~Paura e delirio a Central City
Il colonnello Mustang, chiuso nel
suo ufficio, si sentiva una tigre in gabbia. No, non era in agitazione
per la sua prossima promozione a comandante supremo, e nemmeno per le
sanguinose rivolte che erano scoppiate a ovest, causando una miriade di morti
tra militari e civili.
Roy Mustang era così nervoso perché il
suo bellissimo fagiolino-candito-tanto-da-causare-un-attacco-di-iperglicemia
non era ancora tornato dall'ultima mortale missione - affidatagli da lui, tra
l'altro.
Aveva
scoperto di amarlo esattamente tre settimane, due giorni, sette
ore e quindici secondi prima, quando gli era apparso davanti agl'occhi
come una visione celestiale.
In
circa quindici sedicesimi di secondo aveva deciso di cambiare sponda, condurre
uno stile di vita più morigerato e diventare un aspirante pedofilo.
Perchè Edward Elirc
aveva sedici anni. E lui molti, molti, molti, molti, molti, molti, molti [...] di più.
Ma
queste erano solo banali piccolezze, di fronte all'immensità del suo
amore che avrebbe sconfitto ogni barriera culturale, politica, razziale,
animale, minerale e vegetale! Nessuno si sarebbe potuto permettere di criticare
quel sentimento così puro, così elevato, nato in quindici
sedicesimi di secondo. Nessuno.
Mustang
era talmente immerso nei suoi ragionamenti, che non si accorse del ragazzo che
da qualche minuto era entrato nello studio e lo osservava con aria piuttosto
perplessa.
«
Colonnello... è sicuro di sentirsi bene? » domandò il
giovane, spaesato dallo sguardo degno della peggiore Candy Candy
che l’uomo aveva assunto.
«
...Oh! Edward, che piacere rivederti! »
urlò lui, esibendosi in un sensuale sorriso targato Ridge-incontra-Brooke. Con il cuore che ormai aveva
iniziato a ballare tutti i balli latino-americani esistenti balzò in
piedi e, con un agile salto, superò la scrivania, per planare
delicatamente (non sia mai!) di fronte al suo gnomo-di-marzapane-ricoperto-di-cioccolato-con-capelli-di-caramello-caramellato.
«
Mai stato meglio...ora che sei qui con me » sussurrò, incatenando
i bulbi oculari oro zecchino di Ed ai suoi antrace. Che -come tutti
sappiamo- è un’infezione cutanea, contagiata per via polmonare da
un simpaticissimo batterio.
«
Aaaaargh! » Urlò Edward,
mostrando la sua bellissima ugola rosso-frutto-della-passione
(la cui polpa, comunque, è giallognola) e cominciando a sudare freddo.
« Stia lontano da me! ».
«
No, Edo-chan! » lo contraddisse l’uomo,
spingendolo al muro e intrappolandolo tra la parete il proprio tonico,
splendido, magnifico, muscoloso, virile corpo. Edo-chan arrossì
violentemente.
“Gli
piaccio, è palese!” pensò Mustang.
“Non
respiro, soffoco!” pensò il giovane Elric.
In
fondo, era solo una questione di punti di vista.
Cosa
stava succedendo a tutti in quei giorni? Si interrogò Edward. Prima Winry gli si era
quasi buttata addosso in maniera troppo
esplicita, poi Al si era dimostrato stranamente
affettuoso nei suoi confronti –al solo ricordo sentì il bisogno di
cospargersi di benzina e darsi fuoco-, infine Envy
aveva cercato di stuprarlo, ucciderlo e dichiarargli amore eterno allo stesso
tempo.
«
Ho cercato di reprimere i miei sentimenti troppo a lungo » gli
sussurrò il colonnello, con voce roca. « Ma io e te siamo
destinati a stare insieme, lo sai: gli opposti si attraggono, lo dicono anche
tutte le fanwriter di Naruto
».
«
Che culo, eh! » bofonchiò Ed ormai
cianotico, ma il colonnello sembrò non farci caso.
«
Lo so, lo so, mio delizioso cioccolatino-transgenico-della-stessa-dimensione-di-una-particella-subatomica-intinta-nello-zucchero-a-velo
» lo zittì, posandogli un dito sulle labbra rosso lampone con fare
sensuale. « Tutto questo è peccato e… oh, che io sia dannato!
