Hail Hydra.

Due semplici parole bastarono a farti cadere il mondo addosso, non è così, Tony? Non tanto per quali fossero, ma da chi provenissero.

Eri riuscito a rialzarti, usando i ginocchi come appoggio e le braccia a sorreggerti, ma solo fisicamente. Il tuo sguardo pieno di lividi ancora guardava con stupore quel volto deformato da un ghigno, sinistro.

«Che ti prende, Tony?»

Neanche la sua voce era la stessa, era più maligna. Lo osservavi avvicinarsi, flettersi sulle ginocchia e sollevarti per il mento. Lo stesso ghigno di prima gli deformava i lineamenti, quei tratti che consideravi amici, alleati. Tranne in questa futile guerra, dove per la prima volta eravate l'uno contro l'altro, tranne nell'istante in cui aveva pronunciato quelle due parole.

«Non riesci a far del male al tuo prezioso Steve?»

No, non ci riuscivi. Per te Steve era tutto: un amico, un confidente, un fratello, un alleato, un amante. Tante, tantissime cose ma non un nemico.

Quello che avevi davanti non era Steve.

Quello che avevi davanti era un altro.

Non poteva essere vero.

Volevi urlare, chiamarlo per nome ma era inutile. Lo shock era grande.

Un'altra ghignata ti rimase impressa nella mente, mentre lasciava la presa e si allontanava, lasciandoti lì. Incredulo, shockato.

Ti salverò dall'oscurità, Steve. Te lo prometto.