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Autore: Capolera    09/06/2016    1 recensioni
Era arrivato il momento del giudizio finale. Dopo tanto tempo, quest’avventura era quasi giunta al termine, dando fine ai pericoli, agli attacchi, ai mostri attaccabrighe, alla Determinazione. Finalmente, poteva tornare a casa.

Quale casa?
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Si era portato le mani agli occhi, cercando di asciugare, invano, le lacrime che, imperterrite, continuavano ad uscire.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Frisk, Sans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivato il momento del giudizio finale. Dopo tanto tempo, quest’avventura era quasi giunta al termine, dando fine ai pericoli, agli attacchi, ai mostri attaccabrighe, alla DETERMINAZIONE. Finalmente, poteva tornare a casa.

Quale casa?

Arrivò in una stanza che pareva un grande lungo corridoio. Le colonne dorate si alternavano su entrambi i lati. Guardò il soffitto: era alto, fin troppo per qualsiasi mostro del Sottosuolo. La stanza scintillava: tutto era dorato, dal pavimento al soffitto, dalle colonne agli infissi delle finestre…
I suoi passi risuonavano, nonostante cercasse di essere più silenzioso possibile. Gli sembrava, come da tutto il viaggio d’altronde, che qualcuno lo stesse osservando.
Mentre camminava, guardandosi intorno stupito, venne fermato da una figura nera.
Cominciò a spiegargli le “regole” del gioco, ma si fermò. Vide alcune lacrime scivolare sulle guance del bambino, prima di trasformarsi in un vero e proprio pianto. Si era portato le mani agli occhi, cercando di asciugare, invano, le lacrime che, imperterrite, continuavano ad uscire.
Sans gli si avvicinò, cercando di confortarlo in un caldo abbraccio ma, improvvisamente, sentì un fitto dolore alla pancia. Si distanziò, portandovisi una mano. Sul volto del bambino si disegnò un sorriso, mentre delle risate sommesse cominciarono ad echeggiare in tutto il corridoio. Il suo volto divenne scuro, mentre gli occhi cominciarono ad aprirsi, mostrando l’iride rossa.
Il bambino si trattenne la pancia, finendo in una risata fragorosa. Sans, ormai ferito e moribondo, non potendo dargli testa, si sedette al suolo, respirando pesantemente.
Il bambino tirò fuori dalla tasca sinistra un fazzoletto rosso, per poi lanciarlo a Sans.
«Ti ricorda qualcuno?»
Riprese a camminare. Superò lo scheletro e, sull’atto di uscire dal corridoio e procedere, venne fermato dalla voce di Sans, che affannosa cercava di farsi sentire.


«Noi… non siamo mai stati, veramente… amici, non è così?»


«Non mi sei mai piaciuto. Perché mai sarei dovuto essere tuo amico?»


Sans strinse la stoffa rossa tra le sue mani, anch’esse macchiate di rosso e, silenziosamente, svanì.
Il bambino, soddisfatto, uscì dalla stanza e cominciò a correre verso la sala del trono.
 
«Padre, fratello, sto tornando a casa.»
 
  
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