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Autore: Goten    13/04/2009    15 recensioni
Avvertiva ancora la mano stretta nella sua, d'istinto la strinse anche lui, per un breve attimo si fissarono, tutto quello che avevano attorno, sparì all'improvviso.
Bella si sentiva scrutare da quegli occhi così verdi e intensi, per quanto tempo aveva sognato che Edward la guardasse? Che si accorgesse di lei? Tanto tempo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao e tutte e WOOOW! Non pensavo che la storia vi piacesse così tanto! Ne sono molto felice!! E' una bella soddisfazione leggere tutti i vostri commenti positivi! Anche perchè non è facile scrivere quando entrambi i ragazzi sono umani e nessuno di loro ha dei poteri extra... ^_^. Ma bando alle ciance, vi lascio al capitolo!! Buona lettura!!

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Capitolo 3


<< Allora, dai racconta! >> Esclamò Alice entrando come un fulmine nella stanza di suo fratello.

<< Alice, non ti ha insegnato a bussare la mamma?! >> Rispose irritato Edward, rimanendo perfettamente seduto alla sua scrivania.

<< Poche storie, avanti voglio i particolari. >> Disse risoluta sedendosi sul letto.

Lo sbuffo di Edward la diceva lunga su quanto lo stesse stufando sua sorella, ma sapeva che non si sarebbe liberato facilmente di lei.

<< Non c'è molto da dire, l'ho trovata che stava andando a casa e le ho dato un passaggio. >>

Il sopracciglio scuro di Alice si arcuò, donandole una smorfia tutt'altro che convinta. << Solo questo?... Bé, è stato un passaggio molto lungo, visto che è praticamente pomeriggio inoltrato. >>

Edward chiuse di scatto il libro nero e si voltò completamente verso la sorella. << D'accordo. >> Sibilò arrendendosi. << L'ho portata fuori a pranzo, siamo stati a Port Angeles. Contenta!? >>

<< Un po di più, si... e poi? >> Gesticolò verso il fratello, voleva a tutti i costi sapere tutto.

Edward, con calma, le prese con gentilezza la mano e la tirò in piedi. << ... e poi... >> le disse suadente, aprendo la porta della propria camera. << ... il resto non ti interessa, Alice. >> Sorrise sghembo, chiudendole la porta in faccia.

<< Maleducato! >> Gli urlò allontanandosi, lasciando Edward con la mente rivolta a poche ore prima.

Si passò stancamente una mano sul viso e tornò alla sua postazione. Di studiare, non se ne parlava, non aveva la testa al momento per concentrarsi. Aprì il cassetto della scrivania ed estrasse un piccolo album di foto, lo sfogliò immerso nei ricordi dell'estate trascorsa. Volterra, una città incantevole, piena di fascino e storia...

Chiuse il piccolo album e lo mise nel suo zaino. Sorrise lievemente, aveva promesso a Bella di farle vedere le foto, questo, gli dava la possibilità di passare altro tempo con lei e di conoscerla, senza farle intuire che lui sospettasse fosse lei l'autrice del libro.

A proposito del libro... lo riprese e tornò veloce a pagina sessantotto, Marie adorava Claire de Lune. Edward storse un po la bocca, non conosceva la melodia, senza indugio, afferrò il suo portatile, digitò Youtube e poi come ricerca, il titolo della canzone... l'audio partì corredato dalle immagini.

Non era propriamente il suo genere, ma non era male, lo salvò fra i preferiti e continuò ad ascoltarla mentre la lettura scorreva via veloce...

Adesso cominciava la storia dei licantropi, Marie aveva accettato l'invito alla spiaggia di La Push e il suo amico Quileutes le stava raccontando le leggende del posto.

Si riscosse dalla lettura, quando Esme annunciò che la cena era pronta, Edward osservò l'orologio, erano già le otto.

