano cercando qualcosa all’interno di quel villaggio, ma ora questa ipotesi mi sembra improbabile. Penso che vogliano solo colpirci, ostacolando il rifornimento delle armi.”
Gaara chiuse gli occhi, immaginandosi lo schema dei suoi avversari: poteva essere un tentativo per indebolire tutti i grandi stati per impedirli di rifornirsi di armi, colpendo per prima il cuore del settore, il Villaggio degli Artigiani, per poi lanciar loro una provocazione con quella firma. Però, nonostante il ragionamento fosse perfettamente logico e sensato, rimase turbato: il suo sesto senso gli suggeriva che mancava qualcosa, mancava un tassello tanto piccolo quanto importante.
“A questo punto, credo ci rimanga una cosa da fare…” Disse alla fine, riaprendo gli occhi. “Kankuro, avvisa Temari che partiremo per le rovine del Villaggio degli Artigiani.” Disse alla fine al fratello maggiore, per poi dare il permesso a Shikamaru di potersi congedare, in modo da dargli l’occasione di aggiornare i suoi compagni sulla loro missione.
Una vera e propria seccatura. Era quello che stava pensando di nuovo il giovane Nara, mentre usciva dall’ufficio del Kazekage.
 
 
“Uffa!” Sbraitò una ragazza, mentre entrava in negozio. “Ma quanto ci mette Shikamaru a consegnare un rapporto?”
A Yui per poco non venne un colpo, sentendo all’improvviso quelle urla. Dopo essersi ripresa dallo spavento, si voltò curiosa e la osservò bene: era una shinobi del Villaggio della Foglia, con occhi azzurri e lunghi capelli biondi legati in una coda alta, fatta ad eccezione di un ciuffo di capelli che le copriva metà viso. Osservandola, però, storse leggermente il naso a causa della tenuta ninja che indossava: era viola e metteva in risalto il suo generoso seno e le sue curve ma, secondo l’occhio scrutatore dell’artigiana, non sembrava che potesse dare alcun beneficio durante un combattimento. Sembrava di più un abito di una ragazza in cerca di un fidanzato, dotata di un ego smisurato, e non di una shinobi di tutto rispetto. Yui impiegò veramente poco a giudicarla come una ragazza frivola e superficiale, oltre ad apparire esuberante.
“Dai Ino…” Disse il ragazzo affianco a lei. Era di corporatura molto robusta, con una buona percentuale di grasso, emanando una certa aura possente. Possedeva sulle guance dei mulinelli ed aveva lunghi e spinosi capelli castani, tenuti tutti all’indietro con la suo copri-fronte ninja. Indossava una tunica rossa, con sopra dei pezzi di armatura d’acciaio con inciso un kanji che significava “cibo”. Yui riconobbe subito quell’armatura, essendo stata lei stessa a forgiarla: l’armatura era fatta con un metallo molto particolare, un metallo che potesse assorbire chakra e adattarsi a qualsiasi cambiamento.  Era ottima per assorbire i colpi e gli urti subiti, per chi, per esempio, utilizzava la Tecnica di Espansione, cambiando la statura del corpo. Solo il Clan Amikichi chiedeva, quando ordinavano i pezzi, l’incisione di quel kanji sulle loro armature, quindi riconobbe quel ragazzo come un loro membro.
“Te lo dico io che cosa sta facendo! Sarà sicuramente con quella Sabaku no Temari!” Urlò ancora la shinobi della Foglia. Il nome della sorella maggiore del Kazekage attirò l’attenzione di tutti quelli che stavano all’interno del negozio, fissandola male per aver maleducatamente usato il prefisso quella, e la ragazza, accorgendosene, pensò che forse era il caso di stare in silenzio, aspettando il momento del ritorno del suo compagno di squadra. L’Amikichi sospirò, pensando che sarebbe stato il caso di andarsene, avevano dato fin troppo spettacolo, e magari fermarsi in una locanda per mettere qualcosa sotto i denti.
“Deve essere vero che gli shinobi della Foglia possiedono una certa vitalità, se sono tutti come loro.” Disse fra sé e sé la commessa alla cassa, interrompendo i pensieri Yui, che le era davanti. “Sono 2030 Ryo, a posto così?”
La ragazza annuì, dando i soldi per le carte-bomba che aveva appena acquistato. Se le sistemò con calma all’interno dei suoi marsupi, per poi risistemarsi il mantello da viaggio e andandosene, tenendo un profilo basso quando passò affianco ai due ninja della Foglia.
Fatta la sua ultima commissione, la ragazza decise che era il caso di andare, prima che si facessero le ore più calde. Tirò fuori il suo vecchio copri-fronte, dove aveva modificato il simbolo del suo villaggio con quello della Sabbia per non destar sospetti, e se lo legò alla vita. Uscii dall’apertura Sud della città, i controlli erano veramente poco rigidi, le era bastato scrivere una finta lettera di un suo parente, che le pregava di tornare a casa per un funerale di famiglia, per convincere le guardie a farla passare. Il suo alibi poteva anche sembrare credibile, gli Tsukiyo avevano ucciso così tante persone in quel mese, ma fidarsi in quel modo, solo alla vista del suo falso copri-fronte, era una grossa falla nel sistema di sorveglianza.
Il viaggio man mano si faceva sempre più estenuante. Avendo vissuto per tutta la vita nel Villaggio degli Artigiani, senza uscire nemmeno una volta, non era preparata ad affrontare il vento pungente, il caldo torbido, la luce che le provocava miraggi e la difficoltà di movimento sulla sabbia. Nonostante il suo addestramento da shinobi, non stata preparata ad affrontare quel clima, anche se era passato già un mese dalla strage. Preferiva di gran lunga attraversare il deserto quando il sole stava calando, ma le servivano urgentemente quelle carte-bomba e quella mattina non poteva proprio permettersi di sprecare l’intera giornata. Aveva già perso fin troppo tempo.
Arrivò finalmente nella grotta sotterranea, che era diventata da tempo la sua dimora; trovandosi nel mezzo di un’oasi, era perfetta come nascondiglio a lungo termine. Stanca e spossata, lasciò cadere il mantello a terra, pieno di sabbia, per poi sedersi per terra, appoggiando la sua schiena contro la parete rocciosa. Fece un profondo respiro, poteva finalmente rilassarsi. Per lei, non c’era niente di meglio della più totale tranquillità, lontana dallo schiamazzo della gente. Era ancora così dannatamente nuovo e diverso rispetto alla vita che aveva sempre vissuto, e non era ancora riuscita ad abituarsi. Il Villaggio degli Artigiani era composto da gente tranquilla e discreta, e non da persone come quella shinobi della Foglia,  appariscenti, chiassosi ed esuberanti. Proprio lei, che desiderava così tanto di vedere il mondo, aveva scoperto che preferiva di gran lunga la tranquillità solitaria, piuttosto che essere in mezzo ad una folla tra mille schiamazzi; poteva già sentire la voce di suo fratello con il suo irritante “Te l’avevo detto!”
A quel pensiero, Yui si incupì: ogni volta che pensava a lui veniva travolta da una moltitudine di nostalgici ricordi. Si sentiva una stupida: non aveva mai apprezzato quello che aveva, per lei quella quotidianità era così scontata e non le bastava, dicendo sempre che prima o poi se ne sarebbe andata; le venne quasi da ridere, ora che il suo sogno di uscire si era avverato, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tornare indietro. Ma non aveva più un Villaggio, una casa o una famiglia dove far ritorno. Si massaggiò le tempie per qualche secondo, sospirando, per poi tirar di nuovo fuori il rotolo, l’unica cosa che gli era rimasta di quel passato, riaprendolo per leggere ancora una volta il contenuto:
 
