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Autore: xlouisloveshim    30/05/2016    0 recensioni
Quella mattina portava i capelli raccolti con un nastro rosa dello stesso colore del vestito che indossava; sposto' lo sguardo fuori dalla grande vetrata mentre si sventolo' con il menu' che si rigiro' fra le mani una volta che chiuse il libro e lo ripose nella borsetta di cuoio. Non si accorse pero' che il nuovo ragazzo la stava fissando. Tossì per farsi sentire da essa che si volto' verso di lui; rimase per un'istante a guardarlo mentre lui le sorrideva, guardando poi il menu' che aveva fra le mani sperando che lei capisse perchè l'aveva distratta dai suoi pensieri.
-Oh si, scusami, la colazione..-Mormoro' con un filo di voce leggermente imbarazzata, anche se si chiedeva il motivo di cio' visto che lei non arrossiva quasi mai, forse era proprio per via di quel ragazzo biondo con degli occhi grigi che continuava a fissarla come se volesse sapere qualcosa di piu' oltre la colazione che stava per chiedergli.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: PWP, Triangolo
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Era una calda e afosa mattina di giugno del 1986, Leila era seduta a leggere il suo libro preferito ''the notebook'' mentre aspettava che un cameriere venisse per offrirle la sua colazione.

Ogni mattina da quando era piccola andava con la madre a quel bar del centro della città, e quest'abitudine non l'aveva persa nemmeno quando sua madre era morta tre estati precedenti.

Era una graziosa ragazza di campagna; bruna con occhi verdi e indossava sempre dei vestitini anni '50 che a lei tanto piacevano.

Quella mattina portava i capelli raccolti con un nastro rosa dello stesso colore del vestito che indossava; sposto' lo sguardo fuori dalla grande vetrata mentre si sventolo' con il menu' che si rigiro' fra le mani una volta che chiuse il libro e lo ripose nella borsetta di cuoio. Non si accorse pero' che il nuovo ragazzo la stava fissando. Tossì per farsi sentire da essa che si volto' verso di lui; rimase per un'istante a guardarlo mentre lui le sorrideva, guardando poi il menu' che aveva fra le mani sperando che lei capisse perchè l'aveva distratta dai suoi pensieri.

-Oh si, scusami, la colazione..-Mormoro' con un filo di voce leggermente imbarazzata, anche se si chiedeva il motivo di cio' visto che lei non arrossiva quasi mai, forse era proprio per via di quel ragazzo biondo con degli occhi grigi che continuava a fissarla come se volesse sapere qualcosa di piu' oltre la colazione che stava per chiedergli.

-Allora vorrei un cappuccino e una fetta di torta al cioccolato..- Mormoro' con un filo di voce, come se avesse paura di parlare con quel ragazzo.

-Con tutta questa roba diventerai grassa, non hai paura?.- Domando' John il cameriere, mentre scrisse cio' che desiderava la ragazza.

-Non sono affari tuoi, poi non sono grassa.- Disse Leila leggermente infastidita dal comportamento da quel ragazzo, ma sorrise subito dopo quando il ragazzo rise.

-Tranquilla, era solo per scherzare, sei bellissima così.- Disse infine prima di lasciarla al tavolo e dirigendosi verso il bancone per farle preparare la colazione.

 

Dopo aver mangiato si alzo' dalla sedia, prendendo la sua borsa di cuoio e poggiando i soldi sul tavolino di vetro, guardando il ragazzo che si avvicino' a lei.

-Offro io.- Disse prendendo i soldi e porgendoli alla ragazza.

-No, non mi va che paghi tu..- Disse timida mentre abbasso' per un'istante lo sguardo, prima di rialzarlo verso i suoi occhi grigi, sentendo il respiro quasi mancare.

-Voglio davvero offrirlo io.- Continuo' lui insistendo.

-Facciamo così, per una settimana io non verro' qui, se ci becchiamo in giro allora mi offrirai un caffè.- Affermo' la ragazza attendendo una risposta da lui, mentre si passo' una mano fra i suoi capelli lisci.

-Non ti offriro' il caffè ma vorrei offrirti una cena.- Gli sorrise lui, avvicinandosi del tutto a lei.

-Quindi vorresti un'appuntamento?.- Le chiese alzando il viso verso il suo.

-Non si era capito?.- Domando' il ragazzo ridacchiando mentre si volto' notando che il capo li fissava.

-Ti ho detto cosa fare, se ci incontriamo vorrà dire che il destino vuole quell'appuntamento.- Disse infine la ragazza prima di uscire dal bar, dirigendosi verso la propria macchina e poggiando la borsa sui sedili posteriori, prima di accendere il motore e partire.

Nei giorni successivi i due ragazzi non si beccarono nemmeno una volta; John era seduto ai piedi del proprio letto mentre si infilava uno dei calzini per poi infilare la scarpa, alzandosi poco dopo dal letto. Quel pomeriggio non doveva lavorare e ricevette un sms dal proprio amico che chiedeva se voleva andare alla fiera delle barche con esso.