Mise un segno sulla pagina sbuffando. Era arrivato a pagina novantadue, Marie era a scuola, c'era il sole e un suo compagno le stava facendo il filo.

Nello stesso momento, Isabella aveva scritto moltissime altre pagine del nuovo romanzo, suo padre stava bevendo la birra guardando la partita in tv.

<< A che punto sei? >> Domandò impaziente di leggere la bozza dei nuovi capitoli.

<< Quasi fatto! Non domandarmelo ogni due minuti... >> Rispose battendo le ultime parole sul portatile.

Lo sbuffo proveniente dalla sala la fece sorridere. << Finito. >> Decretò, lasciando il posto a Charlie che, avidamente cominciò a leggere. Le sue smorfie erano impagabili.

Per lui, Anthony era uno stupido, aveva abbandonato a se stessa la povera Marie, facendole passare le pene dell'inferno.

Ogni tanto, Bella lo sentiva lanciare imprecazioni contro il vampiro ed elogi verso l'amico licantropo... esattamente come stava accadendo il quel momento.

<< Eh no! Così la fa troppo facile il nostro vampiretto! >> Esclamò indignato.

Mentre lavava i piatti, Bella non poté evitare di sorridere. << Perché dici così? >>

Un grugnito di protesta uscì dalla bocca di Charlie. << Dopo tutto quello che questa povera ragazza ha passato... è anche andata a Volterra per evitare che si uccidesse, lui se ne esce con la frase... “ Devo sapere se mi ami ancora!?”.

Charlie si voltò serio verso la figlia. << Ti prego, dimmi che Marie non si butta subito fra le sue braccia! >>

Bella prese lo strofinaccio e asciugò i piatti. << Credo allora che rimarrai deluso... >>

<< Oh no! Dai! >> Esclamò avvilito. << Volevo vedere un po di sana competizione fra il vampiro e il lupo! >>

Bella rise. << Magari più avanti. Adesso, è tardi, domani ho un sacco di cose da fare. Notte papà. >>

<< Notte Bells! >> Rispose Charlie, rileggendo il racconto dall'inizio.


§


Quella mattina, Edward venne svegliato dall'urlo potente di Alice, aveva tentato in tutti i modi di riprendere il dolce sonno, ma ormai, anche la sveglia sembrava che c'è l'avesse con lui.

Irritato scese dal letto, e con i capelli più incasinati che mai uscì dalla propria stanza per vedere che diavolo era successo.

<< Magari è andata a fuoco la sua collezione di Gucci. >> Mormorò con gli occhi ancora sonnacchiosi, mentre a piedi nudi, scendeva le scale, diretto in cucina.

<< Alice, che diavolo urli?! >> Sbottò appoggiato allo stipite della porta con addosso una maglietta a mezze maniche e boxer azzurri.

In piedi, vicino al tavolo, con gli occhi spalancati per l'orrore, stava sua sorella. << No... no... >> Continuava a cantilenare.

Irritato all'inverosimile, Edward si avvicinò al tavolo. Lo sguardo di Alice era fisso sul piccolo cellulare ultimo modello che aveva comprato pochi giorni prima.

<< Alice, che cosa c'è? >> Cercò di essere gentile, ma era difficile, visto come era stato svegliato.

Puntò il dito come se fosse un'arma da taglio contro il piccolo apparecchio. << Il mio cellulare è brutto e cattivo! >> Esclamò come se fosse ovvio.

Lo sguardo di suo fratello la diceva lunga su quanto considerasse poco normale la sorella, ma decise lo stesso di stare al gioco. Con sguardo serio, afferrò il piccolo colpevole. << Cellulare brutto e cattivo! Perché fai disperare la mia piccola, dolce... e scema sorellina?! >>

La gomitata di Alice raggiunse il suo stomaco e il cellulare prontamente cadde per terra aprendosi in due.

<< Alice! Ma sei matta! >> Sbottò dolorante Edward.

