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Autore: taisa    17/04/2009    7 recensioni
Vegeta è vedovo con due figli, che per aiutarlo faranno di tutto pur di restare sempre al suo fianco. [Pairing: Bulma/Vegeta]
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Trunks, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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ALWAYS BY YOUR SIDE

ALWAYS BY YOUR SIDE

*

Vuoto insostituibile

*

I suoi occhi si ostinavano a osservare l’altra metà del suo letto, forse contro la sua volontà. Volontà che pareva annullarsi dietro quelle iridi scure, fisse sulle lenzuola troppo ben fatte. E più s’imponeva di non guardare e meno ci riusciva. Catturato da un ricordo che pareva vivere costantemente davanti ai suoi occhi.

Il rumore della sveglia, infine, lo destò dai suoi pensieri inconsci, che vivevano nella sua mente senza tuttavia lasciare alcuna traccia. Lui, Vegeta, si voltò a osservare la radiosveglia che segnava impietosamente le sette di mattina. Che differenza faceva, dopotutto? Per una persona che non era riuscita a dormire nemmeno un minuto, che aveva invece passato tutta la nottata, o quasi, a fissare un posto vuoto, ricoperto solo da ricordi apparentemente sbiaditi.

Sbuffò sonoramente, tornando a vivere in un mondo che sembrava deserto, vuoto sotto ogni punto di vista. Proprio come lui, proprio come si sentiva in quel momento. Vuoto. Uno di quei pensieri vaghi e lontani che rilegava ostinatamente nei pensieri più profondi, fingendo di non averlo pensato né percepito.

Si alzò dal letto già stufo di quella giornata, ma d’altro canto restare lì non gli sarebbe servito a nulla, anzi.

Si trascinò verso la cucina, camminando a piedi nudi e col capo chino, ancora immerso in fantomatici pensieri. Poggiò la mano sulla maniglia spalancando la porta. Immediatamente i suoi occhi scrutarono la figura seduta accanto al tavolo.

*

Lei si voltò a guardarlo appena udì il cigolio della porta, osservò lo sguardo assonnato. Gli sorrise dolcemente, mentre lui la guardò apparentemente disinteressato, non potendo fare a meno di pensare che era fin troppo allegra per essere le sette di mattino. Soprattutto per una persona che detestava profondamente alzarsi troppo presto.

“Buongiorno tesoro” lo accolse cordiale, afferrando una tazza disposta sul tavolo e riempiendola fino all’orlo come ogni mattina. Vegeta fissò i suoi gesti restando sulla porta, così com’era ormai una specie di rituale che compievano tutti i giorni. Anche il successivo mugolio insonnolito faceva parte di questo consueto risveglio, che lei non faticò a interpretare come una risposta.

Vegeta si avvicinò al tavolo e attese alcuni secondi. Poi, puntuale come un orologio, udì ciò che si aspettava di sentire, spiegazioni. “Se non ti spiace, in ufficio arrivo un po’ più tardi del solito oggi. Dopo che ho accompagnato Bra, devo passare dal meccanico per comprare alcuni attrezzi. Mi servono per la revisione mensile dei mezzi” gli spiegò tutto d’un fiato. Mentre Vegeta comprese finalmente il motivo di tanta allegria… l’unica donna al mondo che amava sporcarsi di olio per motori l’aveva sposta lui.

Si limitò a guardarla, facendo spallucce, lasciandole intuire che aveva ricevuto silenziosamente il messaggio. Gli occhi azzurri di lei lo fissarono per pochi istanti, prima di porgergli la tazza di caffè, come se si trattasse di un premio. “Allora…”

*

“… ti va del caffè?” lo riscosse la voce, costringendolo bruscamente a tornare con i piedi per terra. Facendo svanire come una bolla d’aria quel ricordo apparentemente così insignificante. Infatti, si domandò quale assurda ragione lo aveva costretto a ripensarci.

Vegeta osservò gli occhi azzurri di sua figlia, che con estrema gentilezza gli mostrò la moca ricolma di caffè fumante. Restò immobile per diversi secondi, poi scosse leggermente il capo. “No, faccio da solo” stabilì perentorio, suscitando un’espressione dispiaciuta sul volto della bambina.

Bra gli guardò le spalle mentre si accingeva a prepararsi la propria colazione. Ne contemplò ogni gesto per tutto il tempo. Infine, quando lui si accomodò allo stesso tavolo, riprese a mangiare i suoi cereali, sbirciando di tanto in tanto l’espressione paterna.

Il genitore parve non accorgersi delle velate attenzioni della bambina, che di sottecchi non aveva mai smesso di esaminare la sua espressione. Vegeta pareva più intento a fissare la bevanda nel suo bicchiere, perdendosi nel colore denso, e senza mai assaporarlo.

“Buon giorno a tutti” esordì il terzo membro di quella piccola famiglia. Trunks osservò prima la sorella poi il padre, percependo a sua volta una strana atmosfera. Non impiegò molto prima di intuirne la causa. Si soffermò dunque sulla figura paterna per quale istante di più; sospirò, senza attendere risposta da nessuno dei due e, come chi lo aveva preceduto, si servì la propria colazione.

“Papà, c’è da andare a fare la spesa” osservò, appena si ritrovò a fissare un frigo abitato solo dai ripiani e poco altro. Vegeta alzò lo sguardo verso di lui. Un po’ distratto impiegò molto più del solito a comprendere le parole del figlio. “Vai a farla allora” ordinò tassativo, senza apparire sconvolto o, in altrettanta misura, interessato.

Il ragazzo si esibì in una smorfia di disappunto, e infine annuì. “Ti lascio dei soldi all’ingresso” si limitò ad aggiungere l’uomo, alzandosi dalla propria sedia.

