Go to bed

 

"Sherlock dai, sono le undici, andiamo a letto?"

Erano reduci da una cena molto veloce - praticamente inesistente per Sherlock - dopo essere arrivati quasi alla conclusione di un caso che aveva portato via loro almeno una decina di giorni. John era stanco morto nonostante mancasse ancora da trovare la prova incriminante. Lui era più dell'idea che solo una bella dormita avrebbe potuto aiutare a concludere un caso duro come quello, ma Sherlock non la pensava esattamente alla stessa maniera.

  "Sì, sì un attimo! Analizzo solo questo e poi arrivo... Credo di essere arrivato al puto che cercavo!" John ormai si era abituato alla testardaggine del suo compagno, ben prima che il detective arrivasse a smascherare i loro sentimenti. Sapeva dunque a cosa sarebbe andato incontro. 

Si avvicinò alle sue spalle posandovi sopra entrambe le mani prima di chinarsi a baciargli i capelli.

"Ti aspetto a letto allora." E in risposta ebbe solo un mugolio strano, il solito che sentiva ogni volta che Sherlock era troppo preso da qualcosa per sforzarsi a trovare delle parole per continuare una conversazione. Un'ultima carezza tra i capelli e poi si avviò nella stanza dove si cambiò velocemente - lanciando qualche vestito a caso - e si infilò, senza indugiare oltre, nel grande letto. Mosse un paio di volte la testa sul cuscino, solo per testarne la morbidezza e per dimostrare quanto in quei giorni un bel letto caldo e comodo gli fosse mancato. Certo dormire praticamente in piedi o non dormire affatto non era stato proprio un buon esercizio.

John allungò la mano verso il lato destro di quel letto, lì dove mancava Sherlock e ci volle veramente poco perché prendesse sonno.  

Le undici divennero velocemente le tre di notte, ma Sherlock parve non accorgersene.
Non appena ebbe concluso tutto, inviò una veloce email a Lestrade con tutte le indicazioni e le prove, poi corse in camera.

"Hai visto? Avevo detto che- oh." E lo vide dormire.
Aveva abbracciato per metà il cuscino di Sherlock, addormentato praticamente ormai nella sua parte di letto. Avanzò nella stanza fino ad arrivare accanto a lui, sedendosi sul materasso, facendo molta attenzione a non svegliarlo. Lo guardò per qualche secondo, giusto il tempo di dedurre che avesse provato a restare sveglio il più possibile per aspettarlo, ma che poi, preso dalla stanchezza, fosse crollato senza più risvegliarsi a tratti. Quasi Sherlock volle allungare una mano per toccarlo, per avvisarlo che era arrivato finalmente, ma alla fine preferì non disturbarlo, donandogli solo un sorriso. 

"Ti amo John Watson"





Angolo della scrittrice:
Buon giorno a tutti, me ne esco questa mattina così presto con una piccola flashfic di queste due patate solo perché ieri notte ho avuto una piccola ispirazione e mi sembrava giusto condividerla! Spero, nonostante sia breve, che vi sia piaciuta e aggiungo velocemente che sto lavorando ad un'OS un po' lunghetta, ma che proverò a pubblicare tra qualche settimana. Quindi un po' di pazienza e ... alla prossima!