Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Florestan    13/06/2016    3 recensioni
La storia è il diretto seguito de "L'inverno della regina" ed approfondisce delle tematiche già presenti nel racconto precedente e nella serie "classica". Servirà anche da necessario ponte narrativo ad una nuova storia molto più vasta ed elaborata che spero di presentare presto.
...Fu Miime che, volgendosi alla regina le prese la mano e la condusse davanti ai due giovani:
-Da oggi anche lei fa parte della nostra famiglia, disse con la sua dolce voce. -Raflesia non è più nostra nemica bensì una fraterna compagna… -Ed è la donna che amo e che ha cambiato la mia vita… Aggiunse il capitano con voce profonda.
Yuki e Tadashi porsero la mano alla regina in segno di saluto ma grande fu il loro stupore nel vedere chiaramente due lacrime solcare il candido viso di quell’altera figura.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Masu, Mayu, Raflesia, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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                                      Intermezzo tripartito
Premessa: 
Rieccomi qua con un nuovo racconto sui nostri beniamini. Questa breve storia è il diretto seguito del mio primo lavoro “L’inverno della regina” ma vuol essere anche il ponte narrativo verso una terza storia molto più lunga ed articolata che presto (spero) seguirà.
Come tutti gli intermezzi che si rispettino è nella forma tripartita e non ho resistito dal riportarvi l’esempio musicale di uno dei più bei pezzi che siano mai stati scritti per pianoforte...
( https://www.youtube.com/watch?v=1h4Re5WBEAc )
                                                                      I                                                                           
                         
