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Autore: Giuly Frost    21/05/2016    3 recensioni
[Ovviamente, crossover con il libro ''Dieci Piccoli Indiani''.]
-
Dieci Piccoli Scrittori si svegliano, in una villa, in mezzo al mare.
Così, semplicemente.
Non ricordano come sono arrivati lì, nè se qualcuno li abbia condotti in quel luogo.
Ma in fondo, finchè sono uniti non hanno niente di cui preoccuparsi.
Giusto?
-
'' Uno alla volta ... Uno alla volta.
Sono tra voi, lo sapete? ''
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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[La storia è abbastanza lunga, per essere una One-Shot, almeno per i miei soliti standard...
 Spero appreziate comunque x3
 Buona lettura! ^^]










Giuly sentiva un forte mal di testa.
Non aveva nessuna voglia di aprire gli occhi, anche se si sentiva in dovere di farlo.
Da quello che i suoi muscoli intorpiditi erano in grado di recepire, però, non era più nel suo caldo e morbido letto.
I sensi scattarono quando sentì di non avere più accanto a se il suo pupazzo preferito:- DOV'E' ELLE?!
La ragazza alata balzò in piedi di scatto.
Non metabolizzò subito la sua posizione, ma dopo pochi secondi capì di non essere nella sua stanza. E nemmeno in una della Lucas Force.
La camera dove si trovava era molto raffinata, con un gusto che sembrava disposto apposta per la sua quiete.
Accanto a lei vi era un grande letto a baldacchino, dalle soffici coperte rosate, affiancato da un grazioso comodino bianco.
Di fronte a lei si ergeva fieramente un armadio color lilla chiaro, affiancato da uno specchio dalla cornice dorata.
Un lampadario di cristallo penzolava al soffitto illuminando la stanza con i suoi riflessi arcobaleno.
Quadri di paesaggi di notti invernali innevate, quelle preferite dalla ragazza, erano appesi in cornici blu mare alle pareti.
A sinistra vi era una grande finestra bianca, dalle tende celestine accostate.
Giuly, non capendo se dovesse essere inquieta o meno, spalancò la finestra e guardò all'esterno.
Il panorama era meraviglioso.
Da quel che poteva vedere, si trovava in una grande villa, dal giardino ben curato, con il classico labirinto di siepi e fiori; fuori da esso vi era una foresta nera, oscura e dal quale sentiva inquietanti rumori.
Ancora più lontano si ergeva una grande montagna, la  punta nascosta dalle nuvole soffici, e poco dopo il mare, azzurro e infinito.
... Un secondo.
Il mare?!
Dove diamine era finita?!
Giuly scosse la testa risvegliandosi da quel sogno.
Doveva capire dove si trovava, a chi appartenesse quella villa, se fosse sola e, cosa più importante, dove fosse il suo adorato pupazzo.
Beh, cosa? Ognuno ha le sue priorità.
La ragazza fece per uscire dalla stanza, quando notò una targa argentata sul comodino; la prese in mano, cominciando a leggerla, ma le incisioni erano illeggibili.
La castana fissò inclinando la testa quella strana lastra grigia, poi uscì dalla stanza, ancora con la targa in mano.

La porta si aprì solo dopo qualche tentativo.
Quando la serratura scattò, Giuly uscì, sempre più nervosa.
Trovandosi faccia a faccia con Litios.
- LIIIIITIIIOOOOS!-esultò lei, felice di vedere un volto amico in quella paradossale situazione.
Anche l'altro parve sollevato.
La sua camera era davanti a quella della ragazza.
- Giuly, tu sai dove diamine siam-il ragazzo non fece in tempo a completare la domanda che altre otto porte si aprirono di scatto all'unisono.
Nelly rovinò a terra uscendo dalla sua porta, Maty andò quasi a sbattere contro Kishin, dato che probabilmente aveva cercato di sfondare la porta; Clessidrus uscì quasi timoroso, mentre Gyber e Lucas si fecero avanti spavaldamente, ritrovandosi faccia a faccia con Emma Mercurius e Donatozzilla.
I dieci si guardarono spaesati qualche secondo, poi Giuly si tuffò addosso alle altre tre ragazze:- SIS, MATY, EMMA! Oh Celestia, che sollievo vedervi!!
I ragazzi si raggrupparono vicino a loro, tentando di capire qualcosa della loro attuale situazione.
A calma ristabilita, Giuly mostrò la sua targa argentata:- In camera mia c'era questa! Ne avete trovate di simili??
Maty, Gyber, Kishin, Donatozzilla ed Emma sfoggiarono la propria, mentre li altri tornarono dentro perplessi, uscendo poco dopo con il loro piccolo trofeo.
- Che cosa dicono??-chiese Nelly curiosa scorrendo con lo sguardo la propria.
- A dire il vero, è roba molto strana... Sarà uno scherzo.-borbottò Gyber, buttando distrattamente la targa nella sua stanza.
- Credo anch'io.-si unì il Kishin seguendo i gesti dell'albino-Oh beh. Che facciamo?
- Facciamo un giro, dobbiamo controllare se ci sono altri nostri compagni qui in giro!-esclamò Lucas guardandosi intorno-Però non credo dividersi sia una buona idea...
- Siamo dieci, giriamo in due gruppi da cinque...-propose timidamente Clessidrus.
- Mi sembra una buona idea, ma dove ci ritroviamo poi?-domandò Donatozzilla, che si era affacciato all'angolo del corridoio-Tutte le vie sembrano uguali...
- Muoviamoci in gruppo, per adesso, poi vedremo.-dichiarò infine Litios, indirizzandosi verso le scale del piano superiore.
- ESPLORAZIONEEE!!-gli andò dietro Emma entusiasta, seguita a ruota da tutti gli altri membri, un po meno contenti.
Soprattutto Giuly, che stava stritolando il braccio a Maty ancora disperata per la bambola.