So che, quando leggerai questo, sarai molto arrabbiata e cercherai vendetta.
So che qualsiasi cosa possa provare a scriverti, non riuscirò a farti cambiare idea.
Sei sempre stata e sei, ora più che mai, l’erede del Villaggio degli Artigiani, quindi voglio solo che tu non faccia niente di sconsiderato, nella tua situazione attuale non sei in grado di combattere gli Tsukiyo, e non voglio morire senza averti dato la possibilità di scoprire la verità; quindi permetti almeno di mostrarti il cammino che dovresti percorrere per primo. Poi sarai libera di scegliere che cosa fare.
Ti chiedo solo di ricordati quello che ti ho sempre raccontato e, per il momento, di non chiedere aiuto agli altri Villaggi, in futuro sarai tu a decidere se farlo o meno. Confido nella tua ragione.
 
18 17 18 12 15 10 18 25 8 11 6 8 23 8 , 8 21 4 25 18 21 23 12 23 21 4 9 17 18 17.
4 21 14 6 4 11 6 18 21 18 15 15 12 4 21 12 25 21 8 22 12 23 , 12 21 8 23 18 6 21 8 6 12 4 25 18 21 23.
4 12 15 10 13 16 4 9 12 7 18 21 8 23 12 16 12 6 15 8 17 3 25.
4 21 5 16 10 22 10 16 18 6 8 8 23 17 8 12 17.
 
Ti voglio bene Yui.
 