Come previsto arrivarono in Giappone a primavera inoltrata. Il capitano e la regina accompagnati da Miime avevano intrapreso il viaggio di ritorno dal freddo pianeta Beta venti giorni prima. Gli eventi erano stati travolgenti: gli attentati a Raflesia, l’indagine e la caccia al misterioso killer mascherato e la scoperta dell’attentatore della reggia, ma soprattutto il risveglio di Raflesia e lo sbocciare dell’amore tra lei ed Harlock. Quel viaggio alla volta della terra, proposto dallo stesso capitano era a tutti gli effetti una sorta di luna di miele anche se loro non si erano ancora sposati.
L’idea che si era fatta pian piano largo tra i due era di passare prima un periodo di completo svago insieme sulla terra, e poi di ufficializzare la loro unione. Il matrimonio, soprattutto di una regina, su Mazone non aveva molto senso, ma Raflesia voleva comunque testimoniare davanti al suo popolo il legame con quell’uomo, per lei significava anche la diretta affermazione di un nuovo corso nella storia della sua gente. Forse, alla fine, l’unica vera cerimonia nuziale si sarebbe svolta sulla Terra, tanto per fare felice Harlock e i suoi amici, anche se, in fondo, l’unica cosa che per loro contava era passare il resto della vita felici insieme e, possibilmente, vicino alle persone care. Raflesia non aveva più nessuno, a parte la sua amica Galia, ma l’avrebbe rivista spesso durante i periodici viaggi con cui sarebbe ritornata nel suo regno a controllare che il processo di democratizzazione che avevava affidato alla scienziata stesse procedendo regolarmente. Harlock invece sulla Terra aveva Mayu e tutti i suoi vecchi amici e compagni di un tempo, a partire da Yuki, Tadashi, Yattaran e Masu...
Proprio Yuki e Tadashi erano stati gli unici ad essere avvertiti in anticipo degli incredibili avvenimenti occorsi al capitano negli ultimi mesi. Ancora non riuscivano a capacitarsi che proprio “quella” donna fosse entrata nella vita di Harlock e la loro diffidenza era ben comprensibile...comunque oltre allo sconcerto vi era anche tanta curiosità e non vedevano proprio l’ora di osservare quella strana coppia...
I due giovani avevano già da tempo unito le loro vite. Una volta tornati sulla terra avevano lavorato insieme alla costruzione dell’osservatorio spaziale intitolato alla memoria del padre di Tadashi, il professor Daiba, e durante quel periodo di fervido entusiasmo e voglia di ricostruzione i loro reali sentimenti si erano alla fine appieno svelati. Sin dalla loro conoscenza sull’Arcadia tra i due era nata una mutua seppur mai confessata attrazione ma, in parte la loro reciproca timidezza, condita da quella punta di orgoglio tipicamente adolescenziale aveva impedito che tra i due si realizzasse mai nulla di concreto, e poi, come aveva ripetuto tante volte Yuki, quel testone di Tadashi sembrava avere le fette di prosciutto sugli occhi… 
Ora erano abbracciati strettamente, in piedi lungo il bordo della pista dell’astroporto antistante l’osservatorio, i capelli scompigliati dallo spostamento d’aria causato dall’atterraggio dell’imponente nave spaziale. Erano ansiosi di vedere quella grande rampa di uscita aprirsi dal ventre della nave. Rampa da cui sarebbero scesi Harlock, Miime e quell’inquietante figura femminile.
Così avvenne e quando il polverone che si era sollevato incominciò a diradarsi videro quelle tre figure stagliarsi di lontano ed avvicinarsi a loro. Non poterono resistere dal correre loro incontro. Yuki abbracciò subito il capitano piangendo come una fontana e poi fece lo stesso con Miime. Tadashi non fu da meno, anche lui non riusciva a trattenere le lacrime mentre abbracciava gli amici e compagni di un tempo. Solo Raflesia era rimasta un attimo in disparte ad osservare quella commovente scena, ancora una volta comprendeva bene quale profondità di affetti unisse gli umani e quanta fatica aveva fatto per riappropriarsi anche lei di quei vitali moti dell’animo. Sapeva perfettamente quanta diffidenza, se non ostilità, ancora la separavano dal mondo di quegli uomini ma se ne era fatta una ragione, era il minimo prezzo che avrebbe dovuto pagare in quella situazione ma era preparata e pronta a conquistare la loro fiducia…
Fu Miime che, volgendosi alla regina le prese la mano e la condusse davanti ai due giovani:
-Da oggi anche lei fa parte della nostra famiglia, disse con la sua dolce voce. -Raflesia non è più nostra nemica bensì una fraterna compagna… -Ed è la donna che amo e che ha cambiato la mia vita… Aggiunse il capitano con voce profonda.
Yuki e Tadashi porsero la mano alla regina in segno di saluto ma grande fu il loro stupore nel vedere chiaramente due lacrime solcare il candido viso di quell’altera figura.
I due giovani condussero i loro ospiti presso dei confortevoli appartamenti situati nella foresteria annessa al grande centro astronomico in modo che potessero rinfrescarsi e prepararsi al resto del giro che avevano preparato per loro. Nel frattempo avrebbero comunicato il loro arrivo anche agli altri amici e componenti della storica ciurma che lavoravano nell’attiguo centro di ricovero per ex pirati gestito da Maji e Yattaran.
Mentre camminavano lungo il vasto corridoio al pian terreno che collegava l’androne dell’istituto alla foresteria, passarono accanto al locale adibito a cucina. All’improvviso una faccina nota fece capolino dalla porta di quei locali e un acuto urlo risuonò per l’aria: -Aaaaaah, capitano!!! La faccina apparteneva ad una vecchia signora che era appena stramazzata a terra svenuta per l’emozione. A quel punto Tadashi esclamò: -Porca miseria, Masu! Mi sono dimenticato di avvertirla del vostro arrivo! –Sei il solito idiota! Lo rimprovero Yuki, ma ti immagini che colpo deve essere stato per lei!?  Disse correndo a soccorrere l’anziana cuoca. Masu si riprese quasi subito e nuove sue urla ripresero a perforare i timpani degli astanti: -Capitano, capitano! Allora è tornato davvero, non me lo sono sognato! Miime, ci sei anche tu! Poi la vecchina notò anche la presenza della regina, strabuzzo per un attimo gli occhi e si rialzò di colpo continuando a sbraitare: -Attento capitano, c’è lei, la stregaccia, ma ci penso io a proteggerti! Urlò incominciando a correre verso Raflesia agitando minacciosamente i coltellacci da cui non si separava mai. Harlock fu costretto a pararglisi davanti per impedire che un’interdetta regina ne facesse le spese. –Masu, stai tranquilla!  Le disse, -Lei è qui con noi in pace! –In pace? Rispose lei lanciandole un occhiataccia torva, ma com’è possibile? Non ci credo, deve avervi fatto a tutti una sorta di condizionacoso, come si chiamano, quelle diavolerie mentali di cui erano capaci le mazoniane, tipo il lavaggio del cervello! Ma ci penso io, vi preparo subito una zuppa di mele cotogne, ortiche e bacche di ginepro che vi snebbia subito la mente, mentre a lei la faccio a fette!
Con estrema pazienza Harlock e Miime cercarono di rassicurare la terribile vecchina, mentre a stento Yuki riusciva a tenerla a bada e Tadashi cercava di schivare quelle lame che continuavano a roteargli a pochi palmi dalla testa.
-Che cosa? Ti sei innamorato di lei e la vuoi pure sposare! Ma benedetto ragazzo mio, lo so che sei sempre stato un tipo strano e sicuramente solo una donna altrettanto strana poteva riuscire a conquistarti, ma proprio “lei” ti sei andato a pigliare? Va be’ che ami il rischio ma qui si esagera!
Alla fine, non senza fatica, riuscirono a farla un po’ calmare: –Beh, se è proprio vero che vi amate e tu sei veramente cambiata come dice il capitano, chiuderò un occhio… ma non tutti e due! Per cui stai attenta a quello che fai! Concluse Masu rivolta alla regina e puntandola nuovamente con i suoi coltellacci. 
-Sarà meglio non ricordare subito a Masu che Raflesia è vegetariana, sussurrò Miime a Yuki, se no scoppia un’altra bomba!
                                                                            II
Quella sera al centro spaziale fu organizzata una cena davvero memorabile. Per festeggiare il ritorno del capitano ed il suo imminente matrimonio erano stati invitati tutti e 40 i componenti dell’originale ciurma dell’Arcadia. C’erano proprio tutti, Il dottor Zero era venuto con Miie, il suo gattino, anzi gattone, dato che era cresciuto un bel po’...Yattaran  per l’occasione si era portato dietro il suo modellino più bello dell’Arcadia, Maji sfoggiava l’abito elegante con cui si era sposato, si era tolto la bandana ed era andato persino dal barbiere...