I ragazzi avevano fatto il giro della villa quasi due volte, constatando di essere completamente soli.
E senza campo.
Su quell'isola (ammesso che fosse un'isola, ma il mare era visibile da tutte le finestre della villa) non c'era campo.
L'unico che aveva ancora un telefono, Litios, lo agitava alla disperata ricerca del più piccolo rigagnolo di inesistente connessione.
Il gruppo era inquieto, così si diressero verso la sala da pranzo, che avevano stabilito come punto di ritrovo, ognuno ormai abbastanza frustrato.
Nelly era preoccupata per le sue creature, Gyber per i soldi, Clessidrus per Twilight, Maty perchè Giuly la stava ancora stressando, e tutti gli altri per il logorio mentale a cui la situazione li stava trascinando.

La sala da pranzo aveva un enorme tavolo di cristallo proprio al centro, e due grandi finestre dalle tende candide che si affacciavano sul giardino.
Un caminetto spento era sul fondo della stanza, e vari mobili erano posizionati deliziosamente attorno alle pareti.
Kishin dovette essere trascinato su una delle sedie dorate del tavolo a forza, dato che tutti quei fronzoli gli stavano causando un attacco isterico.
Solo quando giunsero appunto alle sedie, si accorsero che quelle erano undici.
Dieci ai lati, una al capotavola.
Giuly e Nelly parvero particolarmente inquietate dal fattore, ma gli altri erano stati attirati da qualcos'altro.
Dieci statuette di colori diversi erano posate al centro tavola, impettite come soldatini.
I dieci le fissarono.
Con una punta di vera inquietudine negli occhi di alcuni.
Erano sicuri di essere soli in quella villa, forse nell'intera isola.
Allora... Chi aveva messo quelle statuette lì?
Erano stati uniti tutto il tempo.
...
Forse non erano così soli come pensavano?
Lucas fece per dire qualcosa, quando Donatozzilla scattò nella stanza adiacente:- CIBO!
L'odore del cibo arrivò pochi secondi dopo alle narici affamate dei suoi compagni.
Otto di loro seguirono a ruota il Kaiju, ma Daniel tentò di fermarli:- Aspettate!! Magari è avvelenat-
- CI SONO LASAGNE QUI!-urlò Gyber felicemente.
- ... SONO MIE, UOMINI INDEGNI!-strepitò il biondo tuffandosi nella mischia.

La cucina era ripiena di piatti squisiti.
Lasagne, bistecche, pollo arrosto, pesce fritto, verdure, macedonie di frutta tropicale e non, torte e dolci di ogni genere.
I dieci portarono tutto in sala da pranzo.
Non si erano accorti che il sole stava tramontando.
Apparte un paio di inconvenienti, come la rissa tra Gyber e Lucas per le lasagne, e quella tra Donatozzilla e Kishin per una bistecca, la cena proseguì senza troppi intoppi.
Il cibo nella cucina continuava ad aumentare, come se si cucinasse da solo.

Mezz'ora dopo, tutti erano sazi, tranne Donatozzilla, che continuava a mangiare di gusto.
- Non sei ancora pieno?!-domandò il clessidriano quasi scandalizzato.
L'altro continuò ad abbuffarsi:- Gno... *Gnam* Pefchè? 
Clessidrus non rispose, limitandosi ad un sonoro facepalm.
Appurato di non avere modo per passare la serata, le ragazze si avviarono nelle loro stanze.
I ragazzi, dopo aver tentato di convincere DZ a seguirli senza successo, si ritirarono a loro volta.

- Bah... *Chomp* Questi cibi sono squisiti, sarebbe *gnam* un vero peccato sprecarli...-brontolò il Kaiju infastidito dalla troppa attenzione dei compagni, e fece per addentare una nuova bistecca.
Proprio mentre vi posava i denti, però, si sentì stanco...
Tanto stanco...
DZ fece appena in tempo a vedere la freccia soporifera sul suo braccio, poco prima di perdere i sensi e rovinare a terra, mentre, in un lapsus improvviso, le parole della sua filastrocca gli rimbalzarono in mente com una palla impazzita.


'' Dieci piccoli scrittori

se ne andarono a mangiar:

uno fece indigestione,

solo nove ne restar. ''






Il mattino seguente, Giuly si alzò con le occhiaie.
Del resto, non era colpa sua.
Aveva bisogno di un dannato pupazzo per dormire.
Si avviò verso la sala da pranzo, notando che Emma, Litios e Gyber erano già in piedi davanti al tavolo.
Lei li raggiunse tentando un sorriso allegro, che si spense non appena incontrò le espressioni scure dei loro amici.
La statuetta blu elettro era sparita.

Lucas, Maty, Okami, Kishin e Clessidrus furono svegliati rapidamente.
Quando i ragazzi tentarono di entrare in camera di DZ, la trovarono sprangata.
Dopo qualche tentativo, Shruikan e Gyber riuscirono a sfondarla, precipitando nella stanza.
Nelly fece per seguirli, ma si ritrasse.
La camera di DZ era completamente spoglia.
I muri blu elettro sembravano neri, le finestre erano chiuse da pesanti inferriate; le assi del pavimento erano scrostate, e la tappezzeria rovinata, i mobili erano spariti, lasciando spazio ai primi sbuffi di polvere.
L'albino riemerse dall'oscurità, seguito poco dopo dal Kishin.
Gli altri sette si erano già sparsi per tutta la villa.

Ovviamente, a vuoto.

DZ non era più lì.




