Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Segui la storia  |      
Autore: oO_Keira_Oo    03/05/2016    2 recensioni
Shark-boys shouldn't fall in love with Little Girls.
- Keira davvero non vorrebbe essere in questa situazione, ma non ci è finita per colpa sua, ha fatto tutto quella manipolatrice della professoressa Miho Amakata, è tutta colpa sua.
*una sciocchezza iniziata un po' di tempo fa. Se non si fosse capito RinxOC XD
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gou Matsuoka, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Niki e la sua matematica,
​Dori e le battute sconcie 
Angel e i suoi cuoricini, 
Ele e i capelli tinti, 
Isy e la patente, 
e mia sorella L.

 

 

Little Girl.

 

Il mio nome è Keira Rongert e voglio essere una tuffatrice olimpica .

Mi piace dire che sono una ribelle convinta con corti e ricci capelli marroni, un brutto carattere e una preferenza per sport individuali… ma sono solo un’asociale che ci tiene a rimanere tale.

È per questo che, quando la mia migliore amica, insieme al resto della popolazione studentesca, ha scoperto che ero nel club di nuoto, è rimasta senza parole...
 

Tutto iniziò un fresco giorno di maggio; gli uccellini cinguettavano, il sole splendeva, gli alberi di pero erano in fiore… tutto ciò accadeva fuori dalla finestra della mia classe. All’interno dell’aula, era novembre: il mese in cui purtroppo Halloween e già passato e Natale sembra vicino e al contempo lontano, il mese dove c’è quel vento gelido che si infila sotto i vestiti senza lasciare scampo alcuno; un mese orribile per intenderci. C’era chi amava bearsi di questo gelo, come il mio professore di letteratura mente consegnava i compiti.

“Mi scusi professore, potrebbe spiegarmi perché ho avuto un brutto voto? Ho risposto a tutte le domande” Vorrei precisare che sì, sono bene a conoscenza del fatto che “fare tutto il compito” non significa “farlo bene” ma il mio compito era primo di segni rossi, o blu, o arcobaleno.

“Le tue risposte non arrivavano a intendere in modo appropriato ciò che l’autore voleva trasmettere”.

Professore Kimura; la persona più arrogante che avessi mai conosciuto. Mentirei se dicessi che è brutto; è un uomo giovane, con capelli neri che gli arrivano alle spalle, pelle pallida e occhi marroni con lunghe ciglia. Grazie al suo aspetto non vi era ragazza né professoressa che osava contraddirlo… a parte me, naturalmente. Forse se non mi avesse presa di mira anche io sarei ai suoi piedi.

“Ma… le domande richiedevano un’interpretazione personale.”

“Allora la tua opinione personale era sbagliata, Rongert.” Stringe gli occhi fissandomi.

Ehi lettore, l’hai letto? Non è colpa mia, è lui che mi detesta e mi provoca!

“Un’opinione non può essere sbagliata è soggettiva.” Contraddico.

“Ora basta! Ti sei guadagnata la detenzione, Rongert.”

 Quello stupido professore ama mettermi in difficoltà.

Sbuffo, poggiando la schiena contro la sedia e lasciandomi andare contro di essa; è la quinta volta che finisco in detenzione in due mesi e i miei genitori stanno iniziando a perdere la pazienza. Ribadisco: non è colpa mia, ma loro ovviamente non mi credono.

“Vediamo se questa volta riusciamo a correggere il tuo comportamento ragazzina!”

I miei compagni ridono vedendo come gli faccio il verso: dice sempre le stesse cose! Potrebbe almeno imitare a cambiare le parole.

Sembra che dovrò rimanere in prigione un altro po’… grazie ancora, brutto carattere.

Ed eccomi qui, bloccata in una classe vuota, con una professoressa pazza di nome Miho Amakata, che mi fissa con un sorriso inquietante.

Perché è qui? Non insegna nemmeno nella mia classe!

Cerco di non prestare attenzione alla sua presenza, mentre muovo gli occhi dall’orologio alle spalle della donna, poi alla finestra, poi di nuovo all’orologio.