Yuki e Miime si erano adoperate senza  sosta ad aiutare Masu in cucina, in questo modo si erano anche diplomaticamente assicurate che il risultato finale non sarebbe stato uno dei soliti mal di pancia collettivi. Per una volta lo stravagante ricettario della loro cuoca aveva ceduto il posto a più tradizionali piatti della tradizione giapponese ed italiana. In particolare Yuki aveva realizzato delle meravigliose lasangne verdi totalmente vegetariane che avevano riscosso il successo generale e non solo della regina di Mazone. La conclusione della cena fu coronata da una serie di brindisi in onore degli ospiti: -Un bridisi per il capitano!... Un brindisi per Miime!...Un brindisi per la ...ci fu un attimo d’imbarazzo ma Harlock e Miime prontamente si alzarono in piedi e sollevando i calici rivolti a Raflesia, spronarono tutti i convitati: -Un brindisi per la regina! A quel punto anche Raflesia si alzò in piedi e pronuciò il suo augurio: -Un brindisi per la felicità di tutti! Dopodichè aggiunse: -Voglio ringraziarvi dal più profondo per lo sforzo che state facendo... so bene che non vi è facile accettare tra di voi chi fino a poco tempo prima era un mortale nemico...e so bene che tra di voi vi sono persone che ancora nutrono odio nei miei confronti per ragioni personali...dicendo questo rivolse uno sguardo sia a Maji che a Tadashi...io non posso riportare in vita i vostri cari e voi avete tutte le sacrosante ragioni per odiarmi, ma gli dei sanno quanto vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto e che il mio senso del dovere per la salvezza del mio popolo non avesse travolto tante vite innocenti, comprese quelle di miei simili ed amici...non pretendo nè il vostro perdono nè la vostra comprensione, vorrei solo che mi deste la possibilità di guadagnarmi almeno la vostra fiducia. Io sento di amare già questo pianeta al pari di quello che mi ha dato i natali e vi prometto solennemente che sono pronta a dare la vita per proteggerlo al vostro fianco! Detto questo sollevò di nuovo il calice: -Alla Terra ed alla sua prosperità! –Alla Terra! Si levarono tutti entusiasticamente in coro. 
Al termine del banchetto tutta la comitiva si riversò nel grande giardino che abbelliva la parte centrale dell’osservatorio. L’aria fresca contribuiva a far smaltire sia il lauto pasto che le solenni sbronze. Piccoli gruppetti di persone passeggiavano in mezzo alle siepi ed ai profumati cespugli di rose che abbellivano quell’angolo di verde. Le tenue luci dei lampioncini erano rinforzate da una splendida luna piena. Raflesia si era allontanata un attimo da Harlock ed in quel momento si accompagnava a Miime la quale, avendo come al solito ecceduto con l’alcol, s’illuminava continuamente lampeggiando come una gigantesca lucciola. Ad un tratto si avvicinò loro Tadashi. Miime capì al volo e ritenne opportuno lasciar solo il giovane in compagnia della regina. 
Passarono almeno due lunghi minuti durante i quali i due rimasero in assoluto silenzio continuando a camminare lentamente in quella fresca pace. Ad un tratto fu il terrestre a rompere quel lungo silenzio. Sollevò lentamente lo sguardo che fino a quel momento aveva volutamente tenuto fisso sui ciottoli del vialetto fino ad incontrare quello della regina. Fissò intensamente quegli occhi blù notte e si sorprese di scorgervi una strana luce. Era qualcosa di ben diverso da quello che si aspettava. Non il ghiaccio, non il freddo acciaio che ricordava aver visto in quelle asettiche proiezioni sull’Arcadia. Vi era qualcosa di caldo, vivo, di profondo e bruciante. Si fece coraggio ed iniziò con voce calma: –Per tanti anni, quasi ogni notte, quelle immagini sono sempre state lì, ad affollare i miei incubi: Mio padre steso a terra morente, io che mi chino su di lui disperato, le mie mani intrise del suo sangue, e i suoi ultimi flebili lamenti, ormai rantoli incomprensibili. E la mia impotenza, il mio sconcerto di fronte a qualcosa di così assurdo ed incomprensibile... e poi la mia rabbia, la mia incontenibile rabbia che montava e s’impastava alle lacrime che gocciolando bagnavano quel viso contratto in una smorfia di terrore e di sorpresa... E per tanti anni ho ugualmente sognato, agognato, pregustato il momento in cui finalmente avrei avuto di fronte la causa di quell’immenso dolore e avrei pareggiato il conto, io, con le mie stesse mani...mentre diceva questo fissò per un attimo i due palmi che aveva girato e sollevato all’altezza del petto, poi le braccia ricaddero come morte lungo i suoi fianchi...-Ed ora...-Ora avresti l’opportunità di pareggiare quel conto, ed io non mi sottrarrei alla tua giusta vendetta...La regina lo aveva interrotto con una voce grave ma calmissima...
-Ecco, hai detto la parola chiave, vendetta! Riprese lui. -Ho combattuto con una furia implacabile i tuoi soldati, ho ucciso, non so più quante volte, ed infine la mia ultima volta è stata Cleo, lo so bene, Raflesia la “tua” amata Cleo...La regina ebbe un sussulto...-Come fai a sapere...ah, capisco, Harlock! –Sì, Raflesia, so tutto, il capitano mi ha ben spiegato il rapporto che vi legava, forse per tentare di placare la mia ansia ed il mio dolore... –Tadashi, come già ho detto, non mi aspetto il perdono di nessuno per il male che ho fatto, sono ben consapevole degli effetti causati dalle mie scelte e decisioni e non cerco scusanti, ma sappi che anch’io per anni sono stata tormentata da incubi terribili in cui tutti quei morti, tutti quegli innocenti venivamo a chiedermi ragione di quella crudeltà. L’unica forza che un tempo mi animava era quella di compiere a tutti costi una missione che credevo la sola via possibile da percorrere, ma mi sbagliavo, accecata dalla smania di un onnipotente potere e da un’arrogante certezza delle mie ragioni ho travolto tutto e tutti, anche me stessa e i miei affetti più cari...Fece una pausa e poi riprese, la voce ora tremava lievemente: -Non ho più nessuno, l’ultima persona che mi era vicina era Cleo e io non ho avuto nemmeno la possibilità di abbracciare un ultima volta il suo corpo senza vita, di lei mi è rimasto solo un mucchio di cenere...Ora ho solo Harlock, Sorrise...-Sembra incredibile, vero? L’unica persona che ha ridato senso alla mia vita è propio lui, il mio vecchio nemico...
...-Quella parola, riprese il giovane, - Dopo tanti anni e tutte quelle lotte, quelle morti e quelle sofferenze, quella parola non ha più senso!  E’ vero, ho ucciso la persona a te più cara, ma ciò non mi ha mai ripagato. Ha solo aumentato in me un enorme senso di vuoto, un vuoto che solo adesso sto iniziando a colmare e questo grazie alla donna che amo con tutto me stesso e che ricambia il mio amore. Ora voglio pensare solo al futuro ed alla felicità! Se tra te ed il capitano è, come penso, la stessa cosa, avete il diritto di coltivare anche voi la vostra felicità...tu hai già scontato la tua pena... detto questo le sorrise e si allontanò rapidamente per raggiungere la moglie.
 La regina era rimasta molto colpita da quel confronto e quando Miime le si riaffiancò non riuscì a trattenersi: -Sai, amica mia, quel giovane è molto più saggio di quanto non voglia far sembrare...-Ma questo io lo sapevo benissimo, mia cara, le rispose lei illuminandosi di nuovo intensamente.
                                                                         III
La mattina seguente Il capitano e la regina, dopo una rapida colazione, si avviarono alla volta dell’orfanotrofrio Santa Lucia. Era intenzione di Harlock portare via Mayu da quel luogo una volta per tutte. Ora che le sue passioni errabonde si erano placate e finalmente aveva una ragione per fermarsi e vivere una vita fatta di amori e di affetti, era sua ferma volontà ridare una famiglia a quella bambina...Anche Raflesia era felice di rivedere quella bimba. Non lo aveva mai ammesso di fronte ai suoi sottoposti e nemmeno a Cleo, che era stata l’artefice del rapimento di Mayu, ma durante quel sofferto periodo in cui avevano sottratto la piccola per ricattarne il tutore, era nato e cresciuto un grande affetto tra lei e quella bambina. Mentre erano in viaggio ripensava a quei momenti drammatici...
-No, Cleo, non mi abbasserò mai ad un tale atto di viltà, è una bambina, capisci, una bambina!