–aggiunse con aria melodrammatica- come posso
profanare il tuo dolce e flessuoso corpo? Non lo so, non ne posso fare a meno,
capisci? Con il mio amore strapperò le tue candide ali e… e…
Edward-mio-amato, ti senti
bene? ».
«
No, sono solo in preda ad irrefrenabili conati di
vomito » rispose sarcastico, sempre schiacciato dal peso (…)
dell’uomo. « Ma lei continui pure col monologo, prego ».
Mustang
annuì solenne.
«
Ogni tuo desiderio è un ordine, mio delizioso-atomo-mesico-con-ciliegine-sotto-grappa-e-caramelline-gommose-a-forma-di-angioletto-dannato
» disse, cominciando a leccargli un orecchio.
Edward rabbrividì.
“Gli
piaccio, è palese!” pensò Mustang.
“Che
schifo!” pensò Ed.
Si
trattava nuovamente di una questione di punti di vista.
«
Dov’ero rimasto, mio sfavillante ovetto-di-pasqua-alto-un-nanometro-virgola-cinque-contando-l’antenna?
Ah, ora ricordo: con il mio sporco amore malsano strapperò le tue
candide e angeliche ali, trascinandoti nel vortice della perdizione, in una
buia strada senza ritorno! Che il cielo mi punisca! ».
«
C-che cosa va blaterando, colonnello di merda? » balbettò Edward,
facendo appello alle ultime forze rimaste dopo la lunga apnea.
Il
colonnello Mustang chiuse gli occhi, ostentando un’espressione
sofferente.
«
Edward, luce dei miei occhi… Perché mi
sei così ostile? Perché vuoi porre fine così in fretta
alla nostra storia d'amore proibita? » domandò affranto.
«
S-storia d'amore? » provò a domandare Ed,
ma il colonnello lo ignorò.
«
...Sono consapevole che non sarà facile per noi, dovremo lottare contro tutto e contro tutti, ma alla fine questo sentimento
cristallino vincerà ogni cosa! Perché il bene trionfa sempre sul
male, ce l’ha insegnato Harry
Potter, inoltre io credo in me e nel cuore mio che
non ha radici, come un raggio che ha il coraggio di lasciarsi il sole dietro
sé! Non importa che io sia un tuo superiore, o che tu sia praticamente
un moccioso! »
«
Moccioso a chi? » sbraitò Ed, dimenticandosi per un attimo del
soffocamento in corso.
Puntualmente
venne snobbato.
«
...Alla fine l'unica cosa importante saremo noi due, io e te, te ed io,
null'altro, perché tu sei poesia, sei zucchero filato, sei
curiosità, sei un mondo di pensieri e libertà! ».
«
Ehi, questa l’ha rubata a Candy Candy! » protestò il
ragazzo, ma Mustang continuò per la propria
strada.
«
Il nostro è amore sincero, bla bla bla,
andremo contro le convenzioni sociali, bla bla bla, vivremo felici e contenti,
bla bla bla,
non ti preoccupare, bla bla
bla, comandante supremo, bla
bla bla, realizzare il tuo
sogno di incontrare Cristina d’Avena, bla bla bla, uccidere Mala Mela, bla bla bla,
un figlio! Avremo un figlio! ».
«
Ghhhh! » si lamentò debolmente Ed.
«
Oh, non ti preoccupare, mia piccola
Gerorgie-che-corre-felice-sul-prato-nel-suo-bel-mondo-che-pare-fatato, al giorno d’oggi l’alchimia può tutto! Ma
ora bando alle ciance, non siamo mica qui a contar le briscole! ».
«
Umphhhh ».
Con scatto-felino-ed-agile-mossaTM lo denudò,
cominciando ad armeggiare con la sua grossa, calda, pulsante maz-
«
Aaaaaaargh! ».
Roy Mustang si svegliò sudato ed ansante; le
lenzuola del letto erano finite a terra, segno di un sonno particolarmente
travagliato.
Con
mano tremante si scostò dal volto i capelli fradici, cercando di
mantenere la calma.
«
Lo giuro » sussurrò a se stesso con voce perentoria. «
Questa è l’ultima volta che leggo una Fan Fiction prima di andare
a letto! ».
___
Detto
questo, io adoro
Mela