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Autore: Novizia_Ood    25/06/2016    3 recensioni
OS ispirata ad alcune foto del #Setlock, quindi possibili spoiler della S4. || OS - 1.329 parole
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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War is Love 

 

Il ritorno a casa non era mai sembrato così lungo a Sherlock, forse perché la sua mente aveva vagato più di quanto non dovesse e per la prima volta si era fermata a riflettere su qualcosa che non avesse come punto centrale la risoluzione di un crimine.

“La prossima volta dovresti fidarti più di me. Lo sentivo che fosse andato lì, come hai fatto a non pensarci anche tu?” Esordì John una volta in casa, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle. Chiaramente il suo corpo aveva ancora in circolo tutta l’adrenalina accumulata durante l’inseguimento finale, lo stesso inseguimento che per poco non gli aveva regalato un’altra cicatrice, questa volta sul braccio.

Sherlock in realtà lo aveva capito subito che l’assassino si sarebbe trovato a Holloway quella mattina, lo aveva dedotto da più prove messe insieme e non era certo andato a senso come aveva fatto John. E ciò nonostante aveva provato in tutti i modi a creare una falsa pista per far sì che lui seguisse quella sbagliata.

“Non riesco a capacitarmi del fatto di essere stato più sveglio di te questa volta. Davvero!” Esclamò con un sorriso sulle labbra mentre affondava nella sua poltrona rossa tornata al suo posto. Il suo tono elettrizzato ed eccitato tradiva tutta l’adrenalina e la soddisfazione che in quel momento stava provando.

La sua dose l’aveva avuta per quei tre giorni. E ora?  

“John - fece una pausa sfilandosi il cappotto per appoggiarlo sulla sedia. - Quella di oggi è stata un’eccezione. Tu, Mary e la bambina…” e Sherlock doveva ammetterlo, per un attimo era stato lusingato che il suo migliore amico, pur di non abbandonarlo, lo aveva seguito portandosi dietro tutta la famiglia. Ma questo almeno finché non si era passato all’azione e solo a quel punto Sherlock era stato capace di non pensare più egoisticamente. 

Solo a quel punto aveva veramente ricordato la promessa fatta sia a lui che a sua moglie e non l’avrebbe disonorata mai. 

Andare avanti il quel modo sarebbe stato impossibile, oltre che da incoscienti.

“Cioè?” Aveva ancora dipinto il sorriso in faccia, segno di un John che non aveva ancora capito che piega avrebbe preso il discorso.

Perché Sherlock ormai lo conosceva. Lo sapeva che non appena avrebbe capito, avrebbe arricciato il naso facendo quella strana smorfia con la bocca prima di restare a fissarlo arrabbiato. Avrebbe davvero evitato che si arrabbiasse, se solo avesse potuto. 

Ma in quel momento non poteva; in quel momento avrebbe subito qualsiasi sguardo arrabbiato, deluso o tradito. 

“Cioè non voglio che mi seguiate mai più durante i casi.” Sputò fuori prendendo posto anche lui sulla poltrona davanti a quella di John, senza però incrociare lo sguardo dell’altro, facendo finta che il giornale che ora aveva tra le mani fosse più importante di qualsiasi altra cosa.

“E perché mai?” A giudicare dal tono non aveva ancora assunto nessun’espressione particolare. “Insomma, Rosie è stata bravissima e se non fosse stato per Mary saremmo ancora-”

“Lavoro decisamente meglio da solo.” Tagliò corto Sherlock e fu solo allora che alzò lo sguardo trovando esattamente l’espressione che si aspettava. 

John tirò su con il naso irritato.

“Da solo? Davvero?” Chiese mettendo il gomito sul bracciolo per mantenersi la testa che ora appoggiata al suo pugno chiuso.

“Lo sai.” Rispose come se quelle due parole potessero bastare, ma non bastavano nemmeno a lui. Si alzò dalla poltrona come scosso da un bisogno impellente di allontanarsi da quella posizione troppo vicina e troppo esposta al cambiamento di umore di John.

“No, non lo so Sherlock. Perché fino ad ora tutte le volte che ti sei trovato da solo hai rischiato le penne.” Lo provocò e a quelle parole il detective tornò a guardarlo in faccia, con le mani tranquillamente nelle tasche dei pantaloni scuri.

“Me la so cavare da solo. Tu adesso dovresti avere altre priorità.” Non voleva essere brusco e nemmeno incolparlo per qualcosa, semplicemente erano così che stavano i fatti allo stato delle cose.

“Suppongo di sapermi prendere cura di me stesso e di essere abbastanza grande da prendere le mie decisioni da solo.” Replicò immobile John. 

Era già sulla difensiva. 

Perché se Sherlock era diventato sensibile ai cambiamenti di umore di John, John era diventato abile a restare immobile sul posto ogniqualvolta Sherlock provasse a spingerlo via. 