-Non abbiamo scelta, Raflesia, stiamo perdendo il controllo sui nostri militari, rischiamo la ribellione di buona parte dei nostri battaglioni, sarà la guerra civile! Dobbiamo assolutamente tamponare il “problema Harlock” e quello è l’unico modo...-Ci sarà pure un’altra soluzione, riprese la regina, ma così non fu...
...Osservava in silenzio quel corpicino che dormiva su di una brandina militare, le avevano dato dei sedativi, era una cosa ignobile! Diede subito ordine di trasferire la bimba presso i suoi appartamenti e si assicurò che fosse accudita dalla sua fedele governante, più tardi sarebbe passata a trovarla...
...la bambina la guardava con i suoi occhioni spalancati, non sembrava molto spaventata ma continuava a stringere tra le mani quello strano strumento musicale, sembrava una specie di amuleto che le infondeva coraggio...-Chi sei tu, Le chiese improvvisamente, -Sono la Regina Raflesia, la regina di Mazone...-Una regina? Allora quello strano diadema che porti in testa è la corona! E’ molto bello! Ma se sei una regina devi avere un castello...è questo dove ci troviamo il tuo castello? Le chiese la bimba. –Sì ma è un castello volante, il mio regno non esiste più ed io sto cercando il mio nuovo reame per tutto l’universo...le rispose la regina. –Mi dispiace che non hai più il tuo regno, deve essere triste per una regina non avere più il suo reame...ma non c’è anche il re, il tuo compagno? –Non ci sono re nel mio regno, solo regine, rispose Raflesia,... -Ma come fai così? Non ti senti sola?... E poi quella semplice ma straziante domanda: -Perchè mi hai portato via da Harlock? Lui è buono e vuole bene a me e a tutti i bambini...ma tu non gli vuoi bene, vero?
Raflesia era completamente spiazzata, il candore e la sincerità disarmante di quella bimba erano riusciti in pochi minuti a metterla in crisi, lei che non aveva battuto ciglio di fronte a mortali nemici od immani sconvolgimenti, si sentiva completamente disarmata, e sentimenti che aveva abbandonato ormai da tempo le si riaffacciavano prepotentemente in quell’animo di guerriera.
Pensò come sarebbe stato avere una figlia, una bimba così, e si stupì che quel pensiero gli paresse così bello, anzi bellissimo. Fino ad allora l’idea della discendenza era solo quella di un necessario adempimento dei doveri nei confronti dell’impero, nulla più, ma in quel momento molte delle sue certezze stavano vacillando... 
...vieni qui, disse alla bambina, se ti piace questa corona perchè non te la provi? Disse togliendosi quel diadema dal capo e porgendoglielo...la bimba se la provò tutta contenta mentre la regina la conduceva di fronte ad uno specchio enorme, -Ti sta bene! Le disse, Mayu rise di cuore: -Ma no, io non sono una regina, sta molto meglio a te! Le rispose la bambina togliendosi la corona e restituendola alla proprietaria. –Sei così bella, tutte le regine dovrebbero essere belle come te...
...Ormai Raflesia passava molto tempo con la piccola, appena era libera dai suoi impegni bellici la raggiungeva per giocare o per farsi raccontare delle fiabe...già, lei non aveva avuto mai nessuno che le avesse raccontato una fiaba quando era piccola, solo cupe storie di guerre e di conquiste dei suoi avi, la prima volta era stata proprio grazie a quella bimba...-Ora ti voglio raccontare una favola, le disse un giorno, spiazzandola come al solito...-E’ una favola che parla di una principessa, la pricipessa della luna che fu abbandonata sulla terra e fu trovata e cresciuta da un tagliatore di bambù e da sua moglie...quell’antichissima fiaba giapponese le toccò delle corde così profonde che dovette a stento trattenere le lacrime...
Poi vennero quei maledetti giorni...Cleo si era accorta di quale influenza aveva la bimba sulla regina e si era molto preoccupata che questo potesse influire negativamente sulle sue capacità decisionali in quel momento cruciale del loro scontro con Harlock e l’Arcadia. Il generale decise di attuare un piano in cui la presenza di Mayu era fondamentale: avrebbe portato la bimba sulla loro base su uno dei due pianeti gemelli e grazie al suono dell’ocarina avrebbero attirato là l’Arcadia in quella che sarebbe stata una trappola mortale. Raflesia non ne voleva sapere ma alla fine dovette cedere, sarebbe rimasta però accanto alla bimba come proiezione olografica...Adesso dobbiamo fare un viaggio ed andare su di un altro castello volante su di un altro pianeta, disse alla bimba, ma io ti starò sempre vicina in un modo un po’ strano ma ci potremo comunque parlare e toccare, vedrai sarà divertente... Mentre le diceva queste cose si sentiva morire dentro, si sentiva un verme e continuavano a risuonargli nella mente quelle parole che Harlock furente le aveva indirizzato: Vigliacca, sei una vigliacca!
...era arrivata la fine, il piano di distruggere l’Arcadia era fallito ed Harlock stava venendo a riprendersi  la bambina. In un ultimo disperato tentativo di ribaltare la situazione la regina si mise sulle ginocchia la bimba e le disse: -Harlock sta per arrivare, perchè non gli facciamo uno scherzo? Facciamo finta che tu sei mia prigioniera e ti tengo in ostaggio...la regina era veramente disperata, non avrebbe mai torto un capello a quella piccola e quando tirò fuori quello stiletto per minacciarla di fronte al capitano che la fronteggiava sentì di avere toccato il fondo...
Ma quell’ennesima sconfitta le parve una vera e propria liberazione...
Harlock tutta quella storia già la conosceva, gliela aveva raccontata lei tra le lacrime una notte quando erano uno nelle braccia dell’altro durante il lungo viaggio di ritorno sulla terra. Non poteva continuare a stargli accanto senza che questa macchia fosse stata finalmente rimossa, lui doveva perdonarla e lei doveva perdonare se stessa.
Ora avrebbe rivisto quella bambina, anche lei artefice di quel grande cambiamento nella sua vita, e finalmente avrebbe potuto dirle che non era vero che non voleva bene al capitano ma che anzi lo amava con tutta l’anima.
Harlock, come tutti i suoi ex compagni aveva goduto di un’amnistia generale che era stata proclamata subito dopo l’inizio della sofferta ricostruzione. Del resto tutti i dati che li bollavano come criminali erano andati distrutti insieme al megacomputer che controllava e gestiva la vita di tutti gli abitanti del pianeta. Lo stesso imbelle presidente era stato cacciato a pedate e di lui si erano definitivamente perse le tracce sebbene qualcuno sussurrasse che era fuggito su Delius-4 dove faceva lo speculatore edilizio.
Il capitano poteva ormai a pieno diritto reclamare l’affidamento di Mayu e a tal scopo aveva già intrapreso tutte le pratiche necessarie, grazie anche al prezioso ausilio di Yuki e Tadashi.
L’arcigna direttrice non si sorprese più di tanto quando vide arrivare l’ex pirata accompagnato da una bella signora dai lunghissimi capelli corvini.
-Le presento la mia futura sposa, d’ora in poi Mayu vivrà con noi, le disse senza mezzi termini Harlock quando furono accolti all’ingresso dell’istituto. L’austera donna si aggiustò gli occhialini sul naso e squadrò severamente quella che sarebbe dovuta diventare la madre della bambina, poi accennò una smorfia di soddisfazione e disse: -La sua signora ha un’aria molto nobile, capitano, vedo che ha saggiamente scelto...-La mia molto nobile compagna è la regina Raflesia di Mazone, padrona di mezzo universo... le rispose Harlock con voce tranquilla. Lasciarono la direttrice che era rimasta letteralmente pietrificata dallo stupore e  passandole accanto, si diressero verso il refettorio dove si era da poco conclusa la colazione dei bambini.
Harlock! Harlock! Sei tornato! La voce argentina della bambina risuonava nel lungo corridoio mentre correva incontro ai due visitatori. –C’è pure Raflesia! Come mai state insieme? Avete fatto la pace? Harlock l’abbracciò senza riuscire a trattenere le lacrime. Mayu in quei tre anni era parecchio cresciuta, ormai era una ragazzina di dieci anni, ma riuscì lo stesso a sollevarla per aria come un tempo. –Come al solito, mia piccola amica tu leggi subito nel cuore delle persone! Le disse la regina, abbracciandola a sua volta con tenerezza. –E’ vero io ed Harlock ci amiamo e abbiamo deciso di stare insieme! –E’ meraviglioso! Esclamò la bambina entusiasta, -Io l’avevo sempre pensato che facevate una bella coppia! A quel punto il capitano cercò di vincere la commozione che lo assediava e riuscì infine a dire: Siamo venuti a prenderti Mayu, d’ora in poi vivrai sempre con noi, con la tua famiglia!
Nota: Riferimenti diretti agli episodi n°28 e 34 della serie classica