<< Mi hai rotto il telefono!! >> Sbottò rossa in viso, Alice, raccogliendo i pezzi del suo, ormai, ex telefonino. << Mi devi un telefono nuovo! >>

Ancora con la mano sulla parte lesa, Edward la guardò male e uscì dalla stanza.

<< Dove vai? >> Lo raggiunse la vocetta irritante di Alice.

<< Nel mio regno! >> Rispose con voce bassa. << Fra poco mi siederò sul trono di ceramica e non voglio essere disturbato! >> Sbottò chiudendo la porta del bagno, arrabbiato come non mai.

Circa tre secondi dopo uscì, andò in camera sua, prese il libro e tornò in bagno, sbattendo nuovamente la porta.

Trenta lunghissimi minuti dopo, Edward lasciò libero il bagno, adesso aveva scoperto che Marie era una fan della Austen.

Alice batteva il piede scandendo il tempo. << Alla buon ora! Pensavo ti fossi sciolto sul tuo trono! >> Esclamò arrabbiata per la fine poco gloriosa del suo telefonino.

Caricarono gli zaini in macchina e schizzarono a scuola.

Edward subì due ore noiosissime di spagnolo, aveva rischiato più volte di addormentarsi... l'unico pensiero che lo teneva sveglio, era l'immaginare la reazione di Bella alla vista delle fotografie

Un piccolo sorriso sghembo si dipinse sul suo viso.

Nel frattempo, Bella stava seguendo con poca attenzione la lezione di trigonometria, era un ripasso generale quello che stavano facendo, poco le importava. La sua mente era divisa fra il resto del suo romanzo e l'incontro con Edward.

Stentava ancora a crederci di aver passato quasi un pomeriggio intero con lui!

Non era la sola ad essere distratta in quel momento, la sua amica Jessica, stava parlando con voce non proprio bassa alla sua compagna di banco, Bella riuscì a sentire un pezzo della loro conversazione.

<< ... Allora? Glielo chiederai? >>

<< Ovviamente! >>

<< Jessica, sei sicura? E se ti dicesse di no? >>

<< Io credo che mi dirà di si! >> Ridacchiò scioccamente.

<< Sii seria! Edward Cullen non è facile da rimorchiare! >>

Isabella si freddò sul posto, cercando di capire di più sulla loro conversazione.

<< Lo so, lo so... ma voglio chiederglielo lo stesso. Ci voglio provare durante la pausa. >>

<< Tu sei tutta matta... auguri comunque... >> Sospirò l'altra ragazza.

Bella rimase immobile, sentiva un rivolo di sudore freddo scendere giù per il collo. Che stupida, come poteva pensare che Edward Cullen provasse qualcosa per lei? Jessica era molto più attraente e spigliata. Lei al contrario era goffa e impacciata.

Sentì l'aria venirle meno e gli occhi pungerle dolorosamente... << Sono una sciocca. >> Mormorò a bassissima voce.

Passò anche la terza ora, la pausa pranzo era arrivata, Edward attendeva con ansia l'arrivo di Bella, aveva fra le mani il piccolo album di fotografie.

Continuava a picchiettare con il dito sul tavolo... la mensa si stava riempiendo, ma di lei nemmeno l'ombra...

<< Ciao Edward. >> Spostò lo sguardo verso Jessica Stanley.

Grugnì un ciao in risposta, ma questo non scoraggiò la ragazza che si sedette accanto a lui.

Quel gesto lo irritò molto.

<< Edward, avrei una domanda da porti... >> Cinguettò questa, cercando di avere la sua attenzione, ma gli occhi del ragazzo erano sempre fissi sull'ingresso, aspettando con ansia che Bella facesse il suo ingresso.

<< Edward?... Edward? >> Continuava a chiamarlo Jessica.

<< Che vuoi! >> Sbottò irritato.

In quel momento Bella entrò in mensa, Edward notò lo sguardo rapido che gli aveva lanciato, ma poi, facendo finta di non averlo visto, si era recata al banco delle bibite, aveva afferrato una bottiglietta di limonata e veloce si era diretta alla cassa.

