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Autore: Neko    15/04/2009    3 recensioni
Quando si è dei mostri è poca la considerazione che le persone hanno di te...ma l'odio può essere così profondo da augurare la morte a un bambino?
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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In questi giorni mi sto dando alla pazza gioia con le ff. questa in particolar modo ci sono affezionata. Ovviamente anche in questa storia c’è qualcosa di drammatico e di triste.

È venuta fuori per puro caso e non so nemmeno come..stavo pensando al rapporto di Naruto e Tsunade ed è venuto fuori sta cosa.

Sarà composta da tre capitoli soltanto. Spero solo che vi possa piacere, anche se ci tengo a precisare che non so niente di medicina…quindi non so quanto di questa storia possa essere considerato realistico. Fatemi sapere comunque le vostre opinioni.

Buona lettura

Neko =^_^=

 

Capitolo 1

Era capitato di nuovo. Quel dolore al petto che lo soffocava il respiro da quando era piccolo. Ma lui, non si era mai lamentato. E con chi poteva? Era cresciuto da solo. Era odiato e guardato male da tutti gli abitanti del villaggio. Cosa poteva importare loro, se stava male?

A ogni attacco faceva l’unica cosa possibile. Aspettava che passasse. Passava sempre. Sarebbe successo anche quella volta.

Cavoli, ma quanto ci metteva? Doveva correre al campo di allenamento. Purtroppo quel male gli veniva sempre nei momenti sbagliati.

Il dolore si era attenuato e il respiro abbastanza regolarizzato. Non poteva aspettare oltre, doveva andare.

Si incamminò lentamente verso il luogo dell’incontro, dove i suoi compagni erano già li ad aspettarlo.

Naruto, ti sembra questa l’ora di arrivare? Stai prendendo la brutta abitudine di Kakashi-sensei ad arrivare in ritardo!” disse una ragazza dai capelli rosa

“Scusa ho avuto un contrattempo” disse facendo un respiro profondo.

Kakashi lo osservò. “Cos’hai Naruto? Non ti senti bene per caso?”

Naruto scosse la testa

Kakashi-sensei ha ragione, sei piuttosto pallido!” gli fece notare Sakura.

“Ho detto che sto bene. Vogliamo cominciare?” disse in modo sbrigativo, facendo insospettire ancor di più il maestro.

I sospetti dell’uomo furono confermati durante l’allenamento, dove Naruto non riuscì a dare il massimo delle sue capacità e presto si ritrovò inginocchiato a terra, bisognoso di ossigeno.

Kakashi chiamò i suoi due allievi “Ragazzi, per oggi basta così!”

Kakashi-sensei? ora è lei che sta male? Sono solo le 11 del mattino e noi abbiamo già finito l’allenamento? Oggi piove!” disse con ironia la ragazza dai capelli rosa.

Kakashi li condusse nell’ufficio dell’hokage. Sapeva che Tsunade doveva affidar loro una missiona, ma con la coda dell’occhio controllava Naruto. Il ragazzo faceva fatica a stare dietro ai suoi compagni, aveva l’affanno,la vista annebbiata e soprattutto il solito dolore al petto, il quale era ricominciato.

“Ben arrivato team 7! Ho un lavoretto per voi!” disse Tsunade aspettando le urla di gioia di un ragazzino biondo…le quali però non arrivarono.

Hokage-sama, le chiedo scusa per la mia richiesta, ma la pregherei di affidare questa missione a qualche altro team!” disse Kakashi in modo determinato.

“Come mai di questa richiesta Kakashi? Dammi una spiegazione!” chiese seria Tsunade.

ecco…ritengo che Naruto non sia nelle condizioni di lasciare il villaggio. Dovrebbe riposare per qualche giorno!” disse l’uomo facendo notare le condizione del ragazzo all’hokage.

Naruto guardò il maestro sorpreso. “io…io s-sto bene!” disse prima che una nuova fitta lo colpisse e lo facesse piegare in due.

Tsunade si precipitò verso di lui, mentre Sakura teneva il compagno. Furono le ultime cose che il ragazzo vide prima di essere avvolto completamente dal buio.

Naruto!” gridò Sakura.

Tsunade notò subito la mano che teneva stretta al petto e fu lì il primo punto che controllò con le sue capacità mediche.