Bra osservò il padre avviarsi alla porta della cucina. “Papà” lo bloccò, poco prima che lui potesse posare la mano sulla maniglia della porta, “Mi accompagni tu a scuola oggi?” gli domandò speranzosa. Vegeta le rivolse uno sguardo un po’ assorto, per un solo istante. “Io devo andare a lavoro, fatti accompagnare da tuo fratello” stabilì risoluto, senza darle alcuna opportunità di replica. A Bra, infatti, non restò che osservare la porta chiusa, dietro la quale aveva visto sparire il genitore.

Trunks si accomodò accanto alla sorellina, assaporando la prima cucchiaiata dei suoi cereali. Gli occhi di Bra, nel contempo, si fissarono sulla tazza di caffè che suo padre non aveva neanche assaggiato. “Fratellone…” mormorò mogiamente, osservando la propria scodella e giocando con i fiocchi di cereali rimasti a galleggiare nel latte. Il giovane scostò lo sguardo su di lei, in attesa di sapere quale fosse la sua preoccupazione.

“Mi manca la mamma, e poi… non mi piace vedere papà così… triste” confessò mesta, trattenendo a stento una piccola lacrima che si fermò sul bordo del suo occhio. Il maggiore la osservò con un’espressione comprensiva. Fosse solo per il semplice fatto che le stesse sensazioni le provava lui stesso. Amorevolmente le scostò una ciocca di capelli azzurri dalla fronte, pensando che a dieci anni non era giusto perdere così tragicamente la madre.

*

Vegeta scrutò per diversi istanti l’insegna dell’agenzia di traslochi sulla quale era inciso il suo nome. Beh, a dire il vero il nome era quello di suo padre, visto il simpatico appellativo di junior che terminava il proprio nome, allo scopo di distinguerlo dal suo vecchio. Fortunatamente era un nomignolo che nessuno osava usare con lui, dimenticandosi dunque di quel fastidioso particolare.

I suoi occhi si scostarono quindi sull’ingresso che si prestò a varcare. Il tintinnio del campanello posto sulla porta non parve interessare, né distrarre, le persone che bivaccavano accanto ai camion posteggiati nell’immenso garage.

“Ho vinto! Paga bello!” sentì urlare a uno dei due bestioni alle prese con un gioco di carte. “Bastardo!” imprecò l’altro, osservando il suo mazzo, non troppo contento della sorte che gli era toccata. Lasciò cadere i foglietti decorati sul tavolo, prima di andare a cercare il portafogli in una tasca della divisa da lavoro.

Il compare gli allungò una mano, in attesa del suo premio, scostando lo sguardo verso l’ingresso e notando, finalmente, il capo che li stava fissando già da un po’. “Ah! Ehi… ciao Vegeta” lo salutò il capellone, facendo voltare anche il compagno di giochi. “Oh, Vegeta” gli fece cenno col capo il pelato, sempre alla ricerca del denaro.

Vegeta si limitò a guardare i due omoni per pochi secondi, prima di dirigersi silenziosamente verso quello che era il suo ufficio.

“Oggi ci dovrebbe essere la revisione mensile, Vegeta” lo bloccò una terza voce, apparendo da dietro uno dei bestioni parcheggiati. Il capoufficio si rivolse a guardarlo, senza aggiungere una sola parola. Tuttavia, Goku, lesse i suoi pensieri in maniera anche fin troppo chiara. Molto più di quanto l’amico volesse o sperasse. “Occupatene tu, chiedi a tuo figlio” si limitò a ordinare, prima di sparire dalla vista dei tre dipendenti.

Goku osservò la porta, sulla quale era inciso il nome dell’amico, per alcuni istanti, poi tornò a fissare i suoi colleghi che nel frattempo avevano sospeso la partita a carte. “Era una delle cose che faceva lei” sembrò ricordarsi Radish, scrutando di sottecchi l’espressione del fratello minore. Anche Nappa osservò il più piccolo tra loro, inarcando leggermente un sopraciglio. “Si può sapere perché devi sempre chiederglielo? Tuo figlio lo sa che deve venire una volta al mese per fare la manutenzione” gli ricordò il colosso, senza realmente comprendere il comportamento dell’altro.

Goku intersecò le braccia rivolgendo la sua attenzione alla porta dell’ufficio. Lo sguardo serio e inflessibile lasciava intravedere una nota di preoccupazione. “Non è la manutenzione il problema, Gohan può farla benissimo. Ma Bulma, nessuno può sostituirla” ripose enigmatico, generando un corale “Eh?” da parte degli altri due, che per tutta risposta si fissarono l’un l’altro, alla reciproca ricerca di spiegazioni.

*

CONTINUA…

*

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giusiemo291: Una buffa coincidenza, oserei dire. Spero almeno che come AU ne valga la pena. Intanto eccoti accontentata, la vita quotidiana di Vegeta comincia proprio da questo capitolo.

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ISI: Ti ringrazio per i complimenti, spero che questo secondo capitolo sia altrettanto interessante.

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Luna_07: Per sapere cos’è successo a Bulma c’è ancora tempo. Per ora spero che il secondo capitolo continui a suscitare la tua curiosità.

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dollyvally: Un sentito ringraziamento per i tuoi complimenti, spero vivamente che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

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ka93: Grazie per aver messo la storia tra i preferiti allora, mi auguro che ne valga la pena. Intanto, come vedi, l’assenza di Bulma si fa sentire per tutti, chi più chi meno.

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lilac: Che cavolo, già inizi a giocare con la sfera tu? Non è mica giusto >.<. Comunque, tornando seri, ti ringrazio infinitamente per aver notato ed interpretato il titolo del capitolo, è una cosa che mi fa molto piacere. In ogni caso spero che questa storia continui a piacerti fino alla fine.

  
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