<< Verresti al ballo con me?! >>

La voce petulante di Jessica lo fece arrabbiare ancora di più. Ma possibile che oggi tutti c'è l'avessero con lui?!

Prima Alice, poi la sveglia, poi quell'oca della Stanley! Adesso basta!

Quando vide schizzare via Bella dalla mensa, di scatto si alzò, rispondendo alla sua sgradevole compagna di tavolo... << No, sono già impegnato! >> E si fiondò fuori dalla caffetteria, il rumore dei passi veloci di Bella gli indicarono la strada.

<< Bella! >> La chiamò raggiungendola.

Il passo della ragazza era rallentato fino a fermarsi del tutto. Si voltò piano verso di lui. << Hey... >>Gli sorrise, ma quel sorriso non toccò i suoi occhi.

<< Ti stavo aspettando. >> Si mise davanti a lei.

Il suo sguardo era sfuggevole, questo diede una strana sensazione ad Edward, non gli piaceva che lei lo evitasse.

Bella si stava torturando il labbro inferiore con i denti. << Scusami... ma ho sentito che Jessica voleva parlarti. Non volevo disturbarvi. >>

Il suono lamentoso di Edward la costrinse ad alzare lo sguardo verso di lui. << Avrei preferito parlare con te, piuttosto che avere a che fare con lei. >> Puntualizzò, facendole sentire le farfalle nello stomaco.

<< Comunque... >> Le porse il piccolo albumino. << Queste sono le foto che ti avevo promesso. >>

Le piccole mani di Bella afferrarono il libricino, cominciando a sfogliarlo.

In ogni foto, c'era qualcuno dei Cullen, ma gli edifici, le vie e le piccole particolarità di Volterra erano impresse in quegli scatti.

<< Sono bellissime! >> Esclamò sinceramente, rivolgendogli finalmente un vero sorriso. << Grazie. >>

Il calore che Edward sentì salire su per il suo collo lo fece agitare un po di più. << Di nulla. >> Si schiarì la voce. << Abbiamo ancora qualche minuto... ti va di mangiare qualcosa? >> La fissò e capì che avrebbe potuto rimanere a guardare quegli occhi per sempre.

Bella socchiuse la bocca, pronta per rispondergli.

<< Hey Edward! Ti stavo cercando! >>

Entrambi si voltarono verso Emmett.

<< Sarà per un altra volta. >> Sussurrò Bella. << Te le riporto presto. >> Sventolò il piccolo portafoto allontanandosi con passo veloce.

Decisamente, oggi non era giornata! Squadrò in malo modo il cugino.

<< Hey, che faccia Eddy! Cosa c'è? >> Gli circondò le spalle con il possente braccio.

Come risposta, ricevette un sonoro grugnito.

Non poteva certo sapere che Bella, non si sarebbe più presentata a scuola, dopo quella giornata...

Mentre Edward riprendeva la lettura del suo libro, l'aereo di Bella atterrava a Phoenix.

<< Mamma! >> Abbracciò la donna che le era corsa incontro.

<< Tesoro! Quanto mi sei mancata! >>


§


Da due giorni era arrivata a Phoenix, sua madre la stava letteralmente aggiornando su ogni singola, piccola cosa che era successa in sua assenza.

Le piaceva passare del tempo con lei, ma non era come suo padre. Lei e Charlie avevano un rapporto speciale.

Bella lo adorava e adesso, non vedeva l'ora di tornare a casa.

Il piccolo album di foto, giaceva come una piccola reliquia nella tasca della giacca, la sua mano tornò prepotente ad accarezzarlo, nascosta dallo sguardo felice della madre.

Quello era la sua motivazione per tornare a Forks.

<< Allora, come procede la stesura del libro? >>

Stavano preparando il tavolo, presto Phil sarebbe tornato.