                                                             Intermezzo tripartito



Premessa: 

Rieccomi qua con un nuovo racconto sui nostri beniamini. Questa breve storia è il diretto seguito del mio primo lavoro “L’inverno della regina” ma vuol essere anche il ponte narrativo verso una terza storia molto più lunga ed articolata che presto (spero) seguirà.

Come tutti gli intermezzi che si rispettino è nella forma tripartita e non ho resistito dal riportarvi l’esempio musicale di uno dei più bei pezzi che siano mai stati scritti per pianoforte...


( https://www.youtube.com/watch?v=1h4Re5WBEAc )




                                                                      I                                                                           

                         

Come previsto arrivarono in Giappone a primavera inoltrata. Il capitano e la regina accompagnati da Miime avevano intrapreso il viaggio di ritorno dal freddo pianeta Beta venti giorni prima. Gli eventi erano stati travolgenti: gli attentati a Raflesia, l’indagine e la caccia al misterioso killer mascherato e la scoperta dell’attentatore della reggia, ma soprattutto il risveglio di Raflesia e lo sbocciare dell’amore tra lei ed Harlock. Quel viaggio alla volta della terra, proposto dallo stesso capitano era a tutti gli effetti una sorta di luna di miele anche se loro non si erano ancora sposati.

L’idea che si era fatta pian piano largo tra i due era di passare prima un periodo di completo svago insieme sulla terra, e poi di ufficializzare la loro unione. Il matrimonio, soprattutto di una regina, su Mazone non aveva molto senso, ma Raflesia voleva comunque testimoniare davanti al suo popolo il legame con quell’uomo, per lei significava anche la diretta affermazione di un nuovo corso nella storia della sua gente. Forse, alla fine, l’unica vera cerimonia nuziale si sarebbe svolta sulla Terra, tanto per fare felice Harlock e i suoi amici, anche se, in fondo, l’unica cosa che per loro contava era passare il resto della vita felici insieme e, possibilmente, vicino alle persone care. Raflesia non aveva più nessuno, a parte la sua amica Galia, ma l’avrebbe rivista spesso durante i periodici viaggi con cui sarebbe ritornata nel suo regno a controllare che il processo di democratizzazione che avevava affidato alla scienziata stesse procedendo regolarmente. Harlock invece sulla Terra aveva Mayu e tutti i suoi vecchi amici e compagni di un tempo, a partire da Yuki, Tadashi, Yattaran e Masu...

Proprio Yuki e Tadashi erano stati gli unici ad essere avvertiti in anticipo degli incredibili avvenimenti occorsi al capitano negli ultimi mesi. Ancora non riuscivano a capacitarsi che proprio “quella” donna fosse entrata nella vita di Harlock e la loro diffidenza era ben comprensibile...comunque oltre allo sconcerto vi era anche tanta curiosità e non vedevano proprio l’ora di osservare quella strana coppia...

I due giovani avevano già da tempo unito le loro vite. Una volta tornati sulla terra avevano lavorato insieme alla costruzione dell’osservatorio spaziale intitolato alla memoria del padre di Tadashi, il professor Daiba, e durante quel periodo di fervido entusiasmo e voglia di ricostruzione i loro reali sentimenti si erano alla fine appieno svelati. Sin dalla loro conoscenza sull’Arcadia tra i due era nata una mutua seppur mai confessata attrazione ma, in parte la loro reciproca timidezza, condita da quella punta di orgoglio tipicamente adolescenziale aveva impedito che tra i due si realizzasse mai nulla di concreto, e poi, come aveva ripetuto tante volte Yuki, quel testone di Tadashi sembrava avere le fette di prosciutto sugli occhi… 

Ora erano abbracciati strettamente, in piedi lungo il bordo della pista dell’astroporto antistante l’osservatorio, i capelli scompigliati dallo spostamento d’aria causato dall’atterraggio dell’imponente nave spaziale. Erano ansiosi di vedere quella grande rampa di uscita aprirsi dal ventre della nave. Rampa da cui sarebbero scesi Harlock, Miime e quell’inquietante figura femminile.

Così avvenne e quando il polverone che si era sollevato incominciò a diradarsi videro quelle tre figure stagliarsi di lontano ed avvicinarsi a loro. Non poterono resistere dal correre loro incontro. Yuki abbracciò subito il capitano piangendo come una fontana e poi fece lo stesso con Miime. Tadashi non fu da meno, anche lui non riusciva a trattenere le lacrime mentre abbracciava gli amici e compagni di un tempo. Solo Raflesia era rimasta un attimo in disparte ad osservare quella commovente scena, ancora una volta comprendeva bene quale profondità di affetti unisse gli umani e quanta fatica aveva fatto per riappropriarsi anche lei di quei vitali moti dell’animo. Sapeva perfettamente quanta diffidenza, se non ostilità, ancora la separavano dal mondo di quegli uomini ma se ne era fatta una ragione, era il minimo prezzo che avrebbe dovuto pagare in quella situazione ma era preparata e pronta a conquistare la loro fiducia…

Fu Miime che, volgendosi alla regina le prese la mano e la condusse davanti ai due giovani:

-Da oggi anche lei fa parte della nostra famiglia, disse con la sua dolce voce. -Raflesia non è più nostra nemica bensì una fraterna compagna… -Ed è la donna che amo e che ha cambiato la mia vita… Aggiunse il capitano con voce profonda.

Yuki e Tadashi porsero la mano alla regina in segno di saluto ma grande fu il loro stupore nel vedere chiaramente due lacrime solcare il candido viso di quell’altera figura.

I due giovani condussero i loro ospiti presso dei confortevoli appartamenti situati nella foresteria annessa al grande centro astronomico in modo che potessero rinfrescarsi e prepararsi al resto del giro che avevano preparato per loro. Nel frattempo avrebbero comunicato il loro arrivo anche agli altri amici e componenti della storica ciurma che lavoravano nell’attiguo centro di ricovero per ex pirati gestito da Maji e Yattaran.