- Non può essere sparito così, completamente a caso!-protestò Gyber mentre mandava all'aria gli attrezzi nella capanna del giardino.
Emma, che era con lui insieme a Maty e Litios, ruotava scocciata un falcetto che le sfuggì di mano, andando a schiantarsi una decina di centimetri sopra la testa dell'albino.
- EMMA! 
- Scusa!
Nonostante le pressanti ricerche, che non ebbero il minimo successo, i nove rientrarono in casa, dirigendosi nel salone principale.
Ci fu un sospiro generale nel vedere i piatti pronti, fumanti e appetitosi come al solito.
Le ragazze toccarono a malapena cibo, e i ragazzi si riempirono lo stomaco a malavoglia.
La notte calava lenta, esasperantemente lenta.
Litios tentò di nuovo un barlume di campo, ma il cellulare si rifiutò di funzionare; in più, la batteria era scesa quasi a picco, ormai era al 24%.
Il ragazzo sospirò.
Giuly, Nelly e Clessidrus si avviarono nelle loro stanze.
Gli altri restarono seduti a tavola, a guardare quelle inquietanti statuette e l'undicesima sedia.
Lucas provò a spostare uno dei soprammobili, ma quello si rivelò praticamente incollato al tavolo.
Dopo numerosi tentativi, fu chiaro che non vi era modo di scansarla.
Shruikan tentò di smuoverla usando una scopa trovata in cucina, ma non ci fu nulla da fare.
Amareggiati dal fallimento, i sei si ritirarono nelle stanze.
Kishin entrò per ultimo, assicurandosi che tutti fossero nelle loro camere.
Quando fu dentro la sua stanza, dalle pareti nere come l'onice, pensò a quanto gli fosse piaciuta la prima volta che l'aveva vista.
Le finestre erano chiuse da delle pesanti tende corvine, che non lasciavano trapelare i raggi del sole, in tinta con il tappeto accanto al letto, anch'esso nero.
Il comodino era invece grigiastro, più scuro sui cassetti, sui quali erano stati dipinti dei corvi dallo sguardo minaccioso ed inquisitore.
Era buia, ideale per lui.
Il ragazzo fece per coricarsi, quando sentì una risatina.
- Uh...?
Alzò la testa di scatto dal cuscino:- Nelly? 
Un'altra risatina.
- Giuly? Emma? Maty? Siete voi?
Ancora.
- Lo sapete che queste cose non mi spaventano, no?-sbuffò il Kishin coprendosi con il lenzuolo cinerino del letto- Lasciatemi dormire.
La risatina si fece ripetuta e sconnessa, e sembrava trapanargli le orecchie.
Shruikan provò ad ignorarla ma, dopo qualche minuto, si costrinse a balzare in piedi:- Ragazze, basta! Voglio dormire!
Solo in quel momento si accorse che la risatina proveniva dall'armadio.
Il ragazzo, ormai stanco e mezzo disorientato da quella risata così fastidiosa e insistente, spalancò le ante senza pensarci un secondo.
L'unica cosa che vide fu un sorriso oblungo, storto.
Poi, l'oscurità gli appannò la vista.


'' Nove piccoli scrittori

a dormir vollero andar:

uno guardò nell'armadio,

otto soli ne restar. ''






- Seriamente?
L'allarme era stato lanciato da Clessidrus, svegliatosi di primo mattino.
Il clessidriano era andato nella sala da pranzo cercando qualcosa da fare, ma aveva notato con terrore che le statuette erano scese a otto.
Quella nera onice si era volatilizzata.
Fu facile pensare che appartenesse a Shruikan.
Infatti, dopo aver verificato che la porta del ragazzo fosse bloccata, e dopo averla buttata giù, la stanza si era rivelata completamente abbandonata a se stessa, come quella che era appartenuta a DZ.
Giuly e Nelly davano segni di nervosismo.
La prima, in particolare, era abbastanza pallida, dato che non dormiva da due notti.
I ragazzi erano furiosi del fatto che i loro compagni scomparissero e nessuno si accorgesse di nulla.
- Forse ci sono capanne o cose simili, nell'Isola, qualcun altro...-fece notare inquieto Clessidrus.
- Non siamo andati oltre i confini del cancello, dovremmo controllare... A questo punto, siamo più sicuri là fuori che qui.-brontolò Gyber, scendendo le scale seguito subito dagli altri- Restiamo uniti, però. 
- D'accordo.-ci fu un piccolo coro di risposte, e tutti uscirono.
Volevano andarsene in fretta, ma non potevano più, non senza i loro amici.


La Foresta sembrava un incrocio tra la EverFree Forest e un qualsiasi bosco maledetto facilmente individuabile nei libri horror.
Da lì non filtrava un filo di sole, ma animali come ratti e corvi sembravano di casa, e ogni volta che uno dei ragazzi tentava di avvicinarli, ma senza successo.
A parte ragnatele gigantesche senza proprietari, che causarono problemi di crisi isteriche a vari membri del gruppo, non sembrava esserci nulla di rilevante.
Non una capanna, o una casa, o un villaggio.
La villa era l'unica costruzione era la Villa, che si ergeva lontana e maestosa, come fosse stata la sovrana di quel luogo dimenticato.
Era il tramonto quando gli scrittori fecero per rientrare in villa.
Era il tramonto quando Nelly vide... Un luccichio, nel buio.
Incuriosita, la ragazzina richiamò gli amici:- Ehy, là c'è qualcosa!
- E' un umano?-replicò qualcuno.
- Gli umani non luccicano.-altra voce.
- Lascia stare, andiamo...
- Ho fame.
I suoi amici si erano già allontanati, spossati dalle inutili ricerche.
Nelly li guardò entrare oltre il cancello, imbronciata, e si inoltrò in direzione del luccichio.
Magari era una radio, un computer, anche solo una bottiglia, qualcosa che dimostrava che non fossero in quel luogo.
La ragazza scavalcò un tronco, quando accanto al luccichio se ne accese un secondo.
Due lucette dorate.
La ragazza guardò il sentiero preoccupato, non si stava allontanando troppo?
Scosse la testa e proseguì.
Poi si fermò, di scatto, appena prima di posare un piede su una rete bianca.
Si chinò a terra: era davvero una rete?
L'aveva piazzata uno dei suoi amici, o era già lì?
La sfiorò appena: no, era vecchissima, praticamente decomposta.
Ma allora qualcuno era stato lì.
Che fine aveva fatto?
Perchè aveva piazzato quelle reti?
Per proteggersi da qualcosa...?
Nelly alzò la testa, e il luccichio era a un passo da lei.
Erano due occhi.
Un lupo enorme, dagli occhi ambrati e la folta pelliccia grigia ispida la fissava.
Aveva un'espressione fiera, ma allo stesso tempo colpevole.
La ragazza allungò una mano verso la creatura: aveva sempre amato quei meravigliosi animali...
- Allora non ci sono solo ratti... Dov'è la tua famiglia?
Quello vide qualcosa dietro di lei, e abbassò la testa.
- Ehy...?-Nelly si voltò.
Non riuscì a vedere chi avesse davanti.
Riuscì solo a vedere il lupo svanire, come fosse stato un'illusione, poi il buio.