<< Bene, papà vorrebbe più lotta fra i vampiri e i licantropi, ma credo che uscirà un buon seguito. >> Posò il piatto con l'insalata.

<< E che ne dici della mia proposta? Sarebbe bello se tu tornassi a vivere con noi. >>

Sua madre aveva sempre la speranza che Bella ritornasse a vivere con lei e il suo nuovo compagno, ma Bella, adorava Charlie e la sua vita a Forks.

Le sorrise dispiaciuta. << Ti voglio bene mamma, ma... adoro Forks. >>

Erano due lunghissimi giorni che Edward cercava Bella a scuola, aveva nuovamente obbligato sua sorella e i loro amici a chiedere informazioni su di lei.

Ma a quanto pare, nessuno sapeva nulla.

Era sdraiato sul suo letto, libro in mano e adesso, stava cercando di concentrarsi sulla storia. Era arrivato a pagina centonove, e per un attimo, rimase con la bocca aperta. Marie aveva ordinato un piatto di ravioli ai funghi...

<< Non può essere... >> Sussurrò rivolto a se stesso.

Riprese avido la lettura, i suoi occhi scorrevano veloci sulle lettere, ansioso di trovare un qualcosa che magari gli suggerisse dove fosse finita Isabella Swan. Perché, se aveva ragione di credere che Marie fosse Bella, allora, la risposta stava in quel benedetto libro.

A pagina centoventidue rimase per un attimo interdetto. Marie stava confessando al vampiro che le veniva l'ansia il non sapere dove fosse...

Sbuffò, l'ansia c'è l'aveva lui in quei giorni!

Arrivò a pagina centoventisei e li, arrossì peggio del sugo di sua madre.

...ero totalmente, incondizionatamente innamorata di lui.”

Si capiva da ogni singola pagina di quel libro che Marie amava Anthony, ma vederlo scritto e immaginare Isabella pronunciare quella frase rivolta a lui... gli aveva fatto battere forte il cuore.

Decise che per quella sera di emozioni ne aveva avute anche troppe. Mise come sempre un segno sulla pagina e chiuse il libro.

Si girò e rigirò più volte sotto le coperte. Ripensava a Bella, ai piccoli momenti che avevano condiviso in quei giorni e pensava anche alle parole di Marie.

Ma lui, Edward Cullen, provava qualcosa per Isabella Swan?

Il giorno seguente, si alzò con la vaga speranza che Bella fosse al suo posto, vicino a lui durante la prima ora; Biologia.

Arrivò a scuola, solo in quel momento si rese conto dell'agitazione e dell'ansia che stava provando.

Entrò in classe e rimase deluso. Il posto era vuoto...

Durante la pausa pranzo, spesso lanciava occhiate rapide per tutta la caffetteria, nella speranza che Bella facesse la sua apparizione, ma niente.

<< Edward, si può sapere che ti prende? >> Domandò Alice, sinceramente preoccupata.

Scosse piano la testa. << Niente. Assolutamente niente. >>

Perfino Rosalie e Emmett, che spesso e volentieri si alleavano con battutine e sottintesi, rimasero in silenzio. Era palpabile nell'aria che qualcosa lo preoccupasse.

Ma il culmine della giornata avvenne a casa.

Di pessimo umore, buttò lo zaino ai piedi del letto e si lasciò cadere sul morbido materasso, lasciò che un lungo sospiro uscisse dalle sue labbra.

Si stava dando mentalmente dell'idiota, come poteva ridursi così per una ragazza con cui aveva parlato si e no solo un paio di giorni?!

Si sdraiò sul fianco, appoggiò la testa sulla mano e allungò l'altro braccio per afferrare il libro nero. Almeno avrebbe continuato la lettura...

Tastò per qualche manciata di secondi... dove diavolo... Si alzò di scatto. Il libro era sparito.

<< Alice! >> Sibilò arrabbiato, capendo che la colpevole poteva essere solo lei.

