Nel ciclismo di altri tempi, un corridore dilettante riesce a battere per ben tre volte in volata Loretto Petrucci, futuro gregario di Fausto Coppi, nonché vincitore di due Milano-Sanremo. Una di queste vittorie, quella di cui parla il componimento, avviene in una corsa a Modena, dove Petrucci crede di avere già vinto. L'artefice della beffa, un corridore veneto di Nogara, con alle spalle una giovinezza segnata dalla fame e dalla Guerra, in particolare fa parte di una disastrosa spedizione italiana in Russia sul Don, dalla quale esce vivo, ma con un ginocchio malconcio, che gli compromette la carriera da professionista. Questo personaggio si chiama Clementi Arduino e, come avrete intuito,
è mio nonno.