“Non credo che tu riesca a vedere la gravità della situazione al momento.” Rispose senza guardarlo di nuovo e voltandosi verso la finestra. 

“Sherlock, non c’è nessuna gravità. Mary ci può aiutare, ci è stata molto utile questa volta e per la bambina potremmo semplicemente trovare una baby-sitter. Non avevo certamente intenzione di portarla sempre sulle scene del crimine e simili. Questa volta è capitato.” Una giustificazione che non fece cambiare per nulla idea a Sherlock. 

“Hai una moglie e una bambina, dovresti prenderti il tuo tempo e abituarti alla vita da civile. Questa volta per davvero.” Concluse senza voltarsi a guardarlo nemmeno per un attimo. A giudicare dalla velocità della risposta, Sherlock capì che non si sarebbe risolta velocemente quella discussione.

“Me ne stai facendo una colpa?” John assottigliò gli occhi e si mosse a disagio sulla poltrona, spostando il busto da destra a sinistra. Stringendo un po’ di più il pugno chiuso sul ginocchio.

“No, tu te ne stai facendo una colpa.” Questa volta non avrebbe coperto il bisogno di John, non avrebbe fatto finta di non capire ciò che forse stava facendo inconsciamente. 

Il suo bisogno di adrenalina, il suo bisogno di essere costantemente sul campo da battaglia cozzava completamente con il concetto della famiglia caratteristica. Sherlock non gli avrebbe permesso più di rischiare la vita solo per seguire un folle come lui.  

“E questo cosa vorrebbe dire? Sentiamo.” Era andato sulla difensiva e nessuno lo avrebbe più spostato. Dopo tutto Sherlock gli riconosceva anche l’essere molto testardo.

“Non puoi conciliare le cose, John. Non questa volta.” In realtà non ci era mai riuscito, ecco perché ogni sua nuova compagna - o meglio fiamma per quanto bruciassero in fretta prima di sparire - non era stata capace di durare più di un paio di mesi. 

La vita che John voleva e quella che avrebbe dovuto volere erano troppo diverse, inconciliabili per quanto lui si affannasse nel viverle entrambe.

“Non avrei mai dovuto conciliare nulla se non fosse stato per te.” E fu a quel punto che Sherlock perse completamente il filo del discorso.

“Cioè?” 

“Quando sei morto. Sono dovuto andare avanti.” Sibilò quasi tra i denti, senza scostare lo sguardo dal suo. E per quanto Sherlock non fosse bravo a capire i rapporti umani, in quel momento capì che il risentimento di John nei suoi confronti forse era più di quello che avesse dato a vedere fino a quel momento.

“Sei andato avanti perché lo volevi, lo sentivi giusto.” Sherlock provò a mettersi nei panni di John, provare a capire le sue scelte attraverso i suoi occhi. Ma proprio quella volta, forse, aveva sbagliato deduzione.

“No! Io l'ho fatto perché dovevo. Fosse stato per me sarei saltato giù da quel palazzo con te.” Pausa. “Magari io sarei morto davvero.” 

Ci fu un silenzio interminabile durante il quale Sherlock aveva assorbito tutte le sue parole e aveva cercato di non capirle fino in fondo. Avrebbe dato a quelle frasi troppa importanza, avrebbe visto confessioni di John che non erano comunque uscite dalla sua bocca. Era possibile che… no.
Era solo un tossicodipendente al quale era stato appena detto dallo spacciatore che non avrebbe avuto più niente.
Sherlock lo faceva per lui e questa volta non gli sarebbe importato quanto lo avrebbe odiato o quanto si sarebbe odiato. Avrebbe fatto la cosa giusta e basta.

“Non voglio che tu venga più. Fine della storia.”

John aveva troppo bisogno di quella vita spericolata ed era proprio per quel motivo che Sherlock doveva allontanarlo prima che si trovasse in un guaio dal quale non sarebbe stato più capace di salvarlo.

“Vai al diavolo, Sherlock.” 

Disse John prima di alzarsi e uscire dalla casa, sbattendo la porta dietro di sé.


 

Angolo della scrittrice:
In punta di piedi arrivo sempre, proprio come quest'altra velocissima OS partorita dopo aver riflettuto un po' sul destino della S4 viste le foto del #setlock. Diciamo che la felicità di vedere Mary e la bambina, con John e Sherlock durante un caso, non mi ha colpita per niente. Anzi, spero proprio che Sherlock sia capace di allontanarlo così. Magari il nostro John testadec*zzo Watson si sveglia una volta per tutte! 
Detto questo, auguro buona notte a tutti e aspetto i vostri commenti che sono sempre illuminanti e belli da leggere!!

Grazie per aver letto e alla prossima! 

 

  
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