A passo di carica, arrivò davanti alla porta della sorella, non bussò, aprì di colpo trovandola davanti al computer in video chiamata con Jasper.

<< Edward! >> Esclamò girandosi di scatto. << Ma bussare no eh?! >>

<< Come se non lo sapessi che fate i filmini erotici in linea voi due! >> Esclamò arrabbiato. << Avanti, dimmi dove l'hai nascosto! >>

Alice si voltò verso la web cam. << Jas, ti chiamo dopo... >> E chiuse la comunicazione. << Adesso, mi spieghi che cosa diavolo stai dicendo? >>

Lo sguardo di Edward divenne ancora più duro. << Non fare finta di niente. Dimmi dove hai nascosto il libro. >>

Nello sguardo della sorella, finalmente il barlume della consapevolezza arrivò. << Oh. >>

<< Si esatto... oh. Adesso, dammelo. >> Allungò la mano, pronto per riaverlo.

<< Ehm... non era mio. Me lo aveva prestato una compagna di corso. Ieri me lo ha chiesto e stamattina gliel'ho ridato. >> Finì con una voce sottile, quasi tentasse di sparire dalla stanza, tanto era infuocata la faccia di suo fratello.

Avrebbe tanto voluto ribattere di ogni Edward, ma sapeva che non poteva dire nulla contro di lei, in fondo, il libro non era il suo.

<< Va bene... >> Sibilò uscendo dalla stanza e fiondandosi in garage.

Cinque minuti dopo era in biblioteca, con suo sommo orrore, scoprì che TUTTE le copie del manoscritto erano fuori e avrebbe dovuto aspettare un mese, forse anche di più per averne una...

Ma non si diede per vinto, guidò fino a Port Angeles, ma anche li il risultato fu lo stesso: TUTTE LE COPIE ERANO ESAURITE! Prima che arrivasse il suo turno, aveva davanti una fila di persone che avevano già prenotato con largo anticipo!

Era indignato e incazzato! Come poteva essere?! Cosa diavolo avevano tutti da voler leggere a tutti i costi quel maledetto libro?!

Arrabbiato, per non dire furioso, tornò a casa e si attaccò ad internet, dopo varie ore, riuscì a trovare la versione e-book, lo scaricò e facendo scorrere veloce la rotellina del mouse, arrivò a pagina centoventisei... prese un bel respiro e cominciò a leggere...

A pagina centotrentasette ebbe la sua risposta; Phoenix! Bella era a Phoenix!

Si batté una mano in fronte! Era stato uno sciocco a non pensarci prima, i genitori di Bella erano separati e lei veniva dall'Arizona!

<< Che idiota! >> Mormorò, ma qualcuno lo sentì lo stesso.

<< Meno male che te ne sei accorto! >> Sbottò Alice passando davanti alla sua porta e proseguendo oltre.

Non la degnò neanche di un insulto, proseguì e arrivo finalmente a pagina centoquarantasei.

Sorrise per il modo in cui Anthony poneva le domande a Marie, sembrava un quiz.

Interruppe la lettura, solo per attivare dai preferiti la canzone di Claire de Lune... non lo avrebbe mai ammesso, ma ora che sapeva che a Bella/Marie piaceva, piaceva anche a lui.

Il suo volto passò dal rilassato, al divertito, all'irritato quando comparve il ragazzo della tribù dei Quileutes. Edward già lo odiava.

Avvertiva che quel piccoletto aveva una cotta mostruosa per la sua Marie!

Rimase in piedi fino a tardi, il giorno seguente, sabato, non ci sarebbe stata scuola. Copiò il file dell'ebook sul suo telefonino, così avrebbe potuto andare avanti a leggerlo anche in giro.

Esme e Carlisle rimasero allibiti quando videro Edward in casa il sabato pomeriggio.

<< Tesoro, sicuro che vada tutto bene? >> Si avvicinò al figlio con aria premurosa.