“ Quindi, Rongert Keira” Legge il mio nome su un foglio sulla scrivania vicino a lei “Ho letto i tuoi documenti”

La donna cattura la mia attenzione – i documenti, buttati in polverosi stanzini della scuola è scritto in modo meticoloso quanto disordinato ogni dettaglio sulla vita di ciascun studente.

“C’è scritto che hai preso corsi di nuoto e tuffo acrobatico nel periodo che va dalle elementari all’ultimo anno di scuola media” Che, secondo il nostro sistema scolastico, si è concluso due anni fa

“Sì, è vero.” Confermo girando una matita tra le dita, squadrando la donna e cercando di capire a cosa stia puntando.

“Sei interessata a riprendere questo sport? La tua carriera scolastica potrebbe giovarne.” L’insegnante scende dalla cattedra avvicinandosi al mio banco, posto in terza fila, con una camminata lenta.

“Dove vuole arrivare?” Le rivolgo uno sguardo sospettoso.

“Sai che è stato appena aperto un club di nuoto,vero?” Oh no, avrei dovuto prevederlo. “Ti piacerebbe l’idea di-”

“No”La fermo subito. “Non c’è alcuna possibilità che io entri a far parte di un gruppo di ragazzi svampiti. Tutta la scuola pensa siano strani e io non sono da meno.”

“Ma hai detto– ”

“No, io non ho detto proprio niente”  Mollo la matita che ho tenuto tra le mani fino a quel momento “e anche volendo, la scuola mi tiene occupata molto spesso durante il pomeriggio” un sorriso amaro appare sulle mie labbra.

“Beh, potrei mettere una buona parola per te col professore, se accetti di diventare parte del team”. Quella donna è il diavolo.

Ci fissiamo per qualche secondo, non ho idea di cosa passi per la sua mente, ma la mia di sicuro è pervasa da un sentimento di diffidenza.“A cosa le servo io?”

“Sono bravi ragazzi ma non hanno un minimo di spina dorsale, ho bisogno che tu li renda più forti.” Spiega “Hanno bisogno di un coach di quelli che facciano buttare il sangue, senza dargli un attimo di tregua”.

Devo ammettere che l’idea mi alletta “Potrei provarci. Ammesso che riesca a trovare qualche ora da dedicare loro dopo scuola”

La professoressa Amakata sorride “Abbiamo un accordo allora”.

Dopo la detenzione, seguendo un consiglio della donna, mi dirigo verso la piscina, che per il momento sembra deserta. Chissà forse le loro attività sono già finite.

“C’è qualcuno?” Chiedo, senza ricevere risposta. Passo in un piccolo corridoio davanti alle porte degli spogliatoi e che conduce a delle scale che, a loro volta, portano alla piscina all’aperto. Mi avvicino alla vasca e, accovacciandomi al bordo immergo una mano, così per vedere se i ragazzi che ci nuotano sono anche così fuori di senno da gettarsi in una vasca molto calda o molto fredda; entrambe le cose sono dannose per il corpo.

Ecco, lo sapevo, troppo calda. Eppure dovrebbero sapere quello che fanno: hanno fondato loro il club.

“Ehi, qualcuno sa chi è lei?”

Qualcuno mi sveglia dai miei pensieri: è una ragazza con lunghi capelli rossi, che mi stava puntando contro un dito, quasi immediatamente dopo sbucano alteri tre ragazzi dietro di lei. Mi alzo in piedi e in un battibaleno sono circondata da un gruppetto di ragazzi.

“Sei qui perché vuoi entrare nel club?” Chiede un ragazzo dall’aspetto dolce con capelli castani e luminosi occhi verdi.

“Naturalmente!” Il ragazzo con gli occhiali che parla sembra leggermente infastidito.

“Sei un ragazzo o una ragazza? E in che classe sei?” Allora, è vero che ho i capelli corti e non ho una coppa D, ma si vede che non sono un maschio! - Il biondino già mi è antipatico.

“Yo, come ti chiami?” Finalmente qualcuno con una domanda semplice!

“Sono K–” Vengo fermata dal ragazzo con gli occhiali.