“Accidenti! Dobbiamo portarlo immediatamente in ospedale!”

Kakashi prese in braccio il ragazzo e eseguì l’ordine appena impartito, seguito dal capo villaggio  e dalla sua allieva.

Naruto fu portato d’urgenza in una sala di controllo per uscirne solo mezz’ora dopo, trasportato su di una barella da alcuni infermieri.

Sakura raggiunse subito il compagno, ancora privo di sensi, accompagnandolo fino alla stanza a cui era stato designato.

Tsunade uscì dalla stanza a testa bassa…cercava una soluzione. Kakashi la raggiunse e subito le chiese informazioni sulle condizioni del proprio allievo.

“Come sta?”

Tsunade scosse la testa

“Non bene!” disse solamente.

Anche la donna e l’uomo raggiunsero Sakura e Naruto. Quest’ultimo giaceva nel letto con una flebo attaccato al braccio e legato una macchinetta per controllare il battito cardiaco e la pressione.

Sakura era spaventata. Mai lo aveva visto in quello stato. Per quante volte fosse finito in quel luogo, le sue condizioni non erano state mai così preoccupanti da doverlo collegare a macchine di controllo.

Tsunade-sama, cos’ha Naruto? Me lo dica per favore! Non mi protegga da una verità che potrebbe farmi del male!” l’implorò l’allieva.

Tsunade sospirò e decise di parlare delle condizioni del ragazzo sia a Sakura che a Kakashi.

“Le condizioni di Naruto non sono buone…al contrario!” disse la donna rattristata.

“Ma si riprenderà vero?” chiese la ragazza speranzosa.

“il suo è un caso complicato!” disse tsunade

“posso sapere quale sarebbe il problema?!” chiese il maestro.

 “Il suo cuore è il problema. È danneggiato e indebolito. Non so per quanto tempo potrà reggere. Gli abbiamo dato dei farmaci per fargli regolarizzare il battito, ma non è garanzia di sopravvivenza.”

“Non si può fare niente?” chiese Sakura. Non poteva arrendersi all’idea che Naruto potesse morire da un momento all’altro “Non può lasciarlo morire, lui è…ha solo 12 anni e…

Tsunade si avvicinò alla ragazza e le mise le mani sulle spalle “Sakura, farò il possibile per salvarlo”

“un trapianto di cuore non è possibile?” chiese il copia ninja.

“fosse stato un ragazzo normale si poteva benissimo procedere, ma dato che in lui è…” esitò a continuare, dato che Sakura ancora non sapeva, ma decise che era giusto metterla al corrente “…in lui c’è lo spirito della volpe a nove code. È probabile che il cuore di Naruto sia stato danneggiato dal suo chakra e un cuore nuovo non risolverebbe niente!”

“La volpe a nove code è sigillata dentro di lui? è impossibile…come…!” disse Sakura stupita dopo di che abbassò la testa “quindi mi sta dicendo che per lui non…non” non ebbe il coraggio di concludere la frase.

 “Se non troviamo una cura al più presto…non ci sarà alcuna speranza!” disse a testa china la donna.

Sakura non riuscì a reggere le ultime parole dette e scoppiò a piangere, mentre Kakashi mantenendo sempre la sua compostezza, strinse i pugni quasi a farsi male con le unghie.

Sakura venne mandata a casa a riposare, con il permesso di tornare nel pomeriggio, mentre Kakashi rimase ancora nella stanza di Naruto per un po’ prima di andarsene anch’egli.

kakashi? Naruto ti ha mai detto niente del suo male?” Chiese l’hokage.

L’uomo scosso la testa “Ultimamente l’ho visto un po’ affaticato, ma mai sarei andato a pensare una cosa del genere”

“è strano. Il suo cuore non può essersi ridotto così in pochi giorni!” disse Tsunade più che a Kakashi, a se stessa.

Dopodi chè tornò subito al lavoro. Doveva assolutamente salvare i ragazzo.

Nel pomeriggio Sakura si recò nuovamente all’ospedale, portando al suo compagno di squadra qualche fiore per abbellire la stanza. Si sedette accanto al suo letto, in attesa che si svegliasse.

 “Uhm” mugugnò il ragazzo svegliandosi.

Naruto!” lo chiamò felice Sakura.