'' Otto piccoli scrittori

se ne vanno a passeggiar:

uno, ahimè, è rimasto indietro,

solo sette ne restar. ''






I ragazzi si accorsero troppo tardi del loro errore.
Quando tornarono in villa, le statuette erano sette.
Quella turchese non era più al suo posto.

La notte, i ragazzi si misero tutti nella stessa stanza, e le ragazze fecero lo stesso.
Maty ed Emma si erano messe sul letto e dormivano con un occhio aperto, un po per paura, un po perchè Giuly era diventata davvero ingestibile.
Rifiutandosi categoricamente di dormire senza il suo pupazzo, e traumatizzata e divorata dai sensi di colpa per non essersi accorta prima della scomparsa di Nelly, sbatteva la testa al muro, impedendo loro di dormire.
I ragazzi, invece, discutevano.
- Non è possibile. Non sappiamo dove siamo e i nostri compagni svaniscono nella nebbia!-protestava Gyber furioso- Come fanno a sparire senza che noi lo notiamo nemmeno?
- E in più, chi sposta le statuine?!-intervenne Clessidrus, preoccupato da quei soprammobili- Erano dieci, proprio come noi. Ne abbiamo uno a testa, sembra un conto alla rovescia!
- Ma non ha senso.-lo bloccò Litios- Essere qui solo per scomparire? 
- E' un gioco psicologico.-borbottò Daniel.
- Cosa?
- Secondo è una specie di gioco psicologico. Le nostre sparizioni sono casuali, credo, e chiunque ci tenga qui vuole semplicemente vedere quanto possiamo resistere senza crollare, o roba simile...
- Per elaborare una teoria simile devi esserti impegnato.-fece notare ironico il Lord.
- Più che altro, ho osservato Giuly. Era nervosa già dall'inizio, e con la scomparsa di Nelly è quasi impazzita!
- La vera domanda è Chi Ci Ha Portato Qui.-interruppe il clessidriano a braccia incrociate guardando i presenti- Non trovate?
Gli altri tre lo fissarono.
Sapeva benissimo che aveva ragione, ma...
Non c'era nessuno nell'intera isola.
Non sembrava esserci una minima traccia di vita, apparte animali che di solito non ricordavano buone cose.

'' Potrebbe essere stato uno di noi a portarci qui...? ''

Fu il velenoso quesito che spuntò improvvisamente nelle loro menti.
I quattro si scrutarono negli occhi.
No, non era possibile.
Erano amici.
E basta, quella era l'unica ragione sufficiente.




La mattina dopo, la pioggia batteva pesantemente sui vetri della villa, rendendo l'atmosfera ancora più grigia.
La temperatura sembrava caduta a picco.
Lucas aveva dovuto letteralmente darsi fuoco e trasformarsi in un termosifone vivente per riscaldare i compagni, nonostante il malincuore per il suo povero amor proprio.
Giuly tornò in camera sua, e si accoccolò nel letto, gli occhi che imploravano di chiudersi e risposare.
Gli altri si dispersero nell'immensa casa.
Maty cadde quasi dal sollievo trovando al primo colpo la libreria in quella casa mastodontica.
La ragazza vagò nell'immensa sala straripante di libri.
Sfiorò rispettosamente un tomo e lo prese piano in mano.
Poi si accorse di qualcosa.
Non aveva un titolo.
Lo rigirò in tutti i modi possibili, ma il libro non aveva nulla che lo identificasse.
Iniziò a scorrere le pagine e, come verificò senza nemmeno troppa sorpresa, erano completamente bianche.
Andò dalla parte opposta della stanza, e prese un libro a caso.
Bianco.
E così per tutti i successivi che scorse.
Migliaia.
Bianchi.
Pagine candide come la neve, mai utilizzate.
Dato che era prima mattina e non aveva nulla da fare, Maty decise di controllarli Tutti.
Erano probabilmente milioni, forse miliardi, ma i libri per lei non erano mai abbastanza, e infatti si mise a sfogliarli, dal primo all'ultimo.

Fu più meno al libro seicentoquattro che Maty trovò qualcosa.
Era ormai quasi sera, e ancora pioveva, quando gli occhi spossati della ragazza caddero su un libro particolare.
Era appena più piccolo di tutti gli altri, poche pagine, ma in quel momento sembrava una differenza radicale, e la ragazza lo divorò con gli occhi.
Controllò tutte le pagine, e alla metà esatta trovò finalmente dell'inchiostro a macchiare quelle pagine.
Erano solo due frasi, difficili da leggere, scritte a mano. La calligrafia era ottima, ma sembrava quasi che fosse stata poi oscurata di proposito...

