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I am doll eyes, doll mouth, doll legs.Bit veins, dog bait.
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- La perfezione era la tela su cui era disegnata.
- Il tessuto con cui i suoi occhi, la sua bocca, erano stati ricamati sulla pelle diafana.
- Occhi cerulei, dipinti con cura come nelle più raffinate porcellane cinesi.
- Bocca da bambina, gonfia e succosa come un frutto d’estate.
- Labbra celestiali, labbra che potevano far trascendere al paradiso.
- Labbra che celavano le voglie dell’inferno.
- La perfezione era la tela su cui era disegnata.
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DOLL PARTS_ Some day you will ache me like I ache _
- Corpo di bambola, cuore di bambola.
- Diva travestita da lucciola.
- Perché Ino doveva essere così: brillante e mutevole, in grado di abbagliare chiunque le passasse di fianco.
- La ragnatela d’argento che assiduamente tesseva intorno a sé serviva a intrappolare l’esistenza degli altri nella sua.
- Piacere ricavato nell’ammaliare ogni goccia d’uomo che scivolava sul suo corpo; piacere intenso nell’osservarli brillare immobili sulla punta delle sue dita.
- Un perverso gioco di superiorità nei confronti del mondo, forse lo spasso ricercato nella noia di una vita che sembrava offrirle sempre quello che desiderava.
- Ogni cosa.
- Tranne che lui.
- Lui e il suo fardello sconosciuto.
- Lui e il suo peccato.
Yeah they really want youThey really want youBut I do too- In equilibrio su tacchi vertiginosi, così sottili che spesso lei stessa si chiedeva come potessero fare a non spezzarsi come cristallo, percorse leggera la via.
- Puttane, delinquenti, clienti, spacciatori.
- Non c’era nulla per lei in quel posto, nulla che agli occhi del mondo potesse valere qualcosa, ma senza digressioni lei camminava.
- Come pallidi fili colorati dalla luna i capelli si distendevano sulla sua schiena, fino ad accarezzarle le anche nude in un intimo abbraccio; la fecero fremere nel vento insieme alla promessa imminente del suo arrivo.
- E poi sospirò.
- Lungo anelito d’aria fremente, piccolo assaggio orgasmico racchiuso in quell’ odore.
- Forse sì, forse non c’era niente, ma conciso in quella forma il niente per lei diventava tutto:
- Un essere umano come tanti.
- Un ragazzo che aveva un cuore, dei muscoli, polmoni per respirare.
- Sangue nelle vene; insieme a veleno.
- Itachi Uchiha era all’ultimo livello della categoria degli invisibili.
- L’uso e il consumo di una società che sceglieva di chiudere gli occhi.
- La bellezza irrisoria della devastazione, la tentazione decisa e dolce che brama il peccato.
- Il ragazzo era lì davanti a lei, posato contro un lampione fatiscente, e fumava una sigaretta sbirciando con aria disinteressata le macchine che gli sfrecciavano accanto.
- Era in vendita anche lui, forse il più in vendita in quel mercato del sesso.
- Aspettava fieramente rassegnato il prossimo passaggio che l’avrebbe condotto dritto nel suo inferno personale.
- Lo faceva per la droga, ovvio. E poi per quel leggero velo di autodistruzione, ma questo non era così importante.
- Il suo buco molto di più.
- Ino lo sbirciò, il cuore che già batteva troppo in fretta. Non si chiese perché gli accadesse.
- D’altronde lo sapeva già…perché sarebbe arrivata fino a lì se no?
- Perché proprio in quel postaccio malfamato, ricettacolo di tossici e battone?
- Se avesse voluto un pò di sesso non avrebbe avuto bisogno di comprarselo, e se avesse voluto un pò di droga le sarebbe bastato fare una chiamata, e le avrebbero suonato alla porta cinque minuti dopo consegnandole i balocchi richiesti direttamente fra le mani.
- Era ovvio che fosse lì per lui, così ovvio che non poteva esserlo.
- Non gli importava di lui.
- Perché non poteva importargli.
- Lei non aveva sentimenti.
- Lei non si innamorava.
- Lei non era un essere umano, era solo una bambolina di porcellana e materiali sintetici, che si illuminava al premere dell’interruttore e si guardava finché non si era stanchi.
- Poi semplicemente la si lasciava, tanto c’era qualcun altro in coda per averla, e tanto la prossima volta che se ne avrebbe avuto voglia lei sarebbe stata ancora lì.
- Non stanca. Col trucco non sbavato. Con i vestiti opalescenti. Un flash nel buio..
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I want to be the girl with the most cakeI love him so much he just turns to hateI fake it so real I am beyond fake
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- Lui alzò la testa al cielo lasciando uscire il fumo dalle labbra sensualmente, poi, quando riabbassò il viso, la vide.
- Fiaccamente, languido come in ogni suo movimento, si tirò in piedi, aspettando che lei gli si avvicinasse.
- Ino sentì all’istante qualcosa agitarsi all’altezza del suo basso ventre, ma lo soffocò, irritata dall’occhiata sprezzante che il ragazzo le aveva lanciato.
- Le iridi di Itachi erano crudeli; nere, ma assumevano quasi un color vinaccia quando riflettevano così le luci rosse della trasgressione immortalate in un insegna alle sue spalle.
- - Non hai da rimorchiare nessuno oggi, Uchiha? -
- Chiese, accertandosi di utilizzare la stilla spietata che lui le faceva nascere in gola per modulare la voce.