Il ragazzo non riconobbe da subito la persona accanto a lui. Dovette prima riuscire a mettere bene a fuoco le immagini prima di capire che la sua compagna era accanto  a lui.

Sa-Sakura-chan!” disse debolmente “Do-dove mi trovo?”

“Sei in ospedale, Naruto! Sei svenuto all’improvviso, ci hai fatto prendere un colpo!”

“Mi dispiace!”

Sakura scosse la testa. Naruto non doveva scusarsi, ma riprendersi in fretta.

“Come ti senti?” chiese premurosamente la ragazza.

“mi sento molto stanco, come se non dormissi da giorni!” disse sinceramente il ragazzo, non riuscendo a fingere  di stare bene.

In quel preciso istante entrarono nella stanza Kakashi e Tsunade.

“Salve Naruto!” lo salutò il sensei.

“Vedo che ti sei svegliato? Come ti senti? Va meglio?” chiese godaime

Il ragazzo scosse la testa “ non esattamente, ma sopravviverò!”

Il volto di Tsunade si fece serio “Senti Naruto, è da qualche giorno che provi dolore all’altezza del cuore?”

“No!”

Vuoi dire che oggi è la prima volta che hai provato dolore?”

“No!”

Tsunade sgranò gli occhi “non capisco!”

“fin quando ero bambino provavo questo dolore al petto. Inizialmente durava qualche minuto e poi passava, ma crescendo esso è aumentato di intensità fino a farmi arrivare qui in ospedale!” ammise il biondo con una vena di tristezza nella voce.

Tsunade rimase sconvolta alla notizia e lo stesso gli altri

“Perché non hai mai detto niente? perché non ti sei mai fatto curare?” disse Sakura

Naruto, se ci informavi prima di questo tuo malesse, era più facile per noi curarti” disse Tsunade.

“Come mai non hai voluto avvertire nessuno’” chiese questa volta Kakashi.

Ma il ragazzo si voltò dall’altra parte e non rispose. Tsunade costringendolo a guardarlo glielo richiese e non si accontentò di un silenzio come risposta.

“perché a nessuno importa niente di me!” disse non guardando in faccia nessuno.

Naruto, cosa dici?”disse Tsunade stupita.

Il ragazzo continuò “Quando ero piccolo non sapevo nemmeno cosa mi succedeva. Non avevo nessuno a cui rivolgermi.  Pensavo che fosse qualcosa di normale, ma poi vedendo gli altri bambini giocare sempre allegri senza avere mai timore di sentirsi male, cominciai a farmi venire i dubbi. Verso l’età di 7 anni  quando il dolore cominciò ad aumentare, mi recai qui, all’ospedale di Konoha, ma non venni accolto a braccia aperte. Mi urlarono di andare via e che un mostro come me si meritava di stare male. Così cominciai a pensare che avevano ragione. Se la gente mi odiava tanto c’era un motivo, avevo fatto qualcosa di grave e quella era la punizione per le mie malefatte. Decisi di lasciare perdere e di resistere, tanto il dolore dopo qualche minuto di fitte, se ne andava senza lasciare la minima traccia del loro passaggio. Ho pensato che poteva trattarsi di una cosa grave, soprattutto quando fui abbastanza grande da capire cosa era la morte. Allora ho cominciato a pensare che se sarei morto a nessuno sarebbe importato, quindi perché dovrebbe importare a me? succeda quel che succeda!” disse Naruto non guardando in faccia i suoi interlocutori.

Naruto, ti rendi conto di quello che dici? Non ti importa di morire?” chiese Tsunade shoccata da quanto saputo.

“tanto tutti sareste felici di sbarazzarvi di me...della volpe a nove code” disse alzando la voce.

“Non devi nemmeno pensare a una cosa del genere, non è vero che per noi non conti niente!” disse Sakura, stringendo la mano di Naruto, il quale però si liberò dalla presa.

“Non è vero dici? Bugiarda! Voi credete solo che io sia un ragazzino buono a nulla, che si diverte solo a creare guai!”

Naruto io…” cominciò Kakashi, ma venne interrotto dal ragazzo

“che io sia il ninja peggiore che sia mai esistito, nonostante mi sia sempre impegnato. Un perdente!”

Naruto!” disse Sakura

“Un ragazzino rompiscatole, cresciuto male perché non ha genitori e che si diverte a rovinare le amicizie degli altri!” disse ricordando a Sakura le parole che aveva detto a Sasuke. Ebbene si, l’aveva sentita.