'' Uno alla volta ... Uno alla volta. 
   Sono tra voi, lo sapete? ''


...
Silenzio tombale.
Maty cercò di elaborare la situazione.
Era come aveva sospettato.
Qualcun voleva farli sparire lentamente, ma mai avrebbe creduto che quel qualcuno avrebbe potuto essere uno dei suoi amici...
Si alzò, arrabbiata e stordita, e fece per correre in cucina, ma la porta era chiusa a chiave.
Era sicura di averla lasciata aperta, o almeno accostata...
Tentò con la seconda, e la terza.
Tutte sbarrate.
La pioggia non era diminuita, mai, e i fulmini squarciavano il cielo, riempendo la stanza, mentre il rumore dei tuoni faceva quasi tremare i libri negli scaffali.
Maty corse verso le enormi vetrate della stanza, prendendole a pugni per creare un varco per uscire e scappare, quando qualcosa le toccò la spalla.
Lei urlò, ma una mano le tappò la bocca e, poco dopo, perse i sensi.
Il riflesso di un ombra dietro di lei fu il suo ultimo ricordo.


'' Sette piccoli scrittori

chiusi in casa devon star:

una, ahimè, capì un po troppo,

e sei soli ne restar. ''





Giuly ebbe una pesante crisi isterica nel vedere le statuine.
Quella fucsia, che aveva identificato come la propria, era stata in mezzo a quelle turchesi e bianche, di Nelly e Maty, ma desso si trovava a metà tra quella di Emma e Lucas.
Le sue migliori amiche erano sparite nel nulla, le loro stanze inaccessibili.
Si era chiusa in camera, seguita da Emma, che tentava di rassicurarla, ma dal rumore di mobili rovesciati si capiva che o aveva lasciato la Frost sfogarsi o si era unita a lei per sfasciare la villa intera.

Il problema è che a quel punto si poteva facilmente sospettare di chi era al proprio fianco.

Lucas fece un rapido conto mentale dei presenti, ma non trovava un vero motivo per accusarli di colpevolezza...
Si conoscevano da tempo e, per quanto ne sapeva, nessuno aveva un vero motivo per far accadere tutto ciò.
Pensò a uno scherzo di Deadpool, Discord e Pinkie, ma neanche loro si sarebbero spinti tanto lontano.

I ragazzi si dispersero nuovamente.

La pioggia continuava a cadere pesantemente, quasi da sembrare solida.
Litios si sentiva nervoso.
Il suo cellulare era al 6%, e non aveva modo per farlo caricare, renderlo utile in qualche modo.
Avevano visitato ormai tutte le stanze di quella casa...
Gli venne in mente un piccolo dettaglio.
In ville come quelle, sicuramente da qualche parte c'era una stanza nascosta, un passaggio segreto...
Il ragazzo scese le scale per il piano terra, e iniziò a ispezionare le varie stanze, alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa.
Non poteva accettare che i suoi amici gli sparissero da sotto il naso.

Le ricerche procedettero alacremente.
Il suo lavoro fu interrotto soltanto da qualche strepito furioso che veniva dagli altri piani, ma non ci fece troppo caso.
I suoi sforzi si rivelarono non vani quando trovò finalmente una porta.
In realtà, non l'aveva trovata ''davvero'' lui.
Un topolino, intrappolato chissà come in un cassetto che Litios aveva aperto per curiosità, l'aveva costretto a seguirlo, tra squitti e dolorosi morsetti alla caviglia, fino a un muro di pietra, probabilmente uno dei pochi non intonacati della casa.
Il ragazzo fece per andarlo a dire ai compagni, ma il topolino gli impedì cocciutamente il passaggio, così lui si limitò a tentare di toccare tutti i mattoni della parete, come nei film, e qualcosa accadde.
Appunto come nei film, una porta si smosse tra le mura, ma invece di dare la visione di uno stretto ed angusto passaggio coperto di polvere svelò un corridoio lucido, dalle pareti lisce, tanto pulite che ci si poteva riflettere.
Sembrava quello di un laboratorio...
Litios si voltò per correre a chiamare i suoi amici, e il topolino non lo fermò.
Questo perchè non c'era nessun topolino.
Qualcosa, qualcuno l'aveva rimpiazzato.
E fu lo stesso qualcuno che spinse Litios nel corridoio, diventato improvvisamente simile ad una voragine infernale.


'' Sei piccoli scrittori

uno seguì un topolino,

entrò là nella cantina,

cinque soli ne restar. ''






Emma guardò lestatuette.
Ne rimanevano solo cinque.
Lillà, fucsia, rossa rubino, azzurrognola, verde prato.
Lei, Giuly, Gyber, Clessidrus, Lucas.
Litios era sparito la sera prima.
Aveva smesso di piovere, ma il cielo era comunque plumbeo, così scuro da sembrare inesistente.
Le era tanto piaciuta quella villa appena erano arrivati.
Pensava che si sarebbe divertita tantissimo con i suoi amici, ma invece...
In quel momento era seduta su una poltrona del salone, con una coperta sulla testa che la copriva interamente, mentre Gyber e Lucas discutevano, Clessidrus camminava intorno e Giuly... Un occhio era rosso, ed uno dorato, segno che Miss Seek e Darkness avevano voglia di uscire a dire la propria sulla loro attuale situazione, ma più che altro stava in un angolo, a dondolare avanti e indietro con sguardo sconnesso.
Mercurius sospirò pazientemente.
Tentò di fare mente locale, pensò a come potessero essere spariti gli altri, ma gli schiamazzi dei due rivali le impedivano di concentrarsi, così si lasciò semplicemente scivolare sulla poltrona sperando la smettessero presto, era stanca.

