Lost in the Snow



 

Nel momento stesso in cui si sveglia la neve ricomincia a scendere implacabile, coprendo lenta ed inesorabile una vallata un tempo verdeggiante.
Distrattamente si sente sbattuto su un lettino e si prepara al dolore.
Ormai è una delle poche costanti che ha nella vita, insieme agli ordini e al sangue che essi portano, sporcandogli le mani di crimini indicibili.
Come se il proprio corpo non gli appartenesse, si sente urlare, scosso da devastanti scosse elettriche.
Ma la neve continua a scendere sempre più impietosa e lui cerca di combattere, di trattenere un ricordo che sa essere importante ma che non riesce ancora a distinguere.

 
È un frammento di parola che si sente scivolare via dalla memoria, trasportato dal vento gelido.
Cerca di inseguirlo ma fuori, nel mondo reale, lo stanno chiamando.
La testa comincia a fare un male atroce mentre la neve si trasforma in una tempesta e quella voce viene dimenticata.
Viene trascinato alla realtà con forza, parole apparentemente senza senso che gli impongono attenzione.

 

Солдат?*

Guarda l'uomo che ha di fronte e sa che non può attaccarlo, anche se l'unica cosa che vuole fare è spaccargli il cranio con un pugno, sentire il suo sangue bagnargli l'arto meccanico.
Vede nello sguardo dell'uomo un attimo di esitazione, come se un lupo affamato lo avesse appena guardato ringhiando, abbassa per un secondo lo sguardo prima di tornare a guardarlo.
Non ne vale la pena, si dice.

готовы соблюдать**

Aspetta i suoi ordini.
Aspetta di poter finalmente uscire e di inoltrarsi nella neve sempre più alta con il passo sicuro di un predatore.
La voce flebile di un ragazzo dai tristi occhi azzurri ormai lontana, trasportata dalla tempesta che è la sua frenesia.
Quando gli affidano un fascicolo e lo istruiscono sulla sua missione sente il brivido della lotta scuoterlo.
Finalmente il lupo può tornare libero a correre nel freddo Siberiano.

*

Si muove come il padrone delle ombre che ammantano quell'edificio vuoto.
Il passo silenzioso del lupo pronto a scattare per divorare la sua preda, lo sguardo che scruta nell'oscurità in cerca di qualche obbiettivo.
Quando raggiunge il tetto dell'edificio ormai l'alba si sta avvicinando, i primi raggi rosati che illuminano il cielo stellato.
Ci sono due sentinelle. Sono di spalle e controllano lo spiazzo davanti a loro dove si svolgerà lo scambio.
Sotto la maschera l'angolo destro delle labbra si alza, scoprendo leggermente i denti.
Abbassa il baricentro, si avvicina circospetto mentre estrae un coltello dalla lama seghettata e si abbandona alla fredda tempesta che infuria nella sua testa.
Entro i primi due secondi il primo militare è morto, il coltello affondato nel cuore fino all'impugnatura. Qualche secondo dopo anche il secondo è morto, la faccia un ammasso di ossa rotte, il collo spezzato da un poderoso pugno.
Recupera la propria lama, sfilandola senza difficoltà dal corpo esanime, e mentre la mette via controlla che non ci siano altri uomini sui tetti vicini.
Come previsto, le informazioni date dal KGB sono esatte e nessuno è in vista
Sfila dalle spalle il fucile di precisione, recupera dalla cintura i diversi pezzi e finisce di montarlo con una destrezza nei movimenti dettata dalla pratica.
Ci vogliono pochi minuti prima che il Soldato D'Inverno sia in posizione, in attesa della propria preda mentre guarda dal mirino di precisione.
Aspetta per interi, interminabili minuti. Si rifugia nella neve implacabile della sua testa e qualche volta sente una risata, sente un nome sfiorargli gli angoli della mente, ma vengono velocemente spazzati via.
Quando il suo obbiettivo arriva la tempesta aumenta ancora, ma lui non ha paura del freddo. 
Lui è l'Inverno e come tale porta porta la più fredda delle morti.
Un unico colpo, una rosa vermiglia schizza dal cranio del malcapitato e come la Morte con la propria Falce, non fallisce mai il colpo.
Non guarda gli agenti del KGB venuti a fare lo scambio recuperare la valigetta sporca di sangue e allontanarsi in macchina, semplicemente si alza, smonta il fucile e si avvia verso il punto di recupero.

...ucky

È un momento solo, la voce si fa più insistente sotto il vento senza pietà.
Si volta per vedere se è seguito, l'arto meccanico già in cerca di sangue, ma non c'è nessuno quindi scuote la testa e si allontana.
A volte in mezzo alla tempesta sente cose strane, che gli suscitano un forte calore al petto.
Felicità? Ma che cos'è la felicità per una macchina portatrice di morte come lui?

 

Quando torna alla base la tempesta già si sta calmando.
Il vento diminuisce la sua intensità, la neve rallenta la sua caduta.
Lui ferma la sua avanzata e si siede nel freddo bianco.
Nel mondo reale lo stanno preparando alla criogenesi mentre un alto ufficiale ascolta il suo rapporto.
Sente le solite, intense e annichilenti, scariche elettriche attraversargli il corpo e una coltre di nebbia pian pano sostituisce la neve.
Quando ormai la vallata è una quieta landa bianca è già dentro alla propria camera, il gelo che lo avvolge lo immobilizza.
Prima che perda conoscenza vede uno scricciolo di Brooklyn venirgli incontro arrancando nelle neve e un Supersoldato dal cuore troppo tenero che gli sfiora le spalle.
 

James Buchanan Barnes sorride prima che l'Inverno torni a divorarlo.




















Note:
*"Солдат" in russo significa "Soldato"
**"готовы соблюдать" in russo significa "Pronto ad obbedire" o nella versione in inglese che preferisco molto di più "Ready to comply"