“Haruka-senpai, non sai che, di fronte a una ragazza, ci si presenta prima di chiedere il nome?” Il ragazzo infastidito è anche molto fastidioso; ad ogni modo gli altri sembrano seguire il suo suggerimento. Il primo con capelli marroni è Makoto Tachibana, il “quasi normale” Haruka Nanase, poi si sono presentati Nagisa Hazuki e il ragazzo con gli occhiali Rei Ryūgazaki.

Alla fine sono riuscita a dire “Mi chiamo Keira Rongert”

“Entrerai a far parte della squadra?” Chiede Nagisa con occhi speranzosi.

Apro la bocca per rispondere ma prima che possa dire qualunque cosa, sono nuovamente interrotta.

“Naturalmente lo farà” La professoressa Amakata parla dall'entrata della piscina, in piedi vicino alla ragazza dai capelli rossi.

Ed io che per un attimo ho sperato che la professoressa non dicesse sul serio.

Alla fine riesco a uscire da quel carcere infernale e a liberarmi di quei fastidiosi ragazzi per andare a casa. Al momento sono da sola: i miei sono in viaggio in Francia e non ho fratelli. È troppo tardi per studiare quindi mi cambio, indossando una tuta – pantaloncini corti neri e una canottiera grigio chiaro – mi alzo i capelli e corro letteralmente fuori di casa.

Mi è sempre piaciuto fare jogging, mi aiuta a rilassarmi soprattutto se, mentre cammino ascolto la musica sul mio I-Pod – sì, potremmo dire che sono una sportiva.

Mentre corro non posso fare a meno di pensare agli avvenimenti di questa giornata.

 Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione? Sono stupida? Prbabilmente... Come ho fatto a farmi manipolare dalla professoressa. Beh a mia discolpa dico che, da un lato non credevo che avrebbe parlato col professore, pensavo bluffasse, mentre dall'altro ero voglio davvero che quell'uomo la smetta di torturarmi, mi chiedo però quale stratagemma abbia usato l'Amakata... oh non dirmi che i capelli arruffati che aveva quando l'ho vista in piscina erano per... Cavolo, però bisogna anche dire che è stata veloce la cosa.

I miei pensieri sono interrotti da qualcuno che mi butta a terra.

“Ehi, non guardi dove vai?” Chiedo a chiunque mi abbia fatto cadere

“Tsk, qual'è il tuo problema?” Mi risponde una voce annoiata.

Alzo lo sguardo da terra per vedere un ragazzo corre sul posto che non si degna nemmeno di guardarmi, dandomi invece le spalle.

“Il MIO problema?! Tu sei quelli che mi ha spinto!” Urlo quasi.

Non c'è risposta eccetto per un “Tsk” e il ragazzo inizia a scappare via, letterlamente.

Mi alzo in piedi e comincio a correre più velocemente, in pochi secondi riesco a sorpassarlo e a cogliere lo sguardo infastidito che mi lancia, riesce a superarmi e in quel momento li vedo: il ragazzo dai capelli rosso scuro sorride mostrando denti affilati come rasoi.

Provo a rifarmi “A chi arriva prima all'entrata del parco” Lo sfido

“Ci sto ” Sembra determinato almeno quanto lo sono io.

Riesco a sentire un vento leggero che mi carezza la faccia e un piccolo pizzico di adrenalina entrarmi in vena mentre corro, e leggere goccioline di sudoere si formano sulle tempie.

Arriviamo a un parco semi deserto – quasi – insieme.

“Ho vinto!” Esclamo appoggiando la schiena contro il muro di tufo del parco e le mani sulle ginocchia piegate, cercando di riprendere fiato.

“Ma che dici! Io ero qui quando tu eri ancora a metà strada!” Se ne stava in piedi a qualche metro da me, cercando di mantenere un'espressione calma, quando il suo fiatone era così pesante da potersi sentire a chilometri di distanza.

Altri due minuti passano, riempiti da respiri pesanti.

“Ad ogni modo, se vuoi la rivincita” Inizio

“ Se tu vuoi la rivincita” Specifica.

“Coomunque … Vengo a correre qui ogni giorno alle otto” E inizio a tornare indietro senza aspettare una sua risposta. “Ci si vede in giro Shark-Boy”.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: oO_Keira_Oo