Sakura si portò una mano alla bocca shockata.

“Un ninja che dovrebbe lasciare perdere il proprio sogno di diventare hokage perché non è roba per dei mocciosi come me!” disse quest’ultima frase riferita a Tsunade, ricordandole che la prima sera del loro incontro gli aveva detto delle parole del genere.

“davvero pensi che noi ti giudichiamo così?” chiese Kakashi sorpreso.

“Non lo penso, lo credo. È quello che mi avete sempre dimostrato d'altronde. Ma non mi interessa. Non più ormai. Sono stufo di cercare l’approvazione degli altri. Tutti mi disprezzano e io proprio per questo odio tutti! Ho sempre cercato di essere allegro, di non offendermi per ogni insulto e umiliazione ricevuta. Speravo che in questo modo qualcuno avrebbe cominciato ad apprezzarmi e a dimostrarmi un po’ di affetto invece…niente è cambiato!”

Nessuno sapeva cosa dire. Mai avrebbero immaginato che la sua sofferenza potesse essere tale.

“Non è vero Naruto. noi ti vogliamo bene e ci teniamo a te. Te lo stiamo dimostrando cercando di starti il più vicino possibile in questo momento per te difficile!” disse Sakura

Naruto incominciò ad arrabbiarsi e il bip della macchina ad aumentare di frequenza.

“E ti sembra logico che qualcuno dimostri di voler bene a qualcuno solo quando  sta male?” urlò ai tre.“Non voglio la vostra p-pietà!” disse stringendo le lenzuola.

Il bip continuava ad aumentare e il respiro del ragazzo cominciò a farsi pesante.

Naruto calmati, nelle tue condizioni non devi agitarti, puoi peggiorare solo le cose.” Disse Tsunade avvicinandosi al ragazzo per farlo stendere nuovamente , dato che per lo scatto di rabbia si era messo a sedere.

Ma Naruto la scostò bruscamente.

“non mi toccare!” disse guardandola storto e mettendosi nuovamente sdraiato “ora voglio riposare…lasciatemi solo!” disse trattenendo quelle lacrime che sarebbero uscite appena i tre se ne fossero andati.

 

Naruto si svegliò nel cuore della notte. Aveva dormito male e inoltre il dolore era ricominciato. Trattenne più volte il respiro, gli sembrava che il male gli si affievolisse in quel modo.  Dalla finestra entrava la luce della luna. C’era la luna piena. Naruto l’adorava. Quando era bambino e di notte aveva paura del buio, le notti di luna piena osservava per diverso tempo quella sfera luminosa che era alta nel cielo che aveva il potere di confortarlo. Ma quella notte non fu così. Per quanto tempo potesse ammirarla, il ragazzo non riusciva a trovare il suo buon umore. L’unica cosa che voleva era una vita normale. Non bastava la volpe a nove code a impedirgliela, ora anche quel male si doveva intromettere.

“cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Me lo sai dire?” chiese bisbigliando alla luna, la quale però ovviamente non rispose.

 

Il mattino qualcuno entrò cercando di fare il meno rumore possibile nella stanza del ragazzo, il quale dormiva profondamente. Gli mise un carrello vicino e mentre gli cambiava la flebo si sentì chiamare.

Shi-Shizune?” disse Naruto appena svegliato.

Naruto-kun! Buongiorno! Come ti senti?” chiese la donna gentilmente

“direi meglio di ieri!” disse Naruto.

“sono felice, ma spero di vederti presto fuori da quel letto!” disse sorridendo “tieni, ti ho portato la colazione!”

“Ma che roba è?” chiese Naruto guardando il vassoio dalla donna datogli in modo schifato

“date le tue condizioni, è meglio che eviti di mangiare certe cose! Ti potrebbero fare male!”

“Fantastico! Non c’è mai fine al peggio!” disse sbuffando il ragazzo.

 

Quando Naruto finì la colazione

“buongiorno!” disse una voce di donna.

“Ciao nonna-Tsunade!”

“Sono venuta a controllare le tue condizioni!” disse avvicinandosi al ragazzo.

Naruto non disse una parola e aspetto pazientemente che finisse la visita.