<< Certo mamma. Perché? >> La guardò sorpreso.

Esme cercò con gli occhi suo marito. << Edward, ci stai preoccupando... sei sempre in camera tua, prima uscivi con gli amici... sei sempre con la testa altrove. C'è qualcosa che non va? >>

Quanto si sentiva imbarazzato da uno a dieci? Mille! << Mamma, va tutto bene! >> Esclamò arrossendo.

<< Edward, noto anche io che qualcosa è cambiato. Va tutto bene?... Non hai problemi... >> Si fermò per trovare le parole. << ... sai... con... il sesso... >>

Edward era allibito! Aprì la bocca ma non uscì nessun suono.

La sua reazione preoccupò ancora di più i suoi genitori.

<< Allora è davvero questo. >> Esme si mise le mani davanti alla bocca, era imbarazzata ma nello stesso momento preoccupata.

<< No! >> Buttò fuori indignato Edward. << Come vi salta in mente una cosa simile! >>

Suo padre intervenne nuovamente. << Edward, ascolta, so che è una cosa imbarazzante, ma se tu avessi problemi di quel tipo... tu sai che con noi ne puoi parlare... >>

Il colore della pelle di Edward rasentava il rosso fuoco. << Vi prego, chi diavolo vi ha messo in testa queste cose?! >>

Fu in quel momento che Alice passò veloce in salotto ed Edward capì. << Alice!! >> Ringhiò furioso.

Ma sentì solo una risata mal tenuta e un... << Sei sexy quando ringhi! Fallo anche con Bella! >> E un'altra scia di risate arrivò dalla sua stanza.

Erano passati altri sette giorni, Edward era sempre più depresso. Aveva finito il libro e lo aveva anche rincominciato. Non riusciva a smettere di leggerlo, sperava di trovare qualche cosa che potesse tirarlo su di morale, ma in realtà, gli sembrava che leggendo le battute di Marie, Bella parlasse con lui.

Aveva appreso che Anthony brillava al sole, così come tutti gli altri vampiri e adesso, stava rileggendo, forse per la terza volta, la scena dove Anthony diceva a Marie: “Pensavo a una cosa che vorrei provare.”

Edward sorrise. Furbo quell'Anthony.

Le sensazioni che la scrittrice descrisse con quel bacio, che era veramente casto, lo fecero sembrare il più passionale che avesse mai visto. Ma la parte che più preferiva era pagina centonovantaquattro; Marie che gli diceva di rimanere a dormire da lei per la rima volta.

Cosa avrebbe provato lui ad abbracciare, baciare e dormire accanto a Bella?... Si sentì invadere dal una scarica di calore incredibile.


A Phoenix, nello steso momento, Bella stava mettendo la parola fine al suo romanzo. Aveva finito anche il secondo e aveva scritto tantissimi appunti per un eventuale terzo libro.

Era soddisfatta. Osservò con occhi un po tristi le fotografie dei Cullen, con il dito, tracciò delicatamente la linea del viso di Edward.

Chissà se si sarebbero ancora parlati. Chissà se il loro piccolo mondo che avevano creato in quei due giorni era andato dimenticato per lui... Probabilmente si, si trovò a pensare, anzi, forse aveva invitato qualcuna delle sue compagne al ballo di primavera.

Sorrise amaramente.

<< Bella, sei pronta? >> La chiamò la voce di sua mamma.

Chiuse il suo computer portatile e lo mise nella sua borsa a tracolla. Afferrò il piccolo album di foto. << Si, sono pronta. >>

Aveva mandato una mail alla casa editrice con il libro già corretto e pronto per la stampa. Adesso, avrebbe solo dovuto attendere la pubblicazione.

Sua madre l'attendeva sorridente. << Sono sicura che sarà un successone. >>

Ma non era quello al momento che vorticava nella sua mente, lei voleva tornare a Forks, da suo padre e da Edward.

   
 
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