A Clessidrus, nel suo camminare in tondo, era venuto il mal di testa.
Così, dato che la situazione in villa non era esattamente rosea, e il cielo nero non sembrava intenzionato a sfogare la sua furia d'acqua su di loro, uscì.
Sapeva benissimo che era una mossa avventata e imprudente, ma che altre scelte aveva?
Se doveva sparire per forza, tanto valeva muoversi.
E poi, desiderava vedere il volto di chiunque li stesse tenendo lì.
Camminò per un tempo indeterminato, ma non gli ci volle molto per capire di essersi perso.
Decise di continuare a camminare in direzione retta.
Sarebbe arrivato da qualche parte prima o poi...
No?

La spiaggia era insolitamente dorata, nonostante la mancanza di Sole.
Clessidrus passeggiò sul bagnasciuga guardando i confini del mare, pensando a quanto fosse grande, infinito.
Si chiese dove si trovassero di preciso.
Un oceano, un mare?
Chissà...
Il profilo della villa si stagliava lontano, e Clessidrus decise che, se la ''presenza'' non veniva a prenderlo, non valeva la pena rompersi la testa.
Anzi, avrebbe dovuto avvertire i suoi amici che se n'era andato, dovevano essere davvero in pensiero.
Il clessidriano, dopo vari tentativi andati a vuoto, riuscì a tornare ai cancelli dell'immensa abitazione; andò oltre, aprì la porta.
Chiamò i nomi di Giuly, Emma, Gyber, Lucas.
Nessuna risposta.
Clessidrus si irrigidì, procedendo lentamente nei corridoi silenziosi.
Zampettò fino al salone.
Quattro statuette.

...

Dov'era finito Lucas?


'' Cinque piccoli scrittori

due a lungo litigan:

uno si allontana triste,

quattro soli ne restar. ''






Gyber sbatteva i pugni sul muro.
Pesantemente.
La parete crollò dopo nemmeno un paio di colpi, e l'albino passò semplicemente alla successiva.
Già non si erano accorti che Clessidrus si era allontanato, poi non aveva impedito a Daniel di andarsene alla fine della litigata che avevano avuto.
Risultato?
Erano rimasti solo in quattro.
Psicologicamente, tre.
Giuly aveva dato di matto alla scomparsa definitivamente alla scomparsa del proprio Senpai, e vederla dondolarsi seduta su dei lampadari o camminare come un ragno sui soffitti era diventata una triste routine.
Gli occhi scarlatto e dorato flashavano nelle iridi fucsia, cerchiate da due pesanti occhiaie.
Emma si limitava a gironzolare attorno alle statuette, vigilandole come meglio poteva.
- Andiamo verso il mare?-propose improvvisamente Clessidrus, rompendo il silenzio che sembrava millenario.
Gli altri ruotarono la testa verso di lui.
- Perchè?
- Perchè no?
- Già...
Non avevano niente da perdere, più o meno, quindi...
Gyber smise di martellare i muri; Emma scrostò pazientemente Giuly da un soffitto, e i quattro semplicemente, uscirono, lasciandosi alle spalle la villa silenziosa.

Clessidrus non aveva esattamente idea di cosa fosse appena successo.
Sapeva solo che, a un certo punto, un pioppo millenario gli era piovuto di fianco, separando il gruppo.
Il clessidriano prese in considerazione di scavalcarlo, ma era veramente gigantesco.
Stava comunque per tentare a oltrepassarlo, quando sentì uno scricchiolio dietro di se.
Sorrise, restando di spalle al rumore, immobile.
Erano passi che scricchiolavano sui rami caduti a terra, delicati e svelti.
A quanto pareva, lui era il quartultimo a dover sparire.
Pensò per un attimo ai volti dei rimasti, quando avrebbero capito che lui era sparito.
Fu questo a convincero a tentare almeno di lottare.
Ma non ci fu storia.
Prima che potesse fare un singolo movimento, sentì un colpo alla testa pesante e mirato, che lo fece piombare a testa.
Riuscì a scorgere un profilo, dietro di se, mentre l'oscurità filtrava nella sua mente, ma non riconobbe nessuno in essa.


'' Quattro piccoli scrittori

corron via, verso il mar:

un dal pioppo vien bloccato,

e tre soli ne restar. ''






Gyber, Giuly ed Emma riuscirono a ritrovarsi solo quasi due ore dopo sulla spiaggia.
Quell'albero era caduto letteralmente dal nulla, come se qualcuno l'avesse lanciato, o materializzato proprio sopra di loro.
Non l'avevano mai notato prima.
- C... Clessy?-chiese la ragazza dalle ali bianche reggendosi la testa.
Un ramo le aveva striato il braccio sinistro, che sfoggiava un bel taglio ancora appena sanguinante.
O almeno, così sembrava; la ragazza era in qualche modo riuscita a bloccare la perdita con un pezzo della manica destra, e quella piccola fasciatura improvvisata sembrava reggere.
- Non c'è.-concluse Emma prima che altri proferissero parola.
Silenzio.
- Sarà sparito...?-chiese Giuly con il tono di un cucciolo che ha bisogno di essere rassicurato.
- ...-Mercurius guardò l'amica. Non se la sentiva davvero di darle una risposta affermativa, ma non era da lei mentire- Forse no... Dovremmo... Controllare se la sa statuetta è ancora là.
- Stai scherzando?! Tutta questa fatica per arrivare qua per poi muoversi di nuovo verso il punto di partenza?!-sbottò il Lord, al limite estremo della pazienza.
- Magari Clessy non è sparito... E... Forse è ancora là.-azzardò Emma guardando le fronde degli alberi smuoversi seguendo le correnti di un vento inesistente- Io... Voglio andare a vedere.
- Cosa?!
- Cosa, cosa? Tanto che cambierà? Nulla. Vado a vedere.
- Non... Non puoi essere seria! Giuly, digli che non ha sens-Gyber si interruppe; la Frost stava scarabocchiando gli smile dei volti dei ragazzi scomparsi con un bastoncino, sorridendo in modo preoccupante- ...
- Credo che le andrà bene.-concluse Emma alzando le mani e dirigendosi verso il bosco.
L'albino sospirò.
- Buona fortuna.
La corvina rispose con un cenno d'assenso, per poi sparire nella foresta e svanire nel buio, come se non fosse mai esistita.