“allora?” chiese il ragazzo

“direi che per oggi sei nella norma! Senti dolore?”

Naruto scosse la testa “Ora no, ma sta notte abbastanza!”

“Potevi chiamare qualcuno!” gli ricordò Tsunade-

Naruto scrollòle spalle “riesco a resistere e quel che conta e che ora stia bene!”

Naruto, solo perché non provi dolore, non significa che tu stia bene!” gli disse la donna con un tono serio e preoccupato.

Naruto abbassò la testa “Lo so!...Nonna-Tsunade? Io…non guarirò vero?”

La donna sgranò gli occhi. Come dire a un ragazzo di soli 12 anni che la sua  vita poteva aver fine da li a poco?

Naruto io…

“Sii sincera!”

“non è detto! Sei messo male, lo ammetto, ma non mi arrenderò senza combattere e nemmeno tu dovresti!”

Naruto annuì dopodiché Tsunade se ne andò lasciando il ragazzo nuovamente solo.

 

La mattina trascorse lentamente per il ragazzo. Nessuno era andato a trovarlo oltre a Shizune e Tsunade. Non aveva niente da fare e si dormire nemmeno ci pensava. Si sedette sul letto e togliendosi l’ago della flebo dal braccio e gli apparecchi di plastica collegati al suo petto per controllare il battito cardiaco e si diresse verso la finestra per vedere fuori. La spalancò  e si fece scompigliare i capelli dal piacevole vento primaverile.

Passarono solo pochi minuti dopo di che Tsunade, Shizune, Sakura e Kakashi entrarono in fretta e furia nella stanza di Naruto, facendo quasi cadere il ragazzo dalla finestra.

Naruto!” urlò Tsunade. “Stupido che non sei altro! Ti rendi conto di quello che hai fatto?”

Naruto la guardò senza capire

“per fortuna stai bene! ci hai fatto prendere un colpo!” disse Sakura.

“Eh?” chiese confuso il ragazzo.

Naruto, ti sei staccato dalla macchina che controlla il tuo battito cardiaco a cui noi medici siamo collegati. Non ci arrivava più il segnale del tuo battito e abbiamo temuto il peggio” gli spiegò pazientemente Shizune.

ops!”

“Torna immediatamente a letto! Con te è inutile ragionare. Anche se ti dico di non muoverti, tu fai sempre di testa sua!”lo rimproverò Tsunade

“non mi hai ancora detto di non  muovermi!” disse sincero il ragazzo.

Naruto, certe cose sono scontate!” disse Kakashi sospirando.

Tsunade gli risistemò tutto e vide che il suo battito era accelerato

“Mi avete fatto spaventare entrando così…è logico che sia così veloce!” si giustificò Naruto.

“la prossima volta non fare cretinate  del genere e nessuno si spaventa. Soprattutto tu!”

Naruto sbuffò “ok che sono abituato a stare solo. Ma confinato in un letto mi sembra una punizione!”

“Sbaglio o sei tu ad aver chiesto di voler stare da solo ieri sera?” chiese Tsunade “ e ora e colpa nostra se non veniamo a trovarti? Deciditi!”

Naruto la guardò storto. Perché rinfacciargli tutto?

Non disse una parola e voltò la testa contrariato.

“Ciao Naruto! tutto bene?” Chiese Sakura quando tutta quella scenata era finita.

Naruto annuì senza guardarla in faccia.

“ti ho portato qualche libro da leggere sul controllo del chakra! Può tornarti  utile!” disse la ragazza sorridendo

“grazie!” disse Naruto poco felice.

Kakashi sorrise “all’entusiasmo” del ragazzo “bhe non credo che Naruto li leggerà mai Sakura. Non è mai stato un grande studioso!”

Naruto sbuffò “ecco di nuovo che metti in risalto i miei difetti…eh kakashi-sensei?”

“un maestro deve far notare le carenze dei propri allievi!” gli spiegò Kakashi

“ma anche elogiarli quando fanno qualcosa di buono. Con Sakura fa entrambe le cose e con Sasuke faceva lo stesso. A me ha mai detto –bravo Naruto- o qualcosa del genere?” gli chiese l’allievo.

“l’ho pensato un sacco di volte! Non è vero che ti considero un ninja non capace. Hai delle abilità che solo tu possiedi, ad esempio hai una imprevedibilità impressionabile e questo ti rende capace di fare cose che altri ninja non sono in grado!”

