The strange moans of Waterfall

Il rumore delle cascate accompagnò piacevolmente la simpatica chiacchierata tra la ragazza e lo scheletro burlone, le loro risate vennero ripetute all'infinito da quegli stupendi fiori azzurri fin quando non arrivò l'ora del sonnellino.

Sans si sistemò per terra congedando l'umana e dicendo di passare più tardi, tipico.
La ragazza decise allora di incamminarsi per Waterfall esplorando quel magnifico panorama, tra lucciole e pietre sul soffitto che sembravano stelle. Era un posto immenso difficile da visitare in meno di una giornata.
Stancatasi dalla passeggiata, si sdraiò per terra, in mezzo a decine di Echo Flower e osservò il cielo finto di quel posto.
L'erba era leggermente bagnata a causa delle cascate ma questo non diede alcun fastidio all'umana.
Continuava a guardare in alto il cielo confinato dell'Underground, alcuni mostri dicevano che a volte si potevano vedere le stelle cadere... chissà se fosse vero...
Aspettava sperando di poter vedere quel fenomeno, cosa che però sembrava ai limiti dell'impossibile.
Ma d'un tratto, uno di quei fiori cominciò a ripetere degli strani versi, come dei lamenti di un uomo...
All'inizio lei non ci fece caso ma pian piano diventarono sempre più insistenti. 
Quindi si alzò di scatto tentando di capire quale tra quelli stava parlando camminandoci in mezzo e porgendo l'orecchio ai loro petali, ma nulla, i versi continuavano e la sua ricerca non stava portando risultati.
Alla fine del prato in lontananza vi era un unico fiorellino, piccolo, forse appena sbocciato, che se ne stava tutto solo davanti ad una porta che fino ad ora non sembrava esserci stata, era lui il ripetitore di quegli strani suoni.
La ragazza si avvicinò cercando di decifrare ciò che ripeteva, ma il linguaggio era incomprensibile, sembravano frasi distorte sussurrate.
Avvicinatasi ancora di più sentì gli stessi suoni provenire dalla neo porta sulla parete. Trattenne il respiro, forse un po' impaurita mentre si preparava a girare il pomello ma improvvisamente, dietro di lei, con le sue solite scorciatoie, comparve Sans distogliendola da quel che stava facendo.
"Piccola cosa fai?" Chiese col suo solito sorriso e le mani nelle tasche della felpa. Sembrava non sentire i lamenti che riecheggiavano nell'aria, anzi, che ora, erano diventati molto più insistenti.
Tornò a parlare ignorando completamente le ormai grida del mostro nella misteriosa stanza di Waterfall.
"E' il momento della mia pausa-pranzo, andiamo da Grillby's?" Propose.
La ragazza sempre più confusa e impaurita su quello che stava accadendo si aggrappò al braccio destro dello scheletro per cercare conforto mentre tremava e sbiancava ad ogni acuto.

Mentre lui fece per tornare indietro, Frisk lo trattenne, quasi a volerlo invogliare ad indagare anche se lui non sembrava molto d'accordo. 

La guardò con le sue orbite non potendo più fingere di non sentire i gemiti.

"Non possiamo fare nulla per lui piccola. Anche se entrassi tenterebbe di prendere la tua anima per uscire. Per favore, andiamo da Grillby's e non pensiamoci più."

Il mostro sapeva decisamente di più sugli strani lamenti di Waterfall.

La ragazzina, forse per codardia o solo per ubbidienza e nonostante avesse molte domande da fare, decise di non obbiettare accettando l'invito e prendendo la mano di lui sorridendo, finchè poi sparirono per le solite scorciatoie dello scheletro.

Intanto, il misterioso uomo dietro la porta, continuava ad emettere ad intermittenza lo stesso suono:

SANS SANS SANS

(Sans Sans Sans)