'' I tre piccoli scrittori

una in villa volle andar:

così sola se ne andò,

e due soli ne restar. ''






- Ehy, Giuly, siamo rimasti in due.-ammise mestamente Gyber sedendosi accanto alla castana sulla sabbia.
Quella lo guardò, dilatando gli occhi tornati fucsia: uno si avvelenò subito di un colore dorato, che sparì in pochi istanti:- Ah... Abbiamo tipo vinto?
- Se deve sparire ancora uno, no, almeno non entrambi. Se spariremo entrambi, no.
- Mhm.-la Frost parve riflettere- E se... Non dovessimo vincere noi?
Il Lord la guardò, inclinando la testa:- Chi altri dovrebbe?
- Non so...-una pupilla sembrò schiarirsi, ma fu questione di un attimo- ... Chi ha organizzato il gioco?
- ... E che vuol dire?
- Non... Penso che siamo arrivati qui a caso. Non avrebbe senso. Se fosse tutto un gioco?
- E chi sarebbe così malato da organizzarne uno simile?!-obiettò Gyber- Voglio dire, nemmeno Wade si spingerebbe a tanto!
La ragazza aveva terminato di disegnare gli smile, e stava lentamente cerchiando quelli degli amici scomparsi.
Esitò a lungo prima di unire alla lista Emma e Clessidrus, ma non sembrava che ci fossero molte alternative, ormai.
- Uhm... Forse uno di noi?-esitò Giuly guardando il proprio smile, che rideva allegro.
- ... NO! Perchè mai?!-si impuntò il Lord- Non ne avremmo ragioni!
- Le nostre altre personalità... Sì?
- ...
Una Dark Side poteva macchinare tutto ciò...?
- E' stata Miss Seek?!
- No. Non le piacciono queste situazioni. Ricorre alla tortura psicologica solo se le vittime sono di riguardo e in determinate occasioni.
- Darkness non mi sembra il tipo...
- Già. Voglio dire, è una megera, ma se questa è un'illusione, credo sia troppo grande anche per lei.
Gyber guardò il cielo.
Era tornato il Sole.
Ed era ... Troppo vivido, per essere solo una proiezione mentale.
- Quindi che si fa?-domandò alla fine l'albino.
- Boh. Io voglio scomparire. Sono stanca di questa storia.
- E mi lasceresti da solo?
- Spererei il meglio, ma questa situazione è troppo. Ho bisogno di tutti i miei amici.
- ... Anch'io, ma dato che non sappiamo dove siano, non potremmo cercarli invece di arrenderci?
- Mi mancano.
- Uh...?
- Mi mancano le discussioni con Shruiky sullo shipping. Mi mancano le lasagne che io e Sis tentavamo di cucinare per Lucas. Mi mancano le sclerate che facevo con Maty. Mi mancano le storie che condividevo con Clessy. Mi mancano i momenti di follia con Emma. Mi mancano le lotte per il cibo con DZ. Mi mancano i ragionamenti sulle esplosioni e il post apocalittismo di Litios. Mi manca tutta la Lucas Force, tutti gli scrittori.-gli occhi di Giuly stavano diventando lucidi, in quella lunga lista.
- Ho. Afferrato. Il. Concetto.-la bloccò Gyber, esasperato. Mancavano anche a lui, ma continuare ad argomentare qualsiasi cosa non li avrebbe sentire meglio, per niente.

- Voglio tornare a casa.

Giuly tracciò un cerchio intorno al proprio smile.
Non si aspettava nulla, da quel gesto.
Ma qualcosa accadde, e la ragazza alata sparì, in un glitch, come se fosse stato un semplice virus da eliminare.
Gyber guardò sconvolto gli smile, a terra.
Spariti.


''I due piccoli scrittori

stanno in spiaggia per un po':

una segnò la sua scomparsa,

e uno solo ne restò. ''





Gyber si guardò intorno.
Si sedette sulla sabbia.
Fissò l'orizzonte.
Guardò il sole morire nel mare e rinascere ore dopo.
Cosa doveva fare?
Non c'era più nessuno.
Quando qualcosa all'orizzonte si stagliò.
Era un puntino minuscolo.
Il Lord lo identificò solo quando esso fu molto più vicino alla costa.
Una bottiglia di vetro trasparente contenente un foglio scritto da inchiostro nero si arenò accanto a lui.





'' Heylà.
Giuly è sparita se questo messaggio è arrivato in porto.
Tu devi essere Gyber, Lord Gyber, no?
Complimenti per essere arrivato fino alla fine del Gioco!
Non fare la faccia che so già farai.
Come avete fatto a non capirlo? 
Questo è un gioco!
Era un nascondino!
Hide and Seek, direbbe la Dark Side di Giuly. No, direbbe Hyde and Seek. Pardon.

... In ogni caso.