“e perché se pensa queste cose non me le dice? Non ha pensato che mi avrebbe fatto piacere ricevere qualche complimento ogni tanto?facendomi notare solo i miei punti deboli non fa altro che smontarmi, mentre credo che la gente debba essere anche incoraggiata in quello che fa…e per quanto riguarda me nessuno ci pensa, ma perché continuo a stupirmi!” disse il ragazzo sospirando.

“Si, forse hai ragione, mi dispiace Naruto!” disse Kakashi ammettendo il suo errore.

 

Mentre Naruto e Kakashi discutevano, in un’altra stanza Tsunade trafficava con medicinali e cartelle cliniche. Non si era fermata un attimo da quando aveva scoperto delle condizioni di Naruto.

“Signorina, dovrebbe prendersi una pausa!” disse Shizune

“Non posso ogni momento potrebbe essere prezioso!”

 

intanto  mentre Sakura e Kakashi tenevano compagnia a Naruto, qualcuno entrò nella stanza senza permesso.

“Oh scusate! Stavo cercando Tsunade…Naruto? che ci fai qui?”

“Secondo te Shikamaru? Schiaccio un pisolino!” disse il ragazzo ironicamente.

“hai esagerato con gli allenamenti anche sta volta?” disse Shikamaru spontaneo. Infatti solitamente il ragazzo finiva in quel luogo solo dopo un duro allenamento.

“si, diciamo di si!” mentì il ragazzo che fu subito smentito da Sakura.

“no, non si è sentito bene e Tsunade l’ha ricoverato!”

“spero non sia niente di grave!” disse Shikamaru

Naruto abbassò la testa

“non mi piace la tua reazione!” guardò anche Sakura e Kakashi che aveva la testa bassa.

Kakashi si avvicinò al ragazzo e lo portò fuori. Solo li gli spiegò la situazione.

Intanto nella stanza era calato il silezio e Sakura si era seduta vicino a lui e gli sbucciava una mela.

“Tieni, ti farà bene!” disse la ragazza porgendogli il frutto.

“Grazie Sakura-chan! Magari bastasse un mela per farmi uscire da qui!”

Sakura gli sorrise “come dice il proverbio, una mela al giorno, leva il medico di torno. Magari funziona!”

Naruto stava per addentare la mela, ma non riuscì nemmeno a portarsela alla bocca, che la frutta gli cadde di mano e una fitta lo sorprese.

aaaah” gridò Naruto portandosi le mani al petto e piegandosi in avanti.

Naruto? Naruto cos’hai?” chiese Sakura allarmata cercando in qualche modo di aiutarlo.

La macchinetta del battito cardiaco sembrava impazzito e da li a pocoTsunade piombò nella stanza.

Anche Shikamaru e Kakashi, che erano ancora fuori dalla stanza a parlare, entrarono a vedere.

“Cosa sta succedendo?” chiese preoccupata la donna.

“non lo so, si è sentito male all’improvviso” disse Sakura.

Tsunade si avvicinò al ragazzo e cercò di farlo sdraiare.

“Calmati Naruto! cerca di fare respiri profondi e vedrai che passerà!” gli disse

Naruto provò a fare come le disse, ma non cambiava niente. Gli sembrava che qualcuno si divertisse a ficcargli degli aghi nel petto, i quali ogni volta si facevano sempre più appuntititi.

“Accidenti!”

Sakura guardava la scena spaventata. Avrebbe tanto voluto aiutare il suo compagno, ma sapeva di non poter fare niente. L’unica era sperare in Tsunade.

Shizune, porta subito il medicinale che abbiamo appena terminato!” ordinò la donna all’assistente.

La donna non se lo fece ripetere due volte e poco dopo fu li con ciò che l’hokage le aveva chiesto.

Prese il braccio del ragazzo e chiedendo agli altri di tenere fermo Naruto, gli iniettò una sostanza che avrebbe dovuto calmarlo. Ora non restava che aspettare.

Furono dei minuti lunghissimi soprattutto per il biondino, il quale per il dolore aveva perso i sensi e ora si ritrovava a respirare a fatica.

“Sembra che per il momento il peggio sia passato!” disse Tsunade “Ma non è detto quanto questa medicina durerà!”

 

  
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