Mentre camminavano lungo il vasto corridoio al pian terreno che collegava l’androne dell’istituto alla foresteria, passarono accanto al locale adibito a cucina. All’improvviso una faccina nota fece capolino dalla porta di quei locali e un acuto urlo risuonò per l’aria: -Aaaaaah, capitano!!! La faccina apparteneva ad una vecchia signora che era appena stramazzata a terra svenuta per l’emozione. A quel punto Tadashi esclamò: -Porca miseria, Masu! Mi sono dimenticato di avvertirla del vostro arrivo! –Sei il solito idiota! Lo rimprovero Yuki, ma ti immagini che colpo deve essere stato per lei!?  Disse correndo a soccorrere l’anziana cuoca. Masu si riprese quasi subito e nuove sue urla ripresero a perforare i timpani degli astanti: -Capitano, capitano! Allora è tornato davvero, non me lo sono sognato! Miime, ci sei anche tu! Poi la vecchina notò anche la presenza della regina, strabuzzo per un attimo gli occhi e si rialzò di colpo continuando a sbraitare: -Attento capitano, c’è lei, la stregaccia, ma ci penso io a proteggerti! Urlò incominciando a correre verso Raflesia agitando minacciosamente i coltellacci da cui non si separava mai. Harlock fu costretto a pararglisi davanti per impedire che un’interdetta regina ne facesse le spese. –Masu, stai tranquilla!  Le disse, -Lei è qui con noi in pace! –In pace? Rispose lei lanciandole un occhiataccia torva, ma com’è possibile? Non ci credo, deve avervi fatto a tutti una sorta di condizionacoso, come si chiamano, quelle diavolerie mentali di cui erano capaci le mazoniane, tipo il lavaggio del cervello! Ma ci penso io, vi preparo subito una zuppa di mele cotogne, ortiche e bacche di ginepro che vi snebbia subito la mente, mentre a lei la faccio a fette!

Con estrema pazienza Harlock e Miime cercarono di rassicurare la terribile vecchina, mentre a stento Yuki riusciva a tenerla a bada e Tadashi cercava di schivare quelle lame che continuavano a roteargli a pochi palmi dalla testa.

-Che cosa? Ti sei innamorato di lei e la vuoi pure sposare! Ma benedetto ragazzo mio, lo so che sei sempre stato un tipo strano e sicuramente solo una donna altrettanto strana poteva riuscire a conquistarti, ma proprio “lei” ti sei andato a pigliare? Va be’ che ami il rischio ma qui si esagera!

Alla fine, non senza fatica, riuscirono a farla un po’ calmare: –Beh, se è proprio vero che vi amate e tu sei veramente cambiata come dice il capitano, chiuderò un occhio… ma non tutti e due! Per cui stai attenta a quello che fai! Concluse Masu rivolta alla regina e puntandola nuovamente con i suoi coltellacci. 

-Sarà meglio non ricordare subito a Masu che Raflesia è vegetariana, sussurrò Miime a Yuki, se no scoppia un’altra bomba!






                                                                            II




Quella sera al centro spaziale fu organizzata una cena davvero memorabile. Per festeggiare il ritorno del capitano ed il suo imminente matrimonio erano stati invitati tutti e 40 i componenti dell’originale ciurma dell’Arcadia. C’erano proprio tutti, Il dottor Zero era venuto con Miie, il suo gattino, anzi gattone, dato che era cresciuto un bel po’...Yattaran  per l’occasione si era portato dietro il suo modellino più bello dell’Arcadia, Maji sfoggiava l’abito elegante con cui si era sposato, si era tolto la bandana ed era andato persino dal barbiere...

Yuki e Miime si erano adoperate senza  sosta ad aiutare Masu in cucina, in questo modo si erano anche diplomaticamente assicurate che il risultato finale non sarebbe stato uno dei soliti mal di pancia collettivi. Per una volta lo stravagante ricettario della loro cuoca aveva ceduto il posto a più tradizionali piatti della tradizione giapponese ed italiana. In particolare Yuki aveva realizzato delle meravigliose lasangne verdi totalmente vegetariane che avevano riscosso il successo generale e non solo della regina di Mazone. La conclusione della cena fu coronata da una serie di brindisi in onore degli ospiti: -Un bridisi per il capitano!... Un brindisi per Miime!...Un brindisi per la ...ci fu un attimo d’imbarazzo ma Harlock e Miime prontamente si alzarono in piedi e sollevando i calici rivolti a Raflesia, spronarono tutti i convitati: -Un brindisi per la regina! A quel punto anche Raflesia si alzò in piedi e pronuciò il suo augurio: -Un brindisi per la felicità di tutti! Dopodichè aggiunse: -Voglio ringraziarvi dal più profondo per lo sforzo che state facendo... so bene che non vi è facile accettare tra di voi chi fino a poco tempo prima era un mortale nemico...e so bene che tra di voi vi sono persone che ancora nutrono odio nei miei confronti per ragioni personali...dicendo questo rivolse uno sguardo sia a Maji che a Tadashi...io non posso riportare in vita i vostri cari e voi avete tutte le sacrosante ragioni per odiarmi, ma gli dei sanno quanto vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto e che il mio senso del dovere per la salvezza del mio popolo non avesse travolto tante vite innocenti, comprese quelle di miei simili ed amici...non pretendo nè il vostro perdono nè la vostra comprensione, vorrei solo che mi deste la possibilità di guadagnarmi almeno la vostra fiducia. Io sento di amare già questo pianeta al pari di quello che mi ha dato i natali e vi prometto solennemente che sono pronta a dare la vita per proteggerlo al vostro fianco! Detto questo sollevò di nuovo il calice: -Alla Terra ed alla sua prosperità! –Alla Terra! Si levarono tutti entusiasticamente in coro. 

Al termine del banchetto tutta la comitiva si riversò nel grande giardino che abbelliva la parte centrale dell’osservatorio. L’aria fresca contribuiva a far smaltire sia il lauto pasto che le solenni sbronze. Piccoli gruppetti di persone passeggiavano in mezzo alle siepi ed ai profumati cespugli di rose che abbellivano quell’angolo di verde. Le tenue luci dei lampioncini erano rinforzate da una splendida luna piena. Raflesia si era allontanata un attimo da Harlock ed in quel momento si accompagnava a Miime la quale, avendo come al solito ecceduto con l’alcol, s’illuminava continuamente lampeggiando come una gigantesca lucciola. Ad un tratto si avvicinò loro Tadashi. Miime capì al volo e ritenne opportuno lasciar solo il giovane in compagnia della regina. 