Si trattava di un nascondino al contrario.
Uno tra voi vi cercava quando eravate proprio sotto i suoi occhi. Le prede hanno avuto il predatore di fronte al muso per tutto il tempo.
Farvi girare separati inizialmente non è stato nemmeno così difficile.
Non avete mai notato chi non si trovava in particolare, durante le sparizioni? 
L'ultima persona in grado di attirare sospetti, con la sua posizione psicologica momentaneamente compromessa?
Andiamo.
Per Okami e Litios ho utilizzato due animali, ma nessuno dei due era reali.
Litios mi ha un po dato a pensare: chi mai seguirebbe un topo?
Coraline l'ha fatto, non è finita bene.
Non per tutti, almeno.
Ma tranquillo, i tuoi amici stanno bene.
Mano a mano che sparivano, sono stati teletrasportati a casa.
Ho solo fatto un piccolo lavaggio del cervello appunto a Litios.
Mi dava un po fastidio che stesse per accedere al mio laboratorio.
Non ci faccio molto, in quella stanza, ma è lì che organizzo i miei giochi.
Per tornare a casa, ti basterà rientrare nella villa.
Non ci saranno più statue, e ti siederai sull'undicesima sedia.
Tornerai da tutti i tuoi compagni.
Giuly doveva volatilizzarsi solo a lavoro terminato.
Che brutto creare qualcuno che ti aiuti a mantenere la pace e che invece è un maestro della psicologia e che fa ancora più casino, eh?
In fondo, Miss Seek si intende di procurare dolore fisico.
Siamo abbastanza, un po troppo opposte, noi due.
Credo non andremo d'accordo a lungo.
Non che siamo migliori amiche per sempre, adesso.

Ah, già.

Non mi sono presentata.

Piacere, il mio nome è Regret.

Regret significa rimpianto. 

Io sono il rimpianto di un errore.

Dovevo essere la quarta personalità di Giuly Frost, quella che controllasse le altre tre, amministrasse la pace mentale della ragazza.

Mi sono rivelata invece un miscuglio tra quelle tre.

Un terzo Giuly, un terzo Miss Seek, un terzo Darkness.

Non è piacevole.

Le detesto tutte e tre, e neanch'io sto simpatica a loro.

E' per questo che organizzo i giochi.

Per divertirmi.

Spassarmela.

So che è un motivo grossolano, considerato tutto ciò che essi causano, ma... Ehm, non ho una giustificazione vera e propria. Ho solo voglia di farlo.

Non sono cattiva.

Ma nemmeno buona, o neutrale.

Mi piace il Caos.

Come dice il Maestro, non c'è divertimento nell'avere senso, no?

E poi... Siete forti in battaglia, immensamente forti, ma volevo davvero vedere come ve la sareste cavata in una situazione di questo tipo.

Bene, direi che abbiamo perso fin troppo tempo.

Torno a dedicarmi alle Marionette.

Saranno pronte a breve.


- Regret -



P.S.:

Solo, il piccolo scrittore

nella villa ritornò:

fece quanto qui era scritto,

e nessuno ne restò.
''






...





- Ehy, Gyber, sveglia.
- Sveglia!
- Aspettate, ci penso io. Passami quei cinque euro.
- Ma sono miei...
- Eddai!
- Ok, ok, tieni...!
- Grazie. Gyber, non senti che buono l'odore dei soldi? Eh?
- Secondo me ci servono più banconote.
- Ma svegliate Giuly, che ancora non ci siete riusciti. Sono quasi due giorni che dorme.
- Mhh...-Gyber si stropicciò gli occhi, infastidito da tutto quel baccano.
Una folla di colori gli inondò gli occhi.
- GYBER!-trillò Arianna sollevata ancora sventolandogli una banconota da cinque euro davanti al naso-Sei tra noi??
- Mh.-il Lord afferrò con uno scatto la banconota e se la cacciò in tasca.
- Direi di sì.-rise Mirrus, al fianco di Ari.
L'albino ebbe bisogno di qualche istante per riprendersi:- Uhm... Dove siamo?
- ... Alla Base della Lucas Force naturalmente!-lo guardò l'arciera, preoccupata- Tu e altri nove, Daniel incluso, siete spariti, e poi tornati man mano! Donatozzilla non ricorda nulla di cosa sia successo, Kishin sragiona qualcosa su un'isola nel nulla, Okami di una villa, che però non sembra corrispondere alla tua, non ci capiamo nulla!
A qualche metro di distanza, gli altri nove piccoli scrittori si stavano riprendendo e parlavano infervorati con gli altri.
Tutti tranne Giuly, che ronfava della grossa stringendo il suo amato pupazzo, mentre Lelq la sorvegliava, nervoso e ansioso di sapere l'accaduto.
Maty ragionava di qualcosa con Victus, mentre Vampy e Roxy tentavano di quietare Shruikan che gesticolava e Victus tranquillizzava Okami, che si guardava intorno ancora confusa.
Half Dragon, Ray Ryu, Sam, e vari altri autori aiutati dalle Mane Six e le Cutie Mark Crusaders aiutavano gli altri.
Gyber fu quasi tentato di credere che fosse stato solo un sogno collettivo, per quanto improbabile, per poi toccare la lettera di Regret nella tasca dei jeans.
Era stato tutto vero, ma a quanto pareva era l'unico a ricordare la vicenda nei minimi dettagli.
Si alzò, ignorando gli altri che tentavano di costringerlo a riposarsi almeno un po, e fece per uscire dalla camera per pensare, non prima di avere fatto un rapido giro per accertarsi che i nove compagni stessero bene.
Lucas gli fece un cenno, per rassicurarlo.
A quanto pareva, il litigio era cosa dimenticata.
L'ultima a cui diede un'occhiata fu Giuly e, mentre imboccava il corridoio per uscire, si chiese se Regret non li stesse guardando, e quanto stesse ridendo.







'' Già, la storia finisce qui.
Uh? Che avete da lamentarvi?
Non era già abbastanza lunga da se?
Cosa?
Non vi sono piaciuti i miei metodi?
Non vi è piaciuto il finale?
Troppo affrettato, dite...
Uhm, immagino abbiate ragione.

Non mi resta che accontentarvi...

Vi lascio solo la promessa che tornerò presto, e il prossimo gioco sarà anche più divertente.

Va bene così?

No?


... Bah, pubblico incontentabile.

- Regret - ''
  
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