Così dopo che si preparo' del tutto, scese in cucina, guardando il padre che era intento a sistemare una finestra.

-Dovresti aiutarmi.- Chiese il signore che manteneva la finestra fra le mani.

-Certo papà.- Commento' il ragazzo, prendendo la finestra e fissandola negli incastri. -Ecco ora è sistemata.- Concluse prima di lasciargli una pacca sulla spalla. -Io ora vado alla fiera, non aspettarmi in piedi.- Disse uscendo dalla casa prima di dirigersi verso il piccolo cancelletto di legno che richiuse alle proprie spalle.

 

L'aria quel pomeriggio era calda, soffiava quel poco di vento estivo, mentre le foglie svolazzavano di tanto in tanto fra gli alberi. Dove abitava John era un paese tranquillo e si intravedeva qualche villetta di tanto in tanto; passo' per la fattoria della propria casa, salendo su una piccola collinetta e attraversando il boschetto, intravedendo lo spaventapasseri che era lì, penso' che aveva quasi un'aria minacciosa, ma esso non aveva paura ma se ci avesse portato qualche ragazza e ella avesse avuto paura, molto sicuramente avrebbe avuto modo di provarci e magari con la scusa di ''proteggerla'' sarebbe scappato anche qualche bacio; rise a quel pensiero mentre continuo' a camminare.

 

Qualche decina di minuti dopo essere arrivato al molo dove vi era la fiera attese qualche istante prima di notare un ragazzo basso e minuto, bruno con occhi neri che corse verso di lui.

-Ehi John!- Esclamo' il ragazzo, Nick, fermandosi e riprendendo fiato.

-Come mai così di fretta?- chiese John sorridendo al ragazzo e salutandolo subito dopo.

-Non volevo farti aspettare.- Spiego' l'amico passandosi una mano fra i capelli per sistemarli come meglio poteva.

-Sono arrivato solo adesso.- Lo tranquillizzo' John, prima di dirigersi con lui verso le bancarelle.

 

Mentre camminavano per il lago, si volto' intravedendo una ragazza non molto alta, ma per lui la piu' carina di tutte; fisso' il suo sorriso prima di tornare a guardare il suo amico.

-Ehi, sai per caso chi è quella?- Chiese al proprio amico, indicandole Leila.

-Si, quella è Leila, una delle ragazze piu' amate qui in città. E' la figlia del reverendo, credimi non guarda i tipi come noi.- Spiego' Nick.

-In che senso, i tipi come noi?- Mimo' John fissando male il ragazzo.

-Quelli con pochi soldi e con una fattoria invece di una villa gigante.- Disse ancora, alzando di poco le spalle.

Annuì rimandendo in silenzio tornando a camminare verso le bancarelle, ricordando le parole della ragazza, che se l'avesse incontrata nuovamente avrebbe dovuto invitarla ad una cena.

Fece per avvicinarsi, quando vide dei ragazzi e delle ragazze avvicinarsi a lei, ma non si fermo', continuo' fino ad essere accanto a lei.

-Ciao.- Disse sorridendole e notando lo sguardo incerto della ragazza.

-Oh..ehi!- Disse Leila, ricordandosi di quel ragazzo che aveva incontrato al bar.

-Sai, avevi detto che se ci fossimo incontrati, saresti uscita con me, spero che manterrai le tue parole.- Il ragazzo la fisso' mentre i ragazzi che le erano intorno lo guardavano con aria strana e poco piacevole.

Leila si accorse di quella tensione nell'aria così scosse la testa, tornando a guardare il ragazzo davanti a se.

-Penso che non accettero'. Nemmeno conosco il tuo nome.- Disse alzando le spalle mentre un coro di risate si alzo' intorno a loro.

-Sono John.- Il ragazzo tese la mano verso di essa che lo guardo' con aria stupita, pensando che nonostante l'avesse trattato in quel modo lui era ancora lì.

-John, non penso sia il momento.- Si spoto' la ragazza, cercando di passare, ma lui si posiziono' di nuovo davanti a essa guardandola.

-Devo pensare che non mantieni le tue promesse, è solo una cena. Dimmi cosa devo fare e io lo faro'.- insistette il ragazzo, fissando i suoi occhi.

-Nemmeno te ne vai?!- Mormoro' uno dei ragazzi che si posiziono' davanti alla ragazza, ma Leila si intromise nuovamente fra loro due.

-Non decidi di certo tu per me, Michael.- Aggrotto' la fronte la ragazza, voltandosi nuovamente verso John prima di annuire con la testa. -Verro' molto volentieri, passami a prendere sabato.- Disse prima di spostarsi e lasciare lì sia John che i propri amici, ma quando John si ricordo' di non sapere dove abitasse la ragazza, la rincorse, prendendo la sua mano e voltandola verso di se, fissando i suoi occhi.

-Non mi hai detto dove abiti..- Sussurro' il ragazzo, continuando a guardarla.

-Beh, questo dovrai indovinarlo tu.- Gli sorrise, prima di lasciargli un leggero bacio sulla guancia, allontanandosi subito dopo.

   
 
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