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Autore: DreamEater    10/05/2016    0 recensioni
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Genere: Malinconico, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Requiem for a dream

 

Tieni paga prendi taglia fuma inietta aspetta svaria.

Tieni paga prendi taglia fuma inietta aspetta svaria.


Salgo sulle nubi come polvere tra tubi che annuso come profumi per alleviare i miei dolori
che sono già spariti, un minuto e siamo partiti, verso mari senza confini, finisce e siamo impazziti.
Tra la gente odore di calma, si sente attorno la santa, che non è tanta ma abbastanza per riempire questa stanza
fatta di finta vita, che arriva ma è già finita come un brivido su una ferita che ti ricorda che è esistita.
Tra le braccia bucate cadono emozioni frantumate negli attimi di quiete difficili da trattenere
sento neve al posto del sangue, dentro è lancinante, il voler avere qualcosa che ti è distante.
Il bisogno è troppo forte, la cerco in ogni dove, fuori dal copione, come un viaggiatore,
volendo vivere altrove, una realtà senza come, come quando volo che ti cerca il mio cuore.

Solo sotto un ponte, come sempre nessuno di fronte, piove e mi sento un conte ma non vale se non sono con te
forse un’ultima dose non mi farebbe più pensare, forse un’ultima dose mi potrebbe rovinare.
Appartati, mangiati da dentro e rovinati da noi stessi consapevoli d’essere drogati
non amati, ma eliminati dalla realtà con la volontà di non esserci mai stati.
E ricordo la prima botta, un tiro e fu la svolta verso una nuova rotta con in mente la rivolta
ancora un’altra volta, mi sono preso una cotta per una riga infinita iniettata nelle ossa.
Come farne a meno quando non si ha più un freno? Pentirsene anni dopo viaggiando in un aereo
ancora non ci credo, se ci ripenso ora tremo perché sono in viaggio; sola andata verso il cielo.


Ricordo quella sera, come se fosse ora, inginocchiati per chiedere di risparmiarci.
Non avevamo nulla, per due grammi di pura, io riuscii a fuggire, ma lui non ce la fece.


I giorni dopo rannicchiato, non mangiavo, ero malato, ero morto dentro per non averlo aiutato.
E dopo aver scritto questo, ho parlato con me stesso mentre stavo in silenzio condannato al male eterno.
E’ stata solo colpa mia, per della eroina sono scappato in preda alla codardia.
Malato, si, ma rammaricato per averlo lasciato solo nel momento sbagliato.
Mi aveva  dato tutto, da sempre insieme, pregando ad ogni lutto, facendoci le sere
in cui pensavamo che sarebbe successo ma non credevamo di raggiungere il decesso.
Adesso sono solo tra la polvere nella stanza, che non è bianca ma grigia come una gabbia
da dove sono fuggito e nel cielo volato raggiungendo il mio amico dopo essermi impiccato.



-DreamEater
   
 
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