Aveva imparato a memoria ogni singola lettera e numero contenuti in quella pergamena, eppure quelle ultime quattro parole erano ancora disarmanti. Gli mancava tantissimo. La ragazza, però, non volle perdersi di nuovo in quel vortice di sentimenti, provando a concentrasi di più sulla lettura. Ogni cosa, e non solo i numeri, era stata scritta con uno scopo ben preciso, era un codice e anche molto complesso. Il problema era che, per un mese, lei non riuscì a venirne a capo. In un primo impatto, il messaggio conteneva tutto l’amore e la preoccupazione che il fratello aveva per lei. Aveva ragione: era arrabbiata e avrebbe subito dato la caccia a quel gruppo di assassini, se non fosse stato per il messaggio; quindi si era solo limitata a raccogliere qualche informazione, in modo da sapere con chi in futuro avrebbe avuto a che fare, ma qualcosa l’aveva lasciata perplessa: come faceva a sapere il nome del gruppo? E’ stato solo dopo la strage che si venne a sapere della loro esistenza, con i loro omicidi seriali, quindi come faceva a saperlo suo fratello? Per di più, nella lettera, sembrava che sapesse molto di più di quello che aveva scritto, anzi ne era certa, perché era così ovvio. Inoltre a quali segreti si stava riferendo? Sapeva benissimo che il suo chakra era particolare, per questo il suo ruolo all’interno del villaggio era talmente fondamentale da costringerla a rimanerci sempre, ma arrivare a vietarle nel cercare aiuto nell’immediato?
Anche se avrebbe ubbidito alle volontà del fratello, qualcosa non le tornava. Probabilmente a quelle domande avrebbe trovato risposta non appena avrebbe decriptato quella serie di numeri. Suo fratello amava quel genere di cose, l’aveva sempre obbligata a fargli da cavia quando inventava un nuovo codice, e le aveva provate tutte: dalla serie di complessi codici che negli anni aveva imparato, al semplice tramutare i numeri con le loro corrispondenti lettere dell’alfabeto. Ogni volta, però, otteneva come risultato un ammasso di lettere incomprensibili.
Si era arresa al pensiero che semplicemente lei non aveva la chiave, e che forse aveva bisogno di un ausilio. Le rimaneva solo una cosa da fare: ritornare al suo Villaggio, quel che ne rimaneva, in modo da poter trovare qualcosa tra gli averi del fratello, semmai ne avesse trovati alcuni ancora integri, che potesse aiutarla per decriptare o almeno a trovare un indizio; era una possibilità molto remota e improbabile, ma non aveva altra scelta , aveva saputo che la zona era stata sigillata, e non le avrebbe facilitato l’impresa, per questo era andata al Villaggio della Sabbia quella mattina, doveva fare rifornimento di oggetti che l’avrebbero aiutata ad infiltrasi.
Decise di concedersi qualche ora di riposo, nell’attesa che il Sole abbandonasse il punto più alto del cielo, che provocava il caldo torbido, per poi partire in modo da poter arrivare a destinazione verso sera.
Si guardò il palmo della sua mano, per poi concentrare il suo chakra su essa, facendo fuoriuscire dal palmo un kunai di acciaio. L’Arte del Metallo, era questo il potere che l’aveva resa così speciale e preziosa per il suo villaggio, soprattutto da quando gli abitanti si accorsero che le miniere di ferro e acciaio cominciavano lentamente ad esaurirsi. Probabilmente, senza di lei, l’economia del Villaggio sarebbe crollata, perdendo ogni utilità per il Paese del Fiume e cadendo in povertà. In certo senso, la strage l’aveva liberata dall’obbligo che aveva verso la sua terra natia; questo non significava che avrebbe perdonato i responsabili dello sterminio, ma avvertiva un senso di colpevolezza verso sé stessa quando partoriva quel pensiero, come se quella notte non avesse aspettato altro. Ritrasse subito il kunai nel suo corpo, assieme a tutti quei tormentati pensieri, per poi chiudere gli occhi, nella speranza di non sognare la morte del fratello.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 





 

Angolo dell'Autrice:

Buonsalve a tutti!
Soddisfatta del riscontro positivo del prologo, ho deciso di continuare a pubblicare questa storia dandovi subito il primo capitolo. E' ancora tutto agli inizi, sotto molte sfumature e, come avrete sicuramente notato, ancora non mi sono degnata di rivelarvi l'aspetto fisico della protagonista. Il motivo? Ho preferito prima evidenziare la sua traccia psicologica, che ha un ruolo fodamentale nella storia... In questo modo assume anche quel non-so-che di mistero, che sicuramente è intrigante (o almeno spero). Ma vi prometto che, nel prossimo capitolo, vi verrà svelato anche il suo aspetto.
Ringrazio coloro che mi hanno dato fiducia tra la recensione e chi ha messo la storia nelle seguite; il feedback che mi lasciate, sopratutto se è positivo, e per me carburante che stimola la mia fantasia e la mia voglia di scrivere. Quindi grazie.
Detto questo, ci vediamo nel prossimo capitolo!
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: AlexiaKH