- Lui sorrise appena, sprezzante, senza nascondere quanto la presenza di lei lo infastidisse.
- - E tu non hai nessuno da cui farti sbattere Yamanaka? -
- Fu il suo turno di trattenere un sorrisino arrogante, inclinò le sopracciglia in una linea di educata sorpresa.
- - Proprio tu parli di questo? - chiese, sbattendo gli occhi con tutto il candore che possedeva.
- Lui indurì lo sguardo.
- Le diede le spalle e spinse in avanti il bacino, esponendo se stesso alla corrente di macchine sulla strada.
- Non le rispose, e questo la indispettì di nuovo.
- - Colpito nel segno, giusto? - insisté allora.
- Pungolarlo era sfogare qualcosa che premeva dentro di lei, un urlo represso di dolore e solitudine che implorava di trovare fine.
- L’altro di nuovo non le rispose e lei attese in silenzio, accontentandosi di guardare la linea della sua schiena ampia e sicura, fantasticando di affondarvi le unghie e di aggrapparcisi fino allo stremo delle forze.
- Una macchina rallentò appena davanti a Itachi, e Ino colse lo sguardo attento del guidatore valutare la mercanzia, così come lo colse il ragazzo stesso.
- Si irrigidì per un attimo appena prima di inclinare il mento verso l’autista, in un invito chiaro come il sole.
- Un attimo che per lei fu però più che sufficiente; sentendo qualcosa di non molto dissimile dall’indignazione omicida di un’amante la ragazza percorse veloce la distanza che la separava dal palo, sovrapponendo la sua immagine a quella di Itachi in un gesto protettivo.
- La macchina passò oltre e lei sospirò piano.
- Quando si voltò verso di lui colse nei suoi tratti una smorfia derisoria che la ferì.
- - E questo gesto cosa significava? -
- - Solo che ci sto parlando io con te. Puoi dare il culo a chi ti pare, ma solo quando mi sarò annoiata. -
- Sentì le dita di Itachi affondarle nel braccio ancora prima di rendersi conto del suo scatto.
- - Qui non sei sotto la campana di vetro che ti circonda di solito, ricordalo.
- Io non sono uno dei soldatini che muovi a tuo piacimento. -
- Averlo così vicino la mandava in confusione. Cercò di controllare l’attacco di paura e desiderio che aveva scatenato nel suo petto avere il suo peso addosso, ma l’odore forte, muschiato che le si insinuò nelle narici la fece arrendere.
- Lui la scosse.
- - Hai capito quello che ti ho detto? -
- Il tono feroce ruppe la cappa che si era creata intorno a lei.
- Si liberò con uno strattone e si passò una mano tra i capelli per riordinarli sulle spalle.
- - Sì. -
- - Mi hai fatto perdere dei soldi, stupida. -
- Ino inspirò aria, di nuovo umiliata.
- L’opinione che lui aveva di lei non era un mistero.
- - Tu non sai nulla di come vivo io, sai? - provò a difendersi.
- - Già, non lo so e non lo voglio sapere! Ma lo immagino, e mi fa schifo. -
- Lei si impietrì sotto le sue accuse, sotto quelle frasi dette con disgusto gelido.
- - Invece il tuo modo di vivere è migliore vero? Molto consono, molto pulito! -
- - Non ho bisogno che una bambina viziata come te venga qui a farmi vedere quanta merda ci sia nella mia vita, Yamanaka. -
- Ora il suo volto era di nuovo impassibile, si riappoggiò al palo alle sue spalle.
- - Già, - assentì lei.
- Con uno scatto aprì la borsetta e ne tirò fuori il portafoglio. Prese a caso un paio di banconote e gliele tese.
- - Tieni, - disse senza guardarlo, - per quelli che ti ho fatto perdere. -
- Sentì le sue dita strapparle via i soldi dalle mani senza riguardi.
- Inspirò di nuovo e si voltò, rigida, allontanandosi.
- - Alla prossima, Uchiha. -
- Dopo qualche passo sentì la sua voce richiamarla.
- - L’oro non lo troverai alla fine di questo vicolo Yamanaka, perché continui a venire? -
- Ino si girò, stupita. Nella voce di lui non c’era traccia di sarcasmo, non c’era traccia cattiveria.
- La ragazza deglutì.
- - Cosa stai cercando qui? Cosa stai cercando da me?
- Non ho niente da darti che tu non possa avere di migliore. -
- - Vedi, l’oro si compra Itachi, si beve come acqua. Si consuma, e alla fine non resta niente.
- Ma… l’amore, quello si aspetta. -
- Lui alzò la testa al cielo lasciando uscire il fumo dalle labbra sensualmente, poi, quando riabbassò il viso, la vide.
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Some day you will ache like I ache
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_____ Fine _____
- La canzone è Doll Parts di Courtney Love.
- Questa è la traduzione delle farsi che ho usato se vi interessa:
- Io sono occhi di bambola,
- cuore di bambola,
- gambe di bambola,
- grandi vene,
- tormento di cani.
- Yeah, loro davvero ti vogliono,
- loro davvero lo fanno,
- ma anche io.
- Io voglio essere la ragazza con più torta,
- Lo amo così tanto che lo odio.
- Fingo così realmente che sono al di là della finzione.
- E un giorno mi vorrai come io ti voglio.