Passarono almeno due lunghi minuti durante i quali i due rimasero in assoluto silenzio continuando a camminare lentamente in quella fresca pace. Ad un tratto fu il terrestre a rompere quel lungo silenzio. Sollevò lentamente lo sguardo che fino a quel momento aveva volutamente tenuto fisso sui ciottoli del vialetto fino ad incontrare quello della regina. Fissò intensamente quegli occhi blù notte e si sorprese di scorgervi una strana luce. Era qualcosa di ben diverso da quello che si aspettava. Non il ghiaccio, non il freddo acciaio che ricordava aver visto in quelle asettiche proiezioni sull’Arcadia. Vi era qualcosa di caldo, vivo, di profondo e bruciante. Si fece coraggio ed iniziò con voce calma: –Per tanti anni, quasi ogni notte, quelle immagini sono sempre state lì, ad affollare i miei incubi: Mio padre steso a terra morente, io che mi chino su di lui disperato, le mie mani intrise del suo sangue, e i suoi ultimi flebili lamenti, ormai rantoli incomprensibili. E la mia impotenza, il mio sconcerto di fronte a qualcosa di così assurdo ed incomprensibile... e poi la mia rabbia, la mia incontenibile rabbia che montava e s’impastava alle lacrime che gocciolando bagnavano quel viso contratto in una smorfia di terrore e di sorpresa... E per tanti anni ho ugualmente sognato, agognato, pregustato il momento in cui finalmente avrei avuto di fronte la causa di quell’immenso dolore e avrei pareggiato il conto, io, con le mie stesse mani...mentre diceva questo fissò per un attimo i due palmi che aveva girato e sollevato all’altezza del petto, poi le braccia ricaddero come morte lungo i suoi fianchi...-Ed ora...-Ora avresti l’opportunità di pareggiare quel conto, ed io non mi sottrarrei alla tua giusta vendetta...La regina lo aveva interrotto con una voce grave ma calmissima...

-Ecco, hai detto la parola chiave, vendetta! Riprese lui. -Ho combattuto con una furia implacabile i tuoi soldati, ho ucciso, non so più quante volte, ed infine la mia ultima volta è stata Cleo, lo so bene, Raflesia la “tua” amata Cleo...La regina ebbe un sussulto...-Come fai a sapere...ah, capisco, Harlock! –Sì, Raflesia, so tutto, il capitano mi ha ben spiegato il rapporto che vi legava, forse per tentare di placare la mia ansia ed il mio dolore... –Tadashi, come già ho detto, non mi aspetto il perdono di nessuno per il male che ho fatto, sono ben consapevole degli effetti causati dalle mie scelte e decisioni e non cerco scusanti, ma sappi che anch’io per anni sono stata tormentata da incubi terribili in cui tutti quei morti, tutti quegli innocenti venivamo a chiedermi ragione di quella crudeltà. L’unica forza che un tempo mi animava era quella di compiere a tutti costi una missione che credevo la sola via possibile da percorrere, ma mi sbagliavo, accecata dalla smania di un onnipotente potere e da un’arrogante certezza delle mie ragioni ho travolto tutto e tutti, anche me stessa e i miei affetti più cari...Fece una pausa e poi riprese, la voce ora tremava lievemente: -Non ho più nessuno, l’ultima persona che mi era vicina era Cleo e io non ho avuto nemmeno la possibilità di abbracciare un ultima volta il suo corpo senza vita, di lei mi è rimasto solo un mucchio di cenere...Ora ho solo Harlock, Sorrise...-Sembra incredibile, vero? L’unica persona che ha ridato senso alla mia vita è propio lui, il mio vecchio nemico...

...-Quella parola, riprese il giovane, - Dopo tanti anni e tutte quelle lotte, quelle morti e quelle sofferenze, quella parola non ha più senso!  E’ vero, ho ucciso la persona a te più cara, ma ciò non mi ha mai ripagato. Ha solo aumentato in me un enorme senso di vuoto, un vuoto che solo adesso sto iniziando a colmare e questo grazie alla donna che amo con tutto me stesso e che ricambia il mio amore. Ora voglio pensare solo al futuro ed alla felicità! Se tra te ed il capitano è, come penso, la stessa cosa, avete il diritto di coltivare anche voi la vostra felicità...tu hai già scontato la tua pena... detto questo le sorrise e si allontanò rapidamente per raggiungere la moglie.

 La regina era rimasta molto colpita da quel confronto e quando Miime le si riaffiancò non riuscì a trattenersi: -Sai, amica mia, quel giovane è molto più saggio di quanto non voglia far sembrare...-Ma questo io lo sapevo benissimo, mia cara, le rispose lei illuminandosi di nuovo intensamente.





                                                                         III



La mattina seguente Il capitano e la regina, dopo una rapida colazione, si avviarono alla volta dell’orfanotrofrio Santa Lucia. Era intenzione di Harlock portare via Mayu da quel luogo una volta per tutte. Ora che le sue passioni errabonde si erano placate e finalmente aveva una ragione per fermarsi e vivere una vita fatta di amori e di affetti, era sua ferma volontà ridare una famiglia a quella bambina...Anche Raflesia era felice di rivedere quella bimba. Non lo aveva mai ammesso di fronte ai suoi sottoposti e nemmeno a Cleo, che era stata l’artefice del rapimento di Mayu, ma durante quel sofferto periodo in cui avevano sottratto la piccola per ricattarne il tutore, era nato e cresciuto un grande affetto tra lei e quella bambina. Mentre erano in viaggio ripensava a quei momenti drammatici...

-No, Cleo, non mi abbasserò mai ad un tale atto di viltà, è una bambina, capisci, una bambina!

-Non abbiamo scelta, Raflesia, stiamo perdendo il controllo sui nostri militari, rischiamo la ribellione di buona parte dei nostri battaglioni, sarà la guerra civile! Dobbiamo assolutamente tamponare il “problema Harlock” e quello è l’unico modo...-Ci sarà pure un’altra soluzione, riprese la regina, ma così non fu...

...Osservava in silenzio quel corpicino che dormiva su di una brandina militare, le avevano dato dei sedativi, era una cosa ignobile! Diede subito ordine di trasferire la bimba presso i suoi appartamenti e si assicurò che fosse accudita dalla sua fedele governante, più tardi sarebbe passata a trovarla...

...la bambina la guardava con i suoi occhioni spalancati, non sembrava molto spaventata ma continuava a stringere tra le mani quello strano strumento musicale, sembrava una specie di amuleto che le infondeva coraggio...-Chi sei tu, Le chiese improvvisamente, -Sono la Regina Raflesia, la regina di Mazone...-Una regina? Allora quello strano diadema che porti in testa è la corona! E’ molto bello! Ma se sei una regina devi avere un castello...è questo dove ci troviamo il tuo castello? Le chiese la bimba. –Sì ma è un castello volante, il mio regno non esiste più ed io sto cercando il mio nuovo reame per tutto l’universo...le rispose la regina. –Mi dispiace che non hai più il tuo regno, deve essere triste per una regina non avere più il suo reame...ma non c’è anche il re, il tuo compagno? –Non ci sono re nel mio regno, solo regine, rispose Raflesia,... -Ma come fai così? Non ti senti sola?... E poi quella semplice ma straziante domanda: -Perchè mi hai portato via da Harlock? Lui è buono e vuole bene a me e a tutti i bambini...ma tu non gli vuoi bene, vero?

Raflesia era completamente spiazzata, il candore e la sincerità disarmante di quella bimba erano riusciti in pochi minuti a metterla in crisi, lei che non aveva battuto ciglio di fronte a mortali nemici od immani sconvolgimenti, si sentiva completamente disarmata, e sentimenti che aveva abbandonato ormai da tempo le si riaffacciavano prepotentemente in quell’animo di guerriera.

Pensò come sarebbe stato avere una figlia, una bimba così, e si stupì che quel pensiero gli paresse così bello, anzi bellissimo. Fino ad allora l’idea della discendenza era solo quella di un necessario adempimento dei doveri nei confronti dell’impero, nulla più, ma in quel momento molte delle sue certezze stavano vacillando... 

...vieni qui, disse alla bambina, se ti piace questa corona perchè non te la provi? Disse togliendosi quel diadema dal capo e porgendoglielo...la bimba se la provò tutta contenta mentre la regina la conduceva di fronte ad uno specchio enorme, -Ti sta bene! Le disse, Mayu rise di cuore: -Ma no, io non sono una regina, sta molto meglio a te! Le rispose la bambina togliendosi la corona e restituendola alla proprietaria. –Sei così bella, tutte le regine dovrebbero essere belle come te...

...Ormai Raflesia passava molto tempo con la piccola, appena era libera dai suoi impegni bellici la raggiungeva per giocare o per farsi raccontare delle fiabe...già, lei non aveva avuto mai nessuno che le avesse raccontato una fiaba quando era piccola, solo cupe storie di guerre e di conquiste dei suoi avi, la prima volta era stata proprio grazie a quella bimba...-Ora ti voglio raccontare una favola, le disse un giorno, spiazzandola come al solito...-E’ una favola che parla di una principessa, la pricipessa della luna che fu abbandonata sulla terra e fu trovata e cresciuta da un tagliatore di bambù e da sua moglie...quell’antichissima fiaba giapponese le toccò delle corde così profonde che dovette a stento trattenere le lacrime...

Poi vennero quei maledetti giorni...Cleo si era accorta di quale influenza aveva la bimba sulla regina e si era molto preoccupata che questo potesse influire negativamente sulle sue capacità decisionali in quel momento cruciale del loro scontro con Harlock e l’Arcadia. Il generale decise di attuare un piano in cui la presenza di Mayu era fondamentale: avrebbe portato la bimba sulla loro base su uno dei due pianeti gemelli e grazie al suono dell’ocarina avrebbero attirato là l’Arcadia in quella che sarebbe stata una trappola mortale. Raflesia non ne voleva sapere ma alla fine dovette cedere, sarebbe rimasta però accanto alla bimba come proiezione olografica...Adesso dobbiamo fare un viaggio ed andare su di un altro castello volante su di un altro pianeta, disse alla bimba, ma io ti starò sempre vicina in un modo un po’ strano ma ci potremo comunque parlare e toccare, vedrai sarà divertente... Mentre le diceva queste cose si sentiva morire dentro, si sentiva un verme e continuavano a risuonargli nella mente quelle parole che Harlock furente le aveva indirizzato: Vigliacca, sei una vigliacca!

...era arrivata la fine, il piano di distruggere l’Arcadia era fallito ed Harlock stava venendo a riprendersi  la bambina. In un ultimo disperato tentativo di ribaltare la situazione la regina si mise sulle ginocchia la bimba e le disse: -Harlock sta per arrivare, perchè non gli facciamo uno scherzo? Facciamo finta che tu sei mia prigioniera e ti tengo in ostaggio...la regina era veramente disperata, non avrebbe mai torto un capello a quella piccola e quando tirò fuori quello stiletto per minacciarla di fronte al capitano che la fronteggiava sentì di avere toccato il fondo...

Ma quell’ennesima sconfitta le parve una vera e propria liberazione...

Harlock tutta quella storia già la conosceva, gliela aveva raccontata lei tra le lacrime una notte quando erano uno nelle braccia dell’altro durante il lungo viaggio di ritorno sulla terra. Non poteva continuare a stargli accanto senza che questa macchia fosse stata finalmente rimossa, lui doveva perdonarla e lei doveva perdonare se stessa.

Ora avrebbe rivisto quella bambina, anche lei artefice di quel grande cambiamento nella sua vita, e finalmente avrebbe potuto dirle che non era vero che non voleva bene al capitano ma che anzi lo amava con tutta l’anima.

Harlock, come tutti i suoi ex compagni aveva goduto di un’amnistia generale che era stata proclamata subito dopo l’inizio della sofferta ricostruzione. Del resto tutti i dati che li bollavano come criminali erano andati distrutti insieme al megacomputer che controllava e gestiva la vita di tutti gli abitanti del pianeta. Lo stesso imbelle presidente era stato cacciato a pedate e di lui si erano definitivamente perse le tracce sebbene qualcuno sussurrasse che era fuggito su Delius-4 dove faceva lo speculatore edilizio.

Il capitano poteva ormai a pieno diritto reclamare l’affidamento di Mayu e a tal scopo aveva già intrapreso tutte le pratiche necessarie, grazie anche al prezioso ausilio di Yuki e Tadashi.

L’arcigna direttrice non si sorprese più di tanto quando vide arrivare l’ex pirata accompagnato da una bella signora dai lunghissimi capelli corvini.

-Le presento la mia futura sposa, d’ora in poi Mayu vivrà con noi, le disse senza mezzi termini Harlock quando furono accolti all’ingresso dell’istituto. L’austera donna si aggiustò gli occhialini sul naso e squadrò severamente quella che sarebbe dovuta diventare la madre della bambina, poi accennò una smorfia di soddisfazione e disse: -La sua signora ha un’aria molto nobile, capitano, vedo che ha saggiamente scelto...-La mia molto nobile compagna è la regina Raflesia di Mazone, padrona di mezzo universo... le rispose Harlock con voce tranquilla. Lasciarono la direttrice che era rimasta letteralmente pietrificata dallo stupore e passandole accanto, si diressero verso il refettorio dove si era da poco conclusa la colazione dei bambini.

Harlock! Harlock! Sei tornato! La voce argentina della bambina risuonava nel lungo corridoio mentre correva incontro ai due visitatori. –C’è pure Raflesia! Come mai state insieme? Avete fatto la pace? Harlock l’abbracciò senza riuscire a trattenere le lacrime. Mayu in quei tre anni era parecchio cresciuta, ormai era una ragazzina di dieci anni, ma riuscì lo stesso a sollevarla per aria come un tempo. –Come al solito, mia piccola amica tu leggi subito nel cuore delle persone! Le disse la regina, abbracciandola a sua volta con tenerezza. –E’ vero io ed Harlock ci amiamo e abbiamo deciso di stare insieme! –E’ meraviglioso! Esclamò la bambina entusiasta, -Io l’avevo sempre pensato che facevate una bella coppia! A quel punto il capitano cercò di vincere la commozione che lo assediava e riuscì infine a dire: Siamo venuti a prenderti Mayu, d’ora in poi vivrai sempre con noi, con la tua famiglia!


Nota: Riferimenti diretti agli episodi n°27 e 34 della serie